Author:
Liberati, Antimo
Title:
Lettera scritta dal Signor Antimo Liberati in risposta ad una del
Signor Ovidio Persapegi. Che gli fà
istanza di uoler uedere, ed essaminare i Componimenti di Musica fatti
dalli cinque concorrenti nel concorso per il posto di Maestro di
Cappella della Metropolitana di Milano fatto sotto il dì 18 Agosto
1684. alla presenza delli Illustrissimi, e Reuerendissimi Signori
Rettore e Deputati di detta Veneranda Fabrica, e uoler dare il suo
parere, quale de cinque Concorrenti sia il migliore.
Editor:
Massimo Redaelli
Source:
Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, MS P 138,
f.1-40 et f.23r-26v
[-1-]
[Numero 1 in marg.]
[Benedicite
Deum Caeli. Tema dato come alla pagina 36. Qui cogitauerunt altro
Tema pagina 38. m. sec.]
Lettera
scritta dal Signor Antimo Liberati in risposta ad una del Signor
Ovidio Persapegi. Che gli fà
istanza di uoler uedere, ed essaminare i Componimenti di Musica fatti
dalli cinque concorrenti nel concorso per il posto di Maestro di
Cappella della Metropolitana di Milano fatto sotto il dì 18 Agosto
1684. alla presenza delli Illustrissimi, e Reuerendissimi Signori
Rettore e Deputati di detta Veneranda Fabrica, e uoler dare il suo
parere, quale de cinque Concorrenti sia il migliore.
Signor
mio. m'è stata recapitata
la sua lettera in cui leggo la richiesta, ed istanza ch'essa mi fà.
ch'io uoglia uedere, ed esaminare i componimenti di Musica
fatti dalli cinque concorrenti, il nome et essere delli quali è a me
affatto ignoto, per la carica di Maestro di Cappella del' Domo di
Milano, quale pur riceuo assieme con la lettera; e parimente mi
richiede, ch'io uoglia ben' considerarli, à fine ch'io ne dia il mio
giudizio, e parere quale di detti cinque concorrenti preuaglia, e sia
il migliore.
Per
la prima richiesta facilmente, anzi con ogni prontezza la curiosità
m'ha stimolato à sodisfarla )non gia per fare da Aristarco ne
componimenti di quei ualorosi Musici [-2-] come egli fece d'Homero).
ma come quello che sino dalla mia prima giouentù per secondare il
proprio genio abbandonando affatto i studij della legge, e delle
belle lettere, mi diedi tutto allo studio di questa nobilissima
scienza della musica in Teorica et in Prattica in cui mi son
affatigato di sapere lo scibile per soddisfare et appagare la propria
curiosità, e uolontà almeno, se non per giungere al bramato intento
per difetto della mia naturale incapacità, e rozzezza d'ingegno,
essendo proprio dell'huomo il prorito del sapere; che perciò il
nemico del genere umano non seppe somministrare più forte mottiuo
per far cadere (come fece) i nostri primi Genitori, che con
suggerirli: Eritis sicut Dij scietis bonum et malum. Et primum
axioma philosophi, quo in Metaphisicae limine utitur: Omnes homines
natura scire desiderant. Per tanto io hò ueduti, e
diligentemente considerati quei componimenti non senza mia
grand'ammiratione, considerando il ualore, e prontezza di Proffessori
tanto artificiosi, ed eccellenti, ciascuno de' quali sarebbe degno e
di quella nobilissima carica in una Chiesa così conspicua d'Italia,
e d'ogn'altra maggiore, se uene fosse uacante. E per additarle col
mio pouero talento qualche parte della loro esquisitezza così dirò.
Il
primo Concorrente (conforme l'ordine scritto delle Cantilene) nel'
soggetto à otto uoci à Cappella camina sino dal bel principio con
molta franchezza con piene consonanze; et in ogni principio di
costruzzione di senso delle parole prende nuouo soggetto con la sua
[-3-] imitazione procedendo sino al fine, e facendo uedere il
possesso che hà di maneggiare à suo talento le consonanze; e tale
si dimostra anche nell'altro soggetto à cinque uoci, pure à
Cappella, con molta industria, e uaghezza<.> Il Salmo la di cui
modulazione circa la qualità e quantità delle uoci è ad libitum
è ingegnosamente distribuito da cantarsi con l'Organo, e
cominciando con un galantissimo Canone à due canti all'unisono,
segue poi con un bel terzetto à uoci pari, e finisce elegantemente à
cinque.
Il
secondo Concorrente (conforme all'ordine sudetto) nel' soggetto à
otto uoci reali, nella seconda nota del medemo fa entrare un rouerso
assai uago, uà seguendo la medema cantilena con nuoi pensieri et
osseruatione simile sino al' fine, ardito, e franco nella
moltiplicità delle consonanze.
Così
nell'altro soggetto à cinque uoci à cappella si serue di uarij
rouersi, et imitazioni industriose con le quali fa conoscere la sua
maestria, e la sua erudita intentione. Nel salmo otto concertato
entra col canto fermo del Tono, e scherzando sopra, e sotto à quello
con diuersi contrapunti fa uedere che sia ben pratico in tal stile.
Segue un uersetto à due bassi leggiadrissimo, e d'imitazione quasi
canonizzante. Nel terzetto, che à quello succede ui fa nascere una
fughetta assai diletteuole, che maggiormente fa spiccare il
susseguente uersetto à otto; e rompendolo poscia con il duetto di
Tenori, ripiglia con il concerto à otto graue per distinguere poi il
pensiero che attacca molto plausibile e uago, che conduce sino al
fine con una felicità di penna, e gloria del suo ualore.
Il
terzo concorrente (conforme all'ordine sudetto) lo riserbaremo [-4-]
ad altro luogo più proprio.
Il
quarto concorrente nel primo soggetto à otto uoci uà ritoccando
elaboratamente quel pensiero con diuerse parti e con la mescolanza
d'altri pensieri, e d'altre parole diuerse dalle prime, conducendosi
in tale stile sino al fine di quella cantilena senza risparmio, ne di
fatica, ne d'industria. E l'istessa maniera osserua nell'altro
soggetto à cinque à cappella con bone imitazioni e rouersi uarij.
Il salmo di concerto ad libitum lo comincia con lo sbattimento di due
Chori da far rumore, poscia modera lo stile con un concerto à
quattro à Cappella, e con la forma dell'intonazione fatta da tutte
le parti ornata, et accompagnata con molto sentimento d'ingegno, che
diuide poi, e finisce à otto nello stile del principio molto
laudabile.
Il
Quinto, et ultimo concorrente (conforme all'ordine sudetto) stende il
primo soggetto à otto con molto giudizio et assai proportionato allo
stile à Cappella con distinta harmonia, che posa assai bene senza
molta rottura di figure, con contrapunti dolci, e specialmente nel
principio, che ueste il soggetto con due contrapunti diuersi, e si
conduce con tal uguaglianza di stile sino al fine con bon'
intendimento. E parimenti nel soggetto à cinque à Cappella entra
leggiadramente con l'imitazione degl'interualli industriosamente alla
rouersa, e facendo sentire per tutta quella Cantilena uarietà di
pensieri ben' condotti, et imitati sino al fine. Nel salmo à otto
uoci concertato, e se bene il secondo choro nel principio replica
col' fondamento l'istesso del' primo, nondimeno uaria il soprano col
tenore, e poi attaccando un pensiero uiuace, lo fa seguire et imitare
con tutte le parti con bello studio, tramezzando poi [-5-] lo stile
con una placida sesquialtera, per far meglio spiccare il seguente
uersetto, con due canti nel tempo imperfetto; ripigliando poi à otto
con un pensier fugato e ben' tirato conchiudendo poscia la sua
cantilena col' tempo inciso, ò per medium, e con l'intonazione di
tutto il uersetto, che fa il basso del settimo Tono, soura cui ui
piantano bona harmonia le altre sei uoci per far conoscere in questo
modo un uirtuoso, che fa indifferentemente maneggiar la penna con
uarietà di stile, et harmonia.
Oh
laudabile inuero e santa legge, ò costume di far passare per la
trafila [tra<.> ante corr.] d'un rigoroso esame, qual' oro nel
Crucciolo o Cupella, quei professori Musici, che aspirano à reggere
e regolare con una scienza diuina un Choro sacro, et harmonia per
decantare le douute lodi al' grande Iddio, à somiglianza del Choro
celeste angelico e beatifico auanti l'autore della natura. ne paija
strano questo paralello, se dobbiamo credere à quello, che così ne
uà dicendo Soto de Iustitia et Iure libro 10: quaestio 5.
articulus 2. Symphonia in eiusmodi [canendis laudibus adeo est
naturalis, ut etiam infra textum add.] auctori ipsi naturae in caelis
eodem modo concini referantur. Unde Apocalypsis 4. de Sanctis
Animalibus refert Ioannes, quod requiem diem ac noctem non habebant
dicentes Sanctus Sanctus. Unde in Missae praefatione se ipsam
Ecclesia cohortatur ut quemadmodum Caeli, Caelorumque Uirtutes
Cherubin quoque et Seraphin socia exultatione clamare non cessant ita
ipsa cum eis concinat. Quare et Deo supplicat, ut suas etiam cum
illis uoces admitti dicentis [dicentes ante corr.]: Sanctus Sanctus
et caetera. Quapropter non immerito sunt qui fateantur ueris uocibus,
licet supernaturalibus, Deum in Caelestibus laudari. [-6-] Atque rei
huius testimonium terris Angeli desuper attulerunt; ubi pastoribus
nato Domino non solum cum splendore diuino gloriae affulserunt, uerum
et cantantes intonarunt Gloria in Excelsis Deo. Unde circa finem
secundi libri de Epiphania Gregorius Cum pastoribus, inquit, uenerare
cum Angelis, hymnum dicito cum Archangelis Chorus ducito et cetera.
Or
se nell'Empireo quei nobili e beati non cessano da esercitarsi in
questa scienza diuina della musica qual merauiglia fja se anche nella
terra sia stata sempre professata da gente nobile, e dotta, come
sapemo che i nobili greci faceuano anticamente istruire i loro
figlioli nella musica, e nella ginnastica per temprare i loro animi
con queste due professioni, cioè non tanto molli per l'una, ne tanto
efferrati per l'altra. E tutti i Philosophi si sforzarono d'essere
eruditi nella Musica, come fece ancora Socrate, il quale, stimandosi
imperfetto Philosopho senza quella [benché infra textum add.] in età
di sessanta anni uolle studiarla, e l'istesso Platone su la porta del
suo famo<so> ginnasio teneua scritto: nemo intret carens
musica. Et io mi ricordo sino dalla mia puerizia che nella Città di
Foligno mia patria molti Gentilhuomini delle più nobili famiglie di
quella Città s'esercitauano continuamente nella Musica per loro mero
diporto, e recreazione; e per non marcire nell'ozio [otio ante corr]
padre di tutti i uizij: iuxta illud non tibi desidias molles, nec
marcida luxù otia. Tralascio la maggior parte de Santi Padri,
come à tutti è noto che sono stati eruditissimi nella Musica.
Oh
se in tutte l'altre Chiese cattoliche, oue sono cori [-7-] di Musica
si imitasse questo laudabile costume del Domo di Milano (in ciò più
fortunato degl'altri) di far il concorso per i Maestri di Cappella,
taluolta non si sentiriano tante sciochezze di musica, e di parole,
che s'odono bene spesso! E come alcuni di quelli intendono poco, che
cosa sia musica, e meno che cosa sia Lingua Lattina, con cui hanno da
trattare la parola di Dio, non solo fanno sentire le sillabe longhe
per breui, e le breui per longhe, ma confondendo i periodi et il
senso senza saper fare la costruzzione di essi, fanno sentire bene
spesso e spropositi , et anche heresie. E molti (come i Regi
Scenatici ammantati delle altrui ricche uestimenta, restando poi di
quelle spogliati, ed auuolti solamente ne loro rozzi e laceri panni)
sembrariano quell'Uccello spennachiato e denudato delle penne altrui.
E risorgeriano quasi tanti Virgilij che suergognassero tanti
musicastri à punto, come successe al' Poetastro, che usurpò la
gloria, e l'premio destinato al uero autore coll'appropriarsi del
distico: Nocte pluuit tota
et caetera. Onde à questi musicastri succedendoli, come àquel
Poetastro d'esser colti all'improuiso, e di douer seguitare
l'Epigramma Sic uos non uobis et caetera ne seguirebbe che
gl'Augusti in uece di premio dessero à quej temerarii il meritato
castigo.
Mà
non uorrei, che queste digressioni ci deuiassero dal' nostro
sentiero; Onde ripigliando il filo del discorso dico, che mi par
d'hauer sodisfatto à bastanza alla sua [-8-] prima richiesta, non
potendo dubitare ch'io non habbia attentamente ueduti, et essaminati
i componimenti di quei concorrenti mentre sono andato diuisando le
mie riflessioni soura quelle fatte, sin doue si stende la mia
debolezza. Resta hora ch'io la sodisfi dell'altra richiesta, ed
instanza, cioè che le dia il mio giudizio, e parere, qual di essi
concorrenti preuaglia, e sia il migliore.
Questa
decisione, e sentenza à me si rende molto ardua, e difficile, si
perche uerba prudentium statera ponderantur Ecclesiaste 23. et
iuxta illud Sapientiae Oculi tui recta uideant, et palpebrae tuae
precedant gressus tuos Prouerbia 4. Si anche per il pericolo di
non incorrere nella disgrazia, e pena di Mida, per la disfida che
ebbe Appollo con Marsia: Onde si dicesse con Persio: auriculas
asini Midas [midas ante corr.] Rex habet? E tanto
più trattandosi di dar giudizio in una scienza, la quale quoad
praxim saltem, è una mera opinione, e di cui non si può dar
certezza alcuna; nondimeno alla meglio che mi suggerirà la pouertà
del mio spirito, e la mia imperizia cercherò di spiegarmi.
Non
u'è punto da dubitare, che la maggior parte delle scienze, ò forse
tutte, non si danno che à posteriori, e maggiormente la musica, che
hà i suoi natali ab effectu, e dall'orecchio, che è fallacissimo,
poiche tralasciando la prisca età e quei quorum Fauni, Uatesque
canebant. Pitagora primo legislatore di Musica appressi i Greci
(non già che da lui riconosca l'origine la musica, come molti
s'ingannano, mentre auanti il diluuio uniuersale la sacra scrittura
ci addita, che [-9-] Iubal fuit Pater canentium Cithara et Organo,
e dopo il Diluuio molti secoli prima di Pitagora ui furono Mercurio,
Orfeo, ed altri rinomati, e famosi cantori e sonatori) ma perche egli
dalla ripercussione e suono de' martelli, facendo giudice l'orecchio
della loro consonanza, o dissonanza, pose sub lege la musica, e però
fù chiamato primo inuentore, ò legislatore della musica, come
esprime molto bene Stefano Uaneo nel suo Recaneto nel capitolo 3.
così dicendo, e discorrendo della Musica Ritmica: Rhythmica à
Rhythmos grecè latine numerus dicitur. Hoc idem sensit Pythagoras,
qui cum ex fabrorum malleis auribus suis sonus quidam non iniucundius
intonaret, examinato illorum pondere atque mensura, alios pondere
diuersos ab ipsis primioribus imperauit quorum ictibus soni nequaquam
prioribus similes, nec ita consonantes audiebantur. Tunc animaduertit
illam soni concordiam, lege quadam numeri ponderumque constare,
collectisque diuersorum ponderum numeris ex malleis, ad fides, seu
chordas experientiam uertit et cetera. E perche poscia i
settatori di Pitagora come Aristosseno, Euclide, Nicomaco Geraseno,
Alipio, Gaudenzio, Bacco Seniore, Aristide, Quintiliano, Martiano
Capella, Tolomeo, ed altri ne loro dogmi, e precetti di musica
ciascuno (se non in tutto nella quidità, et essenza della musica)
almeno in gran' parte è uario, e diuerso dall'altro, specialmente
nella pratica di cui io intendo discorrere, non essendo mio scopo per
ora di disputare della scienza, anzi i medemi popoli della Grecia,
come i Dorij, Lidij, Frigij. Ionij, Eolij et altri erano uarij tra di
loro, e nel Sistema delle Chorde, e nella [-10-] diuersità de
Generi, e della collocatione de Tetrachordi, e similmente gl'Ebrei
antichi nel loro sistema diuersi dai Greci; E non solo tra scrittori
Greci u'è stata questa uarietà di pareri, ma anche trà scrittori
Latini, come si uede, che dopo Boezio, primo legislatore, e
commentatore musico de latini, dopo alcuni secoli successero molti
altri scrittori, ed in particolare Franchino Gafurio eruditissimo
scrittore di musica Teorica, e Pratica, il quale nondimeno uiene
ripreso in molte cose dal Glareano; e questi ripreso di molti errori
dal Salinas assieme col Glareano; Gioseffo Zarlino confutando molte
opinioni delli sudetti uiene poi ripreso dal Galileo suo discepolo, e
dopo infiniti scrittori di musica si sono l'un l'altro lacerati con i
loro scritti come ultimamente fece il Mehibomio per altro
ualorosissimo commentatore ed interprete di molti autori greci, in
una sua argutissima Apologia contro il Kircherio nella sua Musurgia
il medomo ancora uiuente passandosela sub silentio senza alcuna
risposta. Dunque la musica è una mera opinione, e di questa non si
può dar certezza ueruna; e delle medema n'è stato, e sarà sempre
giudice l'orecchio, ch'è fallacissimo conforme s'è detto di Mida,
essendoui molti Mida, e conforme si sperimenta ne tempi nostri ne
quali quella musica è stimata bona e perfetta (non so se si possa
chiamare harmonia ò confusione) che deletta [dell ante corr.] più
all'orecchio, come succede nei nobilissimi Teatri di Uenezia, che
quelle opere, e quelle arie sono stimate eccellenti, che hanno il
primo applauso da gl'artefici, et operarij, che maneggiano le machine
et ordegni di quel Teatro, come à me stesso è succeduto. E quei
compositori à nostri [-11-] tempi sono stimati et applauditi per i
più ualorosi, che fanno più strepito, e più rumore di uoci, e di
stromenti, che fanno sentire nuoui modi sregolati, senza distinzione
imaginabile ne di Chiese, ne di Teatri, ne di Camera, ne d'altri
luoghi inleciti, e senza riguardo ne dell'honesto, ne del decoroso,
ne del' artificio, stile, ò costume de' Professori più eruditi, e
più osseruanti della più laudabile harmonia. E pure questi non sono
in concerto, e taluolta ne meno conosciuti; Dunque non si può
negare, che la musica non sia una mera opinione, e che di essa non se
ne può dar certezza ueruna, come meglio lo dimostra Sesto Empirico
nel suo trattato aduersus mathematicos, e Corneglio Agrippa nel
trattato de incertitudine et uarietate scientiarum et artium.
Ma
per dimostrare più chiaramente questa uerità, e lasciando da parte
i secoli antichi, e da noi assai remoti de quali non potemo sapere la
sincera uerità, passaremo ai secoli à noi più propinqui, e più
facili da indagarne il netto. Sino al tempo di Nerone possederono i
latini qualche eccellenza di Musica, o di canto specialmente per il
Teatro, hauendo il medesimo Nerone nauigato à bella posta in Grecia,
come ci narra Suetonio, per sentire ed approfittarsi dell'esquisita
maniera di Musica, che si pratticaua da quei popoli; ma dopo cessando
in gran parte questa deletazione ne [de ante corr.] susseguenti
Imperatori, e per la traslatione dell'Impero Romano à Bizantio fatta
da Costantino il quale priuò non solo l'Italia, ma tutta l'Europa di
tutte le scienze, e tutte [-12-] le arti più nobili per arricchir
l'Asia di tutti i migliori professori di quelle, restò anche la
musica reposta, e sola; San Gregorio Magno, per esilarare un poco
Roma dall'estrema malinconia cagionata per l'esterminio fatto in essa
dal memorabile e crudelissimo contagio, diede qualche norma, e legge
di canto da osseruare da i Religiosi per cantare in unisono con
qualche più giusto accordo nelle Chiese le lodi e salmi al
grand'Iddio. e ripigliando da Greci i sette termini, ò differenze
delle uoci, che però disse Uirgilio nel 6. dell'Eneide
parlando d'Orfeo nei campi Elisi:
Nec
non Treÿcius longa cum ueste sacerdos
Obloquitur
numeris septem discrimina uocum.
Queste
uoci l'adattò [addattò ante corr.] nelle prime sette lettere latine
A. B. C. D. E. F. G. e su le medesime fondano gl'otto Toni chorali,
con quella miglior maniera, che seppe quel Santo, che però fù
chiamato tal sorta di canto, e sino à nostri tempi ancora si chiama
cantus Gregorianus, cantus simplex, cantus uaetus,
cantus firmus, cantus planus, tutti tutti sinonimi d'un
sol effetto. Con tal barlume se la passorno i Latini sino all'anno
1022 nel qual tempo Guido monaco Aretino [aretino ante corr.]
spiritosissimo mattematico e musico erudito inuentò le sei sillabe,
chiamate da noi note, cioè Ut, re, mi, fa, sol, la, prese, e cauate
dalle prime sillabe delli sei uersi dell'Inno di San Giouanni
Battista, che comincia Ut queant laxis etcetera. E queste sei sillabe
appoggiò sulle sei lettere Gregoriane, e diede in luce una noua
prattica di musica, e di [-13-] canto, che dura sino à nostri tempi,
con cui megliorò assai il canto. ma riflettendo Giouanni de Muris
eccellente mattematico, e lettor pubblico in Parigi circa l'anno
1370. Che la mudolatione harmonica di più uoci non poteua
auanzarsi per mancanza di figure cantabili, e mensurabili, e per
diffetto della cognitione de tempi, e di proportioni diuerse, questo
perspicacissimo intelletto inuentò le 8. figure della musica, e le
nominò, maxima, longa, breuis, semibreuis,
minima, semiminima, fusa, semifusa (da
noi dette croma, semicroma) con la quale inuentione di figure si
diede agio à molti belli ingegni, et eruditi per altro nella
semplice prattica del sudetto Guido Aretino, di ritrouar ben presto
la melodia, e modulatione armonica di più uoci, di più proportioni,
e di più tempi, mediante il segno della misura, o battuta chiamata
da Greci Arsim, e Thesim, cioè eleuatione, e
depressione, e dai Fisici sistole, e diastole, e datosi perciò
principio dalli Oltramontani al canto, e modulatione armonica
figurata, ò mensurata nel genere diatonico, si suegliarono molti
belli ingegni, e fecero con i [col cant ante corr.] loro rudi e primi
componimenti bambolegiar come bambina la musica figurata alla meglio
che sepero; E poi fatta adulta nel progresso di cent'anni circa, si
rese uenusta, e comparì pomposa per i Chori sacri, e profani. Onde
perche facile est inuentis addere e come dice Seneca
nell'Epistola 79. crescit in dies [-14-] materia et
inuenturis inuenta non obstant et Ausonio Idyllium 10.
Benedicti regula capitolo 13. id quod occultatum est Magistris
comparuit discipulis;
Nacquero huomini, e crescerno ingegni, che cominciarono à
perfettionar l'arte, con inuentar nuoui modi d'harmonia coartata, e
ristretta sotto diuersi precetti e leggi, chiamate contrapunti
sciolti, doppij, ò obligati, e canoni, e crescere le modulationi
armoniche con moltiplicità di Uoci, e Chori, come fu quella di
Giouanni Ockenhim Maestro del famoso Iodoco Pratense detto Iosquino,
che fece à trentasei uoci reali, per quello, che ce ne afferma il
Glareano, il quale dopo hauer inalzato alle stelle con le sue lodi
Iusquino per le merauigliose melodie, ed inuentioni armoniche da
quello fatte così dice Haec hactenus de Iodoco satis
superque: Antiquior aliquanto fuit Ockenheim et ipse Belga, qui
ingenio omnes [omnibus nate corr.] excelluisse dicitur: quippe quem
constat triginta sex uocibus garritum quendam instituisse. Certe
inuentione et ingenii acrimonia mirabilis fuit
etcetera. Hò stimato à proposito di addure questa autorità di
Glareano per chiuder la bocca ad alcuni professori de nostri tempi, i
quali stimano, che sia inuentione moderna di comporre à tre,
quattro, e sei chori mentre quel grand'huomo compose à noue chori
prima del secolo del 1500.
E l'istesso inuentò fughe dritte, e rouerse, canoni, e contrapunti
doppij, et anche compose una messa, che si cantaua in ogni tono
[-15-] et altre cose mirabili, che per breuità tralascio.
Dalle scole di
questi due grand'uomini ne nacquero<,> e deriuarono molti altri
ualorosi Maestri di musica oltramontani, i quali piantarono diuerse
scole in diuersi Regni, e Prouincie, e ciascun di loro fù diuerso
dall'altro d'opinione nel dar uarij dogmi, e precetti intorno alla
prattica della modulatione armonica, conforme il Senso del proprio
orecchio gli dettaua, riducendo ciascuno di essi con la diuersità de
loro pareri la musica ad opinione (in quanto alla prattica) e di cui
non si può dar certezza, come noi prouamo.
Trà
i molti maestri di musica oltramontani, che piantarono scole di
Musica in Italia et in Roma (come quei che furono i primi à
possedere il canto, e modulatione armonica figurata) ui fù Gaudio
Mell flandro uomo di gran' talento, e di stile molto culto, e dolce
il quale piantò in Roma una nobile et eccellente scola di musica, da
cui ne scaturirono diuersi ruscelli di uirtù, ma il torrente
principale, e maggiore, che assorbì, e disperse tutti gl'altri
riuoli fù Giouanni Pier Luigi Pelestrina il quale (fatto nascere dal
grand'Iddio come piamente si può credere à quest'effetto) auanzando
à gran' passi non solo tutt'i suoi condiscepoli ma il proprio
Maestro s'elesse da se spinto dal gusto proprio, e dal Dono di Dio
un' stile di modulatione armonica così uago, così nobile, così
facile [-16-] così sodisfaceuole al musico, et all'Idiota, che con
una sua messa di compositione a bella posta fatta, e cantata alla
presenza di Papa Marcello Ceruino, e del Sagro Collegio de' Cardinali
fù bastante à rimuouere l'intentione di quel Pontefice, che uolendo
riconfirmare la Bolla di Papa Giouanni XXII. concernente la
moderatione della musica nelle Chiese, che comincia Docta
Sanctorum Patrum decreuit auctoritas
etcetera. Sentendosi nuoui sconcerti di Musica, uoleua con altra
constitutione Apostolica proibire affatto la musica dai sacri Tempij
sub anathemate. E fece conoscere quell'uomo insigne col suo mirabile
giudizio, e diuina melodia di quella messa, che li sconcerti inuece
di concerti, che frequentemente si sentiuano nelle Chiese, di musica
e di parole, non era diffetto dell'arte, ma degli Artefici, e della
loro imperizia; Che perciò morto in breue tempo il Papa, e
succedendo à quello Paolo quarto, al medemo egli dedicò quella
messa intitolata Missa Papae et Marcelli
come sino à nostri giorni si uede, e si sente specialmente nella
nostra Capella Pontificia, e si sentirà sinche dura il mondo,
meritandolo quella penna, che non hà saputo imprimere nelle carte,
che un'armonia diuina, e tutta riuolta ad esprimere le lodi del
grand'Iddio, e dei suoi Santi, che continuamente si cantano ne sacri
Tempij di Roma, e fuore doue possono hauersi le sue composizioni. Ed
il medemo Pelestrina in premio della detta messa fù [-17-]
constituito da quel Pontefice compositore perpetuo della Capella
Pontificia, dignità che mancò nella detta Capella Pontificia
[[<..>g]] con la mancanza della sua persona.
Questo
grand'huomo nelle sue modulationi armoniche come s'è detto, s'elesse
e si concepì un opinione da sé e diuersa nello stile da tutti
gl'altri, che uissero auanti di lui, e coetanei, e condiscepoli suoi,
oscurando tutti gl'altri col suo impareggiabile ualore. Non ebbe,
egli genio di far scola, o non potendo per s'assiduo impiego della
compositione armonica, ma s'unì e si conformò con la scola di
Giouanni Maria Nanino [nanino ante corr.], suo condiscepolo et amico
confidentissimo ualoroso quanto dotto compositore e contrapuntista
ascritto per cantore nella Cappella Pontificia, dimodoche in quella
scola compariua et assisteua bene spesso il medemo Pelestrina, come
dignissimo maestro Principale decidendo le differenze et opinioni,
che nascono trà scolari ò Professori diuersi, che iui à bella
posta frequentauano. I Scolari poi perfetionati scelti, e diletti
(tra i molti del detto Giouanni Maria Nanino) fù primieramente
Bernardino suo frattello minore, che riuscì di mirabile ingegno, e
diede maggior lume alla professione con la nouità [uagh ante corr.]
della sua uaghissima harmonia in ogni stile, e piena di
grand'osseruanza, e dolcezza. E da ambidue questi nanini, tra i molti
scolari che ne deriuarono i più fauoriti, e famosi furno Antonio
Cifra, uomo di gran talento, il quale dopo auer hauto [hauuto ante
corr.] diuerse insigni Cappelle<,> e specialmente Maestro di
Cappella del Serenissimo Arciduca Carlo [-18-] d'Austria Frattello
dell'Imperatore Ferdinando secondo, morì poi maestro di cappella
nella Santa Casa di Loreto<,> per il cui seruizio fece, e mandò
alle stampe diuerse mute di salmi di Mottetti concertati e di Messe
[messe ante corr.] à cappella con molto suo honore. Suo condiscepolo
fù Pier Francesco Ualentini nobile Romano, peritissimo Teorico, e
specolatiuo musico, se bene nella prattica non troppo uago, e felice;
à cause forse, perche la nascita nobile, e le ricchezze proprie non
gli permetteuano d'auilirsi nel seruire, ed essercitarsi nelle
cappelle per prezzo, ch'è'l uero stimolo d'approfitarsi in questa
uirtù; poiche uexatio dat intellectum, ma per altro fù huomo
mirabile nelle osseruationi, ed obblighi de contrapunti, che perciò
tra l'altre sue opere in istampa lasciò un canone, che si canta in
due mila maniere, ch'io rattengo appresso di me, fauorito da lui
medemo uedendomi nella mi giouentù inferuorato in simili studij.
L'altro scolare dei nanini, specialmente fauoritissimo di Giouanni
Maria fù Gregorio Allegri celebre contrapuntista, e con la uoce
(chiamato alla mente), e con la penna d'ottima, e perfetta
compositione, e armonia, di cui sono tante lingue loquaci le molte
opere sue fatte, e lasciate nella nostra Cappella Pontificia oue egli
fù ascritto per cantore, e da cui io hebbi [hebbe ante corr.]
l'honore d'esser chiamato suo scolare. Pari [pari ante corr.] à
questo e dilettissimo à Bernardino Nanini fù Paolo Agostino, uno de
più spiritosi e uaghi ingegni, che habbia hauto la Musica [-19-] à
nostri tempi in ogni di compositione armonica, di contrapunti, e di
canoni; e trà l'altre sue opere merauigliose fece sentire nella
Basilica di San Pietro nel tempo, che egli ui fù maestro di Cappella
diuerse modulationi à quattro, à sei, et otto chori reali, et
alcune, che si poteano cantare à quattro ouero sei chori reali senza
diminuire, ò sneruare l'armonia con istupore di tutta Roma; e se non
moriua nel fior della sua uirilità haurebbe maggiormente fatto
stupire tutto il modo; e se fosse lecito si potria con ragione dire
di lui: consumatus in
[est ante corr.]
breui, expleuit tempora multa.
Di
questo impareggiabile ingegno, e Maestro tra gl'altri, n'è stato
degno scolare, e Genero il Signor Francesco Foggia ancor uiuente,
ancorche ottuagenario, e di buona salute per grazia speciale di Dio e
per benefizio pubblico essendo il sostegno, ee'l Padre della Musica e
della uera armonia ecclesiastica, come nelle stampe hà saputo far
uedere, e sentire tanta uarietà di stile, et in tutti far conoscere
il grande [[<.>]], l'erudito, il nobile, il pulito, il facile,
et il diletteuole, tanto al sapiente, quanto all'ignorante; tutte
cose che difficilmente si trouano in un sol uomo, che dourebbe esser
imitato da tutti i seguaci di buon gusto della Musica, come io hò
cercato di fare colla mia debolezza essendo stato sempre inuaghito,
et innamorato di quella nobilissima maniera di concertare. L'altro
insigne scolare, [-20-] e fauorito di Bernardino Nanini fù Uincenzo
Ugolini uomo di gran' maestria nell'insegnar' altrui tanto il canto,
quanto la modulatione armonica, come l'hanno fatto in specie Lorenzo
Ratti suo nipote florido compositore, come le stampe ce lo
dimostrano, et Orazio Beneuoli, il quale auanzando il proprio
maestro, e tutti gl'altri uiuenti nel modo di armonizzare quattro, e
sei chori reali, e con lo sbattimento di quelli, e con l'ordine, e
con le imitazioni de' pensieri pellegrini e con le fughe riuoltate, e
con i contrapunti diletteuoli, e con la nouità de rouersi, e con le
legature, e scioglimento di esse merauigliose, e con l'accordo del
circolo impensato, e col le giuste, e perfette relazioni, e con la
leggiadria delle consonanze, e dissonanze ben collocate, e con
l'uguaglianza della tessitura, e col portamento sempre più fluido
ampolloso à guisa di fiume che crescit eundo; ed in somma con la sua
mirabilissima quanto decorosa armonia hà ben saputo uincere
l'inuidia con la sua uirtù (ma non colla sua pouertà solita nei
gran' uirtuosi) far tacere i Mimi, ed eccitare tutti gl'altri
Professori ad imitare un' uomo nel massiccio del sapere, e dell'arte,
e nel maneggiare l'armonia Ecclesiastica grandiosamente à più chori
senza pari, e meriteuole d'esser stato molti ani Maestro di Cappella
della Basilica di San Pietro nella quale carica ui morì.
Delli scolari di
questo inclito maestro tra uiuenti siemo restati in tré: il più
antico e più debole è lo scrittore del presente discorso; poscia il
signor Ercole Bernabei il quale per il suo gran' ualore succeduto
all'istesso (pochi anni dopo la sua morte) nella medema carica
[caricha ante corr.] di Maestro di [-21-] Cappella della detta
Basilica di San Pietro chiamato dal Serenissimo Elettore di Bauiera
molti anni sono, risiede appresso quell'Altezza per Maestro di
Cappella, di Chiesa, e di Camera. Il terzo, et ultimo scolare
cominciato, e finito di pianta dal medemo Beneuoli è il Signor
Giouanni Uincenti, il quale è stato per molti anni Maestro di
Cappella della Santa Casa di Loreto, et hora se ne [neu ante corr.]
uiue in Roma con la sua quiete, e con il commodo, che gli somministra
il suo patrimonio, e l'auanzo delle sue uirtuose fatiche; benche per
altro egli è ancora di fresca [fresch ante corr.] età da poter
faticare, e di ualore non secondo à uerun professore di Musica nel
massiccio del' Sapere. per la modulatione armnica, e per lo stile
Ecclesiastico non coinquinato, ne lasciuo.
Questa
genealogia di musica e di musici parerà ad alcuno superflua, e fuor
di proposito per il presente discorso ma per me serue e uiene in
acconcio per fondar bene la mia intenzione, e per sodisfare alla
seconda richiesta, ch'ella mi fa, cioè ch;io uoglia dar il mio
giudizio, e parere qual sia il migliore delli cinque concorrenti
sudetti per li componimenti da loro [fatti in marg.]. Hora qual
giudizio uorrò io presumere di dare in una professione ch'è mera
opinione, e di cui non si da certezza alcuna, come s'è dimostrato
(intendendomi sempre quoad praxim non quoad scientiam,
come s'è detto di sopra) stante che questa prattica di musica con la
diuersità delle Scole anch'ella è diuersa, apunto come le sette de
Filosofi antichi, e come meglio spiegaremo, cioè. La nostra scola,
che deriua, come s'è detto dal Pelestrina [-22-] ci da per primo
precetto, che niuno ardisca ne presuma di prender la carica di
maestro di cappella, se prima non sia possessore di tutto quello, che
deue sapere un perfetto scolaro<,> cioè: che sappia di quante
chorde consti il nostro sistema musico inuentato da Guido Aretino;
perche il medemo soura i sette termini, ò differenze delle uoci,
communi anco ai Greci antichi, come disse il Poeta. Septem
compacta cicutis fistula; e
rimesse alla luce tra Latini primamente dal Santo Gregorio Magno, con
le sette lettere A. B. C. D. E. F. G. e gli applicasse solo sei
sillabe, ò note, cioè ut
re, mi
fa sol
la. A che serua
l'istitutione della mano dell'istesso Guido? In quante nature sia
diuiso questo Sistema? Di quanti tetrachordi, et essachordi cons<ti,>
e perche non più ne meno? Quante specie di diapason siano racchiuse
in detto Sistema? Quante di Diapente e quante di Diatessaron? Chi
formì la Diapason? Di quanti toni consti la Diapason, di quanti
l'Eptachordo maggiore, e minore di quanti la Diapente, di quanto il
Tritono, e diapente diminuita; di quanti la Diatessaron maggiore, e
minore, di quanti il Ditono, di quanti il Semiditono? Che cosa sia
Tono, et interuallo? Quanti siano i generi della Musica? in qual
genere si componga ordinariamente allo stile antico del Pelestrina, e
moderno, e quel genere come proceda? Quanti siano i modi ò Toni e
questi che cosa siano, et a che seruano; E perche siano tanti, e non
più ò meno? Che cosa sia et operi la diuisione armonica, et
aritmetica nel Tono, e perche così detta? Che cosa sia modo
maggiore, e modo minore, tempo perfetto e tempo imperfetto; che cosa
operino le figure in detti [-23-] tempi, e quali? Che cosa sia punto
di perfezione [perfettione ante corr.] di prolazione d'aumentazione,
e di diuisione? che cosa sia proportione, e quali proportioni
consideri il musicoà differenza dell'Aritmetico e Geometra? In
quante maniere uengano legate le figure della Musica ed il loro
ualore? Che cosa sia contrapunto sciolto, ò che sia il contrapunto
obligato e doppio? Che cosa sia canone, e con quante osseruationi si
possa fare?
Questi
sono i primi precetti, che ci da la nostra scola per poter essere
maestro di Cappella, e potere rendere conto di se stesso, e de suoi
scolari. E perche si uedono tanti uomini, che non sapendo la metà, ò
niuna di queste cose sono promossi et occupano forse i più degni
posti delle Cappelle Ecclesiastiche dell'Italia (non so con qual
merito) et i quali non solo si degnano di saperle ò perche si
uergognano d'andare alla scola di chi le sa, e farsi uedere da
maestri diuenire scolari; ò perche col loro ingegno non possono
arriuarle, ma si ridono di quelli, che le sanno aducendo eglino che
tali cose non abbiano che fare con la prattica, ma solo atte per
discorrere di Teorica (e nondimeno faremo conoscere la loro imperizia
nella prattica ancora) contentandosi questi tali di fare quello che
sano, ma non di sapere quello, che fanno. Onde si può dire di loro
con Nicolò Burtio in Opusculum musicum: Qui facit quod non
sapit diffinitur Bestia. Anzi
questi tali uedendosi collocati in que<'> posti conspicui, e
bastandogli il detto del Sauio Ut lux tua luceat super
candelabrum; con
l'estimatione, e credito, che hano si fano lecito di screditare, ed
auilire con le loro autoreuoli parole tutti quegl'uomini, che
sappiano le sudette particolarità, et altre essentialità [-24-]
della musica, e cercano per quanto possono di tenerli lontani,
accioche con la presenza, e paragone di quelli non si scopra la loro
debolezza; come io posso attestare; che hauendo procurato di
auantaggiar la condizione con qualche miglior Cappella di quelle che
hà hauute il Signor Don Angelo Berardi mio Carissimo Amico uomo
addottrinato in uaria litteratura, Teorico, e speculatiuo musico
eruditissimo come lo dimostrano tale le diuerse sue Opere poste alle
stampe, et anche in quelle altre opere di prattica da cantarsi,
essendo egli uersatissimo in ogni stile tanto all'antica, quanto alla
moderna, ma però per i Sacri Tempij; e più per far conoscere la sua
rara uirtù, che per il desiderio ò necessità del lucro, nondimeno
non hò mai potuto hauer fortuna di sentirne l'intento per esserne
sempre stati preferiti debolissimi soggetti. Dunque potremo con
ragione dire che la musica è opinione.
La
nostra Scola ci dà per precetto, che quando il compositore di Musica
uoglia far un componimento perfetto bisogna primieramente col proprio
intelletto inuestigar il soggetto proportionatamente à quello, che
s'hà da spiegare con le parole; poscia fare la sua ossatura ed
economia delle parti come ci addita Raimondo Lullio in arte magna
dicendo Sicuti carpentator concepit arcam in mente sua,
postea deducit de potentia in actum, ita musicus discurrendo
etcetera.
E
ciò è da farsi per non inciampare nell'errore di quel Pittore il
quale auendo intentione co' suoi pennelli di dipingere un Leone
inuenit Asinum depinxisse.
Che il componimento che s'hà da fare sia di modo, ò Tono
proportionato alle parole; che il Tema ò soggetto che si proppone (a
guisa di perfetto oratore) si senta sempre benche intrecciato nella
diuersità de pensieri, ed Episodij armonici; e che la musica sia
sempre seruile alle parole, e non le parole alla musica, come molti
s'ingannano; poiche la modulatione armonica instrumentale, e priua di
uoci articolate non est apta ad mouendum
[-25-] animi pathemata,
ne mai farà piangere ne ridere; à differenza dell'altra uocale, et
articolata, che hà questa facoltà di far piangere, e ridere; anzi
il semplice oratore, e l' comico con la sola oratione, o col solo
ritmo haurà facoltà di far piangere, e ridere; e però Aristotele
dice Tribus constat musica, nempe oratione, harmonia,
rhithmo. Si che si uede, che
le due parti principali atte ad mouendum animi pathemata
.sono l'oratione [[sono l'oratione]] el' ritmo, et una solamente la
musica, conforme io discorro diffusamente nel mio trattato
dell'Epitome Istorica della Musica dedicato gia tempo, e dato alle
proprie mani della Santa memoria di Papa Alessandro Settimo, fatto
per suo comandamento, e per gloria del' nostro Collegio musico della
Cappella Pontificia, qual trattato si conserua diligentemente nella
famosa libraria de manoscritti dell'Eminentissimo Signor Cardinal
Chigi. Ora se molti compositori di musica non sanno, che cosa sia
modo, ne Tono; se cominciano un sogetto, e poi di quello se ne
scordano affatto. né si sente più. se un pezzo di quella
compositione sarà d'una sorte, et un altro pezzo d'un'altra, di modo
che non si sa distinguer ne principio, ne fine, se non intendono le
parole ne Latine, ne uolgari, e quelle molte uolte le refriggono su
musiche, di cui altre uolte si saranno seruiti con altre parole
affatto disparate di senso da quelle, e pure tali compositioni
delettano, e piacciono quasi uniuersalmente, chi uorrà negare che la
musica non sia una mera opinione, e di cui non si dà certezza
ueruna?
La nostra scola
insegna, che ad esprimere qualsiuoglia modulatione armonica, non ci
dobiamo seruire, che di tre figure cantabili cominciando da qual si
uoglia di esse ad libitum, secondo il tempo, o proportione segnata
antecedentemente; e che segua alla principal figura ò di grado, ò
di salto la sua propinqua; e la remota quasi [-26-] non mai di salto,
ma bensì di grado; essendo tre figure solamente atte, e bastanti à
condurre ordinatamente la modulatione armonica; poiche seruendosi di
più di tre figure, e con quelle procedendo per lo più di salto, e
con lo stile spezzato, la modulatione necessariamente riesce rotta,
ineguale, difficile a cantarsi, ed aspra [aspera ante corr.] armonia,
là doue bisogna usar ogni industria di dilettare in un medemo tempo
con la uaghezza, e con' l'artificio e l'idiota, e l'inteligente; e
non far' come tal'uni, i quali senza punto auuertire questi precetti,
ma infilzando le note, [nota, ante corr.], non tendono ad altro, che
à tenere suegliati gl'uditori più col romore, che con la uera
armonia e l'uero artificio; onde si potrebbe dire di tali
componimenti quello soleua dire Claudio Monteuerde, [monteuerde, ante
corr.] il quale (Maestro di Cappella per la Serenissima Repubblica di
Uenezia in San Marco) fù degno successore in quel posto del
Uillaert; del Zarlino, e d'altri uomini insigni; ed egli celebre per
esser stato lo stupore del teatro, e dello stile madrigalesco, e
l'inuentore della leggiadria del canto, e dopo di lui anche
dignissimi successori nella medema carica il Rouetta; il Caualli, et
al presente il Signor Padre Natale Monferrato e Signor Giouanni
Legrenzi; perciò quel grand'uomo à chi forzatamente gli mostraua
simili componimenti senza i sali necessari, per non tradirlo con
l'adulazione (cosa da abborirsi dall'uomo da bene) e per non
l'amareggiare con la correttione, poiche ueritas odium parit, soleua
egli sbrigarsene ben presto con queste parole: Ben, bene, tutto è
zolfa, tuttoè zolfa. E perche di tali componimenti diuersi dalla
nostra scola se ne odono molti alla giornata, e pure delettano quasi
uniuersalmente, dunque la musica è un opinione.
La
nostra scola n'insegna, che non si deuano far due consonanze perfette
simili per moto simile; e la ragione, che molti credono, che sia
perche due consonanze perfette seguite siano [-27-] defettose, e
facciano cattiuo suono (strauagante ignoranza di chiamar defettosa
una cosa perfetta!) Ma soura di ciò si deua sapere, che la
modulatione armonica non è altro, che un ordine di consonanze, e
dissonanze anteposte, e posposte cambiate, intrecciate, et
incaualcate dal graue all'acuto, e dall'acuto al graue, conforme allo
stile, et opinione di quel Maestro, e di quella scola, da cui deriua,
e che l'insegna allo scolare, et à punto conforme al sentimento di
Uincenzo Galileo nel suo trattato della musica antica, e moderna; il
qual'ordine, con il precetto, che non si possano fare due consonanze
perfette seguite simili, serue solo per la uista, e non per l'udito
il quale difficilmente in un concerto di più di due, ò tre uoci
potrà mai auedersi, e distinguere due consonanze perfette simili, e
continuate per moto simile, poiche come dice il Galileo sciolta una
modulatione da tal ordine, non sarà quella composta, che di tante
ottaue, e tante quinte. E per riproua di ciò: Il sonatore di tasto
con la mano sinistra collochi le sue dita in quattro consonanze
(delle tre che solo se ne possono dare nell'armonia sciolta, e
l'altra, ò l'altre sono deriuate) cioè in gamma ut in b. mi graue
in d. sol re graue, et in g. sol re ut acuto; e le dita della mano
destra le collochi nell'altro quattro consonanze da quelle prime
deriuate, cioè in d. la sol re acuto, in g. sol re ut soprano, in b.
fa b. mi sopracuto, et in d. la Sol sopracuto; E poscia col medemo
ordine delle dita se ne uenga in A: re graue per fondamento, ne
faccia uedere quest'ordine, ma solo soggettarlo all'udito di
qualsiuoglia intendente musico, chi uorrà giudicare, che quella
modulatione consista di tante quinte, e tante ottaue seguite per moto
simile? poiche quando poi colla penna si uolessero mettere al suo
ordine, e farle soggiacere al precetto, e rigore della uista,
compaririano tutte quelle consonanze perfette [-28-] ben' acconcie,
e senza scrupolo ueruno di quello che s'affatigano d'osseruare i
compositori; Onde chi facesse nelle sue composizioni più consonanze
perfette simili per moto simile non sarebbe già peccato in Spiritum
Sanctum, mentre il medemo effetto sortiriano se fossero quelle
posposte, e cambiate con altro ordine; Ed io posso attestare d'hauer
sentito dalle sonore dita della bona memoria di Monsignor Gallo
Uescouo d'Ancona ualorosissimo sonator <di> tasto i Ricercari à
quattro d'Antonio Cifra (per altro secchi duri, e stretti per il
troppo studio, e la troppa osseruanza di tal ordine, di posporre ed
incaualcare le consonanze perfette) intauolati, e ridotti da lui
all'altro ordine, e commodità della mano per sonarli francamente,
riuscir uaghissimi, e di mirabile sonorità la doue à uederli poi in
tal maniera ridotti, non si scorgeuano, che infinite ottaue, e quinte
seguite, e continuate per moto simile. di più trouandomi io nella
mia giouentù in Germania al seruizio della Maestà Cesarea di
Ferdinando Terzo, e del Serenissimo Arciduca Leopoldo suo frattello
carnale, e non essendo peranche ben prattico della città di Uienna,
una mattina andando solo a caminare, [camenare, ante corr.] fui
tirato dal sentire una grande armonia in una Chiesa (come seppi dopo)
di San Girolamo de Padri Francescani Riformati, e ne l' sentire una
moltitudine di cantori accompagnati da un' grande strepito d'Organo
con pieni registri, marauigliato che in quel paese ui fosse un
concerto di tanti cantori oltre à quello dell'Imperatore, e
fermatomi un gran pezzo finalmente, con molta fatiga potei
rintracciare, che quei frati cantauano la messa, et il Credo
specialmente con il loro solito canto fermo, sotto à cui u'haueuano
composto un Basso continuo di bone consonanze, et eglino cantauano in
tre ottaue così molti Tenori all'unisono il solito canto fermo;
molti Bassi all'ottaua bassa, e molti fratini in soprano all'ottaua
alta, dimodo che faceua bellissima armonia, et altri, che un perfetto
musico non poteua distingure il loro artificio, e la loro melodia.
Onde non si può dar tanto gran' defetto alla perfettione [-29-]
dell'ottaua, e sue prodotte, che non se ne possa dar più d'una per
moto simile. E poi quale miglior proua, che l'Organo, in cui dopo il
registro dell'ottaua, segue l'altro della duodecima, cioè quinta
sopra l'ottaua, e seguendo tanti registri uengono à moltiplicar
tante quinte, e tante ottaue insieme: e pure non solo delettano ma
non si distinguono.
Mà
il Galileo non hà saputo indagare, né intendere la ragione, se
perché dalle scuole de buoni armonici siano proibite, e dannate due
consonanze perfette simili per moto simile. Soura che primieramente è
da sapere, che consonanza perfetta ueramente non si può chiamare che
la Diapason con le sue prodotte (intendendo della Diapason giusta e
non imperfetta ò superflua) poiche illud
est perfectum quod est immutabile,
ed il filosofo ne insegna che omne
generans generat sibi simile, et unum quodque perfectum est quando
potest generare sibi simile<.>
Onde se la Diapason ò sotto ò sopra che sia, ò con le sue prodotte
in qualsiuoglia modo posta e riuoltata, è sempre tale; dunque questa
solamente [si può chiamar consonanza perfetta [[a]] à differenza
della Diapente la quale infra textum add.] la quale se uiene
riuoltata forma la Diatessaron, che per questo rispetto gl'antichi
musici poneuano per consonanza perfetta la Diatessaron, tanto più
che collocata in mezzo Diapason per diuisione aritmetica è
consonanza perfetta. Mà [mà ante corr.] essendo così uaria e
mutabile la Diapente, cioè ora superflua ò diminuita, ò
semidiapente, la quale riuoltata uiene à formar il tritono, con
ragione dunque et stricte loquendo non si puâò chiamar consonanza
perfetta (non pretendendo io per ora di disputare se la Diapente ò
Diatessaron sia perfetta come hanno fatto tanti scrittori, mà
bastandomi di addurre, che nella prattica moderna siano tali, come hò
detto). E perche la uera harmonia nasce dalla uarietà delle
consonanze e dissonanze, e dalla mescolanza del graue, e dell'acuto
perciò due Diapason continuate con moto simile [-30-] (non facendo
uariatione ueruna d'armonia per esser ueramente perfette similissime)
sono prohibite dalle bone scole à farsi, e non perche gli dia
nocumento, ò deffetto l'esser perfette, come stimano i musicastri
ignoranti; et anche così si deue intendere di due Diapente ò giuste
ò false per moto simile, pure peche non rendono uariatione
d'armonia. Ma quando fossero due Diapente diuerse, cioè una giusta,
e l'altra falsa che facesse uariar l'armonia, e renderla più dolce,
in tal' caso si concedono da tutte le bone scole di musica, come ue
ne sono molti essempij trà compositori tanto Ecclesiastici, quanto
Madrigaleschi, e come si può uedere specialmente nel nostro
Pelestrina nell'Hinno Iesu
corona uirginum tempore paschali
nel uersetto Quocumque pergis uirgines à quattro con due Tenori e
due Bassi nelle parole canentes
cursitant;
il che fa bellissimo effetto et anche nel morales nel suo mottetto
Lamentabat
Iacob de duobus filijs
suis ch'è una delle più belle melodie, che noi habbiamo nella
Cappella Pontificia. Et intanto in tutte le Scole di musica
concedono, che delle consonanze imperfette se ne possono fare ad
libitum quante se ne uogliono per ogni moto, in quantoche
naturalmente nella diuisione de Tetrachordi della nostra prattica,
specialmente per il genere Diatonico, ò non possono accadere due
ditoni, ne due Semitoni simili e che con quelli ui sia la Diapente
giusta, ò per necessità la modulatione bisogna, ch'esca fuori del
suo genere, ò del suo Tono, se ciò non accadesse per l'accidente di
formar la cadenza; E quando si facesse altramente, sarebbe uno
sproposito, e poco sapere, e meno giudizio dell'autore, rendendo
asprezza in uece di dolcezza et armonia: poiche se il genere
diatonico è diuiso per tetrachordi, et ogni tetrachordo procede per
tono, e tono e semitono, la sua prima chorda forma il ditono
incomposto e la seconda forma il semiditono incomposto; e l'altra
chorda che uà di grado al Semitono, il quale forma un altro
semiditono, il [-31-] compositore prudente non lo mette mai in opera
seguitamente per le ragioni addotte. Ora perche uedemo, e sentimo
ogni giorno, che alcuni tenuti non solo dal uolgo ignaro; mà anche
da gente riguardeuole, e Professori, ò per dir meglio cantori, i
quali non sanno distinguere con la ragione il bono dal cattiuo,
poiche cecus
non iudicat de colore
e più Teorici dicono di costoro il medemo d'Auerroe in Aristotele;
Ea
est differentia inter musicum et cantorem quae est inter hominem
uerum et hominem pictum;
e Boetio nel primo della sua musica capitolo 34. uà dicendo Sed
illud quidem quod in instrumentis positum est, ibique totam operam
consumit, ut sunt Cijtharedi, quique organo caeterisque Musicae
Instrumentis artificium probant à musicae scientiae intellectù
sejuncti sunt.
Mà perche questi hanno credito uniuersalmente, giouano le loro
attestazioni, e fanno tenere que tali per uomini celebri de nostri
tempi, i quali non solo non hanno riguardo alle sudette esquisitezze
di ditoni, Semiditoni, Diatessaron, Diapente, di Esachordi, o di
Diapason (ò non hanno capacità di saperlo) mà riempiono le loro
cantilene di quantitàdi quinte simili seguite, e continuate per moto
simile, ne si uergognano di propalarle, e metterle alle stampe; Anzi
tal uno di questi è stimato miracolo della Musica, perciò bisogna
affermare che la Musica è una mera opinione.
La nostra scola n'insegna, che si
deuono bandire affatto dalle modulationi armoniche i tritoni ò nel
suo posto ò riuoltati, e tutte le relationi cattiue tanto
ascendendo, quanto descendendo, facendo questi pessima armonia; Che
nelle cantilene non si deua mai fare l'ottaua in battuta, ne di grado
ne di salto cioè l'incontro dell'ottaua, che percota sopra il suo
fondamento, ò altra parte di mezzo: Che le legature di qualsiuoglia
sorte deuono essere sciolte essentialmente descendendo; ma perche
alcuni osseruano diuersamente et hanno le loro modulationi piene di
tritoni, di relazioni cattiue, d'ottaue [-32-] in battuta, di
legature sciolte alla rouersa, e questi sono stimati uomini celebri,
e come superiori à molti ne' posti conspicui, che occupano, per mera
fortuna, cosi anche stimati superiori di uirtù, et atti, ed
accreditati da poter censurare qualsiuoglia musico, e qualsiuoglia
compositione armonica; dunque la musica è una mera opinione.
La nostra scola n'insegna, che la
clausola, ò cadenza finale, ò media sempre deua finire nella
positione della battuta, e non nell'eleuatione, come anche il
principio d'ogni modulatione armonica deua cominciare nel battere. Ma
perche molti altri pratticano et osseruano diuersamente et in
particolare Agostino Pisa nel suo Trattatod della battuta s'affatiga
di dimostrare con molte spiritose ragioni, che la battuta cominci, e
finisca nell'eleuazione della mano, e non nella positione; dunque
potremo affermare, che la Musica è un opinione.
Molti altri precetti potrei
addurre, che ne da, e prefigge la nostra scola, e particolarmente
nell'istruire lo scolare nel contrapunto, che per breuità si
tralasciano. e pure sono pratticati dagl'altri diuersamente dunque la
Musica è un opinione.
Hora
se dalle ragioni addotte non si può negare, che la musica non sia un
opinione, qual giudizio determinato potremo noi dare per distinguere,
e scegliere dai componimenti de cinque ualorosi compositori
concorrenti, quale sia il migliore, e meriti d'essere preferito per
il più eccellente, e che sia magis dignus ad accipiendum brauium. In
questa ambiguità per non errare, m'appiglierò al medemo sentimento,
che tiene Cecchinelli in compendium Oethicicum et Politicum 52.
numero 27. dicendo con lui che ad
recte iudicandum in rebus arduis debemus querere certitudinem moralem
et in ea quiescere; et subdens certitudo dicitur moralis, quae non
est fundata
in reuelationibus diuinis, ut fides; neque in demonstrationibus
patentibus, uti scientia, sed in coniectiuris, inditijs, signis,
rationibus humanis, in testificationibus hominum et scripturarum que
pertahunt [-33-]
intellectum magis ad unam,
quam aliam partem, et generant opinionem magis de una, quam de altera
re, et sic causant unam certitudinem, iuxta Sanctum Thomam 2.2.
quaestio 5. articulum 4 et quaestio 75 articulum 2. in hac et si
possit reperiri error, et deceptio, et in actu aliquando adsit, tamen
communiter, et ut plurimum
euadit firma, uera, et sine deceptione. et Aristotelis dixit: esse
bominis sapientis et prudentis in qualibet re querere illam
certitudinem, cuius est capax illa materia, de qua agitur, e in illa
quiescere.
Appoggiandomi io dunque, e fermandomi in questo
sentimento, ed in questa certezza morale, con cui son certo di non
potere errare, giudico, e mi pare che il migliore de cinque
concorrenti sia il terzo, in ordine di scrittura, per molte ragioni,
e principalmente perche egli con i suoi nobilissimi, et esquisiti
Componimenti fatti nella proua con gl'altri concorrenti, s'accosta,
s'adegua, e si conforma più degl'altri ne precetti ne dogmi, e
nell'opinione della nostra scola, la quale come s'è detto, deriuando
dal Pelestrina, non si può dubitare, s'io non m' inganno, che non
sia la migliore [megliore ante corr.] d'Italia, oue ne nostri tempi
fiorisce più che in ogn'altra Regione del mondo la musica prattica;
e si uede chiaramente, che da gran' Prencipi Oltramontani sono
chiamati, e bene , stipendiati i Musici Italiani per fare risplendere
con ogni maggior espuisitezza i loro Chori e concerti musici, come à
mio tempo erano uiuenti appresso la felice memoria dell' Augustissimo
Ferdinando Terzo Giouanni Ualentini Ueneziano della famosa scola de
Gabrielli, Pietro Uerdina, ed'Antonio Bertali Ueronesi [Ueronese ante
corr.] discepoli di Stefano Bernardi, eccellenti Compositori ed altri
Sonatori e cantanti celebri, conforme anche al presente ne sono
sparsi molt'altri simili per tutti i Prencipi Oltramontani. Ma
tornando al nostro terzo [-34-] ualoroso concorrente per le ragioni
addotte di sopra, non solo è
il migliore degl'altri quattro concorrenti, ma gl'auanza di gran
lunga in eccellenza, à segno, ch'io difficilmente saprò
col mio rozzo talento
abbozzare, ed esprimere le conuenienti lodi al suo gran merito; ma
tuttauia alla meglio che saprò, n'anderò toccando qualche parte.
E primieramente s'hà
d'auertire, che il buon maestro di Cappella deue possedere (tra le
molte altre) due scienze; una cioè che riguardala compositione di
modulatione harmonica instrumentale [e l'altra: che riguarda la
uocale, ò articolata e
loquace. Nella modulatione istrumentale il infra textum add.]
Compositore deue far sentire il suo tema, ò
soggetto per lo più tutto solo ò
nella maggior parte; poscia deducendo l'istesso all'altre parti per
le sue uere, e proprie Chorde di Diapente, Diatesseron, e Diapason,
che forma quel Tono, che l' Compositore s'è figurato come
determinano tutte le bone scole, e tutti i boni scrittori di Musica,
et in specie il Uaneo nel capitolo 38. del suo Recaneto: Animo
igitur statuendum est, cui ex Tonis an primo uel secundo, et sic de
singulis, Cantilenam tuam addicere velis, de hinc iacienda sunt tuae
fundamenta
Cantilenae propria et comuenientia illi,
quem iam decreueris imitari Tono.
E poscia quel soggetto andarlo uestendo di rouersi reali, et
obligati, ò con
imitatione d'interuali, ò
di contrapunti sciolti, ò
doppij à guisa d'un Padrone, che sia accompagnato da uno, ò
più seruitori, mà in
maniera che sempre si riconosca, e si distingua il Padrone
dal Seruo, e non come alcuni, i quali confondono, e l'uno, e
gl'altri, senza distintione imaginabile; et in
tal maniera et auuertenza deue tessere, e condurre la sua tela sino
al fine. E questa scienza la sanno insegnare infiniti maestri l'altra
scienza cioè della modulatione harmonica uocale è fondata in
gran parte sù l'istessa instrumentale, ma u'è di più, [-35-] che
oltre à far sentire il pensiero, ò
soggetto principale soura quello poi bisogna saperui accoppiare, ed
innestare bene le parole, che s'hanno da proferire, e quelle
farle sentire puramente sole et in modo che l'orecchio
dell'ascoltante ne resti appagato, et habbia tempo di portarle alla
memoria, e non confusamente, et inuolute nel bel principio con altre
parole, et in modo che confondendosi tra
di loro à
guisa di due elementi, acqua, e foco, uno distrugga l'altro;
come molti Compositori hanno per costume di fare, ed à punto come
nel suo urattato delle notizie historiche più fauolofe, che
veridiche, narra Olao Magno (per altro vino de Vescoui più dotti, et
estimabili che assistesse nel Concilio Tridentino) il quale dice che
in alcuni paesi Settentrionali nell'inuerno per l'eccessiuo freddo si
gelano anche le parole, le quali poi nel caldo dell' Estate si
disgelano, e fanno tra di loro confusamente tanto bisbiglio, e rumore
(come nella confusione delle lingue di Babelle ) che stordiscono
l'[[aria]] aria istessa. E perciò
di questa scienza harmonica uocale pochi Musici ne sono
capaci, nè si sà chi l’insegni, maggiormente che gran parte de
Maestri di Cappella, e Compositori sono così ignoranti di lettere,
che à pena sanno scriuere il loro nome con Ortografia; e tanto meno
sanno questa harmonia uocale quei, che hanno imparato di comporre
personare di tasto, ò d'
altri stromenti hauendo fatta la loro prattica, et assuefattione nel
componere i Ricercari, in quell'istesso modo ancora compongono per lo
stile uocale, il che è molto diuerso dall'altro, conforme
s'autentica questa uerità dall'essempio di
Girolamo Frescobaldi
il quale essendo stato [-36-] nel nostri tempi lo stupore del tasto,
e con le mani, e con la penna, come tanti suoi scritti, e le stampe,
ce lo dimostrano, fù altrettanto infelice ed inetto affatto nella
compositione vocale, come sono stati e sono anche al presente, molti
altri sonatori; ma non già così il nominato Ualentini in Germania,
Don Giouanni Saluatore in Napoli, et il Turino di Brescia, Maestro di
molti maestri nella Lombardia, i quali furono ualorosissimi nell'una,
e nell'altra scienza, e come anche ue ne sono in questi tempi,
specialmente nella Lombardia. E questa scienza ueramente non sappiamo
chì l'insegni, se non il proprio gusto, l'intelligenza della lingua
latina, e la lunga esperienza, ed applicazione del compositore.
Questa facoltà dunque essentiale di doppia scienza armonica è
innestata a merauiglia nel nostro terzo concorrente, il quale nella
prima Cantilena della sua proua à otto uoci reali fà sentire in un
medemo tempo, et il soggetto della modulatione, e le parole à
quello adattate, e l'uno e l'altre le fà
toccare con merauiglioso artificio à tutte le uoci, in maniera che
l'orecchio dell'uditore può comprendere, e mandarsi perfettamente
alla memoria, e l' soggetto principale, e le parole Benedicite
Deum Caeli, benche poi ci uada intrecciando con
quelle altre parole con altri pensieri nobili. Il tema, ò
soggetto principale, conforme all'obligo dato, nessuno degl'altri
quattro concorrenti l'hà
spiegato, e l'hà
cominciato à tessere
conforme hà fatto questo
ualoroso concorrente, poiche è entrato nell'arringo col soggetto
purissimo, e con l'istessa chiaue di Contralto,conforme al l'obligo
dato, fà sentire tutto l'
soggetto, e mentre che comincia à
far à quello la dote harmonica, entra col Soprano colla Diapente
superiore con gl'altri interualli proportionati al suo Tono, e poi
segue il Tenore nell'istessa Chorda del Contralto, e dopo segue il
Basso nella Diatesseron di sotto, ottaueggiando col soprano, e
seguitando con le quattro Uoci col medemo ordine, e così distinto, e
con sì ricco ammanto uestito il soggetto, che più prezioso non può
essere. All'altre parole [-37-] poi come: et Angeli
eius missi sunt;
e l'altre: Omnis caro Deum
benedicite u'hà
appoggiati altri soggetti nel loro facile difficilissimi e di grado,
e con quelli non solo uà canonizzando, mà intessendo altri mirabili
pensieri, conducendoli sin'al fine con ligature tanto nobili, e tanto
dolci, che sarebbero bastanti à legar gl'animi di tutti gli uditori,
se non hauessero l'orecchie di Mida. Grand'obligo ha questo .
uirtuoso più degl'altri di lodare, e di ringraziare Dio, che
gl'hà dato tanto talento
di operare all'improuiso in una maniera, che darebbe gran' trauaglio
à qualsiuoglia penna
armonica, benchè
studiatamente, e con commodo di tempo, a poterlo eguagliare, non che
superare. Non differente da questo à otto segue l'altro componimento
à
cinque pure à Cappella, non potendo uno esser diuerso da se
stesso, poiche e nell'uno, e nell'altro componimento egli si contiene
quasi ad unguem ne i ueri, e rigorosi precetti della nostra scola,
nell'osseruanza di non seruirsi che di tre figure, e con quelle
proceder quasi sempre di grado; e se pure qualche uolta di salto, non
procede alla sua figura remota mà
alla propinqua, intessendo in quelli bellissimi contrapunti, e
leggiadrissimi rouersi. Le ligature che sono l'anima dell'harmonia,
l'hà sapute collocare,
incastrare, e risoluere anche in alcuni luoghi con maniere
artificiose, recondite, quanto belle, e non à
tutti i professori note, che danno gran delettatione à
uederle. La nobiltà e facilità dello stile nel suo incatenamento
delle continue ligature, per altro difficilissimo à saperlo operare,
è peregrino, e raro; la distribuzione delle parti è
artificiosissima, la uarietà de pensieri è amenissima, e la
tessitura eguale con cui hà
egli saputo ingegnosamente senza borra, ne empitura nè confusione de
pensieri e delle parti, condurre à fine e perfettione queste due
nobilissime, e ricchissime tele, è
inarriuabile. [-38-] E se forse da qualche scrupoloso Critico si
dicesse che in questi Componimenti ui fosse i qualche trascorso di
penna, e d'occhi di barbarismo, ò
Cacofonia Musicale, ò
taluolta errore, et inauuertenza del Copista, il che
à tutti i professori più insigni,
tanto uiui, quanto morti è succeduto nelle loro modulationi, benche
morosamente fatte, nonche all'improuiso, come sono state fatte le
proue di questi concorrenti, e che sarebbe come qualche filo
scappato,ò incaualcatura di spola nella trama, non però può leuare
la bellezza d'una tela di broccato d'oro; ne qualche defetto
delle parti può distrugger il tutto.
Passando poi più
oltre al ualore di questo terzo concorrente; nel Salmo: Qui
cogitauerunt composto ad libitum hà
fatto uedere, questo eccellente compositore la uarietà dello stile
ch'egli possiede, con maneggiare due Chori concertati alla moderna,
con le risposte di essi, et imitationi dentro i limiti del suo
Tono, [tono, ante corr.] e ben proportionati alle parole, esprimendo
quelle à
merauiglia, sempre mandando accoppiati insieme e studio, e
uaghezza, come specialmente nel terzetto à
Uoci pari, con l'imitatione delle parole uiuamente espresse, e
ripigliando poi à otto
Voci con diuersi oblighi, ma dolci, et ameni, e non secchi, ò
aspri, come suole accader à molti altri compositori. Il Concertino
poi à due Bassi è
uezzosissimo ed io per me lo tacciarei d'Improprio, e malageuole ne
Bassi, se non l'hauesse fatto à
bella posta per esprimere il sentimento delle parole; ma dirò solo
ch'è difettoso per esser troppo breue, col Poeta: A pena uiddi il
Sol, che ne fui priuo; ma l'occhio, e l'orecchio poi s'appaga nel
uedere, e sentire il pieno proportionato di tutte le otto Uoci, che
gli succede. Che dirò poi del uersetto del Salmo, che li segue col
canto fermo nel Soprano del primo Tono, e tutte le altre parti
facendoui contrapunto di sotto, e sempre con spiritosissime quanto
sode imitationi? Quì si potrà auuerare quelche [-39-] scriue
Martiano in liber de Figuris, citato dal Lancillotto, discorrendo del
canto fermo e canto figurato, così dicendo: Numerus
masculus, siue Rhÿchinus,
uulgò cantus firmus appellatur, et in musicam mensuratam seù
mensuralem, quam praelibatus auctor faeminam, quia
veluti faemina venusta, hominum animos [[ad]]
ad sese alliciat.
Così à punto questo
artificioso compositore hà saputo connettere insieme il canto e
Mascolino, e feminino per attrahere, ed allettare con mirabile, e
soauissimo concerto gl'animi di tutti gl'uditori, specialmente con
l'adattamento delle parole: Auribus
percipe Domine vocem deprecationis meae à punto
fatto nel modo ò Tono
Dorio degli antichi Greci proportionato al senso di quelle. E non
contento di ciò questo peritissimo musico, hà
uoluto finire la sua proua nella cantilena à
otto uoci con le parole: Domine
uirtus salutis meae; obumbrasti super caput meum in die belli;
appropriate molto bene e Parole, e Musica con un armonia eguale à
se stesso ch'è
sempre mirabile, per giungere, e peruenire al suobramato,
quanto meriteuole desiderio poiche: Omne
datum optimum et omne donum perfectum desursum est descendens à
Patre luminum et iuxta illud: Non datur pax sine bello.
Onde qual altro
Giasone nauigando [[nauigando]] egli con gl'Argonauti in questo
uasto, e difficoltoso Oceano della Musica, in cui si può dire col
Poeta: Apparent rari
nantes in gurgite vasto,
à
lui solo sia lecito d'ottenere il Uelo d'oro. Dalle tante ragioni
dedotte mi pare di potermi giustamente indurre à
dire, ed attestare (essendo anche concorde in questo mio parere chi
può
essere à
me maestro) e per quello à
che si stende la mia capacità,
e che hò
appreso dalla mia Scola armonica che questo [-40-] concorrente, terzo
in ordine alle cantilene scritte, sia il migliore, il più
ualoroso, ed il più
riccho di scienza Musica non solo di tutti gl'altri quattro
concorrenti, mà
di molti altri stimati celebri musici. Mi gioua credere d'hauer
sodisfatto à
bastanza all'una, e l'altra richiesta, ed istanza da lei fattami con
questo mio discorso, che però
finisco restando.
Di
Uostra Signoria Mio Signore
Roma
15. Ottobre 1684.
Affettionatissimo
Seruitore
Antimo
Liberati Musico nella Cappella Pontificia.
Maestro
di Cappella nella Chiesa della Santissima Trinità de Pellegrini, e
Maestro di cappella, et Organista nella Chiesa di S. Maria dell'Anima
della Natione Teutonica.
[-f.23r-] [Indice appartenente
alla Lettera d'Antimo Liberati
[-f.23v-] A.
[[C]] Compose un Epitome Istorico
della Musica, che si conserua nella Libraria de' Manoscritti del
Cardinal Chigi. pagina 25.
M.
Maestro di Capella: ciò
che deue sapere pagina 22. 23.
Musiche de Latini come [[po]]
inuentata e propagata pagina 22. 23.
Musica deue esser seruile alle
parole, non le parole alla Musica, pagina 24.
Musica tribus constat: Oratione,
Armonia Rithmo pagina [[24.]] 25.
Claudio Monteuerde Maestro di
Capella della Republica di Uenetia Santissimo Marco fù
successore del Uillaert del Zarlino, sue rare qualità,
e suo detto quando li erano mostrate composizioni cattiue pagina 26.
B.
Nicola Burzio, uedi sotto
Ignoranti di Musica
Don Angelo Berardi, sue qualità
pagina 24.
[-f.24r-] P.
Platone. suo detto [[cioe]] su la
sua porta: nemo intret carens Musica. Pagina 6.
Prudenza nel decidere pagina 8.
Pitagora primo legislatore della
Musica non fù [pagina 8.
suoi settatori pagina 9. supra lin.]
primo legislatore della Musica.
pagina 8. auanti d'esso e doppo il Diluuio ui furono Mercurio, Orfeo
ed altri pagina 9. come uenghi chiamato inuentore e legislatore
particolarmente dal Padre Uanneo pagina 9.
Pelestrina Giouanni Pier Luigi,
suo Maestro, sue rare qualità
pagina 15. Sua messa cantata alla presenza di Papa Marcello pagina
16. la quale dedicò a
Paolo 4 fù constituito
Compositore perpetuo della Capella Pontificia pagina 17.
non ebbe tempo di fare scuola
<ma> s'unì con Giouanni
Maria Nanino suo condiscepolo ad instruire pagina 17.
Teatro:
Musica Teatrale approuata, e iudicata da Machinisti, Artefici, e
Operarij pagina 10.
de
Q
Z
Zarlino
confuta molte opinioni del Gafurio, del Glareano, e del Salina.
Pagina 10. uien egli confutato dal Galilei pagina ut supra. Maestro
di Capella di San Marco pagina 26.
Padre
Uaneo mostra [[come]] [in qual modo corr. supra lin.] Pitagora fù
inuentore e legislatore della Musica pagina 9.
Pier
Francesco Ualentini [Nobile Romano supra lin.] fù discepolo dei
Nanini e condiscepolo di Antonio Cifra [[fù]] lasciò un Canone che
si canta in due mila modi, [[sue]] [stampa<to> supra lin.]
Opere [[pagina]] sue qualità pagina 18.
Uincenzo
Ugolini Scolare di Bernardino Nanini sue qualità pagina 20.
Giouanni
Uincenti discepolo d'Orazio Beneuoli fù per molt'Anni Maestro di
Capella di Loreto, sue qualità pagina 29.
Uillaert
pagina 26.
[-f.24v-]
A
Antimo
Liberati abbandonò i studij delle Leggi e delle belle Lettere per
attendere alla Musica [in Teorica e Prattica supra lin.] paigna 1.
In
Foligno sua Patrica [essendo egli Giouine add. supra lin.] molti
Gentilhuomini s'essercitauano nella Musica. pagina 6.
Fù
discepolo di Gregorio Allegri pagina 18. fù discepolo di Oratio
Beneuoli pagina 20. Sua sfortuna. pagina 24. Andò in Germania al
seruizio del Imperatore pagina 28.
Abusi,
e mancanze in chi compone di Musica. pagina 7. e pagina 11. Abusi
leuati dal Pelestrina pagina 16.
Arsim
e Tesim, Eleuatione, e depressione pagina 13.
Ausonio,
suo detto pagina 14.
Agostino.
Paolo Agostino sue rare qualità, fù Maestro di Caella in San Pietro
di Roma, miscea 4. 6. 8. cori reali, morì nel fior della sua
uirilità pagina 18. 19.
E
Empirico
nel trattato aduersus Mathematicos mostra come de la musica non si
può dar l'essenza. Pagina 11.
Antonio
Cifra Ricercari à 4. da sonare pagina 26.
Giouanni
Okenheim Maestro di Iodoco Pratense pagina 14.
Gaudio
Mel Flandro fù Maestro in Roma del Palestrina. pagina 15.
Gregorio
Allegri celebre contrapuntista discepolo di Giouanni Maria Nanino fù
Cantore Pontificio, e ui lasciò molte delle sue opere pagina 18.
Ignoranti
di Musica, detto di Nicola Burtio pagina 23. procurano di oscurare
chi sa pagina 23. 24. sue cattiue qualità. pagina 26.
B
Boetio
primo legislatore e commentatore Musi<co> de Latini pagina 10.
Bolla
di Giouanni Papa XXII. concernente la moderazione della Musica delle
Chiese pagina 16.
Oratio
Beneuoli discepolo di Uincenzo Ugolini sue rare qualità, fù pouero
assai, fù Maestro di Capella di San Pietro di Roma nel qual carica
morì
Ercole
Bernabei discepolo d'Orazio Beneuoli [[Maestro di Cap]] a cui doppo
pochi anni successe Maestro di Capella di San Pietro di Roma, poscia
Maestro di Capella dell'Elettore di Bauiera pagina 20. 21.
F.
Franchino,
uedi Gafurio.
Francesco
Foggia fù discepolo di Paolo Agostino, sue rare qualità uiueua nel
1684. [ottuagenario add. supra lin.] in cui scrisse Antimo Liberati
pagina 19.
Figure
della Musica, di quali si deue seruir [[<..>]] nelle
Composizioni pagina 25. 26.
K.
[signum]
Uarij gli [gl' ante corr.] [[Autori]] Scrittori [[Pag supra lin.]]
frà se stessi [nella Musica add. supra lin.] uarij i Popoli nel
gusto [[partiali]] [siccome corr. supra lin.] furono [[uarij]] i
[[Lidij]] Dorij, Lidij, Frigij, Ionij, Eolij etcetera pagina 9.
[[Musica
è una mera opinione pagina 10.]]
Musica
da Teatro [[Giud]] Giudicata da Operarij et Artefici pagina 10.
[[suoi abusi]] Musica e suoi abusi. pagina 11.
Marcello
Ceruino Papa uoleua proibir la Musica. pagina 16.
K
Kircherio,
apologia fatta contro di esso dal Meibomio uiuente ancora, senza
diffendersi pagina 10.
[-f.25r-]
C.
Concorso:
cosa molto laudabile il dar le Chiese per uia di Concorso pagina 5.
pagina 7.
Compositori
che fanno più strepito, e più romore sono più approuati pagina 11.
Cornelio
Agrippa tratta dell'Incertezza della Musica pagina 11.
Costantino
priuò non solo l'Italia, ma tutta l'Europa di tutte le scienze [e
tutte le Arti add. supra lin.] pagina 11.
San
Gregorio ristabilì in Roma il Canto Ecclesiastico pagina 12. [11.
ante corr.] [[fù]] ripigliando da Greci i sette termini ò
differenze delle Uoci adattandole alle sette lettere A. B. C. D. E.
F. G. pagina 12. [signum] Canto Gregoriano, uien chiamato ancora
Cantus Simplex, Catus Uetus, Cantus Firmus, Cantus Planus, [: ante
corr.] tutti sinonimi d'un sol effetto.
Comporre
a 3. 4. 6. Cori e Inuentione antica e prima del 1500. pagina 14.
Cifra:
Antonio discepolo de i Nanini sue qualità e posti di Maestro di
Capella. pagina 17.
Morì
Maestro di Capella nella Santa Casa di Loreto. 18. mandò alle stampe
diuerse mute di Salmi, Motti, Messe a Capella
Claudio
Monteuerde celebre Madrigal<ista> e comp<ositor> legiadro
pagina 26.
Caualli
Maestro di Capella di San Marco pagina 26.
G.
Greci
Nobili faceuano istruire i loro figlioli nella Musica e nella
ginnastica: l'istesso fecero anco i Filosofi. pagina 6.
Generij
usati uariamente, e secondo la uarietà degl'Autori, e de Popoli
greci. pagina 10.
Gafurio
erudito scrittore di Musica pagina 10. in molte cose uien ripreso dal
Glareano, e dal Salina pagina 10.
Glareano
[Glareno ante corr.] confuta [confutò ante corr.] Gafurio, uiene
confutato dal Zarlino. pagina 10. suo detto pagina 14.
Galilei
discepolo del Zarlino confuta il Zarlino pagina 10. pagina 21.
Guido
Aretino spiritosissimo matematico nel 1022. inuentore delle Note
pagina 12.
Monsignor
Gallo sonatore pagina 28.
Giouanni
de Muris inuentore delle figure. Pagina 13. [signum]
Lingua
Latina necessaria a chi [[studia la]] [compone corr. supra lin.]
Musica pagina 7.
Raimondo
Lullo, suo detto uedi sopra
Compositor
di Musica
Giouanni
Legrenzi maestro di Capella di San Marco pagina 26.
Musica
nostra è simile alla Celeste. [[Soto]] [[p<...>at]] Autorità
di Soto molto bella pagina 5.
Musica
quanto alla prattica è una mera opinione e di cui non si può dar
certezza pagina [signum] 8. 10. 11. 15. 2i. 24. 25.
Musica
hà i suoi natali ab effectu, e dall'orecchio che è fallacissimo
pagina 8.
Musica
non riconosce i suoi natali da Pitagora pagina 8.
ma
pose solamente sub lege la Musica pagina 9. [come ben lo dimostra il
Uaneo capitolo 3. pagina 9. infra lineam]
Mercurio
fù auanti Pitagora pagina 9.
Meibomio
[[<.>]] fà una Apologia contra il Kircherio. pagina 10.
Messa
che si canta in ogni Tono pagina 14.
[-f.25v-]
N
Nerone
nauigò in Grecia per approfittarsi dell'esquisita maniera della
Musica pagina 11.
Nanino:
Giouanni Maria fù condiscepolo del Palestrina e finitamente confondò
la scuola in Roma pagina 17.
Nanino:
Bernardino fratello minore di Giouanni Maria e suo discepolo. pagina
17.
Natale
Monferrato Maestro di Capella di San Marco. pagina 26.
O
Orfeo
fù auanti Pitagora pagina 9.
Oltramontani
diedero principio al canto, e modulatione Armonica figurata, ò
mensurata nel genere Diatonico pagina 13. 15.
R
Recaneto,
uedi Padre Uanneo
Lorenzo
Ratti, nipote di Uincenzo Ugolini e suo discepolo, sue qualità
pagina 20.
Rouetta
Maestro di Capella di San Marco. pagina 26.
Socrate
in ettà di 60 Anni uolle [uuolle ante corr.] studiar la Musica
pagina 6.
Soto:
suo detto circa la Musica pagina 5.
Scienze:
la maggior parte di loro si hanno a posteriori pagina 8.
Settatori
di Pitagora Aristosseno Euclide Nicomaco Geraseno, Alipio, Gaudentio,
Bacco Seniore, Aristide Quintiliano,. Martiano Capella, Tolomeo
pagina 9.
Sono
per altro uarij pagina 9.
Salina
riprende il Glareano, uien confutato dal Zarlino. pagina 10.
Scrittori
di Musica si sono lacerati frà di loro pagina 10.
Sesto
Empirico, uedi Empirico.
Suetonio,
e suo racconto pagina 11.
Seneca,
suo detto facile est inuentis adere pagina 13.
[-f.16r-]
C.
Compositor
di Musica, ciò che seli richiede per ben comporre pagina 24. detto
di Raimondo Lullo a questo proposito pagina 24. suoi difetti pagina
25.
S.
Scola
di Roma deriuante dal Palestrina sue qualità pagina 21. 22. 23. m.
sec.]
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