Author: Anonymus (Mehus, Lorenzo?)
Title: Notizie sulla Vita e sopra le Opere di Girolamo Mei Gentiluomo Fiorentino and Giunta di notizie spettanti Alla vita, ed alle opere di Girolamo Mei.
Editor: Massimo Redaelli
Source: Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, MS B. 120 f. <i>-31 and 1-11
[-<i>-] Notizie della Vita e sopra le Opere di Girolamo Mei Gentiluomo Fiorentino [-1-] Numero I. Alla Classe IX di questa Libreria pubblica Magliabechiana si conservano tra i manoscritti diversi tometti in foglio, che contengono le Schede originali del celebre Antonio Magliabechi spettanti per lo più all' Istoria letteraria specialmente di Firenze. Nel Codice XIII adunque pagina 6 a tergo così scrive il Magliabechi di Girolamo Mei: Pier Vettori nel Libro XX delle Varie Lezioni Capitolo XIX pagina 240 dell' edizion Fiorentina del 1582 in foglio appresso i Giunti: Vidit eruditus, ingeniususque iuvenis Bartholomaeus Barbadorus, quod Terentianus Clinia de amore suo inquite metuens, ne absente se amica sua corrupta foret, causasque timoris exponens: Concurrunt multae opiniones, quae mihi animum exaugeant, a Creonte quoque Euripideo in Medea prolabum esse. Mirifice [-2-] autem elegantia Euripidis Graeci poetae, sententiisque delectabuntur, unde multumque opera, studioque suo ipsi profuit. Collatum enim cum pluribus antiquis libris infinitis locis ipsum purgauit, ac sublatis turpissimis maculis nitidiorem reddidit et cetera. L' istesso Pier Vettori nella prefazione all' Eschilo a pagina 2 dell' Edizione dell' anno 1557 ex officina Henrici Stephani in 4: Ut autem comitem huius laboris magni quidem, atque ardui eruditum ac strenuum iuvenem habui Bartholomaeum Barbadorum (quem semper propter ingenii excellentiam, et optimum artium studium plurimum amavi) ita laudis ipsum socium habere cupio, si qua ex tam tenui studio gloria acquiri potest et cetera. L' istesso Pier Vettori nella dedicatione dell' Elettra di Euripide al nostro dottissimo Cardinale Ardinghello premessa all' Edizione di Firenze del 1545, e ristampata nel libro primo delle Lettere del suddetto [-3-] Pier Vettori a pagina 19 dell' Edizione di Firenze del 1586 parlando dell' Elettra suddetta: E tenebris autem illam primum eruerunt ingeniosi, eruditique adolescentes cives nostri Bartholomaeus Barbadorus, ac Heironymus Meus, quum vetera huius Poetae exemplaria, ut jam editas Tragedias multis mendis scatentes cum illis conferrent, undique conquirerent, ac sedulo illa pertractarent, statimque ad me adtulerunt, quo duce illi in studdis litterarum usi sunt et cetera. Il Caualier Lionardo Salviati nel proemio del terzo Libro del primo volume de' suoi avvertimenti a pagina 159 della Edizione di Venezia del 1584 in quarto: Se Bartolomeo Barbadori tanto oltre è trapassato nella Greca favella, che niuno altro a questi tempi hà forse all' avvenente cotanto della naturale per non dire ora alcuna cosa delle sue notizie più principali, e maggiori et cetera [-4-] Hò veduto alcuni autori Greci con postille manoscritte del suddetto nostro Bartolommeo Barbadorio, che mostrano la sua gran perizia nella lingua Greca. Monsignor Holstenio mi scrisse, che stimava, che Bartolommeo Barbadorio fosse stato uno de' più intendenti della lingua Greca, che abbia mai avuto Firenze et cetera Il medesimo Magliabechi a pagina 19 dell' istesso Codice 13 a tergo: Pier Vettori a carte 161 de' suoi Commentarii sopra la Poetica di Aristotile dell' Edizion di Firenze del 1560 in folio. Id vero mendum olim a duobus eruditis, et ingeniosis adolescentibus familiaribus meis Bartholomaeo Barbadoro, et Hieronymo Meo ope antiquissimi exemplaris correctum est, quos ego nunc toto animo in huius libri declarationem incumbens eo libentius appello, quia quum ipsis jampridem me ducem [-5-] in sententiis eius interpretandi praebuissem, illi postea adsitua illius lectione, atque omnium Graecarum Tragoediarum evolutione tantum profecerunt, ut mihi saepe utiles in hoc meo labore esse potuerint, et studia illa mea vetera erga ipsos, benevolentiamque singularem opera, sedulitate sua compensarint. Sed in illis nunc testimonio meo commendandis non ero longior. Tantum officii gratia nunc tangere volui, quod mihi visus sum occasionem huius rei nactus non posse praeterire et cetera. Il medesimo Pier Vettori ne' suoi Commentari sopra l' Ottavo Libro di Aristotile de Rè Publica a carte 676, e 677 dell' Edizion fatta da Giunti in Firenze nel 1576 in folio: Quare non sine causa discrimen hoc quod non tam exile est, ut videtur, varietasque lectionis negotii non parum adtulit Hieronjmo Meio docto viro, [-6-] multumque tum in omni Philosophia, tum in studiis Mathematicis versato. Veretur igitur, ne commissum hoc sit culpla librariorum, et quum certam esse, atque exploratam putet huius loci, quem habemus in manibus lectionem, suspectam valde habet alteram illam Problematum. Quum vero viderit eam et in excusis, et in calamo exaratis libris constanter manere, et expressam quoque esse a Theodoro, in hanc opinionem venit, ut si nulli proitus macule adfinis sit, putet ita ipsam accipiendam, ut acciperetur, si abesset inde praepositio, di quod multis, et non contemnendis argumentis comprobat. Testari hoc ego volui, quod ipsius utilis hic, atque iucundus habetur non dum editus sit, ut accommodatum magmopere huic loco illustrando, acceptum e quatuor ipsius illorum [-7-] librorum, quas scripsit de vetere Musica, et epistulis etiam eiusdem confirmatum. Es enim amicus meus summus, diligoque vehementer hominem ut egregia morum probitate, ac fide praeditum, doctrinaque, ut dixi, et varia, et recondita excultum et cetera. L' istesso Pier Vettori nel Libro XXV delle sue varie lezioni Capitolo II. pagina 298, e 299 dell' Edizione di Firenze del 1582: Cuius opinionis est ingeniosus iuvenis Bartholomaeius Barbadorus, qui me duce multorum in politioribus litteris progressus est, ac Fabilam hanc Aeshli, quae manca, inchoataque erat, sedulitate sua integram invenit, atque obrutam vetustate eruit comite huius studii, ac laudis Hieronymo Maeo, qui et ipse non parum in cognitione bonarum artium profecit. Il medesimo Vettori nel Libro XXXVI Capitolo XI delle dette varie lezioni pagina 425 dell' [-8-] Edizione suddetta: Superiorem autem animadversionem docti, et acuti viri, quum mihi significasset voluntatem illius Hieronymus Maeus homo mecum multis officcis coniunctus, non alienum duxi me me hic eam adponere. Neque enim hoc ipsi molestum futurum puto, et non dubito, quin gratum futurum sit. Studiosis harum gravissimarum [[litterarum]] epistolarum et cetera Giovanni Batista Doni a carte VIII seguenti del suo Compendio del Trattato de' generi, e de; Modi della Musica scrive: Il Galilei (cioè Vincenzio) nel suo erudito Dialogo della Musica antica, e moderna non senza ragione asserisce, che i nostri modi son tuti di un colore, odore, e sapore, perche veramente, come si praticano oggi, non vi si conosce quasi nessuna diversità. Or notisi, che fra i moderni pratici nessuno [-9-] hà meglio compreso questa verità di lui mercè della lunga pratica, e familiarità, che egli ebbe col signor Giovanni Bardi de Conti di Vernio, che fù intendentissimo della musica, e gran fautore de' Professori di essa, ed anco col Signor Girolamo Mei, Gentilhuomo della buona, ed erudita Musica, e massimamente molto esercitato nella Teorica, ed anco nelle altre parti della Mattematica, e nella Filosofia. Onde di grande aiuto gli furono amendue a comporre quell' opera. Del Mei si legge un Trattato latino de Modis indirizzato a Pier Vettori suo Maestro nelle lettere umane, nel quale sottilemnte và mostrando, come i modi, o tuoni antichi in questo massimamente differivano dai nostri, che quelli consistevano in una totale trasportazione del Sistema più sù, o più giù verso l' acuto, [-10-] o il graue. Il che harebbe potuto forse far comprender meglio a questi nostri Pratici com molti esempi, e figure, se non si fosse contentato di una semplice Teorica. Con tutto ciò per non defraudarlo del merito acquistato da lui appresso i musici, e la posterità, hò voluto farne menzione in questo luogo, come fò più particolarmente nell' opera intera, acciò si veda, quanto in questa parte sia obbligata la Musica alla città di Firenze. Il medesimo Magliabechi a pagina 30 a tergo del mentovato Codice XIII: Vincentio Galilei a carte 1 del suo Dialogo della Musica antica, e moderna scrive: Per vedere di ridurla nella sua perfezione, il che (quanto però attiene alla teorica) pare, che a' nostri tempi abbia conseguito Girolamo Mei uomo degno, a cui tutti i [-11-] Musici, e tutti gli uomini dotti debban rendere grazie, ed onori et cetera. Filippo Valori a carte 17 del libro intitolato: Termini di mezzo rilievo, e di intera dottrina et cetera edizione di Firenze del 1604 in quarto scrive: Anzi applicando di più al nome, e nume delle Muse l' arte Musica per ritrovare la vera notizia dell' antica così astrusa, e controvarsa per l' addietro due Fiorentini oltremodo faticandosene ce ne anno (credesi) aperto la strada, principalmente Girolamo Mei, il quale avendo diecine d' anni maneggiati perciò, e triti molti libri massimo greci della Libreria Vaticana, e altrove hà partitamente dichiarato, e distinto consonantiarum genera, che tale è il principio della sua opera di cui pochi anni fà si stampò in Venezia un compendio volgare disteso da Pier del Nero aa mio padre. L' altro de' nostri, che si è faticato in detta arte, [-12-] è Vincenzio Galilei nel suo Dialogo, che è pubblicato in Firenza l' anno 1581, dove e' piglia anco occasione di risentirsi, e discredersi con Giuseppe Zarlino et cetera Del suddetto dottissimo, ed eruditissimo Girolamo Mei, che fù uno degli Accademici del Piano, hò un manoscritto, l' argomento del quale lo scriverò quì con le medesime parole dell' istesso Mei, che sono le seguenti in fine del libro: Della virtù adunque natural del parlare, e delle sue parti, e di quello, che appresso noi risponda alla forza del ritmo de' Greci, e del Numero de' Latini, e quale sia la forza sua, e dove, e come usato gli possa servir di fornimento, ed esser utile al buon parlare siane ragionato ormai abbastanza et cetera Principia il suddetto libro: Quello, che nel parlare appresso i Greci è stato chiamato [-13-] ritmo et cetera Come hò detto, fù Girolamo uno degli Accademici del Piano, ed in lingua pianigiana ci sono alcuni suoi libri manoscritti de' quali io hò il seguente: L' istoria della cacciata di Gaio Ciaverei pontefice massimo del Piano da Decimo Corinella da Peretola et cetera Decimo Corinella nella Accademia del Piano si chiamava Girolamo Mei. Principia la detta Istoria: Decimo Corinella Senatore pianigiano Scrive l' istoria della cacciata di Gaio Ciaverei et cetera Finisce: E questo esito ebbe la sedizione, ed il tumulto desto per cagione di Gaio Ciaverei Pontefice Massimo scritto da Decimo Corinella da Peretola Senatore Pianigiano et cetera Il medesimo Magliabechi nel Codice XI delle suddette schede a pagina 24 a tergo così scrive dell' Accademia del piano: Avendo fatto menzione sopra della Accademia del Piano, della quale [-14-] hò diverse scriture manoscritte, accennerò, come in essa furono Iacopo Pitti, Girolamo Mei, ed altri uomini dottissimi. Si chiamò l' Accademia del Piano, perche ebbe suo principio, ed origine nel piano di Legnaia. Mutavano i nomi alle cose. Onde per esempio chiamavano amici del cappuccio gli amatori della libertà: arrostire Margiocco per far contro alla partia et cetera Iacopo Pitti si chiamava Gaio Ciavereo. Girolamo Mei era addimandato Cerinello. Giovanni Batista Strozzi si nominava Santucceo. Finì, e si estinse l' Accademia, credono alcuni, mediante l' esequie, che fecero a Monsignor Onofrio Barbolini Arcivescovo di pisa. Altri credono, che ne fosse cagione la persecuzione, che gli fece a Roma ser Papino Notaio dell' Arcivescovado da essi chiamato [-15-] Mencherini uomo plebeo. Venne un censore di Roma per citare gli Accademici del Piano, essendo il Papa mal soddisfatto di loro, perche aveva inteso, che il loro capo si chiamava Pontefice Massimoo, e per altre cose, e gli furono levate le scritture et cetera Numero II. Alla classe IX della Libreria magliabechiana si conservano tre codici Cartacei in foglio sottto i numeri 66, 67, e 68. Essi abbracciano la Toscana Letterata di Giovanni Cirielli, o sia l' istoria, che esso compose, degli Scrittori Fiorentini. Nel Tomo II di questa opera si legge a pagina 888 sequenti la vita, che segue, di Girolamo Mei: Girolamo Mei Filosofo, e Mattematico peritissimo, di bizzarrissimo umore e perspicace ingegno di stato, ed in oltre Musico eccellentissimo, il quale non a [-16-] prezzo, ma per proprio suo genio esercitò tal' arte. Fù anche delle buone lettere amatore, e si in questa, come in quella ebbe intelligenza grandissima. Compose il Mei due opere oltre altre a mia notizia, come di molti altri non pervenute. L' argomento della prima di esse opere, che è descritto nel fine del libro, si trascriverà dopo il suo principio, e titolo, che è questo: Quello, che nel parlare appresso i Greci è stato chiamato rithmo et cetera L”argomento è tale: Della virtù naturale del parlare, e delle sue parti, e di quello, che appresso noi risponda alla forza del rithmo de' Greci, e del numero de' Latini, e quale sia la sua forza, e dove, e come usato ggli possa servire, ed essere utile al buon parlare. La seconda è: La storia della cacciata di Gaio Ciaverei [-17-] Pontefice Massimo del Piano di Decimo Corinella da Peretola, che principia con queste parole: Decimo Corinella Senatore Pianigiano scrive la storia della cacciata di Gaio Ciavarei et cetera Il nome di Decimo Corinela era di esso Mei nell' Accademia del Piano. Vi è di suoun trattato Latino, che tratta de Modis indirizzato a Pier Vettori suo maestro nelle umane lettere. Fece ancora un giudizioso, ed aggiustato discorso sopra la Musica antica, e moderna dato alle Stampe da Pier del [[d]] Nero, la quale opera è latina, ove hà distinto consonantiarum genera. Venezia 1600 in quarto Di più un compendio, o sivvero discorsi Manoscritti, la maggior parte de' quali sono nella Libreria Magliabechiana alla Musica attenenti. Lascio ancora molti manoscritti intorno all' Accademia del Piano, fra' quali vi è la nota di tutti [-18-] gli Accademici nominati tutti sotto nomi anitichi. In questa de' fatti correnti liberamente, e con lingua sciolta favellavasi, e senza verun riguardo si staffilava, e trinciava il giubbone addosso a tutti . Onde risaputasi la cosa vi fù di loro, chi ebbe molti fastidi. Era tra di loro comune una cifra, per la quale essi solo intendevansi, quali manoscritti sono nelle Libreria Magliabechi, come hò detto, cosa certo curiosissima, e Saritica al segno maggiore. Il suo ritratto è in Galleria fra i Musici. Fiorì il Mei circa il 1600 di esso favellano con lode Per Vettori il vecchio e Vincenzio Galilei, Giovanni Batista Doni. Numero III Alla classe IX della libreria magliabechiana vi son tredici Manoscritti in [-19-] foglio, che [[T]] contengono [le giunte add. supra lin.] fatte dal Canonico Anton Maria Biscioni alla Toscana Lettterata del Cirieelli. Nel Tomo VI di esse segnato del Numero 74 pagina 688 sequenti questa è la giunta, che fà Biscioni alla suddetta vita del Mei composta da Giovanni Cirielli. Discorso sopra la musica antica, e moderna di Messer Girolamo Mei cittadino, ed Accademico Fiorentino. In Venezia 1602 appresso Giovanni Batista Ciotti in quarto di pagine 21. Questo discorso è indirizzato al molto illustre Signor Baccio Valori da Piero del Nero, il quale in fatti lo dovette distendere cominciando così: Il suo, e mio dottissimo mei reputa per cosa certa, e per appunto dice così. Il cantare degli antichi et cetera [-20-] Numero IV Giovanni Batista Doni a pagina 138 de praestantia Musicae veteris: Non magna solum conatus est Donius, verum etiam effecit et quidem ferme solus, hoc est nullius propemodum auxilio fultus. Iis enim exceptis, quae Hieronimus Meius illius popularis de veteribus musicae modis adtigit partim eo Dialogo, qui Vincentio Galilei nomine circumpertur, partim in tractatu nondum edito, quem Petro Victorio inscripsit, nullum aliud adminicunum illi praesto fuit, quamquam rem oppido perdifficilem, atque impeditatam, et vetustatis tenebris undique obvolutam, veterum harmoniarum scilicet restitutionem adgredienti, et quidem subcisivis dumtaxat horis, quum a gravissimis negotiis, quibus quotidie distingitur, respicere ei licet et cetera [-21-] Il lodato Giovanni Batista Doni nel Trattato Secondo de' tuoni, o Armonie degli antichi al Reverendo Padre Leon Sambi impresso in Roma nel 1640 in quarto dopo alle annotazioni sopra il Compendio de' generi, e de' Modi della musica, et cetera spesso fà menzione di Girolamo mei, come a pagina 203, a pagina 204, ed altrove. A pagina poi 178 così scrive: Con tutto ciò da queste poche vestigie restate impresse solo in qualche libro non così notoa tutti, e da quel poco di lume datoci da due nostri compatrioti, ed eruditi Gentilhuomini, dico da Signori Giovanni de' Bardi de' Conti di Vernio, e Girolamo Mei ne abbiamo col divino aiuto rintracciato tanto, che osiamo affermare di avergli ritrovati, e restaurati nelle cose essenziali, e mostratane la pratica con nuovi instrumenti, e colle modulazioni, che ad istanza [-22-] nostrasi sono composte et cetera Tralle lettere scritte o da Giovanni Batista Doni, o da altri al Doni impresse in Firenze nel 1755 in folio alla colonna 115 [145 ante corr.] sequenti ne trovo una in data di Firenze degli XI Novembre 1633, in cui Pier Vettori il giovane così scrive al Doni: Circa la Musica antica fece già grandissime fabriche Girolamo Mei uomo di molta erudizione ricercando ogni memoria di chi anticamente ne avesse scritto. E tra quelli, che ritrovò per le librerie, e quelli, che trovò nominati, e citati da altri ebbe notizia di quattordici Scrittori, undici de' quali lesse, e studiò diligentemente ritrovati quasi tutti manoscritti nelle Librerie di codesta città. Degli altri non ebbe facultà di veder niene, benche fussero grandi le sue diligenze, e non gli mancassero molti amici letterati da far ricercare in ogni luogo ogni libreria, e particolarmente quì, donde egli [-23-] era, e dove conferiva, e poteva ricevere ogni gusto. Egli dopo lungo studio pretese averne ritrovata tutta la Teorica, e ne scrisse latinamente quattro libri tenuti in gran credito, e credo conferiti a molti di que' gran Letterati, che a' suo tempo vivavano, ma non veduti universalmente per non avere avuto tempo di pubblicargli. Alla sua morte restorno non sò che scritture sue in casa di codesti Signori Ridolfi, dove credo egli morisse, e in particulare un Trattato di essa Musica in nostra lingua, e forse anche l' opera intera latina, ed altri suoi scritti di queste, et altre materie, che potettero da loro essere trasmessi a' suoi eredi. In qualche altro luogo, dove avevo sentito ritrovarsi questa fatica, non ne ritrovai indizio alcuno, quando già ne feci diligenza, come di cosa molto curiosa et cetera Alla classe IX della Libreria Magliabechiana nel Codice 74 cartaceo in foglio leggesi: Idea, sive designatio aliquot operum, quae Joannes Baptista Donius partim absolvit, partim incoepit et cetera A pagina 34 di questa operetta così scrive di se stesso il Doni: Habeo etiam in novitiis auctoribus, quod Musicae veteris illustrandae proferem, libros scilicet quatuor de Modis veteris Musicae absolutissimos, ab Hieronymo Meio Florentino conscriptos, quorum editioni cum ob gloriam communis patrie, tum ne doctissimi, ac etiam optimi viri (talis enim revera is fuit) labores ignorabiles tamdiu delitescant, quamprimum manum admoliri desidero. Quum igitur eos ex codice eiusdem Bibliothecae Vaticanae (cui dono datus fuit ab eruditissimo, atque humanissimo Sere Antonio Gunerengio) amanuensis mens descripserit, eosque cum autographo auctoris accurate contulerim, [-25-] superest, ut de eius vita, ac scriptis ((qualia multa magnopere erudita reliquit) praefationem in limine eius operis collocandam conficiam, qua confecta de editione statim cogitabo et cetera Numero V Opere di Girolamo Mei 1. Hieronymi Mei de Modis Musicis veterum libri quatuor ad Petrum Victorium Senatorem, ac Patricium Florentinum et cetera Il Mei sorpreso dalla morte non ebbe tempo di darla in luce. Anton Guerenghi ne acquistò l' originale, che poi passò nella Vaticana. Da esso ne fece prender copia [[Guido]] Giovanni Batista Doni, ee diligentemente la collazionò col' autografo con idea di stamparla, lo che poi non fece. La copia del Dini di presente conservasi in un codice chartaceo in foglio del Signor Marchese Gabbrielle [-26-] Riccardi Suddecano di Firenze, done io l' hò trascritto. In fronte all' opera vi è [[la dedica]] [il proemio add. supra lin.] del mei a Pier Vettori, che incomincia: Quod tibi pergratum futurum putavi, eo libentius totam hanc, Victori, de modis musicis Quaestionem explicandam suscepi et cetera Questo fù dato in luce neel libro IV della vita di Giovanni Batista Doni pagina 74 Nota 1, la qual vita comparve in Firenze nel 1755 in folio Indi ne segue: Pagina 1. sequenti Liber primus. Incomincia: [Tonoi], vel [tropoi], quos modos Latini adpellant et cetera Pagina 51 sequenti Liber secundus. Incomincia: Consonantiarum genera sex fuisse apud veteres Ptolomaeus, cuius apud posteros plurimum valuit auctoritas, adfirmavit et cetera Questo libro secondo fù toscanamente ridotto in compendio da Pier del Nero, che l' indirizzò a baccio Valori, e venne in luce col seguente titolo: Discorso sopra la Musica Antica, e moderna di messer Girolamo mei cittadino, ed Accademico Fiorentino: In Venetia 1602 appresso Giovanni Batista [-27-] Ciotti in quarto di pagine 21. Incomincia: Il suo, e mio dottissimo Mei et cetera. Un frammento di questo toscano compendio credo che, sieno quelle quattro pagine, che manoscritte si conservano in un Codice cartaceo in foglio della Libraria magliabechiana alla Classe XIX Numero 42. Pagina 113 Liber Tertius. Incomincia: Veteris Comaediae non ignobilis Scriptor Pherecrates et cetera pagina 186 sequenti Liber quartus. Incomincia: Quos sane apud veteres fuere modi musici et cetera II Della virtù naturale del parlare, e delle ue parti, e di quello [che add. supra lin.] appresso noi risponda alla forma del ritmo de' Greci, e del Numero de' latini, e quale sia la forma sua, e dove,e come usato gli possa servir di Fornimento, ed essere utile al buon parlare et cetera Anco questa operetta italiana del mei non è stata mai impressa. Conservasi manoscritta in un codice cartaceo in quarto del Signor Marchese Suddecano Riccardi Numero IV. VII. 1006. altro testo a penna è pur nella Magliabechiana [-28-] alla classe VI Numero 34 cartaceo in quarto. Incomincia: Quello, che nel parlare appresso i Greci è stato chiamato ritmo et cetera III Istoria della cacciata di Gaio Ciaverei Pontefice Massimo del Piano di Decimo Corinella da Peretola et cetera L' Accademia del Piano era così detta perche fondata nel piano di Legnaia luogo suburbano di Firenze. Di essa fù capo Iacopo Pitti chiamato Gaio Ciaverei, e membro Girolamo Mei detto Decimo Corinella da Peretola et cetera Questa piccola operetta del mei non è mai comparsa in luce. Conservasi manoscritta neella Magliabechiana alla classe VI Codice XXXV cartaceo in quarto. Incomincia: Decimo Corinella Senatore Pianigiano et cetera IV. Istoria del ritorno di Gaio Ciaverei Pontefice Massimo dagli antipodi nel Piano et cetera È manoscritta nella magliabechiana alla classe VI Codice. 36 cartaceo in quarto. V Sentenza definitiva dell' Accademia del Piano sopra le differenze, e domande de creditori di Quinto Coccodrillo [Coccodrilla ante corr.] Stivale et cetera Siccome Ciaverei dicevasi Iacopo Pitti, e Decimo Corinella il Mei; col nome Accademico di Quinto Cocodrillo. Anco questa operetta è tra i manoscritti della Libreria Magliabechiana alla classe VI Codice 36 cartaceo in quarto. VI Lettere di Girolamo Mei gentiluomo Fiorentino et cetera Si ritrovano nella Libreria di Firenze de' Signori Marchesi Rinuccini, donde otto ne sono state tratte, ed impresse nel 1734 in Firenze nella parte IV Volume Secondo della Raccolta di Prose Fiorentine pagina 69 sequenti. Sette di esse son dirette a Don Vincentio Borghini, ed una a Pier Vettori suo Maestro et cetera [Si trovano [trova ante corr.] queste Lettere nella Edizione della Raccolta di Prose Fiorentine Tomo V. contenente Lettere Venezia presso Domenico Occhi 1735. in 4. pagina 37. Sequenti dalla Parte terza Volume secondo add. Padre Martini] [-31-] Giunta Di notizie Spettanti Alla vita, ed alle opere di Girolamo Mei. [-1-] Salvino Salvini Canonico di Firenza nelle sue Note manoscritte al' Istoria degli Scrittori Fiorentini del Padre Giulio Negri a pagina 303 fà questa postilla nel margine alla vita di Girolamo Mei: Girolamo di Paolo di Ser Girolamo di bartolommeo di Paolo Mei, e della Pippa di Niccolò di Piero di Paolo de' Serragli nato 27 di Maggio l' anno 1519. Tralle lettere impresse di Pier Vettori se ne legge una a Pietro Magno scritta nel 1563, la quale incomincia: Dilexi ego semper magnopere Hieronymum Meium propter singularem eius animi probitatem, excellensque ingenium in studiis bonarum artium, et quacumque [- 2-] re potui, ispi libenter gratificatus sum et cetera Circa poi al tempo, in cui il Mei i suoi quattro libri de Modis Musicis veterum si può conghietturare da un passo dell' istesso Pier Vettori. Questi in una sua nota al libro ottavo di Aristotile de optimo statu civitatis, o sia de Republica a pagina 676, e 677 loda la correzion di un passo Aristotelico fatta da Girolamo Mei, la qual correzione è nel Libro quarto de modis Musicis a pagina 205 del testo Riccardiano, e da pagina 336 sequenti della mia copia. Anzi il suddeeto Pier Vettori poco dopo rammenta i quattro libri interi del Mei de Vetere Musica. Ora essendo impresso il Comento di Pier Vettori su quell' opera di Aristotile in Firenze apud Iuntas nell' anno 1576 in folio, ne viene per conseguenza, che prima di quell' anno [-3-] avesse il Mei compito l' opera sua de Modis. Giunta E schiarimenti alle Notizie sulle opere del mei. Unite alle notizie sulla vita ebbi l' onore di mandarle ancor quelle spettanti alle opere di Girolamo Mei. Ma avendole dopo rilette in questi Manoscritti ne hò scoperta una di più, e mi trovo in grado di darli a delle altre un miglior dettaglio co' respettivi giusti titoli, principi, e Fini. Libri due di Girolamo Mei del verso Toscano et cetera Si conservano scritti a mano in un codice cartaceo in quarto di questo ssignor Marchese Gabbrielle Riccardi Suddecano di Firenze, che è segnato co' Numeri IV. VII. 1006. Principia il libro primo [-4-] pagina 1 sequenti Proposito del presente ragionamento è considerare, da che, e come nasca il verso de' Toscani, e che cosa e' sia, e di quante maniere e' se ne trovi, e perche le siano tante solamente, eet in somma tutto, che noi giudichiamo potere appartenere a questa materia et cetera Incomincia il libro secondo a pagina 40 sequenti Che cosa sia il verso Toscano, e come, e da chi esso nasca, e di quante maniere ne sia, se n' è per avventura a sufficienza insin a quì ragionato. Ma perche siano le maniere principali di lui solamente, se non quattro, e perche non ne sia più di un sola maniera di multiplici et cetera Così termina questa aurea operetta a pagina 145. dove la qualità delle cose, che allor si esprimono, con dovuto rispetto [-5-] di tutte le circustanze ve lo comportono et cetera Libri due di Girolamo Mei della compositura delle parole et cetera L’originale si conserva alla Classe VI de' Manoscritti della Libreria Magliabechiana Codice XXXIV chartaceo in quarto. Un' apografo del 1617 è appresso il signor Marchese Gabbrielle Riccardi Codice IV. VII. 1006 cartaceo in quarto a pagina 146 sequenti Il principio del proemio è: Quello, che nel parlare appresso i Greci è stato chiamato Ritmo, e appresso i Latini numero, non era altro, che una tal qualità di compositione spetialmente nel cominciare, e nel finire delle parti di lui, fusser esse o spartite membra, o periodi, la quale proporzionata a quel concetto, che ei voleva esprimere, nell' essere dall' orecchio sentita restandone in certo modo soddisfatto questi [-6-] perfettamente contentava l' intelletto et cetera ne segue il principio del Libro primo: La virtù adunque della compositura del parlare et cetera Termina il primo libro: Le interposizioni, o come le sogliono chiamare i Grammatici, interiezioni servono giugnendo altresì all' improvviso nel mezzo del corso del parlare et cetera Incomincia il libro secondo: Della virtù delle parole, che nasce dalla compositura di ciascuna di esse disperse per mezzo de' suoni delle voci, e della acutezza, e gravità delli accenti loro, e qual sia la natura, e qualità di quela, e medesimamente del significato, che l' esprimono quasi per patto convenuto tra coloro, che se ne servono, e insieme degli altri loro accidenti a bastanza (stimo io) per quanto [-7-] necessariamente può attenere al proposito nostro, n' è stato detto ormai nel primo libro et cetera Termina il Libro secondo: Della virtù adunqque naturale del parlare, e delle sue parti,e di quello,c he appresso noi risponda alla forza del Ritmo de' Greci, e del Numero de' latini, e qual sia la forza sua, e dove, ee come usato gli possa servir di fornimento, e essere utile al buon parlare siane ragionato ormai abbastanza. Istoria della Cacciata di Gaio Ciaverei Pontefice Massimo del Piano di Decimo Corinella da Peretola et cetera É manoscritta nella Magliabechiana alla classe VI Codice 35 cartaceo in quarto, e fù di Giovanni Berti. Incomincia il proemio a pagina 1 sequenti Decimo Corinella Senator Pianigiano scrive l' istoria della [-8-] cacciata di Gaio Ciaverei Pontefice Massimo del Piano, al quale fù certamente in que' tempi di non mediocre travaglio, e pericoloso accidente del nostro Imperio et cetera Ne segue l' istoria a pagina 10 sequenti Tornando in piano dal Principe Tiberio Antroprisco i Legati Tito Graveratto, e Decimo Corinella et cetera Termina l' Istoria a pagina 162 così: E questo esito ebbe la sedizione, ed il tumulto desto per cagione di Gaio Ciaverei Pontefice Massimo scritto da Decimo Corinella da Peretola Senatore Pianigiano. Ne segue a pagina 163 sequenti Nota di nomi propri in lingua Pianigiana. Da questa Nota, e da certe postille marginali all' Istoria suddetta rilevasi, che sotto il nome Accademico di Decimo Corinella è Girolamo Mei, [-9-] come sotto l' altro di Gaio Ciaverei Iacopo Pitti. Del Ritorno di Gaio Ciaverei Pontefice Massimo dagli Antigradi in piano et cetera È tra' i Manoscritti della Magliabechiana alla classe VI Codice 36 Cartaceo in quarto, e fù di Giovanni Berti: Il cominciamento è pagina 1 sequenti Di già correva il decimo anno, che Gaio Ciavereo Pontevice Massimo per le civili altercazioni, e per le urgenti, e quasi comuni conspirazioni de' Senatori contro di lui s' era partito dolente di piano et cetera Termina a pagina 90: ove era certo doversi ritrovare il Patriarca Galliense. Copia della Sentenza finale sopra le differenze, e domande de' creditori di et cetera di Quinto Coccodrillo Stivale, che cosi si nomina in piano Bartolommeo Panciatichi. È manoscritta alla Classe VI della [-10-] Magliabechiana nell' istesso Codice 36 cartaceo in quarto pagina 93 sequenti. Il principio è: pronunziamo, sentenziamo, e dichiaramo le domande fatte dinanzi a noi et cetera Termina a pagina 95 così: Resta in Piano nel Concistoro avuto nella Casa di Quinto Coccodrillo Stivale il quinto Sole del Mese Scaracchio anno primo, Olimpiade terza del nostro Pontificato. Due Note Da porsi all' Opera del Mei de Modis Musicis. Sul principio dell' opera nel proemio, o sia dedica a Pier Vettori così dice Girolamo Mei a pagina 1 del codice Riccardiano, ed a pagina 2 della mia copia: In quo non dubito, modo tibi probatus discendum ne idem Caselio nostro probem Quel Caselio è Giovanni Caselio di Gotinga, [-11-] che nacque nel 1513: Passò in Italia, e fù discepolo del nostro Pier Vettori. Ristorò le buone lettere in Germania Professore di Rostock, e di Elmstad, ove nell' Aprile del 1613 morì. Di questo valente Tedesco vi è una vita impressa, che porta il seguente titolo: De viri clarissimi Ioannis Caselii praeclaris erga ponas litteras meritis, eiusque lucubrationum magnopere desiderata adhuc editione Epistola ad virum celeberrimum Iustum Christophorum Baehmanum Politices, et Eloquentiae in Academia Iulia Professorem meritissimum scripta ab Fausto Burkard et cetera Wolfenbutteli aput Gothofredum Freytagium 1707 in quarto. A pagina 336 della mia copia de Modis Musicis, che cade nel libro Quarto dell' opera, ponga nel margine questa nota, se pur io non l' avessi messa: Vide Petrum [-12-] Victorium in Commentariis ad Librum VII Aristotelis de optimo statu Civitatis pagina 676, et pagina 677 Editionis Florentinae 1576 apud Iuntas in folio Essendoche Pier Vetori in questa nota esalta la correzione, che alla pagina suddetta f à di un passo Aristotelico il nostro Mei.
Title: Notizie sulla Vita e sopra le Opere di Girolamo Mei Gentiluomo Fiorentino and Giunta di notizie spettanti Alla vita, ed alle opere di Girolamo Mei.
Editor: Massimo Redaelli
Source: Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, MS B. 120 f. <i>-31 and 1-11
[-<i>-] Notizie della Vita e sopra le Opere di Girolamo Mei Gentiluomo Fiorentino [-1-] Numero I. Alla Classe IX di questa Libreria pubblica Magliabechiana si conservano tra i manoscritti diversi tometti in foglio, che contengono le Schede originali del celebre Antonio Magliabechi spettanti per lo più all' Istoria letteraria specialmente di Firenze. Nel Codice XIII adunque pagina 6 a tergo così scrive il Magliabechi di Girolamo Mei: Pier Vettori nel Libro XX delle Varie Lezioni Capitolo XIX pagina 240 dell' edizion Fiorentina del 1582 in foglio appresso i Giunti: Vidit eruditus, ingeniususque iuvenis Bartholomaeus Barbadorus, quod Terentianus Clinia de amore suo inquite metuens, ne absente se amica sua corrupta foret, causasque timoris exponens: Concurrunt multae opiniones, quae mihi animum exaugeant, a Creonte quoque Euripideo in Medea prolabum esse. Mirifice [-2-] autem elegantia Euripidis Graeci poetae, sententiisque delectabuntur, unde multumque opera, studioque suo ipsi profuit. Collatum enim cum pluribus antiquis libris infinitis locis ipsum purgauit, ac sublatis turpissimis maculis nitidiorem reddidit et cetera. L' istesso Pier Vettori nella prefazione all' Eschilo a pagina 2 dell' Edizione dell' anno 1557 ex officina Henrici Stephani in 4: Ut autem comitem huius laboris magni quidem, atque ardui eruditum ac strenuum iuvenem habui Bartholomaeum Barbadorum (quem semper propter ingenii excellentiam, et optimum artium studium plurimum amavi) ita laudis ipsum socium habere cupio, si qua ex tam tenui studio gloria acquiri potest et cetera. L' istesso Pier Vettori nella dedicatione dell' Elettra di Euripide al nostro dottissimo Cardinale Ardinghello premessa all' Edizione di Firenze del 1545, e ristampata nel libro primo delle Lettere del suddetto [-3-] Pier Vettori a pagina 19 dell' Edizione di Firenze del 1586 parlando dell' Elettra suddetta: E tenebris autem illam primum eruerunt ingeniosi, eruditique adolescentes cives nostri Bartholomaeus Barbadorus, ac Heironymus Meus, quum vetera huius Poetae exemplaria, ut jam editas Tragedias multis mendis scatentes cum illis conferrent, undique conquirerent, ac sedulo illa pertractarent, statimque ad me adtulerunt, quo duce illi in studdis litterarum usi sunt et cetera. Il Caualier Lionardo Salviati nel proemio del terzo Libro del primo volume de' suoi avvertimenti a pagina 159 della Edizione di Venezia del 1584 in quarto: Se Bartolomeo Barbadori tanto oltre è trapassato nella Greca favella, che niuno altro a questi tempi hà forse all' avvenente cotanto della naturale per non dire ora alcuna cosa delle sue notizie più principali, e maggiori et cetera [-4-] Hò veduto alcuni autori Greci con postille manoscritte del suddetto nostro Bartolommeo Barbadorio, che mostrano la sua gran perizia nella lingua Greca. Monsignor Holstenio mi scrisse, che stimava, che Bartolommeo Barbadorio fosse stato uno de' più intendenti della lingua Greca, che abbia mai avuto Firenze et cetera Il medesimo Magliabechi a pagina 19 dell' istesso Codice 13 a tergo: Pier Vettori a carte 161 de' suoi Commentarii sopra la Poetica di Aristotile dell' Edizion di Firenze del 1560 in folio. Id vero mendum olim a duobus eruditis, et ingeniosis adolescentibus familiaribus meis Bartholomaeo Barbadoro, et Hieronymo Meo ope antiquissimi exemplaris correctum est, quos ego nunc toto animo in huius libri declarationem incumbens eo libentius appello, quia quum ipsis jampridem me ducem [-5-] in sententiis eius interpretandi praebuissem, illi postea adsitua illius lectione, atque omnium Graecarum Tragoediarum evolutione tantum profecerunt, ut mihi saepe utiles in hoc meo labore esse potuerint, et studia illa mea vetera erga ipsos, benevolentiamque singularem opera, sedulitate sua compensarint. Sed in illis nunc testimonio meo commendandis non ero longior. Tantum officii gratia nunc tangere volui, quod mihi visus sum occasionem huius rei nactus non posse praeterire et cetera. Il medesimo Pier Vettori ne' suoi Commentari sopra l' Ottavo Libro di Aristotile de Rè Publica a carte 676, e 677 dell' Edizion fatta da Giunti in Firenze nel 1576 in folio: Quare non sine causa discrimen hoc quod non tam exile est, ut videtur, varietasque lectionis negotii non parum adtulit Hieronjmo Meio docto viro, [-6-] multumque tum in omni Philosophia, tum in studiis Mathematicis versato. Veretur igitur, ne commissum hoc sit culpla librariorum, et quum certam esse, atque exploratam putet huius loci, quem habemus in manibus lectionem, suspectam valde habet alteram illam Problematum. Quum vero viderit eam et in excusis, et in calamo exaratis libris constanter manere, et expressam quoque esse a Theodoro, in hanc opinionem venit, ut si nulli proitus macule adfinis sit, putet ita ipsam accipiendam, ut acciperetur, si abesset inde praepositio, di quod multis, et non contemnendis argumentis comprobat. Testari hoc ego volui, quod ipsius utilis hic, atque iucundus habetur non dum editus sit, ut accommodatum magmopere huic loco illustrando, acceptum e quatuor ipsius illorum [-7-] librorum, quas scripsit de vetere Musica, et epistulis etiam eiusdem confirmatum. Es enim amicus meus summus, diligoque vehementer hominem ut egregia morum probitate, ac fide praeditum, doctrinaque, ut dixi, et varia, et recondita excultum et cetera. L' istesso Pier Vettori nel Libro XXV delle sue varie lezioni Capitolo II. pagina 298, e 299 dell' Edizione di Firenze del 1582: Cuius opinionis est ingeniosus iuvenis Bartholomaeius Barbadorus, qui me duce multorum in politioribus litteris progressus est, ac Fabilam hanc Aeshli, quae manca, inchoataque erat, sedulitate sua integram invenit, atque obrutam vetustate eruit comite huius studii, ac laudis Hieronymo Maeo, qui et ipse non parum in cognitione bonarum artium profecit. Il medesimo Vettori nel Libro XXXVI Capitolo XI delle dette varie lezioni pagina 425 dell' [-8-] Edizione suddetta: Superiorem autem animadversionem docti, et acuti viri, quum mihi significasset voluntatem illius Hieronymus Maeus homo mecum multis officcis coniunctus, non alienum duxi me me hic eam adponere. Neque enim hoc ipsi molestum futurum puto, et non dubito, quin gratum futurum sit. Studiosis harum gravissimarum [[litterarum]] epistolarum et cetera Giovanni Batista Doni a carte VIII seguenti del suo Compendio del Trattato de' generi, e de; Modi della Musica scrive: Il Galilei (cioè Vincenzio) nel suo erudito Dialogo della Musica antica, e moderna non senza ragione asserisce, che i nostri modi son tuti di un colore, odore, e sapore, perche veramente, come si praticano oggi, non vi si conosce quasi nessuna diversità. Or notisi, che fra i moderni pratici nessuno [-9-] hà meglio compreso questa verità di lui mercè della lunga pratica, e familiarità, che egli ebbe col signor Giovanni Bardi de Conti di Vernio, che fù intendentissimo della musica, e gran fautore de' Professori di essa, ed anco col Signor Girolamo Mei, Gentilhuomo della buona, ed erudita Musica, e massimamente molto esercitato nella Teorica, ed anco nelle altre parti della Mattematica, e nella Filosofia. Onde di grande aiuto gli furono amendue a comporre quell' opera. Del Mei si legge un Trattato latino de Modis indirizzato a Pier Vettori suo Maestro nelle lettere umane, nel quale sottilemnte và mostrando, come i modi, o tuoni antichi in questo massimamente differivano dai nostri, che quelli consistevano in una totale trasportazione del Sistema più sù, o più giù verso l' acuto, [-10-] o il graue. Il che harebbe potuto forse far comprender meglio a questi nostri Pratici com molti esempi, e figure, se non si fosse contentato di una semplice Teorica. Con tutto ciò per non defraudarlo del merito acquistato da lui appresso i musici, e la posterità, hò voluto farne menzione in questo luogo, come fò più particolarmente nell' opera intera, acciò si veda, quanto in questa parte sia obbligata la Musica alla città di Firenze. Il medesimo Magliabechi a pagina 30 a tergo del mentovato Codice XIII: Vincentio Galilei a carte 1 del suo Dialogo della Musica antica, e moderna scrive: Per vedere di ridurla nella sua perfezione, il che (quanto però attiene alla teorica) pare, che a' nostri tempi abbia conseguito Girolamo Mei uomo degno, a cui tutti i [-11-] Musici, e tutti gli uomini dotti debban rendere grazie, ed onori et cetera. Filippo Valori a carte 17 del libro intitolato: Termini di mezzo rilievo, e di intera dottrina et cetera edizione di Firenze del 1604 in quarto scrive: Anzi applicando di più al nome, e nume delle Muse l' arte Musica per ritrovare la vera notizia dell' antica così astrusa, e controvarsa per l' addietro due Fiorentini oltremodo faticandosene ce ne anno (credesi) aperto la strada, principalmente Girolamo Mei, il quale avendo diecine d' anni maneggiati perciò, e triti molti libri massimo greci della Libreria Vaticana, e altrove hà partitamente dichiarato, e distinto consonantiarum genera, che tale è il principio della sua opera di cui pochi anni fà si stampò in Venezia un compendio volgare disteso da Pier del Nero aa mio padre. L' altro de' nostri, che si è faticato in detta arte, [-12-] è Vincenzio Galilei nel suo Dialogo, che è pubblicato in Firenza l' anno 1581, dove e' piglia anco occasione di risentirsi, e discredersi con Giuseppe Zarlino et cetera Del suddetto dottissimo, ed eruditissimo Girolamo Mei, che fù uno degli Accademici del Piano, hò un manoscritto, l' argomento del quale lo scriverò quì con le medesime parole dell' istesso Mei, che sono le seguenti in fine del libro: Della virtù adunque natural del parlare, e delle sue parti, e di quello, che appresso noi risponda alla forza del ritmo de' Greci, e del Numero de' Latini, e quale sia la forza sua, e dove, e come usato gli possa servir di fornimento, ed esser utile al buon parlare siane ragionato ormai abbastanza et cetera Principia il suddetto libro: Quello, che nel parlare appresso i Greci è stato chiamato [-13-] ritmo et cetera Come hò detto, fù Girolamo uno degli Accademici del Piano, ed in lingua pianigiana ci sono alcuni suoi libri manoscritti de' quali io hò il seguente: L' istoria della cacciata di Gaio Ciaverei pontefice massimo del Piano da Decimo Corinella da Peretola et cetera Decimo Corinella nella Accademia del Piano si chiamava Girolamo Mei. Principia la detta Istoria: Decimo Corinella Senatore pianigiano Scrive l' istoria della cacciata di Gaio Ciaverei et cetera Finisce: E questo esito ebbe la sedizione, ed il tumulto desto per cagione di Gaio Ciaverei Pontefice Massimo scritto da Decimo Corinella da Peretola Senatore Pianigiano et cetera Il medesimo Magliabechi nel Codice XI delle suddette schede a pagina 24 a tergo così scrive dell' Accademia del piano: Avendo fatto menzione sopra della Accademia del Piano, della quale [-14-] hò diverse scriture manoscritte, accennerò, come in essa furono Iacopo Pitti, Girolamo Mei, ed altri uomini dottissimi. Si chiamò l' Accademia del Piano, perche ebbe suo principio, ed origine nel piano di Legnaia. Mutavano i nomi alle cose. Onde per esempio chiamavano amici del cappuccio gli amatori della libertà: arrostire Margiocco per far contro alla partia et cetera Iacopo Pitti si chiamava Gaio Ciavereo. Girolamo Mei era addimandato Cerinello. Giovanni Batista Strozzi si nominava Santucceo. Finì, e si estinse l' Accademia, credono alcuni, mediante l' esequie, che fecero a Monsignor Onofrio Barbolini Arcivescovo di pisa. Altri credono, che ne fosse cagione la persecuzione, che gli fece a Roma ser Papino Notaio dell' Arcivescovado da essi chiamato [-15-] Mencherini uomo plebeo. Venne un censore di Roma per citare gli Accademici del Piano, essendo il Papa mal soddisfatto di loro, perche aveva inteso, che il loro capo si chiamava Pontefice Massimoo, e per altre cose, e gli furono levate le scritture et cetera Numero II. Alla classe IX della Libreria magliabechiana si conservano tre codici Cartacei in foglio sottto i numeri 66, 67, e 68. Essi abbracciano la Toscana Letterata di Giovanni Cirielli, o sia l' istoria, che esso compose, degli Scrittori Fiorentini. Nel Tomo II di questa opera si legge a pagina 888 sequenti la vita, che segue, di Girolamo Mei: Girolamo Mei Filosofo, e Mattematico peritissimo, di bizzarrissimo umore e perspicace ingegno di stato, ed in oltre Musico eccellentissimo, il quale non a [-16-] prezzo, ma per proprio suo genio esercitò tal' arte. Fù anche delle buone lettere amatore, e si in questa, come in quella ebbe intelligenza grandissima. Compose il Mei due opere oltre altre a mia notizia, come di molti altri non pervenute. L' argomento della prima di esse opere, che è descritto nel fine del libro, si trascriverà dopo il suo principio, e titolo, che è questo: Quello, che nel parlare appresso i Greci è stato chiamato rithmo et cetera L”argomento è tale: Della virtù naturale del parlare, e delle sue parti, e di quello, che appresso noi risponda alla forza del rithmo de' Greci, e del numero de' Latini, e quale sia la sua forza, e dove, e come usato ggli possa servire, ed essere utile al buon parlare. La seconda è: La storia della cacciata di Gaio Ciaverei [-17-] Pontefice Massimo del Piano di Decimo Corinella da Peretola, che principia con queste parole: Decimo Corinella Senatore Pianigiano scrive la storia della cacciata di Gaio Ciavarei et cetera Il nome di Decimo Corinela era di esso Mei nell' Accademia del Piano. Vi è di suoun trattato Latino, che tratta de Modis indirizzato a Pier Vettori suo maestro nelle umane lettere. Fece ancora un giudizioso, ed aggiustato discorso sopra la Musica antica, e moderna dato alle Stampe da Pier del [[d]] Nero, la quale opera è latina, ove hà distinto consonantiarum genera. Venezia 1600 in quarto Di più un compendio, o sivvero discorsi Manoscritti, la maggior parte de' quali sono nella Libreria Magliabechiana alla Musica attenenti. Lascio ancora molti manoscritti intorno all' Accademia del Piano, fra' quali vi è la nota di tutti [-18-] gli Accademici nominati tutti sotto nomi anitichi. In questa de' fatti correnti liberamente, e con lingua sciolta favellavasi, e senza verun riguardo si staffilava, e trinciava il giubbone addosso a tutti . Onde risaputasi la cosa vi fù di loro, chi ebbe molti fastidi. Era tra di loro comune una cifra, per la quale essi solo intendevansi, quali manoscritti sono nelle Libreria Magliabechi, come hò detto, cosa certo curiosissima, e Saritica al segno maggiore. Il suo ritratto è in Galleria fra i Musici. Fiorì il Mei circa il 1600 di esso favellano con lode Per Vettori il vecchio e Vincenzio Galilei, Giovanni Batista Doni. Numero III Alla classe IX della libreria magliabechiana vi son tredici Manoscritti in [-19-] foglio, che [[T]] contengono [le giunte add. supra lin.] fatte dal Canonico Anton Maria Biscioni alla Toscana Lettterata del Cirieelli. Nel Tomo VI di esse segnato del Numero 74 pagina 688 sequenti questa è la giunta, che fà Biscioni alla suddetta vita del Mei composta da Giovanni Cirielli. Discorso sopra la musica antica, e moderna di Messer Girolamo Mei cittadino, ed Accademico Fiorentino. In Venezia 1602 appresso Giovanni Batista Ciotti in quarto di pagine 21. Questo discorso è indirizzato al molto illustre Signor Baccio Valori da Piero del Nero, il quale in fatti lo dovette distendere cominciando così: Il suo, e mio dottissimo mei reputa per cosa certa, e per appunto dice così. Il cantare degli antichi et cetera [-20-] Numero IV Giovanni Batista Doni a pagina 138 de praestantia Musicae veteris: Non magna solum conatus est Donius, verum etiam effecit et quidem ferme solus, hoc est nullius propemodum auxilio fultus. Iis enim exceptis, quae Hieronimus Meius illius popularis de veteribus musicae modis adtigit partim eo Dialogo, qui Vincentio Galilei nomine circumpertur, partim in tractatu nondum edito, quem Petro Victorio inscripsit, nullum aliud adminicunum illi praesto fuit, quamquam rem oppido perdifficilem, atque impeditatam, et vetustatis tenebris undique obvolutam, veterum harmoniarum scilicet restitutionem adgredienti, et quidem subcisivis dumtaxat horis, quum a gravissimis negotiis, quibus quotidie distingitur, respicere ei licet et cetera [-21-] Il lodato Giovanni Batista Doni nel Trattato Secondo de' tuoni, o Armonie degli antichi al Reverendo Padre Leon Sambi impresso in Roma nel 1640 in quarto dopo alle annotazioni sopra il Compendio de' generi, e de' Modi della musica, et cetera spesso fà menzione di Girolamo mei, come a pagina 203, a pagina 204, ed altrove. A pagina poi 178 così scrive: Con tutto ciò da queste poche vestigie restate impresse solo in qualche libro non così notoa tutti, e da quel poco di lume datoci da due nostri compatrioti, ed eruditi Gentilhuomini, dico da Signori Giovanni de' Bardi de' Conti di Vernio, e Girolamo Mei ne abbiamo col divino aiuto rintracciato tanto, che osiamo affermare di avergli ritrovati, e restaurati nelle cose essenziali, e mostratane la pratica con nuovi instrumenti, e colle modulazioni, che ad istanza [-22-] nostrasi sono composte et cetera Tralle lettere scritte o da Giovanni Batista Doni, o da altri al Doni impresse in Firenze nel 1755 in folio alla colonna 115 [145 ante corr.] sequenti ne trovo una in data di Firenze degli XI Novembre 1633, in cui Pier Vettori il giovane così scrive al Doni: Circa la Musica antica fece già grandissime fabriche Girolamo Mei uomo di molta erudizione ricercando ogni memoria di chi anticamente ne avesse scritto. E tra quelli, che ritrovò per le librerie, e quelli, che trovò nominati, e citati da altri ebbe notizia di quattordici Scrittori, undici de' quali lesse, e studiò diligentemente ritrovati quasi tutti manoscritti nelle Librerie di codesta città. Degli altri non ebbe facultà di veder niene, benche fussero grandi le sue diligenze, e non gli mancassero molti amici letterati da far ricercare in ogni luogo ogni libreria, e particolarmente quì, donde egli [-23-] era, e dove conferiva, e poteva ricevere ogni gusto. Egli dopo lungo studio pretese averne ritrovata tutta la Teorica, e ne scrisse latinamente quattro libri tenuti in gran credito, e credo conferiti a molti di que' gran Letterati, che a' suo tempo vivavano, ma non veduti universalmente per non avere avuto tempo di pubblicargli. Alla sua morte restorno non sò che scritture sue in casa di codesti Signori Ridolfi, dove credo egli morisse, e in particulare un Trattato di essa Musica in nostra lingua, e forse anche l' opera intera latina, ed altri suoi scritti di queste, et altre materie, che potettero da loro essere trasmessi a' suoi eredi. In qualche altro luogo, dove avevo sentito ritrovarsi questa fatica, non ne ritrovai indizio alcuno, quando già ne feci diligenza, come di cosa molto curiosa et cetera Alla classe IX della Libreria Magliabechiana nel Codice 74 cartaceo in foglio leggesi: Idea, sive designatio aliquot operum, quae Joannes Baptista Donius partim absolvit, partim incoepit et cetera A pagina 34 di questa operetta così scrive di se stesso il Doni: Habeo etiam in novitiis auctoribus, quod Musicae veteris illustrandae proferem, libros scilicet quatuor de Modis veteris Musicae absolutissimos, ab Hieronymo Meio Florentino conscriptos, quorum editioni cum ob gloriam communis patrie, tum ne doctissimi, ac etiam optimi viri (talis enim revera is fuit) labores ignorabiles tamdiu delitescant, quamprimum manum admoliri desidero. Quum igitur eos ex codice eiusdem Bibliothecae Vaticanae (cui dono datus fuit ab eruditissimo, atque humanissimo Sere Antonio Gunerengio) amanuensis mens descripserit, eosque cum autographo auctoris accurate contulerim, [-25-] superest, ut de eius vita, ac scriptis ((qualia multa magnopere erudita reliquit) praefationem in limine eius operis collocandam conficiam, qua confecta de editione statim cogitabo et cetera Numero V Opere di Girolamo Mei 1. Hieronymi Mei de Modis Musicis veterum libri quatuor ad Petrum Victorium Senatorem, ac Patricium Florentinum et cetera Il Mei sorpreso dalla morte non ebbe tempo di darla in luce. Anton Guerenghi ne acquistò l' originale, che poi passò nella Vaticana. Da esso ne fece prender copia [[Guido]] Giovanni Batista Doni, ee diligentemente la collazionò col' autografo con idea di stamparla, lo che poi non fece. La copia del Dini di presente conservasi in un codice chartaceo in foglio del Signor Marchese Gabbrielle [-26-] Riccardi Suddecano di Firenze, done io l' hò trascritto. In fronte all' opera vi è [[la dedica]] [il proemio add. supra lin.] del mei a Pier Vettori, che incomincia: Quod tibi pergratum futurum putavi, eo libentius totam hanc, Victori, de modis musicis Quaestionem explicandam suscepi et cetera Questo fù dato in luce neel libro IV della vita di Giovanni Batista Doni pagina 74 Nota 1, la qual vita comparve in Firenze nel 1755 in folio Indi ne segue: Pagina 1. sequenti Liber primus. Incomincia: [Tonoi], vel [tropoi], quos modos Latini adpellant et cetera Pagina 51 sequenti Liber secundus. Incomincia: Consonantiarum genera sex fuisse apud veteres Ptolomaeus, cuius apud posteros plurimum valuit auctoritas, adfirmavit et cetera Questo libro secondo fù toscanamente ridotto in compendio da Pier del Nero, che l' indirizzò a baccio Valori, e venne in luce col seguente titolo: Discorso sopra la Musica Antica, e moderna di messer Girolamo mei cittadino, ed Accademico Fiorentino: In Venetia 1602 appresso Giovanni Batista [-27-] Ciotti in quarto di pagine 21. Incomincia: Il suo, e mio dottissimo Mei et cetera. Un frammento di questo toscano compendio credo che, sieno quelle quattro pagine, che manoscritte si conservano in un Codice cartaceo in foglio della Libraria magliabechiana alla Classe XIX Numero 42. Pagina 113 Liber Tertius. Incomincia: Veteris Comaediae non ignobilis Scriptor Pherecrates et cetera pagina 186 sequenti Liber quartus. Incomincia: Quos sane apud veteres fuere modi musici et cetera II Della virtù naturale del parlare, e delle ue parti, e di quello [che add. supra lin.] appresso noi risponda alla forma del ritmo de' Greci, e del Numero de' latini, e quale sia la forma sua, e dove,e come usato gli possa servir di Fornimento, ed essere utile al buon parlare et cetera Anco questa operetta italiana del mei non è stata mai impressa. Conservasi manoscritta in un codice cartaceo in quarto del Signor Marchese Suddecano Riccardi Numero IV. VII. 1006. altro testo a penna è pur nella Magliabechiana [-28-] alla classe VI Numero 34 cartaceo in quarto. Incomincia: Quello, che nel parlare appresso i Greci è stato chiamato ritmo et cetera III Istoria della cacciata di Gaio Ciaverei Pontefice Massimo del Piano di Decimo Corinella da Peretola et cetera L' Accademia del Piano era così detta perche fondata nel piano di Legnaia luogo suburbano di Firenze. Di essa fù capo Iacopo Pitti chiamato Gaio Ciaverei, e membro Girolamo Mei detto Decimo Corinella da Peretola et cetera Questa piccola operetta del mei non è mai comparsa in luce. Conservasi manoscritta neella Magliabechiana alla classe VI Codice XXXV cartaceo in quarto. Incomincia: Decimo Corinella Senatore Pianigiano et cetera IV. Istoria del ritorno di Gaio Ciaverei Pontefice Massimo dagli antipodi nel Piano et cetera È manoscritta nella magliabechiana alla classe VI Codice. 36 cartaceo in quarto. V Sentenza definitiva dell' Accademia del Piano sopra le differenze, e domande de creditori di Quinto Coccodrillo [Coccodrilla ante corr.] Stivale et cetera Siccome Ciaverei dicevasi Iacopo Pitti, e Decimo Corinella il Mei; col nome Accademico di Quinto Cocodrillo. Anco questa operetta è tra i manoscritti della Libreria Magliabechiana alla classe VI Codice 36 cartaceo in quarto. VI Lettere di Girolamo Mei gentiluomo Fiorentino et cetera Si ritrovano nella Libreria di Firenze de' Signori Marchesi Rinuccini, donde otto ne sono state tratte, ed impresse nel 1734 in Firenze nella parte IV Volume Secondo della Raccolta di Prose Fiorentine pagina 69 sequenti. Sette di esse son dirette a Don Vincentio Borghini, ed una a Pier Vettori suo Maestro et cetera [Si trovano [trova ante corr.] queste Lettere nella Edizione della Raccolta di Prose Fiorentine Tomo V. contenente Lettere Venezia presso Domenico Occhi 1735. in 4. pagina 37. Sequenti dalla Parte terza Volume secondo add. Padre Martini] [-31-] Giunta Di notizie Spettanti Alla vita, ed alle opere di Girolamo Mei. [-1-] Salvino Salvini Canonico di Firenza nelle sue Note manoscritte al' Istoria degli Scrittori Fiorentini del Padre Giulio Negri a pagina 303 fà questa postilla nel margine alla vita di Girolamo Mei: Girolamo di Paolo di Ser Girolamo di bartolommeo di Paolo Mei, e della Pippa di Niccolò di Piero di Paolo de' Serragli nato 27 di Maggio l' anno 1519. Tralle lettere impresse di Pier Vettori se ne legge una a Pietro Magno scritta nel 1563, la quale incomincia: Dilexi ego semper magnopere Hieronymum Meium propter singularem eius animi probitatem, excellensque ingenium in studiis bonarum artium, et quacumque [- 2-] re potui, ispi libenter gratificatus sum et cetera Circa poi al tempo, in cui il Mei i suoi quattro libri de Modis Musicis veterum si può conghietturare da un passo dell' istesso Pier Vettori. Questi in una sua nota al libro ottavo di Aristotile de optimo statu civitatis, o sia de Republica a pagina 676, e 677 loda la correzion di un passo Aristotelico fatta da Girolamo Mei, la qual correzione è nel Libro quarto de modis Musicis a pagina 205 del testo Riccardiano, e da pagina 336 sequenti della mia copia. Anzi il suddeeto Pier Vettori poco dopo rammenta i quattro libri interi del Mei de Vetere Musica. Ora essendo impresso il Comento di Pier Vettori su quell' opera di Aristotile in Firenze apud Iuntas nell' anno 1576 in folio, ne viene per conseguenza, che prima di quell' anno [-3-] avesse il Mei compito l' opera sua de Modis. Giunta E schiarimenti alle Notizie sulle opere del mei. Unite alle notizie sulla vita ebbi l' onore di mandarle ancor quelle spettanti alle opere di Girolamo Mei. Ma avendole dopo rilette in questi Manoscritti ne hò scoperta una di più, e mi trovo in grado di darli a delle altre un miglior dettaglio co' respettivi giusti titoli, principi, e Fini. Libri due di Girolamo Mei del verso Toscano et cetera Si conservano scritti a mano in un codice cartaceo in quarto di questo ssignor Marchese Gabbrielle Riccardi Suddecano di Firenze, che è segnato co' Numeri IV. VII. 1006. Principia il libro primo [-4-] pagina 1 sequenti Proposito del presente ragionamento è considerare, da che, e come nasca il verso de' Toscani, e che cosa e' sia, e di quante maniere e' se ne trovi, e perche le siano tante solamente, eet in somma tutto, che noi giudichiamo potere appartenere a questa materia et cetera Incomincia il libro secondo a pagina 40 sequenti Che cosa sia il verso Toscano, e come, e da chi esso nasca, e di quante maniere ne sia, se n' è per avventura a sufficienza insin a quì ragionato. Ma perche siano le maniere principali di lui solamente, se non quattro, e perche non ne sia più di un sola maniera di multiplici et cetera Così termina questa aurea operetta a pagina 145. dove la qualità delle cose, che allor si esprimono, con dovuto rispetto [-5-] di tutte le circustanze ve lo comportono et cetera Libri due di Girolamo Mei della compositura delle parole et cetera L’originale si conserva alla Classe VI de' Manoscritti della Libreria Magliabechiana Codice XXXIV chartaceo in quarto. Un' apografo del 1617 è appresso il signor Marchese Gabbrielle Riccardi Codice IV. VII. 1006 cartaceo in quarto a pagina 146 sequenti Il principio del proemio è: Quello, che nel parlare appresso i Greci è stato chiamato Ritmo, e appresso i Latini numero, non era altro, che una tal qualità di compositione spetialmente nel cominciare, e nel finire delle parti di lui, fusser esse o spartite membra, o periodi, la quale proporzionata a quel concetto, che ei voleva esprimere, nell' essere dall' orecchio sentita restandone in certo modo soddisfatto questi [-6-] perfettamente contentava l' intelletto et cetera ne segue il principio del Libro primo: La virtù adunque della compositura del parlare et cetera Termina il primo libro: Le interposizioni, o come le sogliono chiamare i Grammatici, interiezioni servono giugnendo altresì all' improvviso nel mezzo del corso del parlare et cetera Incomincia il libro secondo: Della virtù delle parole, che nasce dalla compositura di ciascuna di esse disperse per mezzo de' suoni delle voci, e della acutezza, e gravità delli accenti loro, e qual sia la natura, e qualità di quela, e medesimamente del significato, che l' esprimono quasi per patto convenuto tra coloro, che se ne servono, e insieme degli altri loro accidenti a bastanza (stimo io) per quanto [-7-] necessariamente può attenere al proposito nostro, n' è stato detto ormai nel primo libro et cetera Termina il Libro secondo: Della virtù adunqque naturale del parlare, e delle sue parti,e di quello,c he appresso noi risponda alla forza del Ritmo de' Greci, e del Numero de' latini, e qual sia la forza sua, e dove, ee come usato gli possa servir di fornimento, e essere utile al buon parlare siane ragionato ormai abbastanza. Istoria della Cacciata di Gaio Ciaverei Pontefice Massimo del Piano di Decimo Corinella da Peretola et cetera É manoscritta nella Magliabechiana alla classe VI Codice 35 cartaceo in quarto, e fù di Giovanni Berti. Incomincia il proemio a pagina 1 sequenti Decimo Corinella Senator Pianigiano scrive l' istoria della [-8-] cacciata di Gaio Ciaverei Pontefice Massimo del Piano, al quale fù certamente in que' tempi di non mediocre travaglio, e pericoloso accidente del nostro Imperio et cetera Ne segue l' istoria a pagina 10 sequenti Tornando in piano dal Principe Tiberio Antroprisco i Legati Tito Graveratto, e Decimo Corinella et cetera Termina l' Istoria a pagina 162 così: E questo esito ebbe la sedizione, ed il tumulto desto per cagione di Gaio Ciaverei Pontefice Massimo scritto da Decimo Corinella da Peretola Senatore Pianigiano. Ne segue a pagina 163 sequenti Nota di nomi propri in lingua Pianigiana. Da questa Nota, e da certe postille marginali all' Istoria suddetta rilevasi, che sotto il nome Accademico di Decimo Corinella è Girolamo Mei, [-9-] come sotto l' altro di Gaio Ciaverei Iacopo Pitti. Del Ritorno di Gaio Ciaverei Pontefice Massimo dagli Antigradi in piano et cetera È tra' i Manoscritti della Magliabechiana alla classe VI Codice 36 Cartaceo in quarto, e fù di Giovanni Berti: Il cominciamento è pagina 1 sequenti Di già correva il decimo anno, che Gaio Ciavereo Pontevice Massimo per le civili altercazioni, e per le urgenti, e quasi comuni conspirazioni de' Senatori contro di lui s' era partito dolente di piano et cetera Termina a pagina 90: ove era certo doversi ritrovare il Patriarca Galliense. Copia della Sentenza finale sopra le differenze, e domande de' creditori di et cetera di Quinto Coccodrillo Stivale, che cosi si nomina in piano Bartolommeo Panciatichi. È manoscritta alla Classe VI della [-10-] Magliabechiana nell' istesso Codice 36 cartaceo in quarto pagina 93 sequenti. Il principio è: pronunziamo, sentenziamo, e dichiaramo le domande fatte dinanzi a noi et cetera Termina a pagina 95 così: Resta in Piano nel Concistoro avuto nella Casa di Quinto Coccodrillo Stivale il quinto Sole del Mese Scaracchio anno primo, Olimpiade terza del nostro Pontificato. Due Note Da porsi all' Opera del Mei de Modis Musicis. Sul principio dell' opera nel proemio, o sia dedica a Pier Vettori così dice Girolamo Mei a pagina 1 del codice Riccardiano, ed a pagina 2 della mia copia: In quo non dubito, modo tibi probatus discendum ne idem Caselio nostro probem Quel Caselio è Giovanni Caselio di Gotinga, [-11-] che nacque nel 1513: Passò in Italia, e fù discepolo del nostro Pier Vettori. Ristorò le buone lettere in Germania Professore di Rostock, e di Elmstad, ove nell' Aprile del 1613 morì. Di questo valente Tedesco vi è una vita impressa, che porta il seguente titolo: De viri clarissimi Ioannis Caselii praeclaris erga ponas litteras meritis, eiusque lucubrationum magnopere desiderata adhuc editione Epistola ad virum celeberrimum Iustum Christophorum Baehmanum Politices, et Eloquentiae in Academia Iulia Professorem meritissimum scripta ab Fausto Burkard et cetera Wolfenbutteli aput Gothofredum Freytagium 1707 in quarto. A pagina 336 della mia copia de Modis Musicis, che cade nel libro Quarto dell' opera, ponga nel margine questa nota, se pur io non l' avessi messa: Vide Petrum [-12-] Victorium in Commentariis ad Librum VII Aristotelis de optimo statu Civitatis pagina 676, et pagina 677 Editionis Florentinae 1576 apud Iuntas in folio Essendoche Pier Vetori in questa nota esalta la correzione, che alla pagina suddetta f à di un passo Aristotelico il nostro Mei.
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