Author: Bresciani, Benedetto
Title: Opposizione del Nigetti al Galileo
Editor: Massimo Redaelli
Source: Firenze, Biblioteca Nazionale, MS Palatino 802,<77>-<78>
[-<77>-] Opposizione del Nigetti al Galileo Se prendiamo la proporzione della sesta minore, che è di otto a cinque, certo è che mentre la corda graue darà cinque uibrazioni, l’ acuta ne darà otto, sicche fra l’ una, e l’ altra corda l’ orecchio sentirà tredici uibrazioni Pigliando poi la proporzione di sette a cinque, forma della più aspra dissonanza, che possa trouarsi nondimeno questa aurà meno uibrazioni della sesta minore, e si riunirà più presto, e tuttauia sarà dissonante, dunque il riunirsi delle uibrazioni non è segno di consonanza più perfetta Rucellai Dialogo [secondo add. supra lin.] della Musica capitolo 7 Imp: Mi pare auere udito dire, [[ch]] come cotesto grand’ uomo (Galileo) pigliasse non so che errore in simigliante discorso, è egli uero? Mag: Io so quello che mi uolete significare. Egli all’ ultimo di esso dice, come per conchiusione, che quando le uibrazioni di due, o più fili sieno [[incco]] incommensurabili, sicche mai non ritornino concordemente a terminare determinati numeri di uibrazioni, o se pure non essendo incommensurabili ui ritornino dopo lungo tempo, e dopo gran numero di uibrazioni allora siccome ne’ fili l’ ordine si confonde, cosi l’ udito in detti casi riceue con disgusto gl’ impulsi intemperati degl’ increspamenti dell’ aria, i quali senz’ ordine, e senza regola uanno a ferire sul timpano, auendo poco innanzi detto de’ fili medesimi aggiustati [aggiusstati ante corr.] nelle misure di che fauellato si è, che doue sieno rimossi tutti insieme dal perpendicolo, e lasciatogli andare faranno bello, e uago uedere ad una, ad una tornando ad unirsi, [[per]] poche sono fra loro commensurabili. Qui alcuni pratichi molto intendenti nella musica eziandio nella teorica uengono opponendo per questa guisa: supposto per uero cosi dicono, che i fili in quelle misure assegnate, che si affermano per commensurabili essi tornino di tanto in tanto ad unirsi, perche si muouono in uno stesso momento; mentre fussero mossi in diuersi momenti, adunque sarebbero [-<78>-] incommensurabili, ora applicando cio alle corde, anche queste mouendosi in diuersi momenti le uibrazioni loro uerrebbero ad essere incommensurabili, e nondimeno mentre sien tese in consonanza, ancorche non si tocchino insieme, ma una appresso l’ altra pure si trouano sempre restar consonanti, e pure non si toccando nello stesso tempo, le uibrazioni non uengono giammai ad unirsi, e però incommensurabili sono. Adunque non si puo fermare per assioma ineprobabile, che la cagione delle consonanti uenga dalle uibrazioni commensurabili Oltre a ciò doue è dice, che se le uibrazioni fossero molto lunghe a tornare ad unirsi, ancorche commensurabili, sariano dissonanti; affermano questi tali ciò non riuscir uero, imperocche ui sono delle consonanze, che hanno maggiori uibrazioni, che alcune dissonanze non hanno, e però non essere questa regola infallibile. E in somma mostrano, che la passione de’ numeri alla quale s’ appoggiano i Pittagorici non tornar bene alla pratica: e Aristosseno il quale conobbe ne’ numeri non potersi spiegare la misura esatta degli interualli, se ne diparti appigliandosi all’ irrazionalità, nella quale non potè giugnere a una uera, e determinata cognizione f<inis>
Title: Opposizione del Nigetti al Galileo
Editor: Massimo Redaelli
Source: Firenze, Biblioteca Nazionale, MS Palatino 802,<77>-<78>
[-<77>-] Opposizione del Nigetti al Galileo Se prendiamo la proporzione della sesta minore, che è di otto a cinque, certo è che mentre la corda graue darà cinque uibrazioni, l’ acuta ne darà otto, sicche fra l’ una, e l’ altra corda l’ orecchio sentirà tredici uibrazioni Pigliando poi la proporzione di sette a cinque, forma della più aspra dissonanza, che possa trouarsi nondimeno questa aurà meno uibrazioni della sesta minore, e si riunirà più presto, e tuttauia sarà dissonante, dunque il riunirsi delle uibrazioni non è segno di consonanza più perfetta Rucellai Dialogo [secondo add. supra lin.] della Musica capitolo 7 Imp: Mi pare auere udito dire, [[ch]] come cotesto grand’ uomo (Galileo) pigliasse non so che errore in simigliante discorso, è egli uero? Mag: Io so quello che mi uolete significare. Egli all’ ultimo di esso dice, come per conchiusione, che quando le uibrazioni di due, o più fili sieno [[incco]] incommensurabili, sicche mai non ritornino concordemente a terminare determinati numeri di uibrazioni, o se pure non essendo incommensurabili ui ritornino dopo lungo tempo, e dopo gran numero di uibrazioni allora siccome ne’ fili l’ ordine si confonde, cosi l’ udito in detti casi riceue con disgusto gl’ impulsi intemperati degl’ increspamenti dell’ aria, i quali senz’ ordine, e senza regola uanno a ferire sul timpano, auendo poco innanzi detto de’ fili medesimi aggiustati [aggiusstati ante corr.] nelle misure di che fauellato si è, che doue sieno rimossi tutti insieme dal perpendicolo, e lasciatogli andare faranno bello, e uago uedere ad una, ad una tornando ad unirsi, [[per]] poche sono fra loro commensurabili. Qui alcuni pratichi molto intendenti nella musica eziandio nella teorica uengono opponendo per questa guisa: supposto per uero cosi dicono, che i fili in quelle misure assegnate, che si affermano per commensurabili essi tornino di tanto in tanto ad unirsi, perche si muouono in uno stesso momento; mentre fussero mossi in diuersi momenti, adunque sarebbero [-<78>-] incommensurabili, ora applicando cio alle corde, anche queste mouendosi in diuersi momenti le uibrazioni loro uerrebbero ad essere incommensurabili, e nondimeno mentre sien tese in consonanza, ancorche non si tocchino insieme, ma una appresso l’ altra pure si trouano sempre restar consonanti, e pure non si toccando nello stesso tempo, le uibrazioni non uengono giammai ad unirsi, e però incommensurabili sono. Adunque non si puo fermare per assioma ineprobabile, che la cagione delle consonanti uenga dalle uibrazioni commensurabili Oltre a ciò doue è dice, che se le uibrazioni fossero molto lunghe a tornare ad unirsi, ancorche commensurabili, sariano dissonanti; affermano questi tali ciò non riuscir uero, imperocche ui sono delle consonanze, che hanno maggiori uibrazioni, che alcune dissonanze non hanno, e però non essere questa regola infallibile. E in somma mostrano, che la passione de’ numeri alla quale s’ appoggiano i Pittagorici non tornar bene alla pratica: e Aristosseno il quale conobbe ne’ numeri non potersi spiegare la misura esatta degli interualli, se ne diparti appigliandosi all’ irrazionalità, nella quale non potè giugnere a una uera, e determinata cognizione f<inis>
Comments
Post a Comment