Author: Doni, Giouanni Battista
Title: Lettione seconda sopra la Rapsodia
Editor: Massimo Redaelli
Source: Florence, Biblioteca Marucelliana, MS A.294.5., f.<1r>-<5v>
[-f.1r-] Lettione seconda sopra la Rapsodia [[ene dite Lezione 3. add. in marg.]] [[Recitata nell’ Academia della Crusca]] [Recitata nell’ Academia della Crusca add. m. rec.] Hauendo io considerato Serenissimo Principe, Benignissimo Arciconsole, Virtuosi Academici, che fra le materie [più add. in marg.] [[proportionate]] [conuenienti corr. supra lin.] a questo luogo, quelle che di Poetica trattano sono proportionatissime; et fra queste parendomi le più belle e pellegrine (se però il proprio affetto non m’ inganna) quelle che con la Musica hanno più stretta parentela; [[hauendo]] [doppo hauere corr. supra lin.] alli giorni passati dimostrato, come io credo a bastanza (benche con un Discorso assai rozzo) che nelle Attioni antiche interueniua il canto [ancor add. supra lin.] fuor de Cori; e poi ragionato del Mimo; e dell’ hodierne Farse francesi, hoggi mi son proposto di fauellare d’ un soggetto che non harà [sarà ante corr.] forse meno [[curioso ò recondito]] [di nouità corr. supra lin.] cioè sopra la Rapsodia de gli antichi Greci: senza [[scordarmi però della [conueneuole add. supra lin.] breuità si per lasciar com]] [però scordarmi della douuta breuità si per lasciare corr. supra lin.] commodità a gl’ altri di ragionare, si anco per [[serbare]] [riseruare corr. supra lin.] qualche cosa [[n all’ Academia Fiorentina et al Consolato]] in altro luogo: doue spero mediante [[il]] [il benigno corr. supra lin.] fauore del Serenissimo Signor Principe qui presente, di farui sentire in pratica, quello sopra che hoggi ragioneremo: e di darci insieme qualche saggio della musica da noi [[migliorata]] perfettionata et arricchita [[con la]] [notabilmente con la scorta et corr. supra lin.] dottrina de gl’ antichi Greci: per sodisfattione massimamente di [[quelli]] [coloro corr. supra lin.] che forse non danno piena fede a quello ch’ io habbia detto o dicessi per l’ auuenire in questo proposito: [[Se però]] [purche corr. supra lin.] le mie [-f.1v-] fatali auuersità, non [[faranno]] [faccino corr. supra lin.] nascere qual [[che intoppo a i mie ]] che impensato intoppo o prolungamento che disturbi quest’ Impresa: come tre anni sono mi successe in Roma nell’ Academia de gl’ Humoristi [[sott’ il Prin]]; essendoui il Principe il Signor Don Camillo Colonna; il qual benche con quei uirtuosi Academici fauorisse questo pensiero, tuttauia per la lungezza d’ alcuni; che u’ haueuano parte il negotio suanì affatto con quche mio dispiacere per allora; ma [[cambiato poi]] c ricompensarsi come io spero [[in breue]] [fra poco corr. supra lin.] in molto mi maggior contento; se quest’ usanza [[rinouellata]] da [[i più fioriti]] secoli introdotta [già add. in marg.] da quella famosa natione, che fu maestra d’ ogni gentilezza e polizia [e add. supra lin.] rinouata da i più fioriti coli; risorgerà ne tempi nostri, e in questa Patria, con qualche aumento di gloria di chi [[felicemente]] la regge e gouerna con tanta giustizia e tranquillità; che fra gli strepiti di questa guerra che d’ ogni intorno risuonano, [[ci è pur conceduto godiamo di tanta [[con somma add. in marg.]quiete e riposo godiamo pur di questi ameni]] [godiamo pure con somma quiete e riposo corr. supra lin.] di questi ameni studij; et del consortio delle Muse<.> Ma uenendo al proposto Tema; e cominciando come ricerca il buon Metodo dall’ intelligenza e sentimento del uocabolo, dico che se bene uolgarmente per Rapsodia o Rassodia [[si]] s’ intende [--] una Poesia o altro componimento da iuerse cose rappezzato et insieme unito; quasi come un Centone, cosi detto da i Latini tuttauia il uero suo e proprio [<.> ante corr.] significato è una Recitatione col canto di qualche poema epico che sia [[più]] conueneuole alle publiche solenni Radunanze: il che da gl’ essempij e testimonianze che addurrò si conoscerà esser uerissimo. L’ Etimologia di questo uocabolo alcuni la pigliano da [rhabdos]; che in Greco [Greca ante corr.] uuol dire bacchetta, et [ode] canto; quasi [abdodia]: fondandosi su questo; che i Recitanti [[alcun]] soleuano una uerghetta di lauro, o di Mortella, o d’ altra cosa simile tenere n mano. Altri (e con maggior probabilità) dal uerbo [rhapto] che uuol dire cucire ne [[formano]] deriuano l’ origine: percioche dicesi che Pisistrato tiranno d’ Atene [(altri dicono Hipparco suo figliuolo) add. supra lin.] come quello ch’ era affettionatissimo alla poesia d’ Homero, ritrouandosi allora di lui uersi sparsamente e senza niun’ ordine cantati; diligentemente insieme gli raccolse, et in certe membra ordinatamente [[gli]] diuise, [[le quali ancor’ hoggi da i Greci [rhapsodiai] si dicono in quella che uentiquattro per ciasc]] ne le quali ancor’ hoggi uediamo spartita [cosi add. supra lin.] l’ Iliade come l’ dissea insino al numero di uentiquattro ciascuna quante sono le lettere del loro Alfabeto: auuenga che non manca [manchi ante corr.] qualche scrittore che a Grammatici [[che]] [i quali corr. supra lin.] furono [[poi]] [di poi corr. supra lin.] [[tal i]] cotal Diuisione attribuisce: anzi Giulio Cesare Scaligero [--] da un uerso d’ Hesiodo giuditiosamente raccoglie la cosa ha molto più antica [[<.>]] origine perche uede che appresso di lui questa uoce [rhapso] null’ altro significa che comporre [il add. supra lin.] che è qua un cucire un uerso doppo l’ altro. Basta che tale scompartimento dell’ opera d’ Homero <è> equiualente a [[quello]] [quel' corr. supra lin.] che i Latini fanno libri, et i nostri Toscani in Canti: con quel differenza però, che appresso i più antichi si distingueuano le Rapsodie d’ Homero [[fra loro co’ i numeri prima, seconda et terza ouero]] d numeri et ordine loro, Prima, Seconda, et tia, dalle materie che’ contengono; uerbigratia Il catalogo delle naui, la morte di Hettore, occisione de i Proci, et cetera. Rapsodia dunque [[prendeuasi per]] un Poema o parte di poema di conueneuol grandezza per Recitarsi o anco cantarsi in publico: si [[come]] e Rapsodi [si diceuano add. supra lin.] quelli che tal stiero professauano: i quali non ha dubbio che ueuano essere guarniti di tutte quelle qualità c per tale essercitio si richiedono come di bell presenza, di sonora e soaue uoce, di peritia del canto, e dell’ Attione Oratoria o Histrionica detta i Greci [hypokrisis]. Tali senza dubbio furono quelli che Dionigi Tiranno di Siracusa per natur molto ambitioso e che si piccaua di poeta esqsito uoleua mandare a giuochi Olimpici, [[per alt i suo]] a Recitare le sue [suoi ante corr.] poesie; [[accio]] accio glio comparissero [[con l’ aiuto]] in quella cosi solene celebrità; et egli ne fosse da più reputa [-]] d’ altri: cioè di Gione, Metrodoro, Mnasione corr. supra lin.] [[cioè di Mnasione]] Cleomene, Hegesia, [[et]] Hermofanto [et Simonide dal Zante: i quali corr. supra lin.] [[i quali]] propriamente credo che fussero comedianti di professione; massime che [[dell' Hermo]] di Hegesia ne habbiamo qualche certezza. Furono anco chiamati Homeristi per lo spesso recitare che faceuano de' uersi d’ Homero, [[che]] [il quale corr. supra lin.] fu tenuto, [come ognun' sa add. in marg.] appresso gl’ Antichi Greci [[come]] [quasi corr. supra lin.] per un' oracolo et [[Dio della]] [[e quasi]] Dio della poesia. et il primo che gli facesse sentire nel Teatro fu Demetrio Falereo. Non [[recitauano]] [proferiuano corr. supra lin.] però solamente le Homeriche poesie poiche si legge che anco [quelle add. supra lin.] de gl’ altri Epici illustri come d’ Hesiodo et d’ Empedocle furono recitate: anzi de poeti Iambici come d’ Archiloco [e Simonide add. supra lin.]: de Tragici come d’ Eschilo [e Sofocle add. supra lin.] et de gl’ Elegiachi, come di Mimnermo e Focilide. Dico di più che tanto oltre arriuò la [[Curiosità]] Greca curiosità che insino i componimenti prosaici furono da [i add. supra lin.] Rapsodi recitati [recitate ante corr.] in publico Teatro e rappresentati [rappresentate ante corr.] col gesto: come de Dialoghi di Platone riferisce Plutarco; et delle Storie d’ Herodoto Ateneo. [[Scriuono anco]] Raccontasi anco questa loro particolare usanza, che quelli che doueuano rappresentare l’ Iliade usciuano in publico, tenendo in mano una bacchetta [d’ alloro add. in marg.] tinta di rosso: per dinotare forse [[gl]] le occisioni e l’ sangue: ma i Rappresentatori dell’ Odissea [--] la portauano gialla percioche questo colore gl’ essuli s’ attribuiua. Quanto poi a quello che scriue il Glossatore d’ Aristofane (onde la prese Eustazio) che [[quelli]] chj [[che ante corr.] recitaua Eschlo soleua tenere in mano un ramoscello di Mortella, e di [[alloro]] Homero [[d']] d’ alloro u teneua, crederei che ciò si douesse intendere più tosto delle priuate conuersationj [[come]] [per essempio corr. supra lin.] de conuiti e festini, ne quali molte sorti di gioconde poesie soleuano cantarsi, uerbi gratia gli Scolij (de quali molte cose scrissero Aristosseno e Dicearco appresso Ateneo) che delle publiche et ordinarie solennità. [[Fra]] Tra li sopramentouati Rapsodi [[chiarissima fu la]] chiarissima risplende la fama di Gione Schitto: sotto cui nome scrisse Platone il Dialogo del furo poetico. [[Costui fu della stirpe]] Meritò costui grdissima lode in molte sorti de Poesie che felicemente trattò; e massime nelle Tragedie: nelle quali gareggiò [[co' p]] [[co' i più illustri]] [[co' mig
ori]] co' migliori compositori dell’ età sua; et in
molte corrispondenz restò superiore. Fu de gl’ Homeridi, cioè de i discendenti d’
Homero: onde non è merauiglia se particolare studio ponesse [[nell’ et]] mantener uiua la
memoria di quello, per cui la sua Vita si rendeua tra gl’ altri riguardeuole e pregiata. Ma dal
mentouato Dialogo di Platone si conosce in quanta stima già fussero queste Rapsodie: poiche
non solo in Atene n’ era lo spettacolo [--] e concorso di [[tali Recita]] tal sorte di
Recitanti; [[ma anco in Epidau]] nelle gran feste Panatenaiche; ma anco in Epidauro nelle
solennità d’ Esculapio; doue Gione fu dichiarato uincitore: anzi, come mi gioua di credere,
nell’ altre più famose città della Grecia. Pare etiandio che hauessero ne più antichi tempi, una
loro particolare festa della quale fa mentione Ateneo nel principio del libro settimo: Alla
Rapsodia rapportano alcuni come sue specie l’ Hilarodia, Magodia e simili altri poemetti;
[[che]] per lo più ridicolosi; et allegri; che si rappresentauano et atteggiauano in publico da
un cantante con l’ accompagnamento del suono: [[benche]] [ancorche corr. supra lin.] più
tosto tenghino un luogo mezzano tra la Rapsodia e' l' Mimo. L’ Hilarodia ([[che]] il cui nome
deriua da [hilaros] allegro et [ode] canto) benche, come suona il [[suo nome]] [uocabolo corr.
supra lin.], contenesse materie allegre [e gioconde add. supra lin.], tuttauia [[hebbe più]]
partecipa alquanto più del graue che la Magodia suddetta; [[che comunemente traeua dell’
osceno e ridicoloso affatto]] [la quale per dir meno ritraeua all’ osceno anzi che nò corr. supra
lin.]: e spesse uolte rappresentaua Incantesimi, et altre magiche operationi; onde [[d]] il suo
uocabolo deriuò. L’ Attore di essa che Magodo parimente si chiamaua soleua [[con tamb]]
comparire in palco con tamburini, cembali et [[altri]] [simili corr. supra lin.] arnesi ridicoli,
cantando al suono d’ un flauto o di qualche Instrumento da corde, che da un fanciullo [in ciò
esperto add. supra lin.] era maneggiato: come anco si praticaua in un’ altra specie; che
propriamente lysiodo si diceua: [con questa differenza però]] [ma con tal diuersità corr. supra
lin.] che in questo si rappresentauano [-f.<4v>-] attioni donnesche in habito uirile: et per il
contrario [[compariua]] [s’ introduceua corr. supra lin.] il Magodo uestito comunemente da
donna, tando fatti e negozij uirili. Ma l’ Ilarodo staua più sul graue e compariua
uestito da huomo in habito bico; con gli stiualetti [[all’ antica, e ne' tempi più]] [in piede
ne’ più antichi tempi; ma n corr. supra lin.] [più add. in marg.] bassi; con le pianelle
aperte alla Greca; che [krepides] si [[nom]] chiamamauano: portando in testa una corona d’
oro conforme all' [antica add. supra lin.] usanza de citaredi e simili personaggi: ne quali si
[[richiedeua curiosamente un uestir]] poneua gran cura perche facessero [facesse ante corr.]
[[gran caso che]] [di se corr. supra lin.] leggiadra e pomposa [pomposamente ante corr.]
[[comparissero]] [mostra corr. supra lin.]. Le quali sorti di poesie [poesia ante corr.] si può
credere che comunemente seruissero per framessi et intermedij delle giuste et più intere
attioni Dramtiche, che ne Teatri si rappresentauano: doue la Rapsodia [si come add. supra
lin.] per origine di tempo più antica; co per la qualità sua, più nobile et autoreuole prima
che i Teatri si fabricassero, fu da i Greci essercitata, comparendo i suoi Rappresentatori sopra
un pulpito o altro luogo emnente; doue da tutti fussero ueduti e senti. [Ma hogg] Per
una specie di Rapsodia possiamo hoggi rassegnare quella Recitatiua de poemi, che da giouani
studenti si suol praticare o in qualche scuola, o sala, od oratorio, [[quand]] più tosto per loro
essercitio che per mostra d’ arte esquisita e perfetta: poiche se bene non [[ui]] ci interuiene il
uero canto et accompagnamento d’ Instrumenti musicali, [[tuttauia]] [nulla di meno corr.
supra lin.] [--] <è> che in qualche [[parte alterano il Tuono]] [parte [[alteran]] ui s’
altera il tuono corr. supra lin.] alla fauella [[appressandosi al canto uero]] [con appressarsi al
uero canto corr. supra lin.] onde tutti i poeti si uantano di cantare; ancorche il gesto non ui sia
interamente espressiuo et histrionico; quale era quelle de gl’ antichi Rapsodi; [[tuttauia
douerebbe]] [con tutto ciò corr. supra lin.] se conuenientemente si fa, si può [[<...>]] riporre
come mezzano tra [[quello]] le due maniere estreme, l’ una più semplice dell’ oratore, l’ altra
più artifiziosa del Comediante: come anco il canto [[della]] de i poemi per testimonianza d’
Albino antico musico Latino [citato da Boetio add. in marg.] tiene un luogo di mezzo, tra la
[[fa]] semplice fauella e’ l uero canto melodico. [[per]] [Per corr. supra lin.] intelligenza del
che deuesi notare che se bene il uolgo non discerne alcuna differenza d’ acuto e di graue nel
parlare comune; tuttauia chi ha qualche tintura di musica ageuolmente [[conosce]] [riconosce
corr. supra lin.] in ogni [[<...>]] sorte di fauella, et in qualunque linguaggio [[questa]]
[[alcuna corr. supra lin.]] [[qualche diuersità d’ interualli]] (benche lo Scaligero per altro
[[da]] circospettissimo, l’ attribuisca a i soli Piemontesi in Italia, et in Francia a gl’
Ouerniati): [[se non se nelle cantilene de banditori e nella pronuntia d’ alcuni Predicatori]]
[alcuna diuersità d’ interualli eccettuatene le cantilene de banditori et quella noiosa pronuntia
d’ alcuni Predicatori corr. supra lin.] che [quasi add. supra lin.] tutte le sillabe [[quasi]]
proferiscono sotto un solo [et unifore add. in marg.] tuono: il che Fortunatiano Retore
con [[uocabo]] proprijssimo uocabolo chiama Monotoniam. Or stante questo [[chi proferisce
come uolgarmente si sente fa]] [chi pronunzia i uersi come spesso adiuiene corr. in marg. et
supra lin.] con qualche energia et affetto; manifestamente si sente alterare alquanto più il
tuono della uoce et usare più spessi e determinati interualli, che non si fa [[fa]] [--]
semplicemente fauellando: e molto più co si sente, quando in tuono fiorito e melodico
canta l’ aria d' [[una]] [alcuna corr. supra lin.] ottaua o altra simile cantina. La quale
è ueramente quella sorte di can più confaceuole alle [[<.>]] uere Rapsodie, che
comunemente si chiama Stile Recitatiuo: ben quanto all’ uso et applicatione confesso
d [[non appagarmente del]] non sodisfarmente interamente: poiche [[mi par solo]] s’ io
miro alle autorità [all’ autorità ante corr.] de gli scrittori antichi, et a molte ragio [[non
impertinenti]] [importanti corr. supra lin.] mi par più conueneuole a i pulpii e poemi di
genere mesto, che alla scena e poesie rappresentatiue: concedendo però che [quando si add.
in marg.] quando si [recitandosi ante corr.] secondo l’ uso d’ hoggi le Attioni intere in musica,
[[è proportionatissimo a i Prolog]] [non sia [[dison]] sproportionato a i] [Prologi add. in
marg.] (e fede ce ne fa [da ante corr.] quella bellissima melodia de Euridice) Narrationi,
colloquij e simili passi: oue non s’ esprime gran commotione d’ affetto. Ma perche di queste
cose più sottilmente hò discorso altroue; come del modo da tenersi nel rimetter in uso le
Rapsodie nel mio Discorso sopra la perionedelle Melodie; [[e delle differenza che è
tra]] [et in che differischino corr. supra lin.] lo stile Recitatiuo, Rappresentatiuo et
Espresiuo nelle Annotationi sopra il Compendio, discorsi tutti già publicati; per non
ripetere [[(dal che n’ è lontano il mio genio)]] [contro il mio Genio et costume corr. in marg.
et supra lin.] cose di già dette; e mantenermi ne termini della breuità proposta e non
recarui souerchio tedio con ragionamenti fat [[con]] [in add. in marg.] fretta e [[poco]]
priui d’ ogni ornamento qui uolentieri finisco: cedendo il luogo ad un’ altro che [[<...>]] le
uostre purgate orecchie [[meglio]] possa meglio appagare.
Title: Lettione seconda sopra la Rapsodia
Editor: Massimo Redaelli
Source: Florence, Biblioteca Marucelliana, MS A.294.5., f.<1r>-<5v>
[-f.1r-] Lettione seconda sopra la Rapsodia [[ene dite Lezione 3. add. in marg.]] [[Recitata nell’ Academia della Crusca]] [Recitata nell’ Academia della Crusca add. m. rec.] Hauendo io considerato Serenissimo Principe, Benignissimo Arciconsole, Virtuosi Academici, che fra le materie [più add. in marg.] [[proportionate]] [conuenienti corr. supra lin.] a questo luogo, quelle che di Poetica trattano sono proportionatissime; et fra queste parendomi le più belle e pellegrine (se però il proprio affetto non m’ inganna) quelle che con la Musica hanno più stretta parentela; [[hauendo]] [doppo hauere corr. supra lin.] alli giorni passati dimostrato, come io credo a bastanza (benche con un Discorso assai rozzo) che nelle Attioni antiche interueniua il canto [ancor add. supra lin.] fuor de Cori; e poi ragionato del Mimo; e dell’ hodierne Farse francesi, hoggi mi son proposto di fauellare d’ un soggetto che non harà [sarà ante corr.] forse meno [[curioso ò recondito]] [di nouità corr. supra lin.] cioè sopra la Rapsodia de gli antichi Greci: senza [[scordarmi però della [conueneuole add. supra lin.] breuità si per lasciar com]] [però scordarmi della douuta breuità si per lasciare corr. supra lin.] commodità a gl’ altri di ragionare, si anco per [[serbare]] [riseruare corr. supra lin.] qualche cosa [[n all’ Academia Fiorentina et al Consolato]] in altro luogo: doue spero mediante [[il]] [il benigno corr. supra lin.] fauore del Serenissimo Signor Principe qui presente, di farui sentire in pratica, quello sopra che hoggi ragioneremo: e di darci insieme qualche saggio della musica da noi [[migliorata]] perfettionata et arricchita [[con la]] [notabilmente con la scorta et corr. supra lin.] dottrina de gl’ antichi Greci: per sodisfattione massimamente di [[quelli]] [coloro corr. supra lin.] che forse non danno piena fede a quello ch’ io habbia detto o dicessi per l’ auuenire in questo proposito: [[Se però]] [purche corr. supra lin.] le mie [-f.1v-] fatali auuersità, non [[faranno]] [faccino corr. supra lin.] nascere qual [[che intoppo a i mie ]] che impensato intoppo o prolungamento che disturbi quest’ Impresa: come tre anni sono mi successe in Roma nell’ Academia de gl’ Humoristi [[sott’ il Prin]]; essendoui il Principe il Signor Don Camillo Colonna; il qual benche con quei uirtuosi Academici fauorisse questo pensiero, tuttauia per la lungezza d’ alcuni; che u’ haueuano parte il negotio suanì affatto con quche mio dispiacere per allora; ma [[cambiato poi]] c ricompensarsi come io spero [[in breue]] [fra poco corr. supra lin.] in molto mi maggior contento; se quest’ usanza [[rinouellata]] da [[i più fioriti]] secoli introdotta [già add. in marg.] da quella famosa natione, che fu maestra d’ ogni gentilezza e polizia [e add. supra lin.] rinouata da i più fioriti coli; risorgerà ne tempi nostri, e in questa Patria, con qualche aumento di gloria di chi [[felicemente]] la regge e gouerna con tanta giustizia e tranquillità; che fra gli strepiti di questa guerra che d’ ogni intorno risuonano, [[ci è pur conceduto godiamo di tanta [[con somma add. in marg.]quiete e riposo godiamo pur di questi ameni]] [godiamo pure con somma quiete e riposo corr. supra lin.] di questi ameni studij; et del consortio delle Muse<.> Ma uenendo al proposto Tema; e cominciando come ricerca il buon Metodo dall’ intelligenza e sentimento del uocabolo, dico che se bene uolgarmente per Rapsodia o Rassodia [[si]] s’ intende [--] una Poesia o altro componimento da iuerse cose rappezzato et insieme unito; quasi come un Centone, cosi detto da i Latini tuttauia il uero suo e proprio [<.> ante corr.] significato è una Recitatione col canto di qualche poema epico che sia [[più]] conueneuole alle publiche solenni Radunanze: il che da gl’ essempij e testimonianze che addurrò si conoscerà esser uerissimo. L’ Etimologia di questo uocabolo alcuni la pigliano da [rhabdos]; che in Greco [Greca ante corr.] uuol dire bacchetta, et [ode] canto; quasi [abdodia]: fondandosi su questo; che i Recitanti [[alcun]] soleuano una uerghetta di lauro, o di Mortella, o d’ altra cosa simile tenere n mano. Altri (e con maggior probabilità) dal uerbo [rhapto] che uuol dire cucire ne [[formano]] deriuano l’ origine: percioche dicesi che Pisistrato tiranno d’ Atene [(altri dicono Hipparco suo figliuolo) add. supra lin.] come quello ch’ era affettionatissimo alla poesia d’ Homero, ritrouandosi allora di lui uersi sparsamente e senza niun’ ordine cantati; diligentemente insieme gli raccolse, et in certe membra ordinatamente [[gli]] diuise, [[le quali ancor’ hoggi da i Greci [rhapsodiai] si dicono in quella che uentiquattro per ciasc]] ne le quali ancor’ hoggi uediamo spartita [cosi add. supra lin.] l’ Iliade come l’ dissea insino al numero di uentiquattro ciascuna quante sono le lettere del loro Alfabeto: auuenga che non manca [manchi ante corr.] qualche scrittore che a Grammatici [[che]] [i quali corr. supra lin.] furono [[poi]] [di poi corr. supra lin.] [[tal i]] cotal Diuisione attribuisce: anzi Giulio Cesare Scaligero [--] da un uerso d’ Hesiodo giuditiosamente raccoglie la cosa ha molto più antica [[<.>]] origine perche uede che appresso di lui questa uoce [rhapso] null’ altro significa che comporre [il add. supra lin.] che è qua un cucire un uerso doppo l’ altro. Basta che tale scompartimento dell’ opera d’ Homero <è> equiualente a [[quello]] [quel' corr. supra lin.] che i Latini fanno libri, et i nostri Toscani in Canti: con quel differenza però, che appresso i più antichi si distingueuano le Rapsodie d’ Homero [[fra loro co’ i numeri prima, seconda et terza ouero]] d numeri et ordine loro, Prima, Seconda, et tia, dalle materie che’ contengono; uerbigratia Il catalogo delle naui, la morte di Hettore, occisione de i Proci, et cetera. Rapsodia dunque [[prendeuasi per]] un Poema o parte di poema di conueneuol grandezza per Recitarsi o anco cantarsi in publico: si [[come]] e Rapsodi [si diceuano add. supra lin.] quelli che tal stiero professauano: i quali non ha dubbio che ueuano essere guarniti di tutte quelle qualità c per tale essercitio si richiedono come di bell presenza, di sonora e soaue uoce, di peritia del canto, e dell’ Attione Oratoria o Histrionica detta i Greci [hypokrisis]. Tali senza dubbio furono quelli che Dionigi Tiranno di Siracusa per natur molto ambitioso e che si piccaua di poeta esqsito uoleua mandare a giuochi Olimpici, [[per alt i suo]] a Recitare le sue [suoi ante corr.] poesie; [[accio]] accio glio comparissero [[con l’ aiuto]] in quella cosi solene celebrità; et egli ne fosse da più reputa [-]] d’ altri: cioè di Gione, Metrodoro, Mnasione corr. supra lin.] [[cioè di Mnasione]] Cleomene, Hegesia, [[et]] Hermofanto [et Simonide dal Zante: i quali corr. supra lin.] [[i quali]] propriamente credo che fussero comedianti di professione; massime che [[dell' Hermo]] di Hegesia ne habbiamo qualche certezza. Furono anco chiamati Homeristi per lo spesso recitare che faceuano de' uersi d’ Homero, [[che]] [il quale corr. supra lin.] fu tenuto, [come ognun' sa add. in marg.] appresso gl’ Antichi Greci [[come]] [quasi corr. supra lin.] per un' oracolo et [[Dio della]] [[e quasi]] Dio della poesia. et il primo che gli facesse sentire nel Teatro fu Demetrio Falereo. Non [[recitauano]] [proferiuano corr. supra lin.] però solamente le Homeriche poesie poiche si legge che anco [quelle add. supra lin.] de gl’ altri Epici illustri come d’ Hesiodo et d’ Empedocle furono recitate: anzi de poeti Iambici come d’ Archiloco [e Simonide add. supra lin.]: de Tragici come d’ Eschilo [e Sofocle add. supra lin.] et de gl’ Elegiachi, come di Mimnermo e Focilide. Dico di più che tanto oltre arriuò la [[Curiosità]] Greca curiosità che insino i componimenti prosaici furono da [i add. supra lin.] Rapsodi recitati [recitate ante corr.] in publico Teatro e rappresentati [rappresentate ante corr.] col gesto: come de Dialoghi di Platone riferisce Plutarco; et delle Storie d’ Herodoto Ateneo. [[Scriuono anco]] Raccontasi anco questa loro particolare usanza, che quelli che doueuano rappresentare l’ Iliade usciuano in publico, tenendo in mano una bacchetta [d’ alloro add. in marg.] tinta di rosso: per dinotare forse [[gl]] le occisioni e l’ sangue: ma i Rappresentatori dell’ Odissea [--] la portauano gialla percioche questo colore gl’ essuli s’ attribuiua. Quanto poi a quello che scriue il Glossatore d’ Aristofane (onde la prese Eustazio) che [[quelli]] chj [[che ante corr.] recitaua Eschlo soleua tenere in mano un ramoscello di Mortella, e di [[alloro]] Homero [[d']] d’ alloro u teneua, crederei che ciò si douesse intendere più tosto delle priuate conuersationj [[come]] [per essempio corr. supra lin.] de conuiti e festini, ne quali molte sorti di gioconde poesie soleuano cantarsi, uerbi gratia gli Scolij (de quali molte cose scrissero Aristosseno e Dicearco appresso Ateneo) che delle publiche et ordinarie solennità. [[Fra]] Tra li sopramentouati Rapsodi [[chiarissima fu la]] chiarissima risplende la fama di Gione Schitto: sotto cui nome scrisse Platone il Dialogo del furo poetico. [[Costui fu della stirpe]] Meritò costui grdissima lode in molte sorti de Poesie che felicemente trattò; e massime nelle Tragedie: nelle quali gareggiò [[co' p]] [[co' i più illustri]] [[co' mig
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