Author: Doni, Giouanni Battista
Title: Lettione terza sopra il Mimo Antico
Editor: Massimo Redaelli
Source: Florence, Biblioteca Marucelliana, MS A.294.6., f.14r-19v [-f.14r-]
[[34]] Lettione terza sopra il Mimo antico [Recitata nell’ Accademia della Crusca add. m. rec.] Conciosia che nell’ ultima Accademia Serenissimo Principe, Degnissimo Arciconsolo, Virtuosi Accademici si sia cominciato a trattare del modo da tenersi in eleggere e rappresentare [[<.>]] in Palazzo questo Carneuale qualche Attione Dramatica la qual materia già haueuo per le mani nelle lettioni cominciate da me sopra la Musica scenica; essendo sopra ciò stato richiesto il mio parere, mi riserbai [[con]] col uostro piacimento a sodisfare insieme alla dimanda e spiegarui nella presente intorno a ciò un mio concetto che già è molto tempo mi si riuolge per la mente. Il che farò con quella maggior breuità ch’ è conueneuole [[a chiun da]] a chiunque dee lasciar' luogo a gl’ altri di ragionare e con quella schiettezza et sincerità che [[debbe]] singolarmente deue essere a cuore doue si tratta di cose concernenti in qualche parte la gloria e sodisfazzione de [[nostri serenissimi Principi]] Patroni. Primieramente non posso se non commendare l’ auuiso datoci dal Serenissimo Signor Principe di proporre uarij Soggetti et esaminarli e disporli nelle sue parti o scene prima di comporui il Drama; e che ciò si debba fare non da un solo compositore come comunemente si [[fa]] [pratica corr. supra lin.], ma da diuersi; acciò maggiormente si renda diletteuole l’ attione per la uarietà di stile et de concetti che quindi ne seguirà. Ma prima che ciò s’ effettuasse io [[<.>]] loderei che si consultasse un poco se con tale occasione mettesse conto di rinouare un' [[antico]] costume antico che già regnò ne fioritissimi tempi del Romano Imperio e che pur’ hoggi s’ osserua in un paese doue [-f.14v-] non meno che altroue si professa ogni sorte di gentilezza e di bizzaria hauendo sempre rguardo in questa deliberatione al luogo doue s’ ha da recitare, a i Recitanti stessi et a chi ui deue interuenire. La qual cosa mettendosi in essecutione mi gioua di credere che sia per ridondare i gloria di questa patria e di chi con tanta giust e tranquillità la regge e gouerna. poiche da m altre cose che qui felicemente sono risorte dopp un lungo silentio cagionato da tante rouine de barbari [[gran reputatione et honore crediamo]] per opera et industria de' fiorentini ingegni grandisma reputatione et honore uediamo che essi ne hanno conseguito appresso le nationi straniere et la posterità tutta. Ne dobbiamo temere che questa uità, come tal uolta succede sia per esser' ripresa d certi troppo seueri censori; mentre sappiamo esser stata felicemente sotto quel potentissimo Im et ancor' hoggi studiosamente [[conserua]] mantenersi in u Regno de Francia. Dico dunque che a me piacereb che non una ma due Attioni si rappresentassero la prima [[graue]] in genere graue et alquanto piu lunga et la seconda assai breue di materia ridico e piaceuole: cioè che prima s’ introducesse in sna una Tragedia [[di que]] ma non di quelle che finino in pianti e lamenti (che comunemente [non add. supra lin.] son cosi grate) ma in festa et allegrezza. Questa non douerebbe durare [[poco]] meno di tre hore: et l’ altra un hora in circa: si che tutto il trattenimento : comprsoui i balli moresche e simili giuochi non eccedessero [-f.15r-] hore quattro in circa. [[So che comunemente]] Questa attioncella ridicolosa ch’ io dissi praticarsi in Francia a essempio de gl’ antichi doppo le Tragedie et altre attioni graui malinconiche per raddolcire le orecchie de gl’ uditori amareggiate forse da souerchia mestitia comunemente da loro si dicono Farces: sonando tal uoce in loro lingua Ripieno dal uerbo farcir ch’ è latino farcire riempiere: uocabolo comune anche a i Cuochi come parimente in nostra lingua. Da molti in Italia si chiamano anco Farse: se bene a più conosciuto il uocabolo che l’ uso. Questa appresso di loro tiene il luogo de [[gli]] [nostri corr. supra lin.] Intermedij: i quali per dirne liberamente il mio parere poco mi paiono proportionati all’ esquisitezza de i Teatri ben regolati. et che l’ usanza non sia cosa molto lodeuole ne che faccia buoni effetti. [[Pe <.>as]] prima perche l’ Intessere come s’ usa due Attioni insieme affatica troppo la mente et l’ attentione de gli spettatori, i quali non uanno a simili spettacoli per applicare di souerchio il ceruello e stemperarsi come si dice la testa con troppo fissarlo; mà più tosto per ricrearsi con un certo relassamento come dicono i Latini con mediocre attentione et applicatione delle potenze dell’ Anima. Or chì è quello che possa senza molta fatica e disagio ricordarsi di tante faccende diuerse, di tanti [[persona]] uariati personaggi di tanto frequenti scene che in due Attioni insieme connesse di necessità si comprendono: massime secondo l’ uso hoggi d’ Introdurre tanti Interlocutori [-f.15v-] et d’ allungar tanto i Drami. [[che]] onde il p delle uolte recano noia e stanchezza e son a i poueri spettatori; come sucedè a gli ann passati in Roma ad una che fu rappresentata Musica, la quale non meno d’ otto hore durò beche buona parte ne fusse stata leuata. Molto pi<ù> tolerabile dunque l’ introdurre doppo l’ Azzione più seria una di queste farse o comedietta piaceuole che smembrarla e confonderla con l’ intersitione di questa fra un’ Atto e l’ altro. poiche in questa forma finita l’ Attione più seria Vditore per auuentura stanco e dal tedio e da sonno oppresso si rinuigorisce di nuouo perpardosi ad una Attioncella che per la breuità et per la seplicità del Gruppo di mediocre attentione ha di mestieri. Mi diranno forse che l’ Intermedij molte uolte seruono per far comparire le diuerse scene e sontuose apparenze che nelle sale d Principi si sogliono con stupore rimirare: Et io responderò che l’ istesso e molto più a proposi si può fare nelle parti medesime dell’ Attioni principali purche [[si]] habbino il soggetto che lo comporti. Altri diranno che s’ introducono spesso per f sentire qualche musica et io replicherò loro che molto meglio ciò si può fare ne Cori stessi che [pure add. supra lin.] son [[pure]] parti delle Tragedie: i quali senza comparatione diletteranno molto più se saranno guidati com si conuiene che non auuiene che [[nella]] non fanno queste freddissime cantilene che comunemente s’ odono dietro le scne. Altri poi con maggior fondamento mi replicheranno [-f.16r-] che gl’ Intermedij seruano per dar riposo a gl’ Attori et agio di mutar’ gl’ habiti, aggiustare le machine et altri Arnesi [[Sch]] Scenichi a i quali rispondo che gl’ Intermedij per questo non sono necessarij [necessarie ante corr.]: imperoche nelle Tragedie ben’ osseruate et per cosi dire Regolari a ciò supplisno i Cori: nell’ altre Attioni poi doue questi non entrano [[, meglio mi parrebbe che si diuidessero l' Atti]] non ci manca modo di tramezzare gl’ Atti [[o sia]] con balli di uariate sorti con Moresche [moresche ante corr.] et imili altri giuochi: anzi [[a c]] [[a ciò possono beniimo seruire]] a ciò ottimamente può supplire un ncerto d’ Instrumenti o Sinfonia che non minor diletto recherà che gl' [[anted]] Intermedij predetti. Per conclusione io sarei di parere che si componessero [[ recitassero due Attioni]] da tre o quattro Academici che saranno giudicati più idonei due Attioni Vna [[una]] Seria cioè [[la quale se hauerà i Cori da uno o due poeti potranno comporsi et il S]] da uno o due che maggior’ talento si haueranno: et se ui saranno, i Cori ad un altro Poeta [[potranno darsi che ne' uersi lirici]] che ne uersi Lirici habbia maggior' genio [[
otrà]] si potrà darne la cura: e della farsa similmente lasciarne il pensiero ad un’ altro che [[delle] [nelle corr. supra lin.] materie burlesche, ridicolose et satiriche habbia maggiore [[notitia]] gratia e talento naturale. che non ci mancheranno in quest’ Academia persone compositori eccellenti in tutte queste specie diuerse. [[In questa mani]] Con questo espediente credo io ogni cosa s’ aggiusterebbe: perche si darà sodisfazzione a tutti cosi quelli che si dilettano di [[cose]] [materie corr. supra lin.] graui come quelli che di cose gioconde e festanti solamente s’ appagano. Si potrà impiegare maggior numero de [-f.16v-] Signori Paggi cosi nel Recitare come nel ballare et al essercitij cauallereschi, ne' quali si mostra [[la nat]] non meno la natural dispositione e [[bizzaria grat]] leggiadria del corpo, che l’ acquistata con l’ art et la buona disciplina. [[Et cosi anco s’ euitera]] Possiamo anco aggiugnere che se l’ Attione sarà g di quelle graui e Tragiche non solo ui sarà più da imparare, ma si potrà molto più conuenientemente far apparire la magnificenza dell’ Apparato e delle scene che se si [[recetasse]] recitasse un’ Attion comica e ciuile; disordine notato già nella pas Accademia dal Signor Trito. È uero che ci sarebbe da discorrere molto sopra i Cori e loro melodia e passaggio; intorno alle quali cose hoggidi siam molto lontani dalla buona strada [[tenuta]] battuta g da gl’ antichi, come in altra occasione [[con<.>]] se cosi sarà a grado, mi dà l’ animo di dimostrarui. Si che par' conueneuole per proua di quello ch’ io dis di sopra circa l’ uso tenuto da gl’ antichi Roma d’ introdurre doppo le Tragedie immediatamente il Mmo o Farsa per cancellare ogni mestitia de' lagrimuoli casi di quelle ch’ io [[discorra alquanto sopra questa materia]] ne rechi in [[q]] campo qualche notit con le autorità di scrittori autentici, se non u’ è dis ne accennerò qualche cosa. Il Mimo dunque detto dal uerbo [Mimeo] che uale Imitare fu una sorte di uola o Drama (se bene Mimus si piglia anco per l’ Attore d’ inuention' Greca e di molte specie: perche altri furono i Mimi di Sofrone e di Senarco amendue poeti Sicani mentouati da Aristotile nella poetica intorno a i quali gran contrasto muouono gl’ Espositori se furono dettati in uersi o in prosa et tanto furono stimati gia [-f.17r-] da gl’ antichi che doppo la morte di Platone come alcuni riferiscono, fu trouato sotto il suo capezzale il libro del predetto Sofrone. altri quelli [[]] che s’ usauano in Roma ne' quali fiorirono massimamente al tempo di Cesare Gaio Laberio Caualier Romano e Publio Syro di condition libertina. Et cosi molto diuersi furono quelli che Plutarco nelle Questioni Conuiuiali chiama [hypotheseis] cioè soggetti [[e]] i quali erano più lunghi et serij [serie ante corr.] di quelli ch’ egli dice nominarsi [paignia] che suona in nostra lingua burle o scherzi. I primi senza fallo rassembrauano [[le r]] l’ hodierne Rappresentationi d’ Italia et quelle che gli Spagnuoli chiamano Autos cioè Atti. per lo più di materie spirituali quali [io add. supra lin.] uiddi già rappresentare in Madrid alla presenza di Sua Maestà con gran dilettto di quella corte benche in maniera assai semplice e senza grand’ arte. Tali anco sono quelle attioni che in Francia per trattenimento de' Terrazzani di luogo in luogo sogliono da [[alcuni]] [[gl’ Att]] [[certi]] mediocri attori in alcune solennità farsi uedere Alla seconda sorte poi si riferiscono senza dubbio [dubbij ante corr.] i Componimenti de [[predetti]] sopramentouati Laberio [et add. supra lin.] Publio e cosi d’ altri poeti che [[uiss]] di poi fiorirono in Roma, come Gneo Mutio e Filistione: et similmente le farse de Francesi: anzj [anze ante corr.] [[le]] per poco le nostre Comedie massime di quelle più ridicolose e piene di motti e facetie. Del che nessuno si marauigli: perche se bene nella materia ch’ è per lo più d’ Innamoramenti. Matrimonij, Inganni de' serui rassomigliano la Comedia Latina et cosi nel gruppo e scioglimento di esso (doue i Mimi erano più semplici e meno intrigati) tuttauia [- f.17v-] se rimiriamo alla fauella et al souerchio ridicolo et contrafacimento le troueremo più simili al Mimo de Latini che alla loro Comedia et alla Nuoua de Greci; eccettuatene alcune poche come quelle d Cecchi, dell’ Ariosto, del Bentiuogli e simili. qu Mimi [[se]] benche per lo più trattassero di materie cene onde Ouidio disse Scribere si fas est imitant turpia Mimos, tuttauia taluolta stauano assai su graue e conteneuano bellissime e moralissime senze, molte delle quali ci sono rimaste, cauate già i Mimi di Publio Syro et attrinuite ne' tempi p bassi da alcuni scrittori a Seneca: uerbigratia He dis fletus sub persona risus est. et Ab alio sper alteri quod feceris. [[H]] Comes iucundus in uia pro uehiculo est. Erano ben sempre pieni di motti aguti e faceti et in somma faceuano particolar professione di muouere il riso con ogni sorte di bur scherzi imitationi affettate de' uolti e costumi humani, molto più licentiosamente che nella Comedia e con più largo campo. La fauola era breue et ingegnosamente tessuta di qualche cas [finto o corr. in marg.] seguito [[o finto]]; massimamente in Alessandria cit gia molto abbondante d’ ogni sorte di lusso et hbitata da huomini grandemente ingegnosi et tori di festini giuochi et d’ ogni altra festa et allegria. Si terminauano poi queste fauole per più improuisamente et come dicono ex abrupto : ne che particolarmente si diuersificano dalle Comed [moderne et add. in marg.] Terentiane; (sotto la qual specie come io dissi di sop si comprende la Nuoua de Greci. nella quale Menadro, Apollodoro et altri fiorirono: et comunemente di uersi Iambici si componeuano come dalle [dalli ante corr.] [[fragmen]] reliquie et rottami di Laberio, Syro, e Filistone apparisce [-f.18r-] [[Assai]] simili a i Mimi furono le Atellane de' più antichi Romani, le quali presero il nome da Atella città di Terra di Lauoro ch’ era poco lontana da Auersa fabricata di poi da i Normani dalle rouine di quella: doue s’ usaua la lingua sca, che doueua esser' intesa da i Romani, più to per la uicinanza e comunicatione di questi popoli che per l’ affinità che hauea con la Latina. Non rdirei già d’ affermare se ne primi tempi che furono introdotte in Roma il loro linguaggio era Osco o uero Latino: basta che ne gl’ ultimi tempi Latinamente furono composte; come da alcuni uersi [[Quinto]] Lucio Pomponio Bolognese e di Quinto Nouio si conosce. Queste [ancora add. supra lin.] tendeuano assai [[ancora]] al ridicolo anzi al Satirico e mordace quasi come le Tragedie Satiriche de Greci alle quali corrispondono in parte le nostre Pastorali e molte uolte anch’ esse toccauano dell’ osceno e licentioso. Stimo bene che fussero alquanto più ozze e semplici de' Mimi come comportaua la
renda per le digressioni de poemi Heroici; et [per le add. supra lin.] parti delle Tragedie fraposte tra un Coro e l’ altro appresso Aristotile nella poetica. Ecco Suda che amendue i significati gl’ attribuisce. [Epeisodion to eis ta dramata eisagomenon kata prostheken kai auxesin tina tou dramatos; e ti eispheromenon to dramati gelotos kharin exo tes hypotheseos]. cioè Episodio. Quello che s’ introduce nelle Attioni per un’ aggiunta et accrescimento dell’ istessa Attione: ouero quello che s’ aggiugne al Drama per cagione di riso, fuor' dal Soggettto proposto. [[Quanto a i Mimi è anco da sape]] Quello ancora aggiugnerò de’ Mimi che Planipedes anco si diceuano i loro Attori [attori ante corr.] [[non]] perche plano pede agebant cioè a pie' nudi e non come i Tragici col coturno o stiualetto rileuato ne come i comici col socco cioè scarpetta alla Greca; benche altri Grammatici uogliono (il che non piace allo Scaligero et con ragione) essere stati cosi detti; perche de plano agebant, cioè in terra e non sù i palchi o scene. essendo pur certo che ancor' essi recitaano sul Proscenio come gl’ altri Attori. Nel rimanente io crederei che quella specie di Comedie Latine che [-f.19v-] per testimonianza di Diomede e Donato si chiamuano Tabernarie perche la loro Scena consisteua in Tberne cioè Botteghe e casette ujli [ueli ante corr.] et non in ca Cittadinesche come la Comedia ne in Palazzi com la Tragedia ne in boschi et spelonche come la Satira al Mimo si debba riferire. Il Padre Stef Giesuita uno ne compose con mirabile ingegno, per felicemente imitato gl’ Antichi senza modello, e con egante e gratiosa fauella Latina: il quale conti materie scolaresche et fu già rappresentato con gran applauso in Roma nel Collegio Romano per trattenimento di quei giouani. Nelle Farse francesi p la parte
Title: Lettione terza sopra il Mimo Antico
Editor: Massimo Redaelli
Source: Florence, Biblioteca Marucelliana, MS A.294.6., f.14r-19v [-f.14r-]
[[34]] Lettione terza sopra il Mimo antico [Recitata nell’ Accademia della Crusca add. m. rec.] Conciosia che nell’ ultima Accademia Serenissimo Principe, Degnissimo Arciconsolo, Virtuosi Accademici si sia cominciato a trattare del modo da tenersi in eleggere e rappresentare [[<.>]] in Palazzo questo Carneuale qualche Attione Dramatica la qual materia già haueuo per le mani nelle lettioni cominciate da me sopra la Musica scenica; essendo sopra ciò stato richiesto il mio parere, mi riserbai [[con]] col uostro piacimento a sodisfare insieme alla dimanda e spiegarui nella presente intorno a ciò un mio concetto che già è molto tempo mi si riuolge per la mente. Il che farò con quella maggior breuità ch’ è conueneuole [[a chiun da]] a chiunque dee lasciar' luogo a gl’ altri di ragionare e con quella schiettezza et sincerità che [[debbe]] singolarmente deue essere a cuore doue si tratta di cose concernenti in qualche parte la gloria e sodisfazzione de [[nostri serenissimi Principi]] Patroni. Primieramente non posso se non commendare l’ auuiso datoci dal Serenissimo Signor Principe di proporre uarij Soggetti et esaminarli e disporli nelle sue parti o scene prima di comporui il Drama; e che ciò si debba fare non da un solo compositore come comunemente si [[fa]] [pratica corr. supra lin.], ma da diuersi; acciò maggiormente si renda diletteuole l’ attione per la uarietà di stile et de concetti che quindi ne seguirà. Ma prima che ciò s’ effettuasse io [[<.>]] loderei che si consultasse un poco se con tale occasione mettesse conto di rinouare un' [[antico]] costume antico che già regnò ne fioritissimi tempi del Romano Imperio e che pur’ hoggi s’ osserua in un paese doue [-f.14v-] non meno che altroue si professa ogni sorte di gentilezza e di bizzaria hauendo sempre rguardo in questa deliberatione al luogo doue s’ ha da recitare, a i Recitanti stessi et a chi ui deue interuenire. La qual cosa mettendosi in essecutione mi gioua di credere che sia per ridondare i gloria di questa patria e di chi con tanta giust e tranquillità la regge e gouerna. poiche da m altre cose che qui felicemente sono risorte dopp un lungo silentio cagionato da tante rouine de barbari [[gran reputatione et honore crediamo]] per opera et industria de' fiorentini ingegni grandisma reputatione et honore uediamo che essi ne hanno conseguito appresso le nationi straniere et la posterità tutta. Ne dobbiamo temere che questa uità, come tal uolta succede sia per esser' ripresa d certi troppo seueri censori; mentre sappiamo esser stata felicemente sotto quel potentissimo Im et ancor' hoggi studiosamente [[conserua]] mantenersi in u Regno de Francia. Dico dunque che a me piacereb che non una ma due Attioni si rappresentassero la prima [[graue]] in genere graue et alquanto piu lunga et la seconda assai breue di materia ridico e piaceuole: cioè che prima s’ introducesse in sna una Tragedia [[di que]] ma non di quelle che finino in pianti e lamenti (che comunemente [non add. supra lin.] son cosi grate) ma in festa et allegrezza. Questa non douerebbe durare [[poco]] meno di tre hore: et l’ altra un hora in circa: si che tutto il trattenimento : comprsoui i balli moresche e simili giuochi non eccedessero [-f.15r-] hore quattro in circa. [[So che comunemente]] Questa attioncella ridicolosa ch’ io dissi praticarsi in Francia a essempio de gl’ antichi doppo le Tragedie et altre attioni graui malinconiche per raddolcire le orecchie de gl’ uditori amareggiate forse da souerchia mestitia comunemente da loro si dicono Farces: sonando tal uoce in loro lingua Ripieno dal uerbo farcir ch’ è latino farcire riempiere: uocabolo comune anche a i Cuochi come parimente in nostra lingua. Da molti in Italia si chiamano anco Farse: se bene a più conosciuto il uocabolo che l’ uso. Questa appresso di loro tiene il luogo de [[gli]] [nostri corr. supra lin.] Intermedij: i quali per dirne liberamente il mio parere poco mi paiono proportionati all’ esquisitezza de i Teatri ben regolati. et che l’ usanza non sia cosa molto lodeuole ne che faccia buoni effetti. [[Pe <.>as]] prima perche l’ Intessere come s’ usa due Attioni insieme affatica troppo la mente et l’ attentione de gli spettatori, i quali non uanno a simili spettacoli per applicare di souerchio il ceruello e stemperarsi come si dice la testa con troppo fissarlo; mà più tosto per ricrearsi con un certo relassamento come dicono i Latini con mediocre attentione et applicatione delle potenze dell’ Anima. Or chì è quello che possa senza molta fatica e disagio ricordarsi di tante faccende diuerse, di tanti [[persona]] uariati personaggi di tanto frequenti scene che in due Attioni insieme connesse di necessità si comprendono: massime secondo l’ uso hoggi d’ Introdurre tanti Interlocutori [-f.15v-] et d’ allungar tanto i Drami. [[che]] onde il p delle uolte recano noia e stanchezza e son a i poueri spettatori; come sucedè a gli ann passati in Roma ad una che fu rappresentata Musica, la quale non meno d’ otto hore durò beche buona parte ne fusse stata leuata. Molto pi<ù> tolerabile dunque l’ introdurre doppo l’ Azzione più seria una di queste farse o comedietta piaceuole che smembrarla e confonderla con l’ intersitione di questa fra un’ Atto e l’ altro. poiche in questa forma finita l’ Attione più seria Vditore per auuentura stanco e dal tedio e da sonno oppresso si rinuigorisce di nuouo perpardosi ad una Attioncella che per la breuità et per la seplicità del Gruppo di mediocre attentione ha di mestieri. Mi diranno forse che l’ Intermedij molte uolte seruono per far comparire le diuerse scene e sontuose apparenze che nelle sale d Principi si sogliono con stupore rimirare: Et io responderò che l’ istesso e molto più a proposi si può fare nelle parti medesime dell’ Attioni principali purche [[si]] habbino il soggetto che lo comporti. Altri diranno che s’ introducono spesso per f sentire qualche musica et io replicherò loro che molto meglio ciò si può fare ne Cori stessi che [pure add. supra lin.] son [[pure]] parti delle Tragedie: i quali senza comparatione diletteranno molto più se saranno guidati com si conuiene che non auuiene che [[nella]] non fanno queste freddissime cantilene che comunemente s’ odono dietro le scne. Altri poi con maggior fondamento mi replicheranno [-f.16r-] che gl’ Intermedij seruano per dar riposo a gl’ Attori et agio di mutar’ gl’ habiti, aggiustare le machine et altri Arnesi [[Sch]] Scenichi a i quali rispondo che gl’ Intermedij per questo non sono necessarij [necessarie ante corr.]: imperoche nelle Tragedie ben’ osseruate et per cosi dire Regolari a ciò supplisno i Cori: nell’ altre Attioni poi doue questi non entrano [[, meglio mi parrebbe che si diuidessero l' Atti]] non ci manca modo di tramezzare gl’ Atti [[o sia]] con balli di uariate sorti con Moresche [moresche ante corr.] et imili altri giuochi: anzi [[a c]] [[a ciò possono beniimo seruire]] a ciò ottimamente può supplire un ncerto d’ Instrumenti o Sinfonia che non minor diletto recherà che gl' [[anted]] Intermedij predetti. Per conclusione io sarei di parere che si componessero [[ recitassero due Attioni]] da tre o quattro Academici che saranno giudicati più idonei due Attioni Vna [[una]] Seria cioè [[la quale se hauerà i Cori da uno o due poeti potranno comporsi et il S]] da uno o due che maggior’ talento si haueranno: et se ui saranno, i Cori ad un altro Poeta [[potranno darsi che ne' uersi lirici]] che ne uersi Lirici habbia maggior' genio [[
otrà]] si potrà darne la cura: e della farsa similmente lasciarne il pensiero ad un’ altro che [[delle] [nelle corr. supra lin.] materie burlesche, ridicolose et satiriche habbia maggiore [[notitia]] gratia e talento naturale. che non ci mancheranno in quest’ Academia persone compositori eccellenti in tutte queste specie diuerse. [[In questa mani]] Con questo espediente credo io ogni cosa s’ aggiusterebbe: perche si darà sodisfazzione a tutti cosi quelli che si dilettano di [[cose]] [materie corr. supra lin.] graui come quelli che di cose gioconde e festanti solamente s’ appagano. Si potrà impiegare maggior numero de [-f.16v-] Signori Paggi cosi nel Recitare come nel ballare et al essercitij cauallereschi, ne' quali si mostra [[la nat]] non meno la natural dispositione e [[bizzaria grat]] leggiadria del corpo, che l’ acquistata con l’ art et la buona disciplina. [[Et cosi anco s’ euitera]] Possiamo anco aggiugnere che se l’ Attione sarà g di quelle graui e Tragiche non solo ui sarà più da imparare, ma si potrà molto più conuenientemente far apparire la magnificenza dell’ Apparato e delle scene che se si [[recetasse]] recitasse un’ Attion comica e ciuile; disordine notato già nella pas Accademia dal Signor Trito. È uero che ci sarebbe da discorrere molto sopra i Cori e loro melodia e passaggio; intorno alle quali cose hoggidi siam molto lontani dalla buona strada [[tenuta]] battuta g da gl’ antichi, come in altra occasione [[con<.>]] se cosi sarà a grado, mi dà l’ animo di dimostrarui. Si che par' conueneuole per proua di quello ch’ io dis di sopra circa l’ uso tenuto da gl’ antichi Roma d’ introdurre doppo le Tragedie immediatamente il Mmo o Farsa per cancellare ogni mestitia de' lagrimuoli casi di quelle ch’ io [[discorra alquanto sopra questa materia]] ne rechi in [[q]] campo qualche notit con le autorità di scrittori autentici, se non u’ è dis ne accennerò qualche cosa. Il Mimo dunque detto dal uerbo [Mimeo] che uale Imitare fu una sorte di uola o Drama (se bene Mimus si piglia anco per l’ Attore d’ inuention' Greca e di molte specie: perche altri furono i Mimi di Sofrone e di Senarco amendue poeti Sicani mentouati da Aristotile nella poetica intorno a i quali gran contrasto muouono gl’ Espositori se furono dettati in uersi o in prosa et tanto furono stimati gia [-f.17r-] da gl’ antichi che doppo la morte di Platone come alcuni riferiscono, fu trouato sotto il suo capezzale il libro del predetto Sofrone. altri quelli [[]] che s’ usauano in Roma ne' quali fiorirono massimamente al tempo di Cesare Gaio Laberio Caualier Romano e Publio Syro di condition libertina. Et cosi molto diuersi furono quelli che Plutarco nelle Questioni Conuiuiali chiama [hypotheseis] cioè soggetti [[e]] i quali erano più lunghi et serij [serie ante corr.] di quelli ch’ egli dice nominarsi [paignia] che suona in nostra lingua burle o scherzi. I primi senza fallo rassembrauano [[le r]] l’ hodierne Rappresentationi d’ Italia et quelle che gli Spagnuoli chiamano Autos cioè Atti. per lo più di materie spirituali quali [io add. supra lin.] uiddi già rappresentare in Madrid alla presenza di Sua Maestà con gran dilettto di quella corte benche in maniera assai semplice e senza grand’ arte. Tali anco sono quelle attioni che in Francia per trattenimento de' Terrazzani di luogo in luogo sogliono da [[alcuni]] [[gl’ Att]] [[certi]] mediocri attori in alcune solennità farsi uedere Alla seconda sorte poi si riferiscono senza dubbio [dubbij ante corr.] i Componimenti de [[predetti]] sopramentouati Laberio [et add. supra lin.] Publio e cosi d’ altri poeti che [[uiss]] di poi fiorirono in Roma, come Gneo Mutio e Filistione: et similmente le farse de Francesi: anzj [anze ante corr.] [[le]] per poco le nostre Comedie massime di quelle più ridicolose e piene di motti e facetie. Del che nessuno si marauigli: perche se bene nella materia ch’ è per lo più d’ Innamoramenti. Matrimonij, Inganni de' serui rassomigliano la Comedia Latina et cosi nel gruppo e scioglimento di esso (doue i Mimi erano più semplici e meno intrigati) tuttauia [- f.17v-] se rimiriamo alla fauella et al souerchio ridicolo et contrafacimento le troueremo più simili al Mimo de Latini che alla loro Comedia et alla Nuoua de Greci; eccettuatene alcune poche come quelle d Cecchi, dell’ Ariosto, del Bentiuogli e simili. qu Mimi [[se]] benche per lo più trattassero di materie cene onde Ouidio disse Scribere si fas est imitant turpia Mimos, tuttauia taluolta stauano assai su graue e conteneuano bellissime e moralissime senze, molte delle quali ci sono rimaste, cauate già i Mimi di Publio Syro et attrinuite ne' tempi p bassi da alcuni scrittori a Seneca: uerbigratia He dis fletus sub persona risus est. et Ab alio sper alteri quod feceris. [[H]] Comes iucundus in uia pro uehiculo est. Erano ben sempre pieni di motti aguti e faceti et in somma faceuano particolar professione di muouere il riso con ogni sorte di bur scherzi imitationi affettate de' uolti e costumi humani, molto più licentiosamente che nella Comedia e con più largo campo. La fauola era breue et ingegnosamente tessuta di qualche cas [finto o corr. in marg.] seguito [[o finto]]; massimamente in Alessandria cit gia molto abbondante d’ ogni sorte di lusso et hbitata da huomini grandemente ingegnosi et tori di festini giuochi et d’ ogni altra festa et allegria. Si terminauano poi queste fauole per più improuisamente et come dicono ex abrupto : ne che particolarmente si diuersificano dalle Comed [moderne et add. in marg.] Terentiane; (sotto la qual specie come io dissi di sop si comprende la Nuoua de Greci. nella quale Menadro, Apollodoro et altri fiorirono: et comunemente di uersi Iambici si componeuano come dalle [dalli ante corr.] [[fragmen]] reliquie et rottami di Laberio, Syro, e Filistone apparisce [-f.18r-] [[Assai]] simili a i Mimi furono le Atellane de' più antichi Romani, le quali presero il nome da Atella città di Terra di Lauoro ch’ era poco lontana da Auersa fabricata di poi da i Normani dalle rouine di quella: doue s’ usaua la lingua sca, che doueua esser' intesa da i Romani, più to per la uicinanza e comunicatione di questi popoli che per l’ affinità che hauea con la Latina. Non rdirei già d’ affermare se ne primi tempi che furono introdotte in Roma il loro linguaggio era Osco o uero Latino: basta che ne gl’ ultimi tempi Latinamente furono composte; come da alcuni uersi [[Quinto]] Lucio Pomponio Bolognese e di Quinto Nouio si conosce. Queste [ancora add. supra lin.] tendeuano assai [[ancora]] al ridicolo anzi al Satirico e mordace quasi come le Tragedie Satiriche de Greci alle quali corrispondono in parte le nostre Pastorali e molte uolte anch’ esse toccauano dell’ osceno e licentioso. Stimo bene che fussero alquanto più ozze e semplici de' Mimi come comportaua la
ualità di quel secolo e paese. Con tutto ciò la iouentù Romana molto se ne compiacque et perche ne primi tempi da honorati cittadini furono rappresentate, quindi durò l’ usanza [[per]] come Tito Liuio attesta che se bene tutti gl’ altri Attori scenichi da questo essercitio erano reputati infami e perdeuano la cittadinanza i Rappresentatori delle Atellane solamente haueuano questo priuileio di non essere compresi tra gl’ altri e di non essere assati come diceuano dalla Tribu. Ma quello che più importa a sapersi è che ne tempi di Cicerone come egli medesimo attesta si cominciarono doppo le Tragedie a introdursi i Mimi, [[come che]] et [-f.18v-] non le Atellane come prima si faceua; per hauer credo io cominciato i Romani in quel secolo a gustare le delitie Greche et Asiatiche et fettionarsi all’ usanze forestiere. [[È anco da sap]] [[Pro]] È anco da notare che Exodia si diceua queste farse, Mimi, Atellane o parti dj [da ante corr.] esse dal nome [exodos] che uuol dire Vscita; [[imper]] per che terminauano gl’ altri spettacoli più grau auanti ch’ il popolo uscisse del Teatro et Exodrij quegli che n’ erano Attori L’ antico Scolia di Persio cosi dice Exodiarius in fine ludorum intrabat qui ridiculus foret et quiquid lachrymarum ac tristitiae collegissent ex Tragcis affectibus huius spectaculi risus detergeret. Tito Liuio par che accenni che seruissero d’ Intermed all’ Atellane stesse dicendo nel sopradetto luogo cosi Iuuentus histrionibus fabellarum actu relicto ip inter se more antiquo ridicula intexta uersibus iactitare coepit; quae inde exodia appellata consaque fabellis potissimum Atellanis sunt; et Giouerbicus exodio risum mouet Atellanae: auuenga ciò si possa intendere che da essi Essordij fussero corti nelle Atellane come uere loro parti e non co Intermedij et che Catullo [[poeta]] per soprannome Vco poeta Atellanario mouesse il riso con uno Exdio o farsa Atellana, prendendo exodium Atellan per l’ Atellana istessa in questa forma che si dice Vrbs Florentiae pro Vr Florentia: ouero perche anticamente i giuochi Sceni durauano i giorni interi, rappresentandosi pi<ù> Tragedie e Commedie l’ una doppo l’ altra a concorrza de' poeti et de gl’ Attori istessi et tra una Attione [-f.19r-] e l’ altra s’ interponeuano altri passatempi per trattenimento del popolo, come balli Sinfonie, danzatori sù la corda detti funamboli, giocolatori, et quelli che fanno le forze detti Petaurista et simili. et alcuna uolta questi Essodij o Comediette ridicolose,llora par che gli conuenga il nome d’ Intermedij (benche hoggi si framettino tra gl’ Atti d’ una istessa Attione) et di Farsa o d’ Essodij in quanto che seguono le Attioni più serie. Ma il uero nome antico de gl’ ntermedij è Episodium quantunque alcune uolte si
renda per le digressioni de poemi Heroici; et [per le add. supra lin.] parti delle Tragedie fraposte tra un Coro e l’ altro appresso Aristotile nella poetica. Ecco Suda che amendue i significati gl’ attribuisce. [Epeisodion to eis ta dramata eisagomenon kata prostheken kai auxesin tina tou dramatos; e ti eispheromenon to dramati gelotos kharin exo tes hypotheseos]. cioè Episodio. Quello che s’ introduce nelle Attioni per un’ aggiunta et accrescimento dell’ istessa Attione: ouero quello che s’ aggiugne al Drama per cagione di riso, fuor' dal Soggettto proposto. [[Quanto a i Mimi è anco da sape]] Quello ancora aggiugnerò de’ Mimi che Planipedes anco si diceuano i loro Attori [attori ante corr.] [[non]] perche plano pede agebant cioè a pie' nudi e non come i Tragici col coturno o stiualetto rileuato ne come i comici col socco cioè scarpetta alla Greca; benche altri Grammatici uogliono (il che non piace allo Scaligero et con ragione) essere stati cosi detti; perche de plano agebant, cioè in terra e non sù i palchi o scene. essendo pur certo che ancor' essi recitaano sul Proscenio come gl’ altri Attori. Nel rimanente io crederei che quella specie di Comedie Latine che [-f.19v-] per testimonianza di Diomede e Donato si chiamuano Tabernarie perche la loro Scena consisteua in Tberne cioè Botteghe e casette ujli [ueli ante corr.] et non in ca Cittadinesche come la Comedia ne in Palazzi com la Tragedia ne in boschi et spelonche come la Satira al Mimo si debba riferire. Il Padre Stef Giesuita uno ne compose con mirabile ingegno, per felicemente imitato gl’ Antichi senza modello, e con egante e gratiosa fauella Latina: il quale conti materie scolaresche et fu già rappresentato con gran applauso in Roma nel Collegio Romano per trattenimento di quei giouani. Nelle Farse francesi p la parte
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