Author: Doni, Giovanni Battista
Title: Dichiaratione del Cembalo Pentarmonico [Mistarmonico ante corr.] di cinque gradi per tuono; con cinque Tastature
Editor: Massimo Redaelli
Source: Florence, Biblioteca Marucelliana, MS A.295.6., f.<1r>-<13v>

[--] Dichiaratione del Cembalo Pentarmonico [Mistarmonico ante corr.] di cinque gradi per tuono; con cinque Tastature et due altre replicate Di Giouanni Battista Doni Hos ego uersiculos feci: tulit alter honorem Sic uos non uobis Sic uos non uobis Sic uos non uobis Sic uos non uobis [--] Nel 1640 prima di partir da Roma io feci stampare le mie Annotazioni sopra il Compendio de’ Generi e Modi della Msica ch’ io haueuo dato alle stampe nella mdesima città quattro anni prima. Fra l’ atre cose assai notabili e nuoue recate da m in dette Annotazioni ui si uede la precedete figura: la quale altro non è ch’ un breue disegno d’ una Tastatura di cinqu ordini gradatamente collocati l’ uno sopra altro, con lo spartimento di cinque interua per tuono: per dimostrare breuemente come tota uia la moltiplicità di tasti e di corde usone che per l’ addietro si uedeua ne gli strumenti fatti fabricar’ prima dal Vitino, e poi dal Padre Stella a Napoli e da altri in altri luoghi [[perfettionar’ ]] si potesse [perfettionare add. supra lin.] tal sorte d’ Instrumenti riducendoli minor’ numero di corde, e maggior facilità di sonarli e d’ accordarli: doue in quest altri [[l’ intrigata]] la confusa et intrigata moltitudine delle uoci e di tante tastature spauenta ogni perito sonatore et accordatore e non senza un infinito tedio e perdita di tempo e con poco utile si può praticar [--] Ne mi curai di disegnare tutta la tastatura come altri hanno fatto: parendomi iò superfluo: ne meno ridurla ad una Ottaa: giache questo solo pretendeuano di mostrare; quante uoci entrauano ne luoghi de tuoni e quante de’ semituoni: per il quale effetto bastauano quei tre tasti soli: doue tra il D la sol. re et l’ E la, mi si uede lo scompartimento del tuono: e tra questo et F fa, ut del semituono. Ne mi allargai in questa materia in disegnare più minutamente la fabrica et uso della tastatura intera et di tutto l’ instrumento perche lo stimauo e lo stimo anche adesso di poca utilità et assai inferiore a’ nostri Diarmonici e Triarmonici uno dei quali è appunto di me qui in Firenze et altri si uedono e si praticano in Roma giornalmente: e tutti riescono di grandissima facilità et perfettione: per se poteruisi sonare da qualsiuoglia mediocre sonatore [[tutte le can]] non solo tutte le canzoni con parole e senza più acutamente o più grauemente come si uuole; ma anche quelle [famose add. in marg.] Armonie de gl’ antichi [[da]] Doria Frigia et cetera da noi restaurate et in qualche parte dimostrate al publico, con quei pochi saggi compositioni che a nostra instanza da diuersi peritissimi compositori sono state fatte<.> Nelle quali Armonie, come confessano tutti [--] quelli che l’ hanno ben’ conosciute e con nimo libero e disappassionato considerate consiste il più bello e uago della Mu Et la facilità di sonarle è tale che in una mezz’ hora se il sonatore non è priuo d’ ingegno e balordo affatto, può ageuolmente impossessarsene; e maneggiare tutto l’ inmento a suo piacere. Or a me è auueto come a quello scultore il quale sertosi d’ alcune figurine per modelletti di magiori opere di rilieuo e [[p]] poi gettatele [[s’ accorse che]] [finalmente furono corr. supra lin.] raccolte [[quelle]] da un al [[p]] artefice et industriosamente disposte in pca scena]] [da lui [[disposte]] collocate in corr. supra lin.] un tabernacolo [[e datoli il m]] [con darli corr. supra lin.] con occulte cordicelle [[et esporle]] [il moto et esporle corr. supra lin.] in pu; [[con questo trastullo]] s’ acquistò gran nome [con questo add. supra lin.] e si fè più conoscere ch’ il ualente scultore con la sua tauola di marmo con molto stud et arte lauorata ma tenuta in disparte e [[conosciuta]] [ueduta corr. supra lin.] da pochi Imperoche un Compositore facendo riflessione sopra quel poco disegno e scompartimento di uoci, e forse anche in quelle figure che seguono alla faccia del mio detto libro doue si uede il crcolamento che fanno quinti di tuono nel sa
  • re e scendere gradatamente, co’ suoi segni accidentali, [[f]] per accreditarsi tra i profesori fece fabricare un simile Instrumento [e fabricatose]] uantandolo poi finito che fo per il più perfetto [[et ce]] che mai si sia uedto: [- -] e dissimulando a bello studio, come e da chi n’ hauesse preso il modello et inuentione. Il che sia ora (e son’ più di tre anni che l’ Instrumento fu fatto) ho sopportato patientemente [[anzi lodatolo]] anzi lodato et l’ opera stessa e celebrato [celebratone ante corr.] l’ autore in tutte l’ occasioni che n’ ho hauuto etiamdio con persone grandi e che poteuano beneficarlo: tacendo sempre d’ esserne stato io il primo inuentore: per giouarlo etiamdio con qualche mio discapito: et ciò molto uolentieri come Dio me ne può essere testimonio: che uede l’ interno de’ cuori parendomi al pari d’ ogn’ altro persona uirtuosa e da bene: e sperandone qualche aiuto, come da buon pratico et assai intelligente per lo stabilimento e restauratione di cose tanto importanti in questa facoltà resuscitate con le mie fatiche e sudori e massimamente la materie de’ Tuoni o diuerse Armonie con [[tanto]] [molto corr. supra lin.] studio ricercate ma poco felicemente da i primi professori di essa nel secolo passato. Ma finalmente accortomi che questa mia speranza era uana e che indarno sperauo d’ esser’ secondato questo mio pensiero da chi tiene nessuno o pochissimo conto di queste Armonie chiamandole semplici Trasportationi [trasportationi ante corr.], e similmente disprezza tutte l’ altre mie inuentioni come da i discorsi [--] hauuti seco [alla giornata add. supra lin.] finalmente ho conosci et essendomi parso molto strano [[ch’ eg]] l’ hauuermi detto in faccia di saper’ [[molt]] più musica egli dormendo che io suegliato, sime dopo la publicatione della mia ope latina De praestantia Musicae ueteris [[demostro anche nelle cose di pratica]] non ho pto come si dice stare più alle Mosse. Ma [[son]] risoltomi [risolto ante corr.] [[dunque]] conforme a quello ch n’ insegna la natura stessa et ogni legge Diuina et humana di ripetere nel giuditio d Mondo quello che giustamente è mio ; ho uoluto con questa breue scrittura [[di]] palesare a le ragioni che ui ho: senza [[romper]] eccede però i termini della modestia: [[la]] i quali tendo di conseruar sempre in ogni mia azione. Et ciò tanto più m’ è parso di doue fare che non ostante questi nostri dispare il buon compositore mi ricercò ch’ io gli fasi un’ Inscrizzione latina per esso suo Instrmento nella quale si dicesse che quello indarno gl’ altri sino ad hora haueuano tento [[egli]] [a lui corr. supra lin.] solo e’ l primo finalmente era rscito. So ch’ egli si coprirà con dire di non essesi mai uantato per il primo Inuentore della a di questo Instrumento sapendosi che [a add. supra lin.] Don Nicola Vicentino primieramente cadè in pensiero diuidere il tuono in cinque parti: ma si be essere stato lui il primo a diuiderlo e face [--] al migliore e più eccellente modo che si ra per poterui ritrouare tutte le consonanze e sonarui ogni cosa: cioè per dirla in poche parole la Teorica di questo Instrumento esser di Don Nicola: et sua la Pratica: et di me ne uerbum quidem. In questo dunque consiste tutto il negozio, il uedere a chi si deua più tosto attribuire la pratica o distributione di questo cembalo a lui o a me: il qual punto deciso resta finita la lite e terminato il negozio. Per maggior intelligenza del quale si deue sapere che Don Nicola Vicentino assai buon sonatore di tasti per quell’ età sotto la protezione del gran Cardinale Ippolito da Este singolar’ Mecenate de’ uirtuosi e letterati compose [[all]] alcune opere di Musica nelle quali per dirla liberamente si mostra non molto [[bon]] buon Teorico; onde non è marauiglia se il Zarlino e’ l Salinas [Z ante corr.] principali scrittori di musica di quel tempo non degnarono di nominarlo ne’ loro scritti benche in qualche luogo [[occorra]] faccino mentione de’ suoi trouati. Il medesimo fece fabricare un Cembalo a cui diede il nome d’ Archicembalo; come anche esso si fece chiamare l’ Archimusico nel quale con sei ordini di tasti gradatamente situati l’ uno sopra l’ altro, il tuono si trouaua spartito in cinque parti o diesi, non già eguali, come egli reputaua per la poca notizia [--] ch’ egli haueua del Canone e delle proponi ma alquanto diseguali come il Salinas dottamente dimostra nel capitolo 28. libro <..> della sua Musica: e di necessità ui si riuano molti unisoni e corde superflue: poi tra il [[<.>]] C e’ l D uerbigratia che sono le du prime corde e tasti dell’ Instrumento et i ter del tuono non ui [[sa]] cadono in mezzo se non qutro corde et altrettanti interualli e consetemente altrettanti ordini di tastature [e non più add. supra lin.] ui si ueuuano aggiugnere di sopra. Il motiuo hebbe in fabricare questo Cembalo altro no fu che di poter trouare sonando sopra o uoce o corda tutte le consonanze: nel che credono alcuni che consista tutta l’ eccelleza della Musica. Altri poi come il Colonn col Padre Stella a Napoli non contenti di questo numero di tastature per poter non sol nell’ Accordo [[p]] participato ma anche n perfetto, praticare felicemente et ageuolm come si persuadeuano in ogni luogo [del Sistema add. supra lin.] tutte le dette consonanze, altre n’ aggiunro con molta confusione come diceuo per tti unisoni e uoci superflue; et con non minor difficoltà e tedioso perdimento di tempo nell’ atto dell’ accordare et sonare tal sorte d<'> Instrumenti. Poiche per praticare in essi l’ acc perfetto [[et]] uolendo che [[ogni]] [ciascuna corr. supra lin.] corda habbia la rispondenza d’ ogni consonanza sotto e sopr] nel Sistema di quattro ottaue [- -] ne meno bastano otto tastature con 232 [132 ante corr.] tasti: et per il participato cinque tastature con tasti sono sufficienti. La qual cosa hauendo io scoperto il primo [e diuulgata nel sopradetto luogo delle mie Annotazioni add. in marg.] non so come il prelibato Compositore possa pretendere d’ esserne egli il primo Inuentore e ch’ a lui solo sia riuscito quello che altri [[inuarno]] habbino tentato in uano auanti [[innanzi]] a lui. Dirà forse ch’ in detto luogo io accenno solo come si possa fabricare un Cembalo con sei uoci e cinque interualli per tuono con due tastature principali e non cinque come ne ha il suo: et io ui risponderò che l’ hauer’ parlato principalmente di due tastature principali è [[non di]] proceduto dall’ hauer conosciuto [dal conoscere ante corr.] che tale scompartimento è molto più utile e perfetto, che quello di cinque tastature simili quale è il suo: e perciò [[per mante]] [[osser]] uolendo osseruare quella breuità che sempre m’ è piaciuta non degnai di [[parlare]] [trattare corr. supra lin.] in detto luogo distintamente dello scompartimento [[o diui]] di cinque: poiche insin’ un fanciullo sarebbe potuto conoscere che per formare una tastatura di cinque ordini simili bastaua leuarne uno da quelli di Don Nicola. Et forse ch’ il suo libro [[non è stampato]] col disegno in ampia forma et autentica non è stampato e diuulgato per tutto? Vn esemplare tra gl’ altri si troua esposto a chi uuol uederlo nella publica libreria di Sant’ Agostino di Roma [--] Dirà forse che la sua Inuentione consiste hauer’ trouato il primo il uero ordine [delle uoci add. supra lin.] o il commodo per la pratica del sonare; non disponendole come altri hanno fatto continuamente dal graue all’ acuto doppo la tastara principale il secondo ordine più alto un qto di tuono; poi il terzo più alto due quinti e cosi gl’ altri di mano in mano: ma per l commodità [[di arriuar’ ]] di trouare con le dita [[d]] sonan la tastatura principale i diesi e b molli tutto nelle tastature susseguenti e più a d’ hauerle disposte con tal artifizio che dpo la [[Tast]] prima e principal Tastatura segue quella ch’ è distante o più acuta [[3]] [tre corr. supra lin.] quinti [quart ante corr.] di tuono [[(]] che constituisce i b molli [[)]], poi quella che è distante due quinti, che [[constis]] forma i diesi: poi la [[res]] lontana per un grado solo o per quinto di tuono: e finalmente in ultimo quea ch’ è più acuta quattro quinti: di modo che principale o prima è la più graue: l’ ulti la più acuta : et l’ altre di mezzo quanto più scendono tanto son più acute. Or qui batt il negozio e’ l punto principale della lite. mostrerò [[con testimonij in mano]] [chiaramente corr. supra lin.] che questo iste ordine e scompartimento l’ ha tolto di peso dal m libro che più ci resterà da dubitare che l’ Inuentione non sia sua, ma mia? Osserui dunque il perito lettore il ualore e proprietà de [--] aggiunti da me a ciascun tasto spezzato della precedente figura, e con qual ordine siano collocati, e trouerà che son quelli usati da i seguaci di Don Nicola; i quali m’ è parso poi più acconciamente portarsi segnar’ cosi [Doni, Dichiaratione del Cembalo Pentarmonico, 6r; text: i, 2, 3, 4. [signum]] e corrispondenti per l’ appunto nell’ ordine alle tastature del nostro uirtuoso Compositore. Se dunque e nel numero delle tastature e ell’ ordine non discorda punto il suo Instrumento dal mio, uorrei pur sapere che cosa habbia messo del suo? Non altro [[per certo]] [per uero corr. supra lin.] ch’ il disegno materiale e la misura de’ tasti e delle palette. Cosa per certo che per molto ch’ e’ u’ habbia affaticato, bisogna ch’ e’ confessi che da qualsiuoglia intendente Cembalaro poteua essere fatta: consistendo tutta l’ industria di tal lauoro nell’ assottigliamento delle palette et indirizzamento loro a luoghi de saltarelli, acciò capischino tutte in una sola schiera; e non s’ impedischino l’ una l’ altra . Ecco dunque a che si riduce [riduca ante corr.] così [[nuoua e]] sottil maestria et si nuoua et marauigliosa Inuentione; che fa cotanto strepito; e milita principalmente contro l’ uso e’ l creduto de’ nostri Cembali Diarmonici e Triarmonici. I quali quanto siano più eccellenti utili e facili del suo [di quello ante corr.] poco appresso si uedrà doppo [--] ch’ hauremo breuemente dimostrato le perfettioni di quello non per maleuolenza desiderio di screditarlo; ma per restituir al nostro quella riputazione e stima ch ingiustamente procura di toglierli e per disinganno di quelli che troppo facil si lasciano persuadere: che in questo genere niuno cosa più perfetta et eccellente posa trouarsi. La prima imperfettione conste nell’ uniformità de tasti e tastature quanto alla forma, colore e l’ resto; la le non lasciando discernere i siti de’ tuoni et de’ semituoni reca grandissima difficoltà al Sonatore: onde non è marauiglia se egli et un suo scolare solamente lo suonino e g’ altri per la detta difficoltà non uoglino mentaruisi et lo tenghino quasi del tutto impraticabile. La seconda nasc dall’ hauer’ tutte le tastature fuor’ che la prima i tasti troppo lontani l’ uno dall’ altro a segno che non ui si possono praticare le Sonate ueloci come si fa da tasto [basso ante corr.]: la qual commodità a giuditio mio non douea essere tralasciata; massime essendoui le tastature nel restante in tutto simili alla principale: consistendo il maggior utile che si possa cauare da tal Instrumento in poterui sonare per commodità delle Voci più alto e più basso. La terza et la maggiore [--] è il non trouarsi con le dita innanzi, diesi e b molli; eccetto che sonandosi nella rima e principal tastatura: poiche dalla [et dalla terza add. supra lin.] s’ arriuono solo i diesi: dalla quarta solamete i b molli dalla quarta e dalla quinta ne gl’ uni ne gl’ altri. È ben uero che con ritorcere le dita indietro cioè toccando le oci principali e fondamentali d’ una soata in [[qualche]] [alcuna corr. supra lin.] tastatura più alta et le ccidentali in quelle da basso s’ arriua n qualche modo a questi e quelli; ma ciò non riesce senza molto scommodo; et anche con sconcia maniera di formar le dita, quando per toccar [[qualche]] [alcun corr. supra lin.] diesi o b molle con le dita di mezzo (come più frequentemente si suol fare) in uece di spingerle innanzi si ritorcono indietro. Ma perche alcuno non creda che queste difficoltà siano insuperabili e uadin dicendo ch’ è poca fatica il riprendere [[l’ opere]] le cose d’ altri; ma in [[operar’ meglio]] far’ meglio consiste il punto; [[qui]] qui uoglio recar il Disegno d’ una Tastatura nella quale sfuggendosi tutti li sopradetti inconuenienti per conseguenza [[dee]] [deue corr. supra lin.] giudicarsi molto migliore e più perfetta della sua: il che facendo resterà euidente che chi ha saputo formar questa ben’ poteua ridur’ quella all’ ultimo punto se hauesse giudicato che saluasse il pregio, già che la stampa rende [assai chiara add. supra lin.] testimonianza, [--] che le due principali e più impoti cose di essa sono state [[di]] ritrouate et digate da me: cioè il numero de’ tasti e delle ci senza l’ uso de gl’ unisoni et l’ ordine le tastature Disegno d’ una ottaua distesa del sopradetto Cembalo [[Mistarmo]] Questa figura rappresenta tutt’ [tutta ante corr.] una Oua del Cembalo da noi inuentato et per le dette cause non prima d’ hora publica dalla quale ageuolmente si può conoscere l’ orine e dispositione di tutto il resto: [Secondo il detto uolgare De Octauis idem non dicitur add. in marg.] come da q poco di schizzo, senza hauerlo messo in [[prosper]] ppettiua, può qualunque persona comprendere: essendo assai euidente che ciascuna tastatura eguaente s’ inalza sopra la sua prossima inferiore, con quell’ altezza che si [[uede] [pratica corr. supra lin.] negl’ altri simili Instrumenti. Le cinque prime tastature sono le principali: l’ altre due accidenta
  • e replicate solamente: per commodità di trouare i diesi e b molli sonando nelle p alte come succede nelle p basse: poiche in questo nostro Instrumento con ordine non interrot ma continuato si trouano detti diesi e b molli pre con le dita innanzi e nelle più alte tasture [--] in questa maniera. Sonandosi in qual s’ è l’ una delle prime quattro, sempre si trapassa la prossima, perche non ha corrispondenza alcuna Harmonica con le uoci di sotto, cioè della tastatura doue si suona, e nella terza si trouano i diesi per tutto come nella quarta i b molli. Si che sonandosi nella seconda i tasti della terza non si toccano mai: ma i diesi si trouano nella quarta et i b molli nella quinta. Et cosi segue sonandosi nella terza e nella quarta. Ma occorrendo di sonare nella quinta (ch’ è l’ ultima delle principali) nella contigua, cioè la sesta si trouano i diesi e nella settima et ultima i b molli<.> Et in questa maniera con ordine continuato e bellissimo tutte le uoci necessarie in qualunque dispositione ageuolmenti se trouano senza ritorcere le dita indietro e con quello stento e fatica che si proua in quel del Compositore. [[Ma per dino]] In questo dunque consiste l’ uso di quelle due Tastature replicate ch’ essendo incollati i loro tasti nelle medesime palette che alzano i tasti della prima et seconda principali, toccandosi quelle le medesime corde risuonano et accidentalmente d’ abbassano anche i tasti delle due [--] inferiori senza alcun disordine o inconueniente: et però qui si sono figurati corrdenti per dritta linea come uanno in pra i tasti della sesta con quei della seconda et quelli della settima con quelli della za. [aggiuntiui anco i medesimi segni per maggior chiarezza add. in marg.] E perche alcuno non dubiti che [[si]] non si possa facilmente arriuare con le dita sin’ alla quarta tastatura, habbiamo qui segnato [i tasti add. supra lin.] a più presso della grandezza ch richiedono acciò se ad alcuno uenisse uo di farne la proua dalla figura istessa nendoui le dita sopra possa conoscere c ageuolmente in tutte le cinque si può sona e arriuare doue bisogna. Anzi per maggior’ facilità e risparmio di sito si può la fron de’ tasti accomodare in guisa ch’ il loro agolo sporti alquanto in fuora ; come si fa nelle scale strette di sito et anticamente faceua ne’ gradi dell’ Amfiteatro acciò le gambe e piedi di quelli che sedeua di sopra non incommodassero i sedenti sotto: et perciò diceuansi cunei dalla somglianza della figura che da basso si isegna [disegne ante corr.], come altroue ho discorso. Il qual uataggio o risparmio di sito in questo nost Instrumento è tanto più commodo e conueneuole che nell’ atto del sonare si tiene la [--] mano in modo che stando ferma la giuntu di essa, nell’ alzare et abbassare le dita si descriue un segmento di circolo orrispondente a quel poco di ritiramento n dentro che noi supponghiamo nella fronte de’ tasti. Resta che noi rendiamo ragione [[di perche habbiamo]] [d’ hauer prima corr. supra lin.] disegnato i tasti contigui l’ uno all’ altro e non separati con mediocre distanza come ha fatto il Compositore ne’ suoi delle quattro Tastature di sopra: acciò anche in questo si ueda quanto più perfetta sia la nostra fabrica facendosi hoggi tanto conto tra i Musici e Sonatori di poter cantare e sonare l’ istessa modulatione più acuta si uuole, per il qual effetto ho sentito far’ grande stima in Roma d’ un Cembalo di Iacopo Ramerini Fiorentino doue questa differenza si sente di semituono in semituon per un ditono almeno; non so uedere perche il nostro Compositore habbia uoluto escludere questa commodità nel suo quando uorrà suonare compositioni di tempi ueloci di Crome e di Semicrome, le quali se ha dire il uero non si possono praticare francamente se non doue son contigui i tasti. Tali dunque habbiamo uoluto i nostri, considerando che per ciò praticare si possono [--] mantenere i tasti lontani tra loro all’ ordinario: e far le loro tanto più larghe che quasi si tocchino come qui s uede [signum] [Doni, Dichiaratione del Cembalo Pentarmonico, 9v] In questo ancora [[habbiamo più]] si rende più perfetto il nostro che doue n suo senza ricercarlo prima non si può trore qual sia questa e quella uoce e trote che siano ageuolmente anche si scabino per la totale loro uniformità in quto nostro con contrassegnar’ solamente una uce per ottaua si prouuede a quest’ Inconniente. Per ciò fare habbiamo eletto A la, mi, re non tanto per essere l’ Initiale, Fnale Mezzana dell’ antico Sistema o Scla musicale, quanto per parer ei ueramente la più conueneuole e propria per questo uffizio: [[essendo questa sol]] [entrando corr. supra lin.] tutte l’ altr ne’ Tetracordi come lor’ parti integran e questa sola restandone esclusa: alm nel Sistema Disgiunto (ch’ e il più dinario) cioè secondo i moderni quando procede per b quadro. [[Si]] Parmi dunque a proposito d’ incollare un poco di legnetto d’ eno a trauerso di ciascun tratto di detta uoce A la mi re, in tutte le tastature et ottaue nell’ intima parte di detti tasti alquanto leuati acciò non solo si discernino con l’ chio [--] per il campeggiare che fa il nero tra gl’ altri colori, ma anco le dita stesse al buio facilmente si ritrouino. Ne si creda alcuno che due tasti tramezzati non si possono incollare ad una istessa paletta e muouersi insieme, poiche se torneranno nella medesima dirittura, come qui si uedono figurati, per esempio il terzo tasto della prima tastatura (c, sol fa, ut) et il secondo della quarta (b mi) non ha dubbio che possono seruire (et è cosa prouata) ad un’ istessa corda e paletta, e formare la medesima uoce. Ma non fà se non bene per intelligenza de più Idioti e chiarezza maggiore additare un poco più distintamente quali siano questi tasti unisoni e perche s’ adoprino. [[Con due facilissimi segni gl’ habbiamo]] Vnisoni e che insieme si muouono son’ quelli che [[ho]] si uedono notati col medesimo segno o d’ una lineetta a trauerso o di due che c’ è parsa la più semplice e spedita maniera di contrassegnarli. Et tali uengono anche drittamente a riscontro. Et perche tutti i tasti della sesta come dissi di sopra sono unisoni et insieme si muouono con quei della seconda et quelli dell’ ultima con quei della terza [--] quindi auuiene che alcuni siano troncati: uerbigratia il c, sol, fa, ut seda; è l’ istesso non solo col c sol, fa ut de sesta, ma col [sqb] mi della quarta. Ma segni rendono la cosa tanto chiara che occorre perderci più parole. Osserui ben il Curioso Lettore che in uece di replica nel sesto luogo la prima Tastatura u’ habbiamo posto la seconda, poiche quella sarebbe stata del tutto inutile, non hauendo connessione Armonica con la quinta [sua add. supra lin.] prsima inferiore, e [[sta]] sarebbe stato di gno tuttauia aggiungerne un’ altra e con otto non acquistar nulla di più che con sette. Questi unisoni poi son’ necessari per questa cagione Da A la mi re dell prima Tastatura a C sol fa ut ui corron otto particelle o quinti di tuono: percioche que ne ha il tuono dall’ A al [sqb], et tre il semituono maggiore dal [sqb] al C. Or considriamo il [sqb] mi della quarta Tastatura paragoniamolo col predetto C della prima Tastatura [[suo unisono e corrispondente]] [accio add. in marg.] [[perche]] si ueda [[perche onde gli]] sia unsono e corrispondente. Essendo detta uoce [sqb] più acuta cinque particelle dell’ A sua uici e questa più acuta tre particelle dell’ A la mi re della prima Tastatura: dunque accoppiando [--] insieme quelle distanza l’ istesso [sqb] ella quarta sarà più acuto dell’ A della rima otto particelle, quanto appunto suponemmo nel principio esser’ più acuta o alta i detta uoce o tasto A della prima Tastatura, la uoce o tasto C: e per conseguenza detto [sqb] della uarta e’ l C della prima sono unisone. Et istessa regola procede ne gl’ altri unisoni che in tutto sono [[d]] quattro coppie per ottaua <(c>ome nella figura mostrano i segni) due C C con due [sqb], [sqb]. et due F, F con due E, E. Il che nasce dall’ interpositione de’ semituoni, fra i tuoni che se l’ Armonie si componessero di oli tuoni non seguirebbe: ma ogni tasto farebbe il suo ufficio da se. Resta che per giouamento uniuersale (cioè anche de meno intendenti; perche a i periti Teorici queste cose sono superflue) noi dichiariamo i segni di queste uoci spartite; il modo d’ intauolare le musiche accomodate a questo Instrumento et la maniera d’ accordarlo. Il che tanto più c’ ingegneremo di farlo conforme al nostro instituto di non celar cosa alcuna di quel poco che sappiamo. quanto ch’ il nostro uirtuoso Compositore par che per il contrario tenga occulte appresso di se come qualche gran’ segreto queste notizie Primieramente supponghiamo ch’ il migliore e più semplice modo di contrassegnare le quattro Ottaue [--] sia quello ch’ altroue habbiamo mostrat notanto la prima (da basso) con le Maiusc [[ag] soprapporre a ciascuna lettera il segn dell’ accento graue: alla seconda porui soloe maiuscole senza accento: alla terza le maiuscole parimente senza accento: e alla quarta le minuscole similmente m c l’ accento acuto et l’ ultima uoce ch’ è il to uigesimo nono termine della quarta e principio della quinta differentiam con l’ accento acuto doppio. Secondariamente per contrassegnare questi gradi dello spartito in quinti di tuono (che [[i Greci d]] latinamen si direbbono con uocabolo accattato da’ Greci Pentemoria) eleggiamo come più semplici et uniformi i segni posti qui in margine [Doni, Dichiaratione del Cembalo Pentarmonico, 11v; text: i, 2, 3, 4) il pmo de quali dinota la uoce alzata per un qto di tono: il secondo due quinti (che uolgar si [[segn]] nota col segno detto impropriamente #) il terzo tre (che corrisponde al b moll et il quarto finalmente quattro: che comune non s’ usa come ne anche [[perche]] il primo per non ha corrispondenza harmonica con le uoci del Tu o Armonia fondamentale uerbigratia della prima Tastatura: le quali uoci si direbbono Gci Ecmele. Quanto a i segni usati dal Vicentino dal Colonna e dal Padre Stella, l’ uno di essi non piace per moltiplicar troppo in lor [--] mescolare i diesi co’ b molli: benche e ne seruissimo già ancor noi per esser’ eglio intesi senza allungare il discorso e quel poco di schizzo del Cembalo Pentarmonico. Le Tastature mi par che acconciaente si possino differentiare usando le me esime chiaui che comunemente s’ adopra [con add. supra lin.] sottoporre a ciascuna la cifra dell’ uno, el due sino, al cinque per dimostrare [[so]] in al delle cinque Tastature principali s’ haerà da sonare o posar’ la mano. Il che all’ altre due replicate non occorrerà fare, ià che non s’ adoprano se non per stenderui qualche dito sonandosi nell’ altre di sotto: e sopra l’ istesse chiaui si potranno porre i segni accidentali dello Spartimento dalla prima in poi: come qui si uede e rispettiuamente [s’ intende in tutte le chiaui add. in marg.] [Doni, Dichiaratione del Cembalo Pentarmonico, 12r; text: 1, 2, 3, 4, 5] Et cosi nell’ intauolare le compositioni o segninsi ome si sogliono le sonate del Cembalo et organo con due ordini di righe per la destra e per la sinistra mano; o con più come le Spartiture de Concenti quando occorrerà di fare un’ Vscita e trapassare da una Tastatura ad un’ altra, basterà ripetere l’ istessa [chiau ante corr.] chiaue [co ante corr.] con l’ aggiunta delle cifre, e de segni soprapposti. Ne si deue tacere per utilità di chi uorrà comporre in quest’ Instrumento la corrispondenza [--] o unisonanza [[delle uoci o più tosto]] de ta che collocati in ordini e Tastature diue [[e diuersamente chiamati]] rendono l’ istessa facendo sonare una medesima corda, con tut [qui e la add. in marg.] faccino diuerso uffizio [[e son di]] e siano di sbolo differentiati. Per esempio l’ A la mi del quarto ordine, serue anco per il B fa (detto da gl’ antichi Trite Synemmenon) del pr Et in questa maniera occorrendo al Compositore seruirsi di detta uoce [[e similmente al Sonato di riceuerla ued sapere]] quando bene di rica sia del tutto digiuno [[ageuolmente]] non igno il suo sito e ualore et il Sonatore similtrà ageuolmente ritrouarla benche diuersamente la uegga contrassegnata. [signum] Nella sottoposta figu dunque si sono notate le uoci di tre Tastature per tutta un’ ottaua: della prima che si suppo la principale dell’ altre: d terza; che tra l’ altre uoci contiene le die della prima: cioè serue (per essere più inteso Prattici) a trouar le uoci che formano le conson maggiori: et la quarta che serue per i b molli parimente della prima, et le consonanze nori. Nella prima le [[note]] uoci notate con la b sono le otto naturali e [[fondament]] pure del Tuono e corrispondono a’ Tasti [[dell’ uno e]] del medesimo ordine: le semibreui rappresenno le uoci accidentali (gl’ antichi le chiamuano Metaboliche et Enarmonie) che si trouano nelle Tastature superiori, e perciò son p a [--] drittura di quelle. Puossi anco [[notare]] [osseruare corr. supra lin.] che le oci diesate [[(della prima Tastatura)]] della prima Tastatura nella terza hanno l’ istesso nome, cioè corrispondono alla medesima corda; ma non cosi le b ollate: per esempio il C sol fa ut diesato della prima è un C sol fa ut naturale della terza a il b fa della prima in quella è un A la mi re. Et questo anco succede nell’ ordinarie intauolature accomodate ad una sola tastatura : perche [le uoci alzate col add. supra lin.] diesi come più uicini e disposti per [[il]] [un add. supra lin.] semituono minore si segnano nell’ istessa corda [Et i b molli come più lontani un semituono maggiore nella prossi]] et quelle che ascendono col b molle come lontane un semituono maggiore nella prossima superiore. Or uolendo trouare quest’ istessa corrispondenza negl’ altri ordini di sopra: per esempio uolendo alcuni sonare e seruirsi della seconda Tastatura come principale e fondamentale de’ suoi concenti quest’ istessa figura gli può seruire uariando solo i segni e cifre aggiunte alle chiaui: perche in luogo della terza ci tornerà la quarta et in [[luogo]] [uece corr. supra lin.] di questa la quinta. Quanto al modo d’ Accordare quest’ instrumento accordata che sia la prima Tastatura per non hauer’ la prossima corrispondenza Armonica con essa; la più spedita uia mi par questa: trapassando alla terza, accordare l’ F fa ut in quinta con la participatione sopra al [sqb] mi della prima; e continuare l’ accordo dell’ altre di detta terza Tastatura. Ciò fatto dal [sqb] mi di questa accordar’ similmente l’ F fa ut della quinta et cetera. [--] Fatto questo bisogna mutare come si dice registro poiche per accordare la seconda, toccando simente il [sqb] mi della quinta accorderai l’ a mi re della sesta (ch’ è la medesima) parimente quinta: poiche essendo di uoce un semituono nore o due quinti di tuono più acuta dell’ F ut suddetto (della quinta tastatura) conseguen si può pigliare per il suo diesi, che fa quin sopra il [sqb] mi. Accordata detta uoce s’ accordera l’ altre ponendo le dita doue uorrai o nella seconda o nella sesta, [[et]] già che [[è l’ istesso]] [sono una cosa medesima corr. supra lin.]. Della seconda non ne parlo poiche non differisce dalla terza. Resci ad accordare la mezzana o quarta: il che farà mediante l’ istessa corde [corda ante corr.] [[sqb] mi et add. supra lin.] F fa ut della p [[ma]] cioè con la quinta sotto non sopra.; accordando sotto essa l’ A la mi r del quarto ordine unisono al b fa del primo e l’ altre di mano in mano. La qual maniera accordo si come è la più facile e spedita, come anche ci dimostra quanto conueneuolmente si conci e si termini il Sistema di questo Instrumento la corda A la mi re, [[già]] [essendo corr. supra lin.] che due uolte occorre di uirsene per l’ uffizio che fa del [sqb] mi e de b fa c sono per cosi dire le più misteriose corde dell’ Armonia o Sistema musicale; per la relatione che una ha co’ diesi e l’ altra co’ b molli
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