Author: Doni, Giovanni Battista
Title: Sopra il Violino Diarmonico
Editor: Massimo Redaelli
Source: Firenze, Biblioteca Marucelliana, MS A.295.7., f.<1r>-<5r>
[--] Sopra il Violino Diarmonico Per compimento di questo Discorso resta ch’ io dichiari un’ altra sorte d’ instrumento che per eccellenza può concertarsi col sopradetto Violone Panarmonico; et dal quale merauigliosa perfettione può riceuerne la Musica: Questo è il Violino Diarmonico: di poca manifattura ueramente, ma di molta vtlità et ageuolezza in praticarlo: poiche con poca alterazione sarà capace di grandissima uarietà d’ armonia, et potrà accompagnarsi non solo co’ l detto Violone, et co' Cembali Diarmonici, et Triarmonici: mà anco colle nostre Viole Diarmoniche, et con altre sorti d’ instrumenti, che alla giornata si metteranno in vso: mà perche questi sei Tuoni Hypolydio, Dorio, Iastio, Frigio, Eolio Lidio possono bastare per ogni cosa; o pure sette, con l’ aggiunta del Missolidio (non essendo molto à proposito per le voci gl’ altri troppo acuti, ò troppo graui) trè diuersi uiolini potranno commodamente seruire, mentre habbino sei corde ciascuno, diuise in due sistemi (perche si possono accoppiare due à due) ponendoui massimamente quelli distanti tra loro per il semitono maggiore; i quali mezzanamente si comunicano insieme, cioè più di quelli [--] che sono remoti per il semituono minore; come l’ Iastio e’ l Frigio (i quali, per non hauere alcuna corda comune, poco sono atti all’ vscite scambieuoli dall’ uno nell’ altro) et meno di quelli che s’ allontanano per un' tuono, come il Dorio, e’ l Frigio; che di sette corde ne hanno trè comuni, et si possono con qualche studio sonare in un’ istesso sistema. L’ accordo si potrà fare all’ ordinario di quinte per tutto, per non restringere troppo i sistemi; acciò commodamente si possa sonare in ciascuno una decimaterza almeno; et arriuare, cosi piacendo, sino ad una decimaquinta. Et in questo modo anco caderanno le voci principali di ciascuno nelle corde a voto; et perciò porremo la prima del Dorio per essempio, nella Chiaue D. la, sol. re. La seconda in A la mi, re: et la terza in E. la, mi; perche se accordassimo le due prime all’ E, et al [sqb], s’ incontrerebbe la terza in F fa ut, col diesi, voce straniera. Nel primo dunque collocheremo il Dorio con l’ Iastio: il quale si potrà applicare alla musica quieta, et ordinaria; et perciò di grandezza, et di tensioni di corde non douerà allontanarsi dalla maniera consueta. Il secondo conterrà l’ Armonia [--] Frigia, et l’ Eolia; et perche hauerà relatione alla Musica spiritosa, et allegra si potrà eleggere di forma alquanto più corta dell’ ordinario; et porui le corde un poco grossette; acciò diuenghino alquanto più del solito tese. Nel terzo si potranno unire, non con distanza di semituono; mà di quarta l’ Ipolidio, e’ l Lidio, hauendo riguardo alla amendue si potrebbono praticare in un medesimo. Questo si potrà eleggere di forma un poco grandetta, et con le corde alquanto meno tese del solito per applicarlo alla specie di Musica languida, et rimessa. Nel qual’ anco (et forse meglio) si potrebbono porre quattro corde al solito; praticando in un medesimo sistema amendue i detti Tuoni; ò pure con due sistemi similmente l’ Ipolidio con l’ Ipoeolio; benche siano tanto sproportionati tra loro d’ interualli, et di voci. Ma uolendo saluare la parità con gl’ altri per hauere sei Tuoni in trè Instrumenti si potrà unire insieme il Lidio col Missolidio nella maniera che segue. [Doni, Sopra il Violino Diarmonico, 2r; text: Dorio, Iastio, Frigio, Eolio, Lidio, Missolidio, a, b, c, d, e, f, g, [sqb]] [--] In queste figure conuien' notare alcune cose, per ben intenderli. Prima che dalla parte di fuori, ò verso l’ acuto, si sono posti i Sistemi più principali, et vsitati; hauendosi hauuto riguardo alla commodità del sonare: benche siano più graui de loro compagni. Secondo, che si come habbiamo cominciato il sistema Dorio in D. la, sol, re, et il [del ante corr. ] il Frigio nel C sol, fa, ut; cosi è stato conueneuole di cominciare quello del Lidio nel b fa; acciò mantenga la sua distanza di tuono dal Frigio; non seguendone da ciò inconueniente nessuno; per essere questa corda naturale nel Lidio et nell’ Ipolidio. Terzo che oltre li due Tuoni accomodati naturalmente in vn' medesimo Violino, due altri si possono sonare trasportati co' segni accidentali [--] cioè con li quattro diesi, verbi gratia nel sistema Dorio si può sonare il Frigio, et nell’ Iastio l’ Eolio. Siche con due Violini l’ uno di sei corde, et due Sistemi, l’ altro di quattro all’ ordinario, sei Tuoni, ò Armonie commodamente si potranno praticare. Quarto che tutte le corde si possono, et deuono porre equidistanti; ancorche nelle figure si metta alquanto maggiore spazio tra i due Sistemi. Per accordare poi ciascuno di loro, potremo seruirvi ò del Violone Panarmonico, ò del Cembalo Triarmonico; et per ricordarsi meglio della corrispondenza d’ uno con l’ altro, hauer in pronto le segueni tauole [Doni, Sopra il Violino Diarmonico, 3r; text: Ipolidio, Dorio, Iastio, Frigio, Eolio, Lidio, Missolidio] Nelle quali tutte le note che appariscono paralelle, s’ intendono anco essere vnisone. Màperche alcune voci non naturali, mà trasportate sono difficili da formare, massime nel Violino, che non hà i tasti: anzi perche ui si douerebbono paragonare solo le voci che rendono le corde à voto; et non potendosi [--] ciò fare ne' Tuoni poco comunicabili trà loro; per conseguenza dobbiamo fare capitale di quelli che hanno maggiore comunicatione: per essempio, messo che haueremo nel suo Tuono il Sistema Dorio; potremo aggiustare il Frigio accordando il C. sol, fa, ut, prima corda di questo in ottaua sotto l’ E la, mi, terza corda di quello (Dorio). Accordato il Frigio aggiusteremo similmente il Sistema Lidio, facendo ch’ il b fa, prima corda di questo corrisponda in ottaua sotto il D la, sol, re, terza corda di quello (Frigio) Il Missolidio poi potremo similmente aggiustare col Dorio; ponendo l’ E la, mi, seconda corda di quello, ò pure il [sqb] mi terza corda del medesimo in ottaua sopra il d. la, sol, re, prima corda, ò à la mi re seconda corda rispettiuamente di questo (Dorio) Accordati questi quattro Tuoni, facilissimamente potremo accordare l’ Eolio mediante il Missolidio; perche si seruono del medesimo Sistema; et non differiscono trà loro (assegnandoli però la medesima specie di diuisione; il che anticamente non si faceua) se non come gl’ otto Tuoni moderni ecclesiastici [--] e’ l modo sarà questo. Accorderemo la terza corda dell’ Eolio (a, la, mi, re) in ottaua sopra la prima del Missolidio (similmente a, la, mi, re) et cosi il Sistema Eolio si trouerà un' tuono più graue del Missolidio; et altrettanto ciascuna corda di quello con la sua corrispondente di questo. Finalmente potremo aggiustare l’ Iastio all’ Eolio; accordando il [sqb] mi terza corda di quello in ottaua sopra il g sol, re, ut, prima corda di questo. Et cosi con poca fatica gl’ haueremo accordati tutti. Mà perche nel Sistema Eolio si troua anco il Missolidio senza alcuna variatione, come s’ è detto, meglio sarà per mio consiglio, disporre il terzo Violino con quattro corde, et seruirsene per li [le ante corr.] due Modi, Ipolidio, et Lidio (senza curarsi della commodità che daua detto Tuono Missolidio di poter' accordare mediante esso il Sistema Eolio con le corde a uoto) ponendo la sua corda più graue il E la mi col b molle per saluare la distanza che deue hauere co’ l Dorio in questa forma [Doni, Sopra il Violino Diarmonico, 4r; text: Lidio, Ipolidio, c, f, b E, b] [--] et cosi senza alcuna mutatione si potrà prendere in esso il Tuono Lidio nella seconda corda una quinta più sù; ò uolendo saluare le giuste distanze, vna quarta sola, cominciando da a la mi re col b. molle nella medesima prima corda. Et in questa maniera con due Violini soli, l’ uno di sei corde, et due Sistemi, che contenga due Tuoni (il Dorio et l’ Iastio) nelle corde naturali; et altrettanti (il Frigio, et l’ Eolio) nelle trasportate; et l’ altro di quattro corde; che contenga nella prima [[et]] seconda, et terza naturalmente l’ Ipolidio, et nella seconda, terza, et quarta il Lidio trasportato, si potranno praticare quasi tutte le più belle, et importanti uarietà della Musica. Quanto all’ armare, ò mettere in corde detti Instrumenti et Sistemi bisogna auuertire alla distanza che hà un Tuono con [col ante corr.] l’ altro, ottaua con ottaua, e non uoce con voce. Per esempio se noi haueremo un Violino accordato al Corista di Roma (al quale noi aggiustiamo il Tuono Frigio) la cui prima èt più graue corda sia d, la, sol, re; se uorremo armarlo alla Doria, ricordiamoci che la sua prima uoce sia un' [--] E, la, mi, la quale se bene è un ditono sotto l’ E, la, mi, Frigia; tuttauia non mirereno à ciò, mà all’ essere detta voce unisona col c, sol, fa ut Frigio; et per conseguenza un’ tuono solo più graue di detta corda d. la sol re. et questa però sarà la distanza che hauerà la uoce prima, et initiale, cioè la più grossa corda del Sistema Dorio, in risguardo del Frigio: che per conseguenza riuscirà più sottile che se si pigliasse un ditono, ò terza maggiore sotto, quanto è dall’ E la mi Dorio, all’ E la mi Frigio: et l’ istesso rispettiuamente s’ hà da intendere de gl’ altri. Di modo che l’ accrescimento (quanto alla bassezza ò grauità) che fà il Sistema Dorio sotto il Frigio è d’ un Tuono intiero. dell’ Iastio sotto il medesimo di mezzo tuono, et dell’ Ipolidio finalmente un tuono et mezzo. Il quale accrescimento conuiene poi scompartire trà l’ ingrossamento delle corde da una parte, e l’ allungamento dall’ altra: come s’ accennò di sopra et come si discorre nel Compendio intorno alle canne dell’ organo. Quanto al modo d’ adoperare nelle scene, et Theatri quest’ Instrumenti, è chiaro che per praticare [--] tutti i detti Tuoni un’ solo sonatore non basta: perche le mutationi, ò Vscite non danno tempo di potere cambiare Instrumento: ma due ve ne uogliono, et saranno sufficienti per ogni cosa; a segno che, se si misureranno i tempi delle modulationi, ò s’ osserueranno le parole che si cantano, et si terranno cosi la destra, come la sinistra mano pronte, con quella celerità istessa si potranno fare le mutationi che si fà da un' solo Sonatore in un' Cembalo Diarmonico, ò Triarmonico.
Title: Sopra il Violino Diarmonico
Editor: Massimo Redaelli
Source: Firenze, Biblioteca Marucelliana, MS A.295.7., f.<1r>-<5r>
[--] Sopra il Violino Diarmonico Per compimento di questo Discorso resta ch’ io dichiari un’ altra sorte d’ instrumento che per eccellenza può concertarsi col sopradetto Violone Panarmonico; et dal quale merauigliosa perfettione può riceuerne la Musica: Questo è il Violino Diarmonico: di poca manifattura ueramente, ma di molta vtlità et ageuolezza in praticarlo: poiche con poca alterazione sarà capace di grandissima uarietà d’ armonia, et potrà accompagnarsi non solo co’ l detto Violone, et co' Cembali Diarmonici, et Triarmonici: mà anco colle nostre Viole Diarmoniche, et con altre sorti d’ instrumenti, che alla giornata si metteranno in vso: mà perche questi sei Tuoni Hypolydio, Dorio, Iastio, Frigio, Eolio Lidio possono bastare per ogni cosa; o pure sette, con l’ aggiunta del Missolidio (non essendo molto à proposito per le voci gl’ altri troppo acuti, ò troppo graui) trè diuersi uiolini potranno commodamente seruire, mentre habbino sei corde ciascuno, diuise in due sistemi (perche si possono accoppiare due à due) ponendoui massimamente quelli distanti tra loro per il semitono maggiore; i quali mezzanamente si comunicano insieme, cioè più di quelli [--] che sono remoti per il semituono minore; come l’ Iastio e’ l Frigio (i quali, per non hauere alcuna corda comune, poco sono atti all’ vscite scambieuoli dall’ uno nell’ altro) et meno di quelli che s’ allontanano per un' tuono, come il Dorio, e’ l Frigio; che di sette corde ne hanno trè comuni, et si possono con qualche studio sonare in un’ istesso sistema. L’ accordo si potrà fare all’ ordinario di quinte per tutto, per non restringere troppo i sistemi; acciò commodamente si possa sonare in ciascuno una decimaterza almeno; et arriuare, cosi piacendo, sino ad una decimaquinta. Et in questo modo anco caderanno le voci principali di ciascuno nelle corde a voto; et perciò porremo la prima del Dorio per essempio, nella Chiaue D. la, sol. re. La seconda in A la mi, re: et la terza in E. la, mi; perche se accordassimo le due prime all’ E, et al [sqb], s’ incontrerebbe la terza in F fa ut, col diesi, voce straniera. Nel primo dunque collocheremo il Dorio con l’ Iastio: il quale si potrà applicare alla musica quieta, et ordinaria; et perciò di grandezza, et di tensioni di corde non douerà allontanarsi dalla maniera consueta. Il secondo conterrà l’ Armonia [--] Frigia, et l’ Eolia; et perche hauerà relatione alla Musica spiritosa, et allegra si potrà eleggere di forma alquanto più corta dell’ ordinario; et porui le corde un poco grossette; acciò diuenghino alquanto più del solito tese. Nel terzo si potranno unire, non con distanza di semituono; mà di quarta l’ Ipolidio, e’ l Lidio, hauendo riguardo alla amendue si potrebbono praticare in un medesimo. Questo si potrà eleggere di forma un poco grandetta, et con le corde alquanto meno tese del solito per applicarlo alla specie di Musica languida, et rimessa. Nel qual’ anco (et forse meglio) si potrebbono porre quattro corde al solito; praticando in un medesimo sistema amendue i detti Tuoni; ò pure con due sistemi similmente l’ Ipolidio con l’ Ipoeolio; benche siano tanto sproportionati tra loro d’ interualli, et di voci. Ma uolendo saluare la parità con gl’ altri per hauere sei Tuoni in trè Instrumenti si potrà unire insieme il Lidio col Missolidio nella maniera che segue. [Doni, Sopra il Violino Diarmonico, 2r; text: Dorio, Iastio, Frigio, Eolio, Lidio, Missolidio, a, b, c, d, e, f, g, [sqb]] [--] In queste figure conuien' notare alcune cose, per ben intenderli. Prima che dalla parte di fuori, ò verso l’ acuto, si sono posti i Sistemi più principali, et vsitati; hauendosi hauuto riguardo alla commodità del sonare: benche siano più graui de loro compagni. Secondo, che si come habbiamo cominciato il sistema Dorio in D. la, sol, re, et il [del ante corr. ] il Frigio nel C sol, fa, ut; cosi è stato conueneuole di cominciare quello del Lidio nel b fa; acciò mantenga la sua distanza di tuono dal Frigio; non seguendone da ciò inconueniente nessuno; per essere questa corda naturale nel Lidio et nell’ Ipolidio. Terzo che oltre li due Tuoni accomodati naturalmente in vn' medesimo Violino, due altri si possono sonare trasportati co' segni accidentali [--] cioè con li quattro diesi, verbi gratia nel sistema Dorio si può sonare il Frigio, et nell’ Iastio l’ Eolio. Siche con due Violini l’ uno di sei corde, et due Sistemi, l’ altro di quattro all’ ordinario, sei Tuoni, ò Armonie commodamente si potranno praticare. Quarto che tutte le corde si possono, et deuono porre equidistanti; ancorche nelle figure si metta alquanto maggiore spazio tra i due Sistemi. Per accordare poi ciascuno di loro, potremo seruirvi ò del Violone Panarmonico, ò del Cembalo Triarmonico; et per ricordarsi meglio della corrispondenza d’ uno con l’ altro, hauer in pronto le segueni tauole [Doni, Sopra il Violino Diarmonico, 3r; text: Ipolidio, Dorio, Iastio, Frigio, Eolio, Lidio, Missolidio] Nelle quali tutte le note che appariscono paralelle, s’ intendono anco essere vnisone. Màperche alcune voci non naturali, mà trasportate sono difficili da formare, massime nel Violino, che non hà i tasti: anzi perche ui si douerebbono paragonare solo le voci che rendono le corde à voto; et non potendosi [--] ciò fare ne' Tuoni poco comunicabili trà loro; per conseguenza dobbiamo fare capitale di quelli che hanno maggiore comunicatione: per essempio, messo che haueremo nel suo Tuono il Sistema Dorio; potremo aggiustare il Frigio accordando il C. sol, fa, ut, prima corda di questo in ottaua sotto l’ E la, mi, terza corda di quello (Dorio). Accordato il Frigio aggiusteremo similmente il Sistema Lidio, facendo ch’ il b fa, prima corda di questo corrisponda in ottaua sotto il D la, sol, re, terza corda di quello (Frigio) Il Missolidio poi potremo similmente aggiustare col Dorio; ponendo l’ E la, mi, seconda corda di quello, ò pure il [sqb] mi terza corda del medesimo in ottaua sopra il d. la, sol, re, prima corda, ò à la mi re seconda corda rispettiuamente di questo (Dorio) Accordati questi quattro Tuoni, facilissimamente potremo accordare l’ Eolio mediante il Missolidio; perche si seruono del medesimo Sistema; et non differiscono trà loro (assegnandoli però la medesima specie di diuisione; il che anticamente non si faceua) se non come gl’ otto Tuoni moderni ecclesiastici [--] e’ l modo sarà questo. Accorderemo la terza corda dell’ Eolio (a, la, mi, re) in ottaua sopra la prima del Missolidio (similmente a, la, mi, re) et cosi il Sistema Eolio si trouerà un' tuono più graue del Missolidio; et altrettanto ciascuna corda di quello con la sua corrispondente di questo. Finalmente potremo aggiustare l’ Iastio all’ Eolio; accordando il [sqb] mi terza corda di quello in ottaua sopra il g sol, re, ut, prima corda di questo. Et cosi con poca fatica gl’ haueremo accordati tutti. Mà perche nel Sistema Eolio si troua anco il Missolidio senza alcuna variatione, come s’ è detto, meglio sarà per mio consiglio, disporre il terzo Violino con quattro corde, et seruirsene per li [le ante corr.] due Modi, Ipolidio, et Lidio (senza curarsi della commodità che daua detto Tuono Missolidio di poter' accordare mediante esso il Sistema Eolio con le corde a uoto) ponendo la sua corda più graue il E la mi col b molle per saluare la distanza che deue hauere co’ l Dorio in questa forma [Doni, Sopra il Violino Diarmonico, 4r; text: Lidio, Ipolidio, c, f, b E, b] [--] et cosi senza alcuna mutatione si potrà prendere in esso il Tuono Lidio nella seconda corda una quinta più sù; ò uolendo saluare le giuste distanze, vna quarta sola, cominciando da a la mi re col b. molle nella medesima prima corda. Et in questa maniera con due Violini soli, l’ uno di sei corde, et due Sistemi, che contenga due Tuoni (il Dorio et l’ Iastio) nelle corde naturali; et altrettanti (il Frigio, et l’ Eolio) nelle trasportate; et l’ altro di quattro corde; che contenga nella prima [[et]] seconda, et terza naturalmente l’ Ipolidio, et nella seconda, terza, et quarta il Lidio trasportato, si potranno praticare quasi tutte le più belle, et importanti uarietà della Musica. Quanto all’ armare, ò mettere in corde detti Instrumenti et Sistemi bisogna auuertire alla distanza che hà un Tuono con [col ante corr.] l’ altro, ottaua con ottaua, e non uoce con voce. Per esempio se noi haueremo un Violino accordato al Corista di Roma (al quale noi aggiustiamo il Tuono Frigio) la cui prima èt più graue corda sia d, la, sol, re; se uorremo armarlo alla Doria, ricordiamoci che la sua prima uoce sia un' [--] E, la, mi, la quale se bene è un ditono sotto l’ E, la, mi, Frigia; tuttauia non mirereno à ciò, mà all’ essere detta voce unisona col c, sol, fa ut Frigio; et per conseguenza un’ tuono solo più graue di detta corda d. la sol re. et questa però sarà la distanza che hauerà la uoce prima, et initiale, cioè la più grossa corda del Sistema Dorio, in risguardo del Frigio: che per conseguenza riuscirà più sottile che se si pigliasse un ditono, ò terza maggiore sotto, quanto è dall’ E la mi Dorio, all’ E la mi Frigio: et l’ istesso rispettiuamente s’ hà da intendere de gl’ altri. Di modo che l’ accrescimento (quanto alla bassezza ò grauità) che fà il Sistema Dorio sotto il Frigio è d’ un Tuono intiero. dell’ Iastio sotto il medesimo di mezzo tuono, et dell’ Ipolidio finalmente un tuono et mezzo. Il quale accrescimento conuiene poi scompartire trà l’ ingrossamento delle corde da una parte, e l’ allungamento dall’ altra: come s’ accennò di sopra et come si discorre nel Compendio intorno alle canne dell’ organo. Quanto al modo d’ adoperare nelle scene, et Theatri quest’ Instrumenti, è chiaro che per praticare [--] tutti i detti Tuoni un’ solo sonatore non basta: perche le mutationi, ò Vscite non danno tempo di potere cambiare Instrumento: ma due ve ne uogliono, et saranno sufficienti per ogni cosa; a segno che, se si misureranno i tempi delle modulationi, ò s’ osserueranno le parole che si cantano, et si terranno cosi la destra, come la sinistra mano pronte, con quella celerità istessa si potranno fare le mutationi che si fà da un' solo Sonatore in un' Cembalo Diarmonico, ò Triarmonico.
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