Author: Doni, Giovanni Battista Title: <Lettere>
Editor: Massimo Redaelli
Source: Florence, Biblioteca Marucelliana, MS A.289, f.<1r>-<27v> and f.<211r>-<211v>

[--] [Si deuono ueder bene in quaderni D. E. F. G. H perche uene sono delle non trascritte m.sec.] [--] A Monsieur Doni gentilhomme florentin chez Monseigneur Cardinal Barberin Reccomande à la courtoisie de Monsieur de Mariscot Par Laban [--] [Monsieur d’ Elce in marg.] Illustrissimo e Reuerendissimo Signor e Patron Colendissimo [3 in marg.] Quanto io ho stimato sempre la uirtù et i meriti singolarissimi di Vostra Signoria Illustrissima altrettanto ho desiderato incontrare qualche occasione di seruirla per testificarli questo mio deuoto e riuerente affetto uerso di lei. Non essendomi ciò succeduto sin' ora la mia debole o auuersa fortuna, [[tanto più deuo procurare di renderli quelli ossequij]] uoglio ingegnarmi almeno di renderli qualche tributo delle mie fatiche di studio in riconoscimento della padronanza che tiene sopra di me; acciò più uolontieri all' occorrenze m' honori de' suoi comandamenti come suo tributario e partial seruitore. Perciò l' inuio un' esemplare d' una mia opera Latina sopra l' Eccellenza dell' antica musica: e forse non [[do]] li dispiacerà per la qualità del soggetto curioso e trattato da pochi et assai leggieramente la quale se meriterà l' approuazione del suo perfetto giuditio [[assai bene]] stimerò [ben' add. supra lin.] impiegata la fatica è ci ho messo Et facendoli riuerenza prego Sua Divina Maestà a prosperarla di continuo Di Vostra Signoria Illustrissima Molto Illustre Signore Patron osseruandissimo [4 B in marg.] Doppo hauer reso tributo in Cotesta città a Monsignor Illustrissimo lor Vescovo con una mia opera appartenente all' antica Musica, ho voluto con un esemplare del istessa honorane ancor lei che possiede cosi eccellentemente la pratica di essa. E però uolontieri ne intenderei il suo giuditio: et [[uolentierissimo udire]] non minor gusto sentirei [--] ch' ella mi honorasse una uolta di compor' qualc cosa in questo nuouo un ritrouato stile dell' antic Armonie, come alcuni uirtuosi hanno fatto; tra gli altri ultimamente in Roma il Signor Gin' Angelo Capponi: essendo certo ch' ella parimente rsentirebbe gran gusto e sodisfazione. Bench prima di accingersi a questo loderei che con occas di venire a Firenze per qualch' altro suo negozio, osseruasse un poco il mio Cembalo Diarmonico. Doue ella mi trouerà sempre prontissimo a servirla come quello che ho riuerito sempre la sua uirtù. E Nostro Signore Dio la conserui Di Firenze et cetera Molto Reuerendo in Christo Patrone osseruandissimo [5 in marg.] Desiderauo sommamente al passaggio che Vostra Signoria ha fatto per quà di riuerirla presentialmente e seruirl in quel poco ch’hauessi potuto. Ma non hauendo hauuto tanta sorte per cagione della mia absenz e dimora in uilla, ho sostituito in quest’obbligo d’ossequiarla un mio figlio, che forse senza [sua add. supra lin.] saputa e uenuto ad accompagnarla in cotesto uiaggio d Roma. Parlo d’un nuouo parto del mio debole inggno, cioè d’un libro da me composto sopra l’eccellen della musica antica. Vn esemplare del quale dstinato per il Padre Kircher, prego Vostra Reuerenza a degnarsi d riceuerlo per suo: poiche ho inteso dal mio Agent in Roma che glie n’ha presentato un’altro. E prgando Sua Diuina Maestà a concedere a uostra Reuerenza lungo corso di uita per ornamento di questo secono et utilità della sua Santa chies gli bacio riuerentemente le mani et mi raccomando con tutti quelli di casa a’ suoi sacrificij et orationi Di Firenze Affezionatissimo Seruitore Giouanni Battista Doni [-<3r>-] [A Monsignor Rospigliosi add. m.sec.] [6 C in marg.] Illustrissimo e Reuerendissimo Signore e Patrone Colendissimo La poesia come [[ben sà]] [e ben noto a corr. supra lin.] Vostra Signoria Illustrissima e sorella della Musica: onde niuno può dubitare che questa non le sia grata, già che ognun’ sa, quanto eccellentemente ella maneggi la prima e per conseguenza non sia anche per approuare l’instituto di quelli che con le loro fatiche cercano d’illustrarla e ridurla a maggior perfettione con l’esempio de gl’antichi Ciò m’ha dato animo ad inuiarli l’aggiunto esemplare d’un mio libro sopra questa materia, acciò si degni di darli un’occhiata [[nell’ore]] in quell’ore ch’auanzano dalle sue [[più]] grauissime occupationi. Ho uoluto anche con questo picciol dono confermarli [[la sicurezza ch]] l’opinione che dee hauere dell’ossequiosa mia uolontà in riguardo dell’antica seruitù che professo seco la quale più uolentieri esserciterei anche in cose maggiori se la mia conditione [[mel concedesse]] mi concedesse questa buona sorte. Io scrissi già a Vostra Signoria Illustrissima più mesi sono per questo medesimo fine [[di rinfrescarle la memoria d]] et anche per pregarla che si degnasse procurarmi copia d’un fragmento Greco d’Aristosseno [peri tou melous] [cioè add. supra lin.] De cantu ch’è nella libreria dell’Escuriale ch’io desidererei di publicare con altre cose dell’istesso scrittore. E non sapendo se la lettera gli sia peruenuta. per ciò di nuouo la prego dell’istesso fauore assicurandola [[ch’io proccurerò che col benefizio delle stampe]] si come ciò non ridonderà in utile [non picciolo add. supra lin.] de gli studiosi cosi [[a lei]] sarà mio debito di far palese al [[po]] mondo chi ne sia stato l’autore. E facendoli riuerenza prego Sua Diuina Maestà ad esaltarla a quel grado, [[che]] ch’è douuto al suo merito et à lunghi seruigi prestati alla sede Apostolica. Di Firenze il dì 12 d’Agosto 1647 Di Vostra Signoria Illustrissima e Reuerendissima Monsignor Rospigliosi [--] [Al Signor Luca Olstenio add m.sec.] [7 D. in marg.] Molto Illustre e Reuerendissimo Signore Patron osseruandissimo L’operetta ch’io publicai ultimamente sopra l’eccellenza dell’antica musica a niuno è douuta con più giusto titolo che a lei si per l’eccellente sua eruditione e la grande stima ch’ella fa delle cose antiche [[si]] come per la seruitù ch’io le ho dedicata et la sincera amicizia che passa tra noi. Questi rispetti mi fanno sperare ch’ella sia per gustare d’una fatica che mi sono ingegnata [[con]] di condire con uaria e curiosa dottrina, mostrando insieme il florido stato di quegli antichi secoli e gradire insieme questa picciola dimostratione del perseuerante mio affetto uerso di lei la cui cortesia m’assicura poi ch’ella si degnerà di difendere cosi l’opera stessa come l’intentione ch’ho hauuto in publicarla. Onde non mi restando altro che pregarla ad honorarmi tal uolta de’ suoi comandamenti finisco con baciarli affettuosamente le mani e pregarli da Dio Signore nostro ogni prosperità più uera. Di Firenze il di 30 d’Agosto 1647 Di Vostra Signoria Molto Illustre e Reuerendissima Signor Olstenio [--] Monsieur [8 add. supra lin.] Mon Cousin Pour vous Refraischer la memoire de mes obligations et du seruice que ie uous ay nouè ie uous enuoye un liure que i’ay compose sur l’excellence de l’ancienne musique, par le moyen de Monseigneur le Vicelegat, uous suppliant de l’agreer pour la curiositè du subiect, quoy que le don de soy mesme soit fort petit. Il y a plusieurs semaines que ie uous respondis touchant l’achapte de cheuaux en cette uille. Depuis ce temps la ils sont uenus encores a un plus haute prix pur le [[pref]] preparatifs que font les Francois et Monsieur le Duc de Modene. C’est pourquoy ie croy que uous n’y songez plus. Toutes foix si en cela et en quelqu’autre occasion uous m’estimez capable de uous seruir ie uous prie de ne m’espargner point, uous asseuerant que ce sera un des plus grands contentements que puisse receuoir. Monsieur mon cousin [--] [9 in marg.] Monsieurs Je uous escris ces lignes pour accompagner un mieu liure que i’ay fraischement mis en lumiere sur l’excellence [excellence ante corr.] de l’ancienne musique; le quell ie uous enuoye par le moyen de Monsieur Haudè pur un petit tesmoignage [[du contri]] de l’estime que ie fay de uoz singuliers merites et de uostre bonne amitie la quell i’espere qu’il ne uous sera point disagreable, pur nouueautè et curiositè du subiect. Au reste ue uous prie de consigner entre les mains de Monsieur Haudè mon liure [[escrit a la main]] sur la Lyre Barberine, attendu que ie l’ay priè de m’en procurer l’edition: et en cas qu’on ne l’imprime point par dela, de me le renuoyer, [[ace que]] pur le mettre en lumiere par déça. Et si uous me iugez capable de uous pouoir rendre quelque seruice et pareillement a uoz amis ie [[m]] uous supplie de ne m’espargner point: croyants que ce sera un des plus grands honneurs et contentements que puisse receuoir Mossieurs Messieur du Puy [--] [Al Signor Giuseppe Persico add. m.sec.] [Signor Giuseppe Persico 10 E in marg.] Molto Illustre e Molto Reuerendo Signore Patron osseruandissimo L’affettuosa stima ch’ho fatto sempre della persona di Vostra Signoria per le sue ottime qualità e gentilezza di costumi mi sforza a tenerne sempre la memoria accesa, senza che ne il silenzio ne la [[alten]] distanza de’ luoghi habbiano forza di scemarla non che d’estinguerla. Perciò ho creduto d’essere in obbligo di far’ parte a Vostra Signoria tra i primi d’un opera ultimamente da me data alle stampe sopra l’eccellenza dell’antica musica, e composta doppo ch’io tornai da Roma si per eccitare i moderni a perfettionare questa facoltà con l’esempio de gl’antichi come per mia giustificatione [[in]] uerso quelli che forse non giudicauano che saluasse il pregio ch’io u’attendessi tra l’altre mie più serie occupazioni. Se [[et]] [l’intentione et corr. supra lin.] l’opera [[e l’intentione]] troueranno qualche credito nel [[giuditio di Vostra Signoria]] sottil giudizio di Vostra Signoria, mi consolerò doppiamente con l’hauer dato gusto ad un patrone et amico si caro et antico e con la speranza di [[douer]] darlo parimente a gl’altri uirtuosi che la leggeranno. Et ricordandomeli sempre pronto a’ suoi comandi prego Sua Diuina Maestà a [[con]] prosperarla di continuo. Di Firenze et cetera Di Vostra Signoria Molto Illustre e Molto Reuerenda Signor Giuseppe Persico. [--] [11. in marg.] Illustrissimo e Reuerendissimo Signor Patron Colendissimo La particolar osseruanza [e deuoto affetto add. supra lin.] ch’ho portato sempre alla persona di Vostra Signoria Illustrissima per le sue rarissime qualità mi sono un continuo stimolo a ricercare tutte l’occasioni di testificarli massime doppo un si lungo silentio et in tanta distanza di luoghi la [[perseuerante mia uolontà]] continuatione di questa mia ossequiosa uolontà uerso di lei. Quindi e ch’hauendo ultimamente dato alle stampe una mia opera circa l’eccellenza dell’antica musica per eccitare i uirtuosi a perfettionare questa facoltà col modello et esempio de gl’antichi; ho creduto di douerne far parte a Vostra Signoria Illustrissima, e d’inuiaglierne un’esemplare come tributo e frutto delle mie fatiche di studio. Spero che l’aggradirà se non per la qualità dell’opera almeno per la curiosità del soggetto e per l’intentione con che glielo mando. Et facendoli humilissima riuerenza prego Dio signore nostro che [la add. supra lin.] uoglia premiare in breue con quegl’honori che sono douuti alle sue uirtuti et a lunghi seruigi prestati alla Santa Sede. Di Firenze Di Vostra Signoria Illustrissima e Reuerendissima Monsignor Melzi [--] [12 in marg.] Illustrissimo e Reuerendissimo Signor Patron Colendissimo Non m’è mai uscito di memoria il debito che contrassi già con Vostra Signoria Illustrissima in Roma, quando per mezzo del Signor Giulio Mancini beata memoria hebbi fortuna di conoascere di persona come m’erano note prima per publica fama le sue [[rare eccellenti]] [rarissime corr. supra lin.] uirtù et particolarmente quella [[sua]] singolare gentilezza et humanità che cattiua gl’animi di tutti quelli [[con]] con che tratta. Onde hauendoli io allora [[offert]] dedicato la mia deuota seruitù; conobbi di douer’ anche seruirla con l’opere, quando la mia buona fortuna me n’hauesse somministrato qualche occasione. Ma ciò non essendo succeduto per mja disgrazia, o più tosto per la mia debolezza, tanto più mi sono ingegnato adesso di riuerirla e di riconoscerla per Patrone, ancorche tanto remoto da lei con questo nuouo parto del mio debole ingegno. Il quale per esser’ di materia curiosa e poco o niente trattata da altri spero che non gl’habbia ad essere diascaro. La supplico poi ad honorarmi di qualche suo commandamento per darmi materia d’essercitare quello che professo d’essere uerso di lei. E Nostro signore Dio l’accompagni sempre in ogni sua azzione e dia compimento a quel tanto che desiderato negozio della Pace uniuersale che in lei principalmente s’appoggia. Di Firenze Di Vostra Signoria Illustrissima e Reuerendissima Monsignor Ghisi [--] Eminentissimo e Reuerendissimo Ricordeuole delle molte cortesie usatemi da Vostra Eminenza mentre seruiuo costà il Sacro Collegio nella carica di Segretario [--] [13 F in marg.] Illustrissimi Signori Patroni Colendissimi [Ai Signori Accademici Filarmonici add. supra lin. m.sec.] La professione degli studij musicali [[congiunta con quell’erudizione e sottigliezza]] che si fa in cotesta [[nobilissima]] [uirtuosissima corr. supra lin.] Academia congiunta con quell’eruditione sottigliezzae amenità d’ingegno ch’è solita regnar sempre in cotesta nobilissima città, m’inuitano al presente a continuare nel mio instituto [[di fare]] di participare con le Signorie Vostre Illustrissime e sottoporre all’acquisito loro giuditio i miei componimenti sopra questa nobil facoltà. Però gli mando con la presente un esemplare d’un mio libro sopra l’Eccellenza dell’antica musica, credendo che tanto più gl’habbia ad esser’ grato quanto più è parziale dell’antichità che singolarmente [[risplende]] appresso loro risplende nella magnificenza di tante fabriche antiche. Resta ch’io habbia prouato concludentemente il mio intento: il che se parrà loro che sia succeduto, sarà parte della loro generosità di far’ [[mettere in]] praticare [pratica ante corr.] con l’autorità loro le cose più importanti che con le mie fatiche ridussi già in luce mentre mi trouauo in Roma [[e ne fe]] oue anco se ne diede qualche saggio in pratica. Il che si come non sarà difficile con l’aiuto di quell’opere che ui publicai et d’altre ch’ ho in procinto di mandar’ fuori, cosi [[l’a]] gl’assicuro che oltre al gusto che ne riceueranno ridonderà in lor gloria e di questo secolo. Et facendo loro la debita riuerenza prego Sua Diuina Maestà a dispensar largamente a tutti loro et a ciascuno in particolare le sue celesti gratie Di Firenze Delle Signorie Vostre Illustrissime Signori Academici Filarmonici Deuotissimo Seruitore Giouanni Battista Doni [--] [14 in marg.] Illustrissimo e Reuerendissimo Signor Patron Colendissimo Piglio occasione di riuerire Vostra Signoria Illustrissima con inuiarli come a mio singolar Patrone un poco di tributo della mia deuota et ossequiosa uolontà uerso di lei cioè questo nuouo parto de’ miei studij: il quale se nell’altre parti sarà di basso pregio, spero almeno che per esser’ di materia curiosa non gl’habbia ad essere discaro [[D]] Il Signor Antonio Negri mi fece un’ordine dell’ultimo termine di Marzo della pensione riseruatami sopra cotesta chiesa. Ma perche resto creditore di alcuni [altri add. supra lin.] termini non riscossi per le molte occupationi [occupatione ante corr.] negligenza: del mio Proccuratore in Roma. La supplico ad ordinare ch’io sia sodisfatto [anche del resto add. supra lin.] acciò io non [[resti]] [rimanga corr. supra lin.] defraudato senza mia colpa: et tanto più che forse l’ho [[guadagnata]] meritata al pari di qualsiuoglia altre con le mie [[lunghe]] molte fatiche, e lungo seruitio prestato alla Sede Apostolica. Fra tanto pregherò Sua Diuina Maestà che conceda a Vostra Signoria Illustrissima il compimento d’ogni suo desiderio Di Firenze Di Vostra Signoria Illustrissima e Reuerendissima Monsignor Vescouo di Cenedi [--] [15 G in marg.] Molto Illustre e Molto Reuerendo Signor mio osseruandisimo [Al Signor Nicolò Pinelli add. supra lin. m.sec.] Da poi che Vostra Signoria mi honorò del suo eruditissimo libro De Ludis Circensibus, poche nuoue ho udito di lei, benche per la singolare stima ch’io fo de’ suoi meriti più uolte ne ho domandato. Hor’ porgendomisi occasione di salutarla e rinfrescarli la memoria de gl’obblighi che tengo alla sua cortesia, mediante la pubblicatione dell’operetta qui aggiunta, non ho uoluto tralasciarla. Però gliene mando un esemplare, qual uolentieri sottopongo al suo raro giuditio: desiderando anche d’intendere il concetto che ne formano i dotti di cotesta famosa città: cioè se par loro ch’io habbia prouato a pieno il mio intento. Che quanto al resto sicome io stimo pochissimo le cose [[mie]] [proprie cosi corr. supra lin.], ogni mediocre sodisfazzione, che diano le mie opere m’appaga et mi contenta. Et baciandoli affettuosamente le mani prego Sua Diuina Maestà a prosperarla di continuo Di Firenze il di 30 di Luglio 1642 Di Vostra Signoria Molto Illustre e Molto Reuerenda Niccolo Pinelli [16 in marg.] Illustrissimo Signore e Patron Colendissimo La presente seruirà per accompagnare un’esemplare d’una mia opera Latina che inuio a Vostra Signoria Illustrissima in segno della continuata mia osseruanza uerso di lei et della stima ch’io fò del suo finissimo giuditio [[onde tanto più mi sarà grato d’intender che questo picciol dono non gli sia dispiaciuto]] il quale si come mi rende desideroso oltre modo che questa mia fatica non gli dispiaccia, cosi mi fa sperare la sua gentilezza ch’ella sia per rimirare nella picciolezza del dono l’animo grande del donatore che di se stesso gli fece dono è già gran tempo.Però come di cosa sua disponga me ne la prego doue mi trouerà mai habile a seruirla [--] La prego poi a fauorirmi di far’ recapitare le incluse co’ libri a chi sono diretti: e di far [gagliardo add. supra lin.] offizio con Monsignor Vescovo di Ceneda se è costi o con qualche suo confidente se è alla residenza, acciò io sia pagato d’alcuni termini decorsi [decorso ante corr.] d’una annua pensione di [[sco]] 50 scudi riseruatami già da Papa Vrbano sopra [[la inonquo]] i frutti di quella chiesa; i quali parte [o add. supra lin.] per le molte occupationi del Signor Giulio [[o parte per]] Caualcanti o per sua negligenza da qualche anno in qua non sono stati riscossi La prego dunque a rappresentarli che non è douere ch’io senta detrimento dell’ [de’ ante corr.] altrui colpa, o sia inferiore a gl’altri pensionarij che [[forse]] certo non l’hanno conseguita con tante fatiche e lunga seruitù uerso alla Sede Apostolica come ho fatto io. Confido che la generosità di Sua Signoria Illustrissima sarà tale che riscaldata da buoni offizij e testimonianze di lei condiscenderà a si giusta dimanda. Et facendoli riuerenza prego Sua Diuina Maestà a prosperarla di continuo Di Firenze il di 30 di Giugno 1647 Di Vostra Signoria Illustrissima Deuotissimo Seruitore Giouanni Battista Doni Signor Lati [H. 17 in marg.] Illustrissimo e Reuerendissimo Signor e Patron Colendissimo L’essere stato honorato cosi spesso da Vostra Signoria Illutrissima co’ nobili parti delle sue dotte e uirtuose fatiche, mi tien ricordato quel ch’io deua uerso di lei quando io dia alle stampe qualche mio componimento. Onde hauendo ultimamente [[dato in luce]] [publicato corr. supra lin.] l’operetta qui aggiunta sopra l’eccellenza dell’antica musica, per eccitare i moderni a migliorare questa facoltà con l’esempio de gl’antichi e dar qualche luce a una materia tenuta per l’addietro assai oscura ho uoluto imuiargliene un’esemplare per mezzo dell’Illustrissimo Signor Residente nostro di Toscana, quale se meriterà l’approuatione del suo perfetto [[giuditio]] e sincero giuditio hauerà meno che temere la maleuolenza de gl’emoli armata [[col]] [[col]] con l’acuto dente dell’inuidia ch’in questa professione pur troppo s’è radicata Spero [[almeno]] di riportar qualche lode almeno nell’intentione che ho hauuto d’illustrare l’antichità appresso i fautori di essa, non che de’ Promotori: tra quali Vostra Signoria Illustrissima tiene cosi degno luogo. Et baciandoli riuerentemente [[la mano prego Sua Maestà Diuina a conseruarla lungamente per honore et utile del secol presente in marg.]] [- -] la mano prego Sua Maestà Diuina a conseruarla lungamente per [[honore]] benefizio della Sua chiesa Santa e glora a questo Secolo Di Vostra Signoria Illustrissima e Reuerendissima Di Firenze et cetera Monsignor Tomasini Vescouo di Città nuoua [18. H in marg.] Illustrissimo et Eccellentissimo Signor Patron Colendissimo [Al Signor Duca Saluiati add. supra lin. m.sec.] Ho stimato sempre infinitamente il singolar giuditio di Vostra Eccellentia et ammirato quell’eruditione che ne’ Signori suoi pari quant’è hoggi più rara tanto più nobilmente [adorna add. supra lin.] la [[sua]] Eccellentissima [sua add. supra lin.] persona. Però oltre il debito di riconoscere i [miei add. supra lin.] Patroni (tra i quali Vostra Eccellentia tien’ principalissimo luogo) con qualche tributo d’ossequiosa uolontà ho creduto di douerli inuiare questo nuouo parto del mio debole ingegno: acciò con la lettura di esso, per esser materia curiosa e trattata da pochi et assai leggermiente possa trattenersi qualch’hora; e con l’autorità sua eccitare i uirtuosi professori di questa facoltà a perfettionarla con l’esempio de gl’antichi e con le fatiche che ciò durato. Di tanto m’assicura la singolar’ [[huma]] bontà di Vostra Eccellenza alla quale inchinandoi humilmente gli prego da Sua Diuina Maestà ogni felicità più uera. Di Firenze Di Vostra Eccellenza Signor Duca Saluiati [-<9v>-] [19 in marg.] Illustrissimo Signor Patron osseruandissimo È ben douere ch’essendosi Vostra Signoria degnata di collocare nella sua copiosa e sceltissima libreria l’altre mie bagattelle, io gli mandi un Esemplare di questa operetta Latina la quale per esser [[disogg]] di materia curiosa e più uniuersale [[per]] benche dell’istesso genere [dell’altre che add. supra lin.] spero non gl’habbia ad essere discara. Di ciò par’ che m’assicuri anche la singolar’ sua gentilezza, che gli suol far’ pure grandi le cose piccole, quando con sincero affetto da’ suoi partiali seruitori, qual’io mi reputo gli uengono presentate. Resterò poi pienamente fauorito, quando ella si degni di patrocinare cosi l’opera stessa come l’intentione che ho hauuto in publicarla. E baciandoli affettuosamente le mani gli prego da Sua Diuina Maestà ogni [[compiut]] felicità e contento. Di Firenze il di 20 di Agosto 1647 Di Signor Caualier del Pozzo Se per mezzo di qualche suo amico ch’andasse in leuante io potessi hauere 15, o, 20 semi di melone Damaschino, et un’ poco di seme di citilo da cotesti herboristi, me ne farebbe gran fauore [--] [20 in marg.] Illustrissimo e Reuerendissimo Signor Patron Colendissimo Desiderauo al passaggio che fece Vostra Signoria Illustrissima ultimamente di qua riuerirla di persona, et offerirli quegl’effetti di deuota seruitù che dalla mia debolezza poteuano desiderarsi. Ma per mia disgratia mi trouauo allora in uilla: et però non potei complire a questo debito Vengo per tanto a supplicare a ciò in quel modo che poss con questa mia inuiandoli [[insieme]] [anche corr. supra lin.] un Esemplare d’una mia opera che porta in fronte il glorioso nome dell’Eminentissimo Signor Cardinale Suo Fratello La prego poi a fauorirmi di mandar’ a sua Eminenza [[un]] il piego che insieme gli sarà presentato che contiene il libro a lui destinato con altri pochi esemplari. E pregando Sua Diuina Maestà ad esaltarla in breue a quel grado che col suo ualore ha meritato; gli fo humilissima riuerenza. Di Firenze il di 8 di Giugno 1647. Di Vostra Signoria Illustrissima e Reuerendissima A sua Eminenza ne mando [[per]] [con corr. in marg.] l’ordinario. Gl’altri qui congiunti la prego ad indirizzarli Signor Haudeo con qualche commoda occasione Deuotissimo Seruitore Giouanni Battista Doni Monsignor Arciuescouo d’Aix [--] Eminentissimo e Reuerendissimo Signor e Patron Colendissimo [4 21. in marg.] Mostrò Vostra Eminenza gia in Roma di gradire le mie fatiche intorno alle cose musicali con la liberalità che usò meco nella publicatione d’una [mia add. supra lin.] opera uolgare [[int]] circa questa materia. Però mi persuado che non sia per dispiacerli anche questa Latina che gl’inuio; per la curiosità del soggetto: et molto più per esser’ dedicata a persona cosi strettamente seco congiunta; e per contener’ le lodi (per quanto in una breue Epistola dalla mia rozza penna poterono racchiudersi) del non mai a bastanza lodato Cardinal Mazarino. La riuerisco con tal occasione con quel deuotissimo affetto ch’ho sempre portato all’Eminentissima sua persona: pregandogli dal Signore Dio l’adempimento de’ suoi desiderij. Di Firenze Di Vostra Eminenza [enza Cardinal Antonio] [I 22 in marg.] Eminenza et cetera [Al Signor Cardinal Barberini si faccia quella che segue add. supra lin. m.sec.] Per continuare nel mio instituto di giouare al publico con le mie fatiche, e far uedere al mondo con quanto fondamento io [[mi sia]] [m’ corr. supra lin.] applicassj [applicato ante corr.] già in Roma [[benche]] in quell’ore che m’auanzauano dalle occupationi più serie alla restitutione dell’antica musica: e’l miglioramento notabile che questa facoltà [[harebbe potuto fare]] [poteua riceuere corr. supra lin.] s’io ui hauessi hauuto gl’appoggi et aiuti a ciò necessarij [en uece de gl’ostacoli [[d’oppo]] che m’attrauersò la malignità et inuidia d’alcuni add. infra lineas] composi ultimamente un’opera sopra l’Eccellenza di detta facoltà ne gl’antichi tempi. Ne mando un’esemplare a Vostra Eminenza in segno della continuata mia deuotione uerso di lei. [[Et la supplico aggradirlo per la curiosità del suggetto]] sperando che non gl’habbia ad essere discaro per esser di materia curiosa e nella dolcezza nella quale ell’era già solita ricrearsi tal uolta [[dopp]] [[e ristorare gli spiriti stanchi dalle continue fatiche]] tra le immense [sue add. supra lin.] fatiche [--] [[del]] [nel corr. supra lin.] maneggio de principalij negotij di Santa chiesa. [[Vi ho [[sp]] trouerà anche]] Ho cercato poi [[anche]] di condir quest’operetta con qualche spruzzo di uaria dottrina onde anche per questo capo [[ad un Signore di tanta eruditione ornato forse non dispiacerà]] [spero non gl’habbia ad esser’ discara corr. supra lin.]. Ma sopra tutto confido che uolentieri [Vostra Eccellenza add. supra lin.] [[sia per riuoltare lo sguardo]] sia per uolgerui gl’occhi, quando la uedrà illustrata dal glorioso nome del Signor Cardinal Mazarini: qualità bastante a ricoprirne tutte le sue bassezze et imperfezzioni. Con tal fiducia glie l’inuio et la riuerisco humilissimamente pregandoli da Sua Diuina Maestà quel riposo e contentezza d’animo che maggiormente desidera Di Firenze et cetera Signor Cardinale Barberino [I. 23 in marg.] Eminentissimo et cetera Per continuare nel mio instituto di giouar’ al publico con quel poco di talento che Dio mi ha dato e far uedere al mondo con quanto fondamento io m’applicass già costi in Roma in quell’ore che m’auanzauano dalle occupationi più serie alla restitutione dell’antica Musica: e’l miglioramento notabile che questa facoltà poteua riceuere s’io fussi stato aiutato e protetto da chi poteua e doueua farlo, e più tosto non fussi stato impedito dalla malignità d’alcuni, composi ultimamente un’Opera sopra l’Eccellenza di detta facoltà ne gl’antichi tempi: per eccitare i uirtuosi e zelanti della gloria di questo secolo ad abbracciare cosi lodeuole impresa et inuogliarne i prattici [signum] A Vostra Eminenza che tra l’altre sue nobilissime qualità [[po]] ha cosi grande inclinatione a gli studij musicali et ad ogni sorte di più polita dottrina n’inuio un esemplare in segno [--] della continua mja deuotione uerso di Lei: la quale ne per la forza del tempo ne per la distanza de’ luoghi si potrà diminuir’ giammai Et mentre gli stò pregando di continuo da Dio Signor nostro ogni accrescimento di prosperità humilmente la riuerisco Di Firenze et cetera Signor Cardinale Brancacci [signum] [24 in marg.] A sua Eminenza che col suo finissimo giuditio può dar’ norma e regolare qualunque altra cosa maggiore non che i miei deboli scritti [[ne inuio un’Esemplare]] et con l’autorità grandissima che tiene in cotesta corte può dar’ calore e forza a questa mia impresa e proteggere l’opera dalla malignità di quelli che cercano di lacerare quel che non intendono, ne inuio un’esemplare supplicandola a patrocinare questo mio nuouo parto [[dandoli cr]] e riceuerlo in segno della deuotissima mia seruitù che tuttaiua professo seco e professerò mentre harò uita. Et baciandoli riuerentemente [Signor Cardinal Capponi in marg.] la Sacra ueste prego Sua Diuina Maestà a prosperarla di continuo. Di Firenze [signum] [25 in marg.] A Vostra Eminenza che fra l’altre sue rarissime doti possiede cosi perfetto giuditio et cosi uaria e squisita eruditione ho creduto douerne inuiare un esemplare come ad antico mio Signore e Patrone in segno dell’ossequiosa e deuota mia uolontà uerso di Lei per assicurarmi insieme dell’approuazione de’ più intendenti mentre questa opera uenga approuata da Lei e sodisfare insieme al debito che tengo di renderli homaggio con qualche frutto de’ miei deboli studij. Et facendoli humilissima riuerenza prego Sua Diuina Maestà a felicitarla sempre Di Firenze il di 15 Luglio 1647 Di Vostra Eminenza Signor Cardinale Spadi [La Sing infra lin.] [-<12r>-] Molto Illustre et Eccellentissimo Signor e Patron colendissimo [26 in marg.] Quando l’operetta ch’io mando a Vostra Signoria in segno del perseuerante mio affetto uerso di lei meriterà l’approuatione del suo finissimo giuditio, son sicuro che conseguirà [anche add. supra lin.] quella de gl’altri litterati, che cosi grande stima fanno della sua rara dottrina e candidezza d’animo. Spero che non le dispiacerà almeno la materia per se stessa curiosa e’l fine che ho hauuto di giouare ad una professione [[per se stessa]] [per sua natura corr. supra lin.] nobile; ma ne’ nostri tempi molto auuiljta [auuilata ante corr.] e che si risente ancora della barbarie de’ secoli passati. E Nostro Signore Dio la conserui [conserua ante corr.] lungamente per ornamento et utilità del presente. Di Firenze il di 27 di Giugno 1647 Di Vostra Signoria Molto Illustre et Eccellentissima Affettionatissimo Seruitore Giouanni Battista Doni Signor Paganino Gaudentio [27 in marg.] Illustrissimo Signor e Patron Colendissimo Ho sempre desiderato qualch’occasione di riuerir’ Vostra Signoria Illustrissima da poi che partì di quà fuor’ de’ termini [[d’una se]] d’un semplice complimento per ricordarli insieme l’antica mia seruitù; come quello che per la stima che ho sempre fatto delle [sue add. supra lin.] nobili qualità ho bramato di continuo di seruirla [[p]] se hauessi potuto più co’ fatti che con le parole. Quindi è che hauendo dato in luce una mia opera sopra l’Eccellenza dell’antica musica, m’è parso d’esser’ in obligo di fargliene parte tra i primi si per le ragioni dette come per esserui fatta honorata mentione del Signor Ottauio suo padre di felice memoria per il quale rispetto et per la curiosità della materia spero che non gl’habbia ad esser discara. Mi farà dunque fauore a dargli un occhiata; et molto più se m’honorerà di qualche suo ricordo [--] in questo genere: perche mi serua di documento nell’altre opere che ho fra mano. La prego poi a far’ recapitare quell’Esemplare che uà al Signor Ferrari. Suppongo ch’ella tenga conoscenza di Monsignor Fossati il quale mi paga una pensione annua di 60 scudi ma non l’hauendo riscossa [[per lo]] da qualch’anno in quà per le molte occupationi del Signor Giulio Caualcanti Ministro del Banco de’ Nerli in Roma mio proccuratore il Signor Girolamo Federici Agente di detto Monsignor Fossati è entrato in qualch’omnbra e difficultà il pagamento de’ termini passati. Perciò la prego a far’ offizio con detto Monsignore e capacitarlo del tutto: dicendoli anche che ho fatto uedere in Roma al medesimo Federici le facoltà del Breue che sono assai ampie. Et uenendo occasione doue io la possa seruire non me ne lasci in perdita ma si uaglia di quel dominio che ha sopra di me. Nostro Signore Dio la conserui e feliciti. Di Firenze il di 27 di Giugno 1647 Di Vostra Signoria Illustrissima [[Aff]] Deuotissimo Seruitore [Signor Residente Rinuccini] Giouanni Battista Doni [K 28 in marg.] Molto Illustre Signor e Patron osseruandissimo [Al Signor Ottaui Ferrari add. supra lin. m.sec] La presente seruirà per dar’ auuiso a Vostra Signoria come io riceuei più giorni sono le Rime del Bellinzone et il Germonio di [de ante corr.] lingua Latina peruia de Presenti Teatini, benche più tardi che si doueua perche il latore di essi [esse ante corr.] gl’hebbe a rimandare da Bologna, essendosi scordato nel passar di qua di lasciarli. Dal che procede il mio indugio ad accompagnaruene la riceuuta et rinringratiaruenela come fo al presente con tutto l’affetto: poiche in uero l’uno et l’altro m’è stato graditissimo il Bellinzone per la sua rarità e’l Germonio per il soggetto et la molta eruditione dell’autore. Con questa poi riceuerà Vostra Signoria finalmente [- -] il mio libro de praestantia musicae ueteris nel quale sono stato malissimo seruito dallo stampatore si ne’ caratteri in gran parte consumati, et in tante scorretioni che ui sono: ma sopratutto in cosi grande in cosi grande indugio et in mille mancamenti di parola che m’hanno recato tanta nausea, ch’ho fatto proposito di non dar’ più in luce quà cosa alcuna: oltre che l’accrescimento esorbitante del prezzo della carta sarà cagione, che poco da qui auanti ci si stamperà: Et perche tengo in ordine 3 discorsi d’agricoltura con quel titolo Noua serendarum frugum methodus. Noua conserendae uineae methodus. De cultura per ignem: i quali conterranno (s’il proprio affetto non m’inganna) nouita di grandissima importanza in questa professione; [[confi]] desidererei d’intendere da Lei confidato nella sua grand’amoreuolezza [[s’ella]] se costà si potesse stampare senza mio dispendio et se ui sarebbe persona che uolesse soprintendere all’Impressione: perche essendoui tal commodità non farei difficoltà d’inuiar quest’opera a lei. che quanto alla grandezza sarà quasi come quello che gli mando. Vorrei anco sapere se Monsignor Fossati si diletta di questa sorte d’eruditione; perche ne manderei con altra occasione uno anche a lui. Et s’ella tiene amicitia seco uorrei che mi fauorisse di passar’ uffizio, acciò desse ordine al [[suo Agente]] Federici suo Agente in Roma che non mi [[p]] difficultasse il pagamento d’alcune annate della pensione che Sua Signoria Illustrissima mi paga per esser io rimasto indietro per l’occupationi o negligenza di quel che per me riscuote in detta città, non essendo ragioneuole che per l’altrui colpa io sia danneggiato. La prego dunque a far’ questo uffizio con efficacia: et gliene resterò con obligo particolare Deuo soggiungerli che le buone relationi che ho hauute del Signor Ottauio suo nipote et il suo libro De re uestiaria ch’io uiddi ultimamente mi hanno fatto talmente [--] namorare delle sue uirtù che con occasione d’inuiarli uno [[de’’]] esemplare del mio libro mi sono risoluto di scriuerli [[e d’offerirli sinceramente la mia seruitù]] e testificarli il gusto che ho sentito [[che l’Italia habbia hoggi un tal soggetto]] della sua rara eruditione e candidezza di stile [[con q]] congiunto con quella libertà ch’è propria de gl’ingegni eleuati; benche hoggi se ne sia quasi persa la stampa. Per<ò> quando Vostra Signoria gli scriuerà mi farà fauore d’assicurarlo ch’io gli uiuo seruitore di uero affetto et ambisco sopra modo la sua grazia. Et pregando ad amendue da sua Diuina Maestà ogni prosperità più uero gli bacio affettuosamente le mani Di Firenze Di Vostra Signoria Molto Illustre Signor Ferrari Molto Illustre e Molto Reuerendo Signore Patron osseruandissimo [29. in marg.] Con la presente riceuerà Vostra Signoria per mezzo di Monsignor Vicelegato un esemplare del mio libro De praestantia musicae ueteris ch’io mando a lei propria oltre quello destinato all’Eminentissimo suo Patrone. Nel quale se sodisfarò all’esquisito suo giuditio, crederò d’hauer dato nel segno; et trattato questa materia (per altro assai nuoua et oscura) come si conuiene. La sua somma gentilezza m’assicura ch’ella gradirà almeno nella picciolezza del dono molto maggior’ uolontà che ho di seruirla, quando ella me ne dia occasione co’ suoi comandamenti. Del resto quando ci sarà qualche [[occasione]] [commodità corr. supra lin.] d’amico che uenga a questa uolta mi fauorirà di quel seme di [[Citilo]] [esparcet e di corr. supra lin.] parecchie [parecchi granelli di ante corr.] coccole di ginepro rosso in coteste parti di detto Serbin Intorno a Marsiglia poi [[u’è]] [ui cresce corr. supra lin.] una pianta saluatica simile al Cipresso le cui coccole sono amare e grate a tordi Se però ella me ne potesse mandare 15, o, 20 coccole l’hauerei molto caro. Et ricordandosi quanto io le uiua obligat disponga sempre di me all’occorrenza come di cosa sua. Et Nostro Signore Dio la conserui e feliciti Di Firenze il di 22 di Luglio 1647 Di Vostra Signoria Molto Illustre e Molto Reuerenda Signor Alessandro Scarlatti [--] Molto Reuerendo in Christo Padre osseruandissimo [38 N add. m.sec.] Tengo due gratissime di Vostra Reverenza l’ una del Settembre passato l’ altra del Nouembre breuissima: alle quali [[non]] ho [[fatto]] [differito la corr. supra lin.] risposta [[prima]] sin ch’ io incontrassi qualche occasione a proposito per risponderli a lungo; massime intorno a quelle sottilissime questioni di Musica ch’ ella mi muoue. Ma finalmente non hauendo hauuto agio di speculare sopra esse per li molti imbarazzi et occupationi domestiche; e uergognangomi d’ indugiar’ più oltre ad accusargliene la riceuuta, [[ho pr]] uengo a rompere cosi lungo silentio con tutto l’ animo e ringraziarla della cortese memoria che conserua di me M’ ha mosso anche a ciò [[l’ accom]] il uolere accompagnare il libro de praestantia Musicae ueteris che gli sarà reso dal nostro Signor Naudeo, acciò quell’ operetta che non ha forse altro di buono che la curiosità della materia e la singolarità del soggetto (per essere stato trattato da pochi o da nessuno) gli uenga più grato accompagnato dal uero cordiale affetto con che glie l’ inuio. Spero bene che le mie ragioni saranno trouate tali, che forse quelli che leggerano formeranno alquanto miglior’ concetto dell’ antica musica. Ma sopratutto se meriterà l’ approuatione di Vostra Reuerenza (che in queste materie è uersatissima) hauerò da quietarmi del resto: poiche di certi ostinati increduli e che non s’ appagano di ragione [alcuna add. supra lin.] ne credo [non add. supra lin.] quel che uedono e toccano. poco pensiero mi uoglio pigliare. Vostra Signoria scuserà poi le imperfezzioni che ui sono considerando che esce da persona aggrauato da molti e noiosi pensieri domestici, di debol complessione e conseguentemente poco atta alle lunghe fatiche di studio di memoria fiacchissima; e che ha consumato il meglio de suoi anni ne gli esercizij di Corte et in uiaggi. Da [--] un pezzo in qua ho perso anche di molto tempo nell’ agricoltura, doue m’ è uenuto fatto di trouar’ molte cose importanti alcune delle quali ho rinchiuso in tre Trattati che spero presto di dar’ in luce in Milano o in Venetia il primo è intitolato Noua serendarum frugum methodus. [il secondo add. supra lin.] Noua conserendae uineae methodus. [[D]] Il terzo De cultura per ignem In materia d’ opere erudite qui c’ è poco di nuouo. Habbiamo il Commento del Signor Nardi sopra Lucretio, opera in uero erudita e curiosa con alcune digressioni delle funeraglie de gl’ Ateniesi e de gl’ Egizzij. Vostra Reuerenza hauerà forse ueduto l’ Ars magna lucis et umbrae del Padre Atanasio et la Pomona del Padre Ferrario opera meno gentile della sua Flora. Si spera anche che debba uscir presto fuora la seconda parte dell’ Istoria del Padre Famiano. Il libro de Atomis stampato in Pauia credo che similmente sarà comparso costà Del Signor Galeazzo Sabbatini è un pezzo che non ne ho nuoua alcuna; e per conseguenza s’ egli mandi fuora opera alcuna di musica. Mi dispiace poi ch’ il Bannio non uiua: perche credo che ueduto il mio libro hauerebbe un poco miglior’ opinione della sufficienza de gl’ antichi in questa facoltà. Quanto a quel dubbio se il suono d’ una corda percossa sia uno continuo o pure interrotto, io quanto a me dierei interrotto: perche della riflessione bisogna che ui fraponga qualche quiete almeno momentanea; non potendosi due moti tra loro contrarij continuare. Maggior’ difficoltà trouò in comprendere, come facendosi la continuatione del suono d’ una corda per quelle uibrationi reciproche, come queste possino nascere dal mouimento d’ un archetto che fregando una corda si tira per molto spatio di tempo uerso una sola banda, nel qual tempo non uedo come la corda si possa riflettere uerso il termine opposto e per conseguenza sonare. [--] Queste sono belle e curiose ricerche, ma io per me più uolentieri spendo il tempo in quelli studij che concernono la pratica: conoscendo per cosa certissima ch’ ella si può migliorare quattro uolte tanto almeno con l’ esempio de gl’ antichi Il che si concerà nella parte Proginnastica se mai una uolta si stamperà quel libretto dedicato a Monsignor di Riez<.> Vostra Reuerenza hauerà udito senza fallo la tragedia in musica fatta rappresentare costì dall’ Eminentissimo Signor Cardinale Mazarini: però uolentieri intenderei come sia riuscita di gusto a cotesta Corte et al popolo Francese: poiche unusquisque abundat in proprio sensu. [--] [Vescouo di Riez in marg.] Illustrissimo e Reuerendissimo Signor Patron Colendissimo [39 add. m.sec.] In segno della continuata mia deuotione uerso Vostra Signoria Illustrissima gl’ inuio un esemplare d’ una mia opera Latina sopra l’ Eccellenza dell’ antica musica, la quale spero che sarà gradita dalla sua benignità benche cosa picciola; risguardando all’ animo del donante ch’ è molto maggiore, e cosi il desiderio che tiene di seruirla La prego a riuerire a mio nome il Signor Duca d’ Atrij e la Signora Contessa sua sorella e d’ honorarmi d’ un esemplare almeno di quell’ operetta francese se una uolta è uscito in luce. Et baciandoli riuerentemente la mano prego Sua Diuina Maestà a prosperarla di continuo. Di Firenze il di 10 d’ Agosto 1647 Di Vostra Signoria Illustrissima e Reuerendissima Seruitore e parente Giouanni Battista Doni [--] Molto Reuerendo in Christo Padre osseruandissimo [Al Padre Famiano Al Padre Valentino in marg.] [41 in marg. m.sec.] Quanto io mi pregio di essere stato scolare di Vostra Reuerenza altrettanto conosco d’ essere obbligato a riconoscerla con quei pochi frutti che escono dal mio debole ingegno [[stato]] [che fu corr. supra lin.] già coltiuato e migliorato da lei. Per la qual cosa hauendo io operato una nuoua operetta Latina sopra l’ Eccellenza dell’ antica musica; ho creduto douergliene inuiare un esemplare, acciò come mio Maestro gradisca questo picciol’ segno della mia ossequiosa et obbligata uolontà e mi fauorisca di correggerlo in qualche cosa col suo perfettissimo giudizio, acciò se mai si ristampasse (come potrebbe seguire per [[esser di materia curiosa]] la curiosità della materia e per la paucità de gl’ esemplari che si sono stampati) possa comparire [[più sicuramente [[<..>]] migli]] più sicuramente migliorato da lei nelle erudite conuersationi. Et [[preg]] raccomandandomeli [raccomandameli ante corr.] a’ suoi santi sacrifizij e deuote preci prego Sua Diuina Maestà [[a conseruarla]] di prosperarla di continuo Firenze Di Vostra Reuerenza Illustrissimo Signore e Patron osseruandissimo [--] [42. in marg. m.sec.] Illustrissimo e Reuerendissimo La singolarissima stima ch’ ho fatto sempre dell’ esquisito giudizio di Vostra Signoria Illustrissima et l’ antica seruitù che professo seco, [[[mi add. supra lin.] sono due potenti stimoli a farli parte de’ miei deboli studij]] m’ inuitano a farli parte de’ miei deboli studij: persuadendomi di poter’ insieme appagare l’ intelletto [[con l’ approuatione]] se meritaranno d’ esser’ [se meritarà d’ ess ante corr.] approuati da lei, e di sodisfare alla uolontà, ch’ ho sempre desiderosa di renderli quegl’ ossquij che si deuono a un tanto Patrone Et pregando Sua Diuina Maestà a felicitarla di continuo [[riuerent]] la riuerisco con tutto l’ animo. Di Firenze et cetera Di Vostra Signoria Illustrissima e Reuerendissima Monsignor Piccoli/Monsignor Serristoro [43 in marg. m.sec.] Illustrissimo e Reuerendissimo L’ operetta qui aggiunta uiene a riuerir’ Vostra Signoria Illustrissima in mia uece. La Sua benignità m’ assicura ch’ ella sia per accogliere [[questo parto]] il figlio come ella farebbe l’ istesso [[su]] genitore. che ueramente son nostri figli i parti prodotti dall’ ingegno mentre che escono dalla più nobil parte di noi Se il componimento non corrisponde alla uaghezza e curiosità della materia ne incolpi mille distrazioni presenti e stanchezze passate cagionate da una professione che contro il mio genio per tant’ anni m’ ha tenuto impiegato in Roma. Spero d’ essermi allontanato almeno dall’ oscurità e da i barbarismi. et che l’ intentione sarà lodata se [[non]] ho [[corrisposto nel resto]] mancato nel resto. M’ honori tal uolta de’ suoi comandamenti (ne la supplico) et Nostro Signore Dio la conserui Di Firenze Monsignor Saluiati [--] [44 in marg. m.sec.] Eminentissimo et cetera Per confermare a Vostra Eminenza con qualche nuouo segn di riuerenza et d’ ossequio l’ antica e deuota seruitù che professo seco uengo a presentargli con questa un parto del mio debole ingegno uscito frescamente di sotto il torchio: il quale se meriterà l’ approuazione del suo dotto e perfetto giuditio stimerò che possa conseguire l’ uniuersale applauso: e se sarà faurito dalla sua protezzione contro la maleuolenza d gl’ emoli caminerà più sicuro, fra i curiosi profess fra i professori di q]] per tutto. Affidato dalla speranza che me ne da la singolare benignità di Vostra Reuerenza la riuerisco humilmente pregandoli da Sua Diuina Maestà ogni più desiderabil contentezza. Di Firenze et cetera Signor Cardinale della Cuena [45 in marg. m.sec.] Eminentissimo et cetera Per non tralasciare occasione alcuna che mi possa confermare nella grazia e seruitù di Vostra Eccellenza uengo a prestarli con questa una mia operetta frescamente uscita di sotto il torchio, la quale si per la curiosità del soggetto, si per esser questa materia stata trattata da pochi et assai leggieramente spero che non douerà esserli [[del tutto]] discara [[DA me certamente benche mia opera e fattura.]] Nel publicare quest’ opera ho hauuto principalmente due fini l’ uno [[d’]] [[per giouamento]] d’ illustrare con quel poco di talento che Dio m’ ha dato per giouamento de gli studiosi questa parte dell’ antichità musicali, l’ altra di giustificarmi appresso quelli che forse già si fecero merauiglia ch’ io mescolassi con l’ altre mie occupationi più serie questa sorte di studij, poco diceuoli secondo il parer loro [[a miei studij]] alla carica [--] ch’ esercitauo; ne a giuditio loro tanto utili al publico quanto io pretendeuo e pretendo che fussero: come [[forse]] più manifestamente si sarebbe conosciuto; quando questa mia impresa fusse stata fauoreggiata et aiutata da chi poteua. Quando io non consegua ne l’ uno ne l’ altro, assai nondimeno stimerò d’ hauer conseguito quando dal sublime e candido giuditio di Vostra Eminenza sarà approuata quest’ opera o l’ intentione dell’ Autore. Et facendoli humilissima riuerenza prego Sua Diuina Maestà che per [uniuersale add. supra lin.] benefizio [[d]] uoglia esaltarla a quel grado supremo. Di Firenze Signor Cardinal Sacchetti Signor Cardinal Bichi [P 46 in marg.] Illustrissimo e Reuerendissimo et cetera [A Monsignor Nerli add. supra lin. m.sec.] Quello ch’ io habbi operato mentre ero costa [[com]] co’ miei componimenti e fatiche a benefizio della facoltà musicale da pochi e stato [[conosciuto]] a dir’ il uero o conosciuto sin’ ora per la qualità di questi studij assai reconditi o palesato per l’ inuidia [[pag]] di molti pratici che inuece di [[mi]] secondare [[il mio pensiero]] quest’ impresa, più presto cercarono d’ attrauersarla sopra et d’ impedirla. [[Ciò c]] Auuedutomi di ciò assai per tempo mi disposi di publicar’ un’ opera circa l’ eccellenza dell’ antica musica [[la cui creatione]] l’ illustratione et imitatione della quale m’ è sempre parsa la più breue e sicura strada di perfettionare la moderna. Mouendomi a cio non solo per disinganno di quelli che non formano [formarono ante corr.] men degno concetto dell’ antico stato di questa facoltà, ma anche per mia giustificatione gia che non mancano di quelli a i quali pareuano queste mie fatiche (benche composte in quell’ ore che m’ auanzauano dalle mie occupazioni più serie) poco diceuoli alla carica che esercitauo allora. Comunque si sia se è nell’ opera stessa e nel’ intenzione che ho hauuto in publicarli hauerò sodisfatto almeno in parte all’ esquisito giuditio si Vostra Signoria Illustrissima e de’ suoi simili, poco mi curerò del resto. La prego dunque, quando le sue grauissime occupationi gliel permetteranno a dar una uista a questa mia operetta et d’ honorarmi tal uolta de’ suoi comandamenti [--] mentre per fine la riuerisco con tutto l’ animo, pregandoli (come facciamo tutti di casa) da Dio benedetto ogni maggior contento e prosperità Di Firenze [Monsignor Nerli in marg.] Illustrissimo Reuerendo in Christo Padre [[et cetera]] osseruandissimo [47 in marg. add. m.sec.] Per conseruarmi in gratia di Vostra Reuerenza e ricordarmeli quello antico et obbligato seruitore che professo d’ esserli gl’ inuio con questa una mia operetta de praestantia musicae ueteris: la quale per la curiosità del soggetto almeno spero non gl’ habbia ad essere discara. Sarà poi ufficio della sua benignità di scusare l’ imperfettioni [imperfettione ante corr.] che ui sono si quanto alla materia come allo stile: considerando [[da persona]] che esce da persona che ha consumato il meglio de’ suoi anni in corte et ne uiaggi et ha atteso [[et attende]] [per lo più add. supra lin.] [[diuersissimi]] [uarij interrottamente corr. supra lin.] con delicata complessione, memoria fiacchissima e molt’ altre contrarietà et hora tien’ per lo più la mente occupata e ’l tempo impiegato nelle cure domestiche dell’ Economia. Con tuttociò mi sarà grato che con suo commodo me ne dia il suo giuditio e molto più se si degnerà di migliorarla con la sua censura. Et mi raccoando a suoi Santi sacrifizij. Nostro Signore Dio la conserui e feliciti Padre Tarquinio Padre Antonella Molto Illustre e Molto Reuerendo Signore e Patron osseruandissimo [48 in marg. m.sec.] Ho fatto sempre singolare stima dell’ esquisito giuditio di Vostra Signoria [[raffinato]] tal conoscendolo si [[per la]] [per corr. supra lin.] sua natura [[leta]] [[lento si]] [come corr. supra lin.] per la rara et eccellente eruditione con che l’ ha raffinato. Il quale [[hauendo]] sendo accompagnato a tanta bontà e candidezza d’ animo [[me]] gl’ ho sottoposto sempre uolentieri ogni mia fatica e componimento. Come al presente fo di questa operetta di fresco uscita di sotto il torchio: ma già molto tempo fa finita e composta da me non solo per disinganno di quelli che non formano quel1 concetto che conuiene dell’ antica eccellenza di questa [--] facoltà ma anco per giustificarmi appresso [[quelli]] [alcuni altri corr. supra lin.] i quali persuasi dalle maligne impressionj [impressione ante corr.] di [[alcuni]] [certi corr. supra lin.] miei poco amoreuoli [[hanno cercato]] stimauano queste mie fatiche poco conueneuoli alla carica ch’ esercitauo in cotesta Corte. Vostra Signoria mi fauorirà di [[riceuerla]] farli uezzi come a parto d’ un suo cosi antico seruitore e cosi leale amico et insieme migliorarla con la sua censura, per suo benefizio se mai [[uscisse n’ altra uolta in]] [si ristampasse corr. supra lin.] et de’ suoi fratelli che s’ apparecchiano parimente ad uscir’ fuora. Et Nostro Signore Dio la feliciti e conserui lungamente Di Vostra Molto Illustre e Molto Reuerenda Signor Alessandro Pollini [49 add. m.sec.] Illustrissimo e Reuerendissimo Signor Patrone Colendissimo Conobbi già in Roma mentre esercitauo la carica di Segretario del Sacro Collegio le rare qualità et eccellenti meriti di Vostra Signoria Illustrissima et in particolare [[l’ un]] l’ uniuersale eruditione che possiede, osseruata di poi anche da me nell’ opere ch’ ella ha comunicato al mondo. Onde si come allora [[presi occasione a]] [[di]] [cominciai corr. supra lin.] riuerirla con l’ animo cosi hora piglio uolentieri occasione da questa operetta che l’ inuio di renderli un poco di tributo della mia deuota seruitù, in segno della continuata mia osseruanza uerso di lei: come anco farei in cose di maggior rilieuo se la mia conditione e buona fortuna mel concedesse. Et inchinandomeli con ogni affetto gli prego da Sua Diuina Maestà aumento di felicità Di Firenze il di Agosto Monsignor Vescouo di Catania [--] Molto Illustre e Molto Reuerendo Signor Patron osseruandissimo [50 R add. m.sec.] Hauendo io riconosciuto non formarsi hoggi quel giuditio che conuiene dell’ [[antica add. supra lin.] Eccellenza della Musica ne gl’ antichi tempi et che da [[già]] [ciò corr. supra lin.] procede in gran’ parte l’ esser’ poco lette quell’ opere che in questa facoltà già publicai in Roma (oltre gl’ [l’ ante corr.] [[im]] altri impedimenti dell’ ignoranza, della pigritia, dell’ inuidia et cetera ch’ in buona parte de’ Prattici hoggi si troua)mi risoluei già molto tempo fa di chiarir’ questa materia con qualche mia fatica in lingua Latina acciò fusse letta da gl’ Oltramontani: come uedrà dal libro qui congiunto: quale uolentieri uengo a participar’ seco si per la stima che fò del suo raro giuditio e peritia di questi studij si per darli qualche segno della continuatione del mio affetto uerso di Lei: [et per ricordarli insieme ch’ ella mi promesse già di farmi partecipe delle sue fatiche] Con tal’ occasione la riuerisco di cuore pregandola dal Signor Dio ogni contento. Di Firenze questo di 25 di Giugno 1647 Di Vostra Signoria Molto Illustre e Molto Reuerenda Signor Galeazzo Sabbatin Signor Raffael Magiotti Affettionatissimo Seruitore Giouanni Battsta Doni [--] Molto Illustre e Molto Reuerendo Signor mio osseruandissimo [Al Signor Pietro Eredia. add. supra lin. m. sec.] [S. 51 in marg. m.sec.] Il non hauer hauuto quel credito che forse meritauano le fatiche fatte da me nel rintracciamento dell’ antica musica è proceduto in gran’ parte per mio auuiso dal poco concetto che uniuersalmente se ne forma per ritrouarsi hoggi le notizie che di essa n’ habbiamo o assai oscure, o troppo sparse e diuise [[in di]] per gli scritti di uarij autori. Ho creduto per ciò esser’ mio debito d’ andar’ raccogliendole e publicarle in lingua Latina acciò più uniuersalmente sian’ lette e far’ conoscere insieme quant’ accrescimento haurebbe potuto riceuere questa facoltà se mentre ero costà le mie fatiche fussero state protette e riconosciute; e non più tosto contrariate et impedite dalla malignità d’ alcuni. Ne mando con questa un esemplare a Vostra Signoria in segno del mio continuato affetto uerso di lei: [et per essere stato [[la]] il primo ad honorar’ co’ suoi componimenti le mie speculationi. Et raccomandandomi a suoi Santi Sacrifizij: prego Sua Diuina Maestà ad accrescerli la Sua Santa gratia in marg.] et me li raccomando di cuore: pregandoli dal Signore Dio ogni contento. Di Firenze il di 25 di Giugno 1647 Di Vostra Signoria Illustrissima e Molto Reuerenda Signor Domenico Mazzocchi Signor Pietro Eredia Affezzionatissimo Seruitore Giouanni Battista Doni [--] Illustrissimo e Reuerendissimo Signor e Patron Colendissmo [osseruandissimo ante corr.] [63.T in marg.] Essendo solita Vostra Signoria Illustrissima di fauorire e proteggere la professione musicale si per propria inclinatione come per l’ esempio [paterno add. supra lin.] spero che l’ operetta qui aggiunta ch’ io gl’ inuio per rauuiuarli la memoria della mia deuota seruitù non gl’ habbia ad essere discara, hauendola [io add. supra lin.] publicata per eccitare i moderni prattici a perfettionare questa facoltà con imitazione de gl’ antichi, i quali con saldissime ragione et autorità irrefragabili parmi d’ hauer’ assai euidentemente mostrato quanto in essa fussero eccellenti. Confidato poi nella Sua gentilezza la prego a far’ recapitare gl’ altri esemplari con le letterea chi uanno. Et baciandoli riuerentemente la mano prego Sua Diuina Maestà per la sua prosperità et esaltatione Di Firenze et cetera Monsignor Corsi Eminentissimo et Reuerendissimo et cetera [53 inmarg. add. m.sec.] È stato [[sempre]] solito in ogni tempo [et add. supra lin.] appresso ciascuna natione d’ honorare i patroni con qualche tributo proportionato a chi da et a chi riceue. L’ operetta qui aggiunta ch’ [[inuio]] [io mando corr. supra lin.] a Vostra Eminenza [[come un nuouo parto del mio debole ingegno]] [un segno dell’ ossequiosa et deuota mia uolonta corr. supra lin.] se non [[è]] [sarà corr. supra lin.] proportionata alla grandezza di Lei; [[per la sua picciolezza e poco ualore, non sarà almeno sproportionato del tutto alla mia bassezza]] per esser cosa piccola e di poco ualore: non sarà forse sproportionata del tutto a chi glie la presenta; dal cui debole ingegno non possono uscir frutti se non di poco pregio e ualore. Mi rende quasi certo però la Somma benignità di Vostra Eminenza che nella picciolezza del dono non sdegnerà l’ animo del donante che soprauanzando se medesimo desidera di seruirla anche in cose molto maggiori Et fra tanto facendoli humilissima riuerenza prega Sua Diuina Maestà a dispensarli largamente le sue ce [--] Molto Reuerendo in Christo Padre osseruandissimo [V. 54 [34 ante corr.] in marg. m.sec.] Le fatiche fatte da me nel componimento di quest’ operetta ch’ io mando a Vostra Reuerenza stimerò che siano ottimamente impiegate, quando meriterà d’ esser approuata da lei: il cui finissimo giudizio congiunto con rarissima eruditione prepondera appresso di me in questa sorte di studij al parere de gl’ altri dotti [[et asso]] non che del uolgo ignorante e di quelli che operano per mera pratica. L’ aggradisca Vostra Reuerenza la prego con quella gentilezza ch’ è propria del suo instituto contro la malignità di quelli che uogliono far’ a credere i miei ritrouamenti siano pure chimere, e fatiche inutili. o che non fussero punto diceuoli al grado ch’ io esercitauo costi. Poiche se troueranno pur’ qualche fede tanti argomenti e testimonianze a fauor’ dell’ antica musica nel concetto almeno delle persone ingenue e dotte bisognerà pur che l’ inuidia stessa confessi non essermi io affaticato indarno nella restituzione d’ una facoltà ch’ a’ tempi nostri si troua cosi imperfetta e che molto maggiori proue di ciò se ne ne sarebbono uedute, quando le mie fatiche fussero state fauorite e secondate da chi poteua e doueua farlo per honor’ di questo secolo se non altro. Ma se [[ciò non è seguito mi consolerò almeno]] per colpa di chi [che ante corr.] che sia ho effetuato poco mi consolerò almeno sapendo d’ hauer tentato assai e dato campo almeno ad altri o più ualorosi o [--] più addortiti di me di recare a perfettione quaesta [[Padre Leon Santi in marg.]] lodeuole impresa. E con riuerirla affettuosamente, prego Sua Diuina Maestà a continuarli la sua Santa gratia Di Firenze questo di 25 di [[Giugno [Luglio ante corr.] 1647]] Di Vostra Reuerenza Affettionatissimo Seruitore Giouanni Battista Doni [X. 55 add. in marg. m.sec.] Eminentissimo e Reuerendissimo Signor e Patron Colendissimo Nella publicatione di questa mia operetta sopra l’ Eccellenza dell’ antica musica mi son proposto non solo di comunicare à uirtuosi le fatiche fatte da me in queta materia ma molto più di diuulgare [[per [[il mo]] le prouincie più culte dell’ Europa le gloriose attioni di Vostra Eminenza]] (quanto comporta la mediocrità del mio talento) per le prouincie più culte dell’ Europa le gloriose attioni di Vostra Eminenza e particolarmente la singolare protezzione che [[tiene delle lettere e de’ seguaci di esse]] per unico refrigerio di quest’ afflitto secolo, [[ua]] ella ua di continuo esercitando nelle lettere e professioni di esse. E però se ua mandando de gl’ esemplari in uarie parti la sua [[som]] incomparabil gentilezza e generosità mi rende quasi sicuro ch’ ella sia per gradire questo piaceuol’ tributo che gl’ inuio del mio ossequioso affetto e deuota seruitù: dispiacendomi che la mia debolezza non mi conceda di poterla seruire in cose maggiori. E pregando Sua Diuina Maestà proteggerla e prosperarla di continuo, humilmente me ’l inchino Di Firenze Di Vostra Eminenza Signor Cardinale Mazarino [--] Molto Illustre e Reuerendo Signor e Patron mio osseruandissimo [Y 56 in marg. m. sec.] Ecco ch’ io rompo il mio lungo silentio tenuto con Vostra Signoria con l’ occasione d’ inuiarli [[un esemplare del mio libro sopra l’ Eccellenza della musica antica. L’ incertezza che ho della sua dimora in Parigi]] il libro De praestantia musicae ueteris dedicato all’ Eminente suo Patrone, con un’ altro esemplare per lei. Non ne mando più per questa strada per non [[ing]] far’ si grosso fardello. Ne manderò ben quattro o sei altri per la uia di Roma e per mezzo di Monsignor Illustrissimo Arciuescouo [d’ Aix add. supra lin.] al quale spero, non mancheranno commodità d’ inuiarli: per mare. Et fra gl’ altri uno per Monsieur du Puy con una lettera acciò Vostra Signoria si contenti di presentarla e di recuperare il mio libro sopra la lira Barberina: quando però l’ Eminentissimo Signor Cardinal Francesco non hauesse caro che si stampasse costa: che forse doppo hauer ueduto questo altro (che per uia di Roma glie ne manderò un esemplare) gliene potrebbe uenir’ uoglia; quando da Vostra Signoria o da altra persona idonea gli fusse messo in consideratione. Del resto io confido tanto nell’ amoreuolezza di Vostra Signoria e nella uera e sincera amicitia che passa tra noi ch’ ella non mancherà d’ adoprarsi efficacemente perche Sua Eminenza dia qualche segno che questa dedicatione gli sia stata grata; come mi promesse di uoler fare. Il che accrescerà gl’ altri obblighi che li tengo. Il libro è stato tanto tempo sotto il torchio per le continue dilationi e mancamenti del nostro stimato Massa col quale ho fatto proposito di non uolermi più intrigare Se quel libretto francese è stampato una uolta, mi fauorisca di mandarmene un’ esemplare et retirare appresso di se quella figura in rame: perche mi serua per altre mie opere. Desidererei anche d’ essere auuisato se crede d’ hauer qualche occasione sicura di mandarmi una balla o due di libri per mare: perche all’ auuiso di ciò darei l’ ordine ch’ il denaro [--] sufficiente gli fusse pagato. Quanto a nuoue di libri presto uscirà fuora il commento [[commed ante corr.] del nostro Nardi sopra Lucretio: quello de Atomis stampato in Pauia, credo che di già l’ harà uisto. L’ aspetta anco presto di Roma la seconda parte dell’ istoria del Padre Famiano Ma perche non ho tempo d’ allungarmi più con Vostra Signoria mi rimetto del restante a un’ altra uolta. Fra tanto gli bacio con ogni affetto le mani pregandola ad honorarmi tal uolta de suoi comandamenti e dar qualche nuoua di se, quando glielo permettono le sue occupationi. Nostro Signore Dio la conserui e feliciti Di Firenze Il [Signor add. supra lin.] Canonico mio fratello la saluta affettuosamente [57. in marg.m.sec.] Illustrissimo et cetera Confidato nella solita gentilezza di Vostra Signoria Illustrissima gl’ inuo un’ esemplare d’ una mia operetta per l’ Eminentissimo Signor Cardinale Mazarino, acciò mi fauorisca di presentarglielo quando il ignor Naudeo suo bibliotecario (che passando di qua et alloggiando in casa mia mi promesse di uoler’ farlo) non fusse in Parigi. Et ciò facendo la prego ad accompagnarlo con parole che aggrandischino il dono per se stesso picciolo, massime in riguardo d’ un tal Signore ne mando insieme un esemplare per detto Signor Naudeo et un’ altro per lei; il quale m’ honorerà di far uedere a cotesti uirtuosi et in particolare al Padre Mersenne de l’ ordre des Minimes; essendomi astenuto di mandarne più per non far’ gran’ fardello. Et con tal’ occasione la riuerisco, pregandoli dal Signore Dio ogni contento Di Firenze et cetera Signor Residente Barducci [--] Molto Illustre Signore e Patrono Colendissimo Mi è giunta gratissima la cortese di Vostra Signoria sì per l’ annuncio, che mi dà della sua salute, sì anco per l’ occasione, che mi porge, benche in piccola cosa, di seruirla: il che io farò sempre con molto mio gusto, et tanto più quando mi commenderà cose di rilieuo. Procurerò fra tanto di dar quanto prima recapito al priego inuiatomi, come di già harei fatto; se conoscessi la persona a chi ua. Sento anco con molto mio contento, che Monsignore Arciuescouo [(1) supra lin.] tenga memoria di me, [a colomini in marg.] che sono forse de' più antichi e parziali Seruitori, ch’ egli abbia quà. La prego a mentouarmeli in grazia, e riuerirlo anco à mio nome. La soaue conuersazione di Sua Signoria Illustrissima son sicuro, [[<.>]] che gli rende molto meno noiosa la sua absenza dalla Casa propria: oh s’ io potessi gustare alcuna uolta dei loro dotti e sennati ragionamenti, quanto mi terrei contento! Quanto ai miei studi, sappia Vostra Signoria ch’ io attendo più che mai alla Musica, doue per quel poco di talento, che dio m’ ha dato, mi pare d’ hauere scoperto sin quì (oltre le cose cauate dai Manoscritti Greci) bellissime osseruazioni, così nella parte del Melos, come del Ritmo; et in particolare circa i Modi o Tuoni antichi, con pensiero, quando che sia, di prouare se mi riuscirà, ridurli in pratica con un nuouo Instrumento, che ho per la fantasia; nel quale si potranno sonare le consonanze nella loro perfezione. Io spero, che dal libro composto sopra la Lira Barberina (il quale uscirà presto fuore) si potrà giudicare [--] quello, che io posso fare in questo genere. Desidero, che Vostra Signoria mi fauorisca d’ auuisarmi di qual materia sono fasciate le ruote, che percuotono le corde di quell’ Instrumento del Signor Principe Don Lorenzo: e baciandogli affettuosamente la mano, prego Sua Diuina Maestà a concederli quanto desidera. di Vostra Signoria Illustrissima alla quale Di Roma questo di 27 Ottobre 163<.> bacio di nuouo la mano, e di nuouo me gli offerisco prontissimo a seruirla in ogni occorrenza Affettuosissimo Seruitore di cuore Giouanni Battista Doni (1) Il Galileo in questo tempo stette confinato [[in q]] nella Casa di Monsignore Enea Piccolomini [d’ supra lin.] Aragona in Siena, d’ ordine della Santa Inquisizione di Roma, e detto Monsignore fu Scolare del medesimo Galileo, e suo parzialissimo amico, di cui si ha manoscritto inedito un Trattato de Libertate Philosophandi, esistente presso il Signor Giouanni Battista Nelli Parroco Fiorentino da cui sono stato fauorito di questa Lettera, da me copiata dall’ originale

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