Author: Effrem, Mutio
Title: Censure di Mutio Effrem sopra il Sesto Libro de Madrigali di Messere Marco da Gagliano Maestro di Cappella della Cattedrale di Fiorenza Editor: Massimo Redaelli
Source: Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, MS D 35, 2-<63>
[-i] [Primo in marg.] Muzio Effrem fu nativo di Bari, come ricavasi da una raccolta di canzonette a due voci di diversi autori di Bari rammentata da Fétis nella Seconda edizione della biografia e bibliografia universale all'articolo Antiquis (Giovanni de), tomo secondo pagina 115. m. rec.] CENSURE DI MVTIO EFFREM SOPRA IL SESTO LIBRO DE MADRIGALI DI MESSERE MARCO DA GAGLIAno MAESTRO DI CAPPELLA DELLA CATTEDRALE DI FIORENZA CON LICENZA DE' SUPERIORI [-2-] Copia d'una Lettera Stampata di Messere Marco da Gagliano Con l'occasione di pubblicare la presente Opera mi sono risoluto, Lettori benignissimi di liberarmi d'una fastidiosissima noia, manifestando le mie ragioni contro d'Alcuni, che, come forse ui sarà peruenuto all'orecchie, da molto tempo in quà si sono mossi a uilipendere l'Opere mie, e mormorando scopertamente. e benche per parere d'alcuno, io douessi prima che ora risoluermi à così fatta dimostrazione, con tutto ciò me ne sono uolsuto astenere, auendo sempre stimato, che chiunque senza necessità arà sentita la causa mia, non abbia auto bisogno d'alcuna giustificazione per la mia parte; Sperando che nel medesimo tempo, Siccome Spesso sono somiglianti cosi suole auuenire, che per la sua legierezza deu'esse tosto suanir del tutto cotal rumore. Ma auendo ueduto ormai esser la cosa, fuor del mio credere, scorse tant'oltre, che la mia riputazione correua qualche risico di patirne, non mi sono potuto più contenere, di non mouermi à difendere essa riputazione mia, come quella che dee stimarsi al par della Uita, e della più cara cosa che faccia graditi gli Uomini nel cospetto del mondo. Imperò sono costretto à pregar tutti quelli, che Uorranno onorarmi di trattenersi con queste Musiche, à dare una Scorsa à questa breue scrittura, doue se io non m'inganno potran Uedere, quanto fuor del dritto Sia trasportata la Uolontà di coloro ne quali preuaglia la passione, ed insieme potrà restare appagati, Se con raggione hò Sofferte Sin'ora, come di poca Stima l'accuse datemi. Quando dunque infin l'anno 1617 io diedi alle Stampe il modesto libro de Madrigali à Cinque Uoci, Muzio Effrem Musico, oggi stiendiato di queste Serenissime Altezze, per quanto mi fu poi rierito, douette biasmarli assaj largamente, e notare in essi diuersi errori. E perche magiorente si discoprisse l'animo suo uerso di me, ne formò Una piena Scrittura, che fu di non poco gusto ad alcuni che non amauan troppo le cose mie. Questa scrittura fu Subbito fatta uedere in diuersi luoghi, tanto frà professori di Musica, che fà Uari Gentiluomini della Città, e come che pochissimi sieno quelli che altro Uoglian Sapere di quest<'>arte che la prattica del Cantare, pochissimi erano anche quelli che potessero ben giudicare se rettamente, e fuor di raggione, auesse trattato l'Effrem in questa materia. Perciò trouarono i miei auuersari aperto campo di poter agrandire, di lodare, d'Esagerare, d'inalzarsi fino alle Stelle, come cosa diuina, e non più Sentita nel mondo, il Ualore, e l'esquisitezza di Muzio Effrem, Opprimendo all'incontro se da me nulla maj usse Uscito di buono, ma sol predicando à tutta lor possa la mia ignoranza, e difetti miej. Fu in processo di tempo fatto auuisato di trattamento cosi odioso, e particolarmente di questa Scrittura; Ond'io fortemente disgustato, e sdegnato più del modo col quale ell'era portata, che del fatto Stesso mi messi con ogni diligenza a cercar di Uederla. E facendo raggione, che siccome io ero certo, che coloro, che cosi trattauan di me, come poco miei amici, in altre occasioni S'eron lasciati trasportare, à scoprirmisi contro, cosi potessi essere che anche tale Scrittura Serbasse il costume medesimo, ebbi grande conidenza che auendola nelle mani, mi fosser er riuscire molto ageuole il [-3-] discolparmi di quanto per essa intorno all'opere mie osse stato creduto sinistramente. Ma Uano mi riuscì tal desiderio, ne per preguiera, diligeenza, ò artificio che io ci Usassi da me medesimo, e c'abbia fatto Usare da Amici mieie, mi e potuto mai riuscire d'auerne copia, anzi costor che l'aueuano nelle mani Scoperto ch'ebbero la mia Uolontà ristrinsero uia maggiormente il mostrarla, e perticolarmente in quei luoghi doue si trouassero miei confidenti che fosser loro à Sospetto di diuer farmi parte del contenuto per la qual cosa di gran Uantaggio mi si augumentò la Credenza, che Uane, ed in Un momento potessero esser quelle censure, ma solamente prodotte dal desiderio di Seminar concetto ò dà raggione ò à torto ch'io Sapessi poco. Imperochè qual proposito Sarebbe Stato questo di Mutio Efrem, e de Suoi Seguaci, l'auere Scoperto nelle mie Musiche errori ueri e manifesti, e fondati Sù le buone regole e poi uolere con tanta Seuerità tenermeli ascosi? quanto meglio qurebbero eglino conseguito lo intento loro di chiarirmi poc intendente dell'arte mia se mi auessero Squadernato Sul uiso Una gran mano d'Errori, da quali Uolendo difendermi, io fossi sforzato à difendere il falso, ò cedere Umile, ed inchinarmi alla lor tanta esaltata, et angrandita inteligenza? Mosso dunque da tal raggione, io mi persistetti nell'oppinion mia, siccome io son di presente, che Mutio si uantagiasse fuor del douero e i Suoj aderenti intrarendesser, per atterrarmi, in materia tale, che quando si uedesse, e S'esaminasse, non fosser lor per regger trà le mani. E nel Uero, ricercando più à dentro l'origine di questa Scrittura, come non e egli ancor uerisimile, che Uno come à Mutio Effrem, che per quel che si e Uisto, non si è maj cimentato à compor troppe Cose, e che non hà auto maj animo di far Ueder per le Stampe Se non Un Sol Madrigale, come non è egli uerisimile dico che si possa esser grandemente ingannato nel giudicare delle mie compositioni, e non ben sicuro della Uerità dell'Oppinion Sua, abbi cercato per tutti uersi ch'io non la Uedessi maj, temendo forse che io discoprissi le Sue allacie, e ne potessero lender buon Conto? La Musica, e Una di quelle Arti, che non fà l'uomini Eminenti senza l'p[erazioni, e siccome non sarà maj Stimato Un Gran Medico, senza l'Esperienza, e la prattica di auer medicato e guarito moltissimi inermi, cosi non deue Stimarsi gran musico chi con molti comonimenti, e perfetti non à dato Saggio di Se per le Scuole dell'intendenti. Nell'operare s'incontrano tali difficoltà che non S'immaginano maj, e tal cosa si stima talor perfetta, che pratticata poi non Ual nulla, siccome interuiene anche spesso per lo contrario. Interuiene ancora che tal uolta l'uscir di Regola cresce non poca bellezza all'opera siccome mi uien detto esserne molti esempli in architetture Eccellenti [-<4>-] e nelle Musiche di quei grand'homini che non più Stimiamo, son requentissimi, le quali Sregolate bellezze, à chi non S'auanza tropp'oltre nell'Esperienza possono esser tenute grossissime inauertenze, et errori da principianti. Potendo dunque l'Effrem come non ben prattico nel bel comporre benche per altro fosse esquisito, essersi in questi, e altri Somiglianti particolari ageuolmente ingannato ò Sempre tenuto, e con tutte L'altri raggioni tuttauia tengo com'ò già detto, che Senza alcun fondamento fosse formata questa Scrittura contro di me e siccome io la tenni per cosa Uana credetti sicuramente che da Se Stessa douesse tosto Suanire e fornir Seco tante mormorazioni. Mà poi che trouandomi ingannato nel mio parere, in cambio d'indebolirsi l'ho Uedute tutta uia prender forza e non solamente essersi contentati questi miei auuersarj di empierne Firenze Sola, ma auerne fatte Uscir fuori per molti luoghi d'Italia, ne quali luoghi peruenendo nò la Scrittura, mà la nouella di essa molto indistinta e confusa, non e mancato d'aprendersi in alcuno qualche dubbiezza de fatti miei. Il perche non potendo più soffrire, costretto à difendere la reputazion mia, l'onor mio, le fatiche mie, doppo tanto tacere, doppo comportar tanto, mi uengo à risentire con questa Scrittura. E mi Son risoluto con tanto Maggior animo, in quando che per l'auanti, io mi fidauo solamente sù le probabili congietture, nel che poteua forse toccare à me L'ingannarsi, e ora da qualche tempo in qua, ho Saputo per certo modo alcuni particolari d'esse censure, de quali Se cosi sono come mi e detto confermandomi più Sempre nell'oppinione mia, non ò da temere. Fo dunque Sapere à tutti quelli, che circa tal fatto Sentisser contro di me, et à Mutio Effrem in particolare che io non ho fatto fin ora risentimento di questa Scrittura perche non L'ho Ueduta e non L'hò Stimata, e non la Stimerò mai fino à tanto, che io non la Ueggo, e uedutala credo d'auer à esser del medesimo Umore. Però S'ei Uuol che io la Stimi S'ei crede d'auermi conuinto con le sue raggioni, e di farmi Stimare per l'auuenire, qual egli [-<5>-] à procurato di far ch'io sia Stimato insin ora, pubblichi la sua scrittura faccia in modo ch'io la possa Uedere, che altrimenti, contenendosi in questa maniera, la la raggione, e contro di lui, e se io non m'inganno, Scopertasi per questa mia dichiarazione la realtà del fatto, io presumo di rimanere discolpato à pieno, e di quer riuoltato gli addosso qualunque mala apprensione che auesser di me diulgata le Sue parole, ò de Sui Seguaci IL FINE [-<6>-] Molto Reuerendo Marco da Gagliano Se la Seruitù dell'Illustrissimo, et Eminentissimo Signor Principe di Uenosa per lo Spatio di uenti due anni, accompagnato dal fauore fattomi dall'Altezza Serenissima di Mantoua d'Auermi honorato del Carico di Maestro di Cappella della Sua Serenissima Cammera, et ultimamente L'esser io Stato fauorito dall'Altezza Serenissima di Toscana d'esser arrolato nel numero de Suoj Ualorosi Musici non ui anno ò Messer Marco mosso à credere ch'io Sia Musico Ui moueranno Senz'altro questi à pie notati errori, che da giouani desiderosi d'apprendere da me le uere Regole del Contrapunto, ne Uostri Madrigali Sono stati ritrouati, e da me approuati missi da giusto sdegno preso contro di Uoi, perche palesemente laceraui, il Quinto, e Sesto Libro de Madrigali di detto Eccellentissimo Signor Principe tanto Celebrato, et ammirato e che me non temeui er Musico; De i quali Errori, se in quasta Uostra lettera dite che si ormasse Scrittura, e Se ne desse copia non Solo alla città di Fiorenza, ma à tutta l'Italia ancora, come Uoi Solo, che in quel tempo ui moriui di Uoglia d'auerla, non ue la potesti Cauare; e perche non Soggiungete, che essendoui oferta da Un Gentilhuomo, e Caualiere amico commune con molti Madrigali mottetti, Messe, et altre mie fatiche con la Sua Casa insieme, mentre di ciò Seco grandemente Ui doleui, affine che Uenendo meco à Uirtuoso cimento, ui liberasti da queste Censure, non uolesti accettarla? questo non potete Negare, Si perche e noto à tutta la Città, Si perche mi Uien detto che Sete ersona di buina Conscienza; Mi ricordo bene, perche non ho del tutto perduta la memoria, che alcuni mesi doppo tale oferta L'andaui cercando con grandissima ansietà; Mà questo fù, e sia detto in uostra pace, all'hora, che à Uostri preghi fu commandato con grandissimo rigore da chi poteua, che ne meno si mostrasse, non che se ne dasse copia. Mà Se deue chiamarsi Uero Musico colui, che con molti, e perfetti componimenti (per Seruirmi delle Uostre parole) ha dato di Se buon Saggio, come dunque per L'opere Uostre molte in uero, mà imperfette per essere piene d'errori ardite attribuirmi il nome di Musico, e per le mie benche di minor quantità, mà perfette, e buone Uolete ch'io ne sia del tutto indegno? bisogna darsi [-<7>-] ad intendere Messer Marco da Gagliano che Ual più Un buon madrigale che Cento Madrigalesse: Non consiste l'esser eccellente nella Medicina nell'auer quantità d'Infermi, e per l'ignoranza e mala Cura Storpiarli ò arli morire, Ma nel Sapere bene applicare i rimedij, e con essi ridarli alla pristina Sanità, il che non si può fare con la Sola prattica, e Senza Teorica, perche la Sola prattica Spesse uolte e Caggione, che si faccino grauissimi errori, Si come e interuenuto à Uoj che Sete alquanto prattico, e niente Teorico. Non escono similmente delle Regole, e misure I buoni architettori, e però nell'Opere loro, non trouerete mai capricci, quani uoi chiamate Sregolate bellezze: Guardate Messer Marco che non ui siate Stato dato ad intendere, come à poco esperto in tale proessione, che sia intentione di buono architetto quella, che e di Semplice muratore. Orsù fate capitale di questo mio auuertimento, acciò non incorriate di nuouo in cosi fatti mancamenti, e camminate, per l'auuenire per la Strada Commune delle Regole, e crediatemi che farete assai, Se per quella non inciamperete; e non ui curate di metter alla Stampa, perche L'opere uostre (come ognuno da questo Spartito può giudicare) meritano più tosto di Star Sepolte nelle tenebre, che di goder la luce. E perche conosciate che queste censure non sono cose Uane, e che sieno per mancarui frà le mani le Stampo à Uostra requisitione, e pria harej sodisfatto al uostro desiderio in questa maniera, se prime me L'auessi accennato, Quali manterrò à Uoj et à Uostri Seguaci in Eterno che sono uere e reali e in mia assenza Suppliranno per me i miei adherenti, qual ancora con la Scorta delle buone regole ui faranno conoscere quanto Siate trauiato dal dritto Sentiero, e [-<8>-] [-4-]ui indrizzeranno con i Loro ammaestramenti alla perfezzione. Spero, che L'hauerete bene esaminate muterete pensiero, e non Sarete del medesimo humore come troppo arrogantemente ui Uantate, E con esse ancora Stamo questo mio Madrigale acciò Studiandolo possiate uenire in cognitione, quali Sieno le regolate bellezze, e imparare la tela, L'intrecciatura, e il buon Uso delle corde orastiere: cosi facendo ui chiarirete esser io più meriteuole del nome di Uero Musicco che non e la Reuerenza Uostra alla quale Nostro Signore conceda ler L'auuenire maggior profitto nella Musica, che non ha fatto per il Passato. Uiuete felice. Mutio Effrem. [-<9>-] [-5-] Madrigale di Mutio Effrem [Effrem, Censure, <9>; text: Tu miri ò Uago et amoroso fiore con la bell'alba nato à [al in Soprano] par del giorno quel Crine onde n'ha L'oro inuidia e Scorno tu godi Sei beato et io sospiro tu fiorisci io languisco al mio martiro tu rendi adorno Un cosi bel tesoro lasso non miro e moro] [-<13>-], [-<14>-] [-9-], [-10-] Messer Marco da Gagliano; tutti i tuoni tanto Autentici quanto Placali, sono formati d'una quinta, e Una quarta, quelli che sono autentici hanno la quinta in sù, e la quarta in sù, i Placali hanno la quinta in giù e la quarta in giù, e per mostrarui che nessuno di questi Tuoni hà due quinte e due quarte, tanto gl'Autentici, quanto i Placali, dico che il uostro primo Madrigale della Sesta muta (La bella Pargoletta) non è in tuono, perche tutte le parti Uanno di quarta men doueuano andareUna alla quinta, e l'altra alla quarta; Uoi cominciate il Primo Soprano che dice (sol, sol, la, mi, fà, sol) et il Secondo Soprano, (fa, fa, la, mi, fa, Sol) come sosterrete Uoi maj, che questa sia figura reale? poi che assolutamente, non Uà cosi; Ma per insegnarui come Uà fatta; si piglia prima la parte più bassa che comincia (fà, fà, la, mi, fa, sol) e poi il Primo Soprano (sol, sol, la, mi, fa, sol) E questo ui serua per Esempio acciò non facciate più simili Errori: nel principio poi di detto Madrigale doppo che sono entrati i due Soprani, Uoi ate entrare il Contralto il quale à un cattiuo contrapunto col primo Soprano, perche andate dall'Ottaua alla Sesta, e Scenedete insieme con quel Soprano all'Ottaua; Si può ben andare dalla Sesta all'Ottaua scendendo insieme, ma non nel modo che ate Uoi; et il medesimo passo fate al contralto, e Basso, e de i molti punti ch'auete atti in questa Uostra Sesta muta in particolare, Uoi non Sa
ete quali anno da essere i buoni, e quali li Cattiui; Quanto poi alla tessitura di tutte le Uostre sei mute di Madrigali, Ui manterrò che non Uagliono cosa alcuna, essendo
iene di Spropositi, Sempre con Un medesimo Concetto, e Senza Conclusione doue il Nanino, il Soriano, Pietro Uinci Morales il Caualiere del Turco, il Ciera, L'Agaari, Teofilo, Filippo Uitali il Giouannelli, il monteuerde, il Frescobaldi, e molti altri Uirtuosi della Scuola di Roma, di Napoli e di tutta Italia S'auertiscono tutti i Signori Uirtuosi quali si degneranno Uedere la presente Opera che doue troueranno Segnate le Crocette Sono tutti punti Cattiui, malissime tessiture, e pessimi Contrapunti, e falsi. [Effrem, Censure, <13>, <14>; text: La bella pargoletta ch'ancor non Sente Amore ne pur noto hà per fama il Suo Ualore co' begl'occhi saette e col leggiadro Uiso ne S'accorge che L'armi ha nel bel Uiso] [-<15>-], [-<16>-] [-11-], [-12-] Seconda Parte Qual colpa hà del Morire) Ancora questo non comincia in tuono, perche tutt'a Cinque parti cominciano allo Sproposito, e di questi due Madrigali che Sono del Duodecimo tuono, non può andare il Soprano all'Effe faut Sopracuto perch' il Cantore, per una Uolta tanto ui si comorterebbe mà per esserui tanto familiare non hò uoluto tacere perche in Uoi e Uitio; Et quel passo (della trafitta gente) alla Second replica del Secondo Soprano, auertite Messer Marco che d'Ogni nota potendosi fare, Ut, re, mi, fa, Sol, la, non è à proposito quel b molle, in Alamire perche qual Ualent Uomini scriuono il b. molle, diesis in queste corde, e tutte l'altre, si seruono d'altri mezzi, come potrete Uedere nel Signor Principe, e altri, e on se ne sno come Uoi che, li uedete Segnati, e non Sapete come s'anno da are che però li fate senza proprietà, E per questo si sono Spartiti i Uostri Madrigali <...>ta alcuni giouani, e postillati infiniti Errori, acciò non dirò i Ualent huomini perche troppo mi parrebbe d'offenderli, ma i Principianti Uegghino quanto U'inganate; Perche tutti quelli che compongono Madrigali, Mottetti, Messe, Ricercari, Canoni, et Oblighi Sopra Canti fermi deuono comporre queste Sorti di Muche con ogni Squisitezza di Contrapunto, e politia, e osseruanza di Regole, e non come Uoi che dandoui ad intendere di are un bel passo, Uscite di tuo fate infiniti punti alsi, e legature che non possono Stare pessime tessiture, Cattiui termini et in Somma Madrigali ch'anno più della Car<...>a ch'altro; Auertendoui ch'e differenza da Comporre le Cose Sopra dette dall'Arie Canzonette, e Balletti, doue in simili cose L'uomo si pu<ò> pigliare qualche licenzia auendo tutte queste Sorte di cose ogn'Una i Suoi termini. [Effrem, Censure, <15>, <16>; text: Qual colpa hà del morire della trafitta gente se non sà di ferire ò bellezza homicida et innocente temp'è ch'omaj di mostri amor nelle tue piaghe i dolor nostri] [-<19>-], [-<20>-] [-15-], [-16-] Terzo Madrigale Ò dolc'Anima mia) quel passo (per altrui m'abbandoni) che nel Secondo Soprano, Se Stuidiaui bene lo poteui far molto meglio tirando à fine il Uostro pensiero, e Senza errori, Siccome più Uirtuosi hanno uisto, in quel primo Soprano che dice (che più t'adori et ami) doue ate quel passo per modo d'ornamento, e Un malissimo ornamento, perche la Sustanti è Cattiua; E quel passo ( non mirar me) alla Seconda replica del Primo Soprano, doue fate cominciarlo in Settima col Basso, e tenoe non può Stare perche Si può fare in altro modo, Si com'hauete fatto nella terza replica che Stà bene in oltre quasi sempre in tutt i Uostri Madrigali ate Una Medesima Cadenza. [Effrem, Censure, <19>, <20>; text: Ò dolc'anima mia dunq'e pur Uero che Candiango pensiero per altruj m'abbandoni Se Cerchi Un cor che più t'adori et ami ingiustamente brami Se cerchi lealtà mira che fede amar quand'altruj doni la Sua Cara mercede e la Sperata tua dolce pietade mà Se cerchi beltade non mirar me Cor mio mira te Stessa in questo Uolto in questo Cor impressa] [-<23>-], [-<24>-] [-19-], [-20-] Quarto Madrigale Che non mi date aita) conosco, che Uoi intendete I Segni del Binario, o Medo; Perche quel passo (Ancidetemi poi) non comporta in questo Segno Binario, alcuna alsa Scoperta in positione di battuta essendo che in questo Segno la positione di battuta uol esser pbuona, per esser in questo luogo, Contrapunto, e non ornamento; poiche e differenza da legatura contrapunto, et oramento. E poi Seguite accanto con Un altra falsa Saltando di quinta doue Uogliono essere tutti li Salti buoni quando sono Sciolti perche quelli per uia di Legatura Sono d'Un altra Sorta; El passo che Segue (O me felice ancora) Uoi fate al primo Soprano col Basso Una Settima, e poi Una Nona, e
rifate
(ancidetemi poi) con il medesimo passo à Cinque siccome (O me felice,) i quali non si possono
Saltare (E più felice ancora;) Uoj fate à què due Soprani due false le quali assolutamente non si
commettono, perche siccome non si possono are due quinte ne due Ottaue insieme, cosi nel meno
due alse col Basso insieme; e questo ui auuiene perche non intendete bene il Contrapunto, si come e
Signori Uirtuosi da questi Spartiti possono Uedere, e due quinte che ci sono, io ue le dono.
[Effrem, Censure, <23>, <24>; text: Che non mi date aita S'Un Uostro Sguardo può tenermi in Uita
ancidetemi poi ò me felice S'io morrò per Uoi e più felice ancora Se gl'auuerrà ch'in Uoj mirand'io
mora]
[-<27>-], [-<28>-] [-23-], [-24-] Quinto Madrigale
Uolle mostrar ch Un giro) Questo Madrigale, e dell'Undecimo tuoo, et e come gl'altri, tutto d'Un
andare non si partendo maj da Un medesimo concetto auuertiscoui Messer Marco che il
Contrapunto che scende dalla terza all'Unisono insieme come auete fatto in quel posso de due
Soprani (della guancia Amrosa) e termine Cattiuissimo, come Chiaro si Uede.
[Effrem, Censure, <27>, <28>; text: Uolle mostrar ch'Un giro Sapeua far col suo bel Centro Amore
allor che nel Candore della guancia amorosa per Centro Un Neo ui fe giro una Rosa.]
[-<29>-], [-<30>-] [-25-], [-26-] Sesto Madrigale
Occhi nol Uorrej dire) Uoi fate cominciare il Basso in quel (non Uorrej dire) che dice (re, do, re,
fa,) e poi fate al Contralto, e al quinto terza e qul tenore che dice (fa, fa, Sol, la) da qual parte
Uiene? di modo che il tenore canta allo Sproposito, perche nessuna altra parte segue quel concetto;
E il passo (Senza Sperar pietate) è rubbato al Prinipe nel quale non auete ne anco intese bene le
parole, perche in cambio di arlo dolce, L'hauete fatto Crudo, e queste consonanze imerfette si
sonano nel chitarrino à quattr'Ordini doue non sono bassi, e perciò si domandano imperfette, non ui
essendo altro che quarte, Seste, e per questo si fanno à Certe arole di dolore, et il fine di detto
Madrigale non Uale essendo sforzatissimo
[Effrem, Censure, <29>, <32>; text: Sesto Madrigale, Occhi non uorrej dire per non offender Uoi
che U'adirate perche del Uostro orgoglio mi lamento mà Se morir mi sento Senza Sperar pietate,
conuien pur dire io mi Sento morire ò rej ministri d'immortal dolore, arcieri di Morte non d'amore]
[-<31>-], [-<32>-] [-27-], [-28-] Settimo Madrigale
Se più mirar meco non e Speranza) questo Madrigale Uoi lo fate del decimo tuono et in questo
ancora Sono di quei punti Cattiui che non possono Stare; e la intrecciatura di detto Madrigale
on e buona perche non ha armonia et ci Sono di più molti passi da Romej e il ine della Prima
Parte non deue finie in D la Sol re, perche tutti i tuoni, come si e detto innanzi hanno la quinta, e
la quarta tanto autentici quanto Placali questo decimo tuono comincia la Sua quinta in E la mi, e
finisce in Alamire, e il mezzo Suo, e Csolfaut, talche questa cadenza che ate Uoj in Dla sol re non ci
Stà bene, erche ogni cosa ha principio, mezzo, e fine.
[Effrem, Censure, <31>, <34>; text: Se più mirar meco non e Speranza Uostri bej raj Stelle d'amor
ardenti deh per pietà de duri miei tormenti Se ne tolga da me la rimembranza]
[-<35>-], [-<36>-] [-31-], [-32-] Ottauo Madrigale
Mà che dich'io) in questo Madrigale ci sono gl'Unisoni che so mal posti perche non fanno
consonanza e quel passo (E solo aita porgo al Cor già morto) e astratto quale doueua essere
human come considerare possono i Professori Ualenti.
[Effrem, Censure, <35>, <38>; text: Ma che dich'io Solo contemplo il duolo, ne guaj Soglio trouar
conforto e Solo aita porgo al cor già morto Quand'à Uoj col pensiero men Uengo à Uolo]
[-<37>-], [-<38>-] [-33-], [-34-] Nono Madrigale
Filli mentre ti bacio) In questo Madrigale tutti i concetti Sono pouerissimi e gl'Auete fatti molt'altre
Uolte al Uostro ordinario e quel passo (amaramente moro) il Contralto dice (mi, mi, mi, fà, la) quel
fa che fa una nona col Soprano, e Una Seconda Col tenore, ditemi chi lo Salua? E mentre il Soprano
fa Un quinta falsa à modo di legatura Col Basso alla quale aggiugnete Una quarta appresso
queste Sono due Cattiue che non possono Stare, peche Una Cattiua non può Saluare Un altra, e due
quinte che ci sono di nuouo ue le dono.
[Effrem, Censure, <37>, <40>; text: Filli mentre ti bacio dalle tue labra amorosette e Care beuo
d'ambrosia Un mare Si che Sommerso il core trà le dolcezze amaramente more hor S'ancidi col
mele con L'assentio che faj illi Crudele]
[-<41>-], [-<42>-] [-37-], [-38-] Decimo Madrigale
Che Sete uoi che Saettate) questo e Un madrigale che non è ne Care ne pesce, essendoui dentro
molte prese cattiue, e il passo (E trà lami celar dardi guerrieri) e tutto terzine da zampogne, e Senza
Conclusione, e auete Uoluto immitare il Signor Principe in quel passo (e pietosa si desti) del
madrigale che comincia (felicissimo Sonno) mà non aue dato nel Segno come si mostra qui
Sotto nello Spartito
[Effrem, Censure, <41>, <46>; text: Chi Sete Uoj che Saettate à morte Occhi non già che d'Un bel
guardo il lume di Sanar ha costume dunque dirouui insidiosi arcieri chi U'insegnò di satettar si forte
E trà lampi celar dardi guerrieri ah che Sempre più fieri non Sapete donar Sebza rapire ne Sapete
mirar Senza ferire]
[-<45>-], [-<46>-] [-41-], [-42-] Undecimo Madrigale
Ò com'inuan Credei) questo Madrigale e del Duodecimo tuono giusto; E d questo Madrigale
potete Uedere, e comprendere Se quei due Madrigali primi (La bella argoletta) e la Seconda parte
doue auete trasportato il tuno Una quinta più giù di questo, eschino di tuono Si com'ho detto; E
inquel passo (E raddolcire in Uoi) qui fate due Ottaue col Soprano, e tenre il Soprano dice (la,
Sol, Sol, Sol) e quel (la) Sta legato, et il tenore dice (mi fà re) quel (mi) e Un ottaua co quel (la;)
del Soprano, e poi andte col tenore a dare in Una Settima Sopra la legatura del Soprano
scendendo insieme col Soprano e Tenore all'Ottaua; auuertisc che le alse non leuono le due
Ottaue ne tampoco il Sospiro, di modo che questo non si può dire che sia trascuraggine d'occhio ma
si bene errore di poco Sapere.
[Effrem, Censure, <45>, <48>; text: Ò Com'in Uan Credei passar L'ore tranquille e raddolcir in Uoi
gl'affanni miei beate e Soauissime pupille Ma Sospir infiniti Amare Stille Uersò L'anima mia per
Un breue piacer ah più non sia che Uiuer lieto amando oggi Si Uanti chi più rise talor Uersò più
pianti]
[-<49>-], [-<50>-] [-45-], [-46-] Duodecimo Madrigale
Tant'e dolce il Martire) questo e Un Madrigale che non hà Padre ne Madre poiche non si Uede di
douenNasce essendo che nel Principio comincia il Tenore in Elami poi Ua in Alamire, che e la
quarta del decimo tuono. Il Cralto piglia in BaBmi e inisce in Elami che e la quarta del terzo
tuono questo e Un guazza buglio tale che Uoi Stesso non auete Saputo quellhe abbiate Uoluto
fare il Soprano poi piglia Una fuga Sopra le parole (Donna bella e Crudel) che non ui uà a proposito
tanto che il modo le ela L'intrecciatura le corde forestiere, che Uoj procacciate di rubbare da chi
perfettamente le Sa maneggiare per ancora non Sono State da Uoi pratticate bene poi che non e cosa
cosi facile quanto Uoi stramezando per tutta la Citta andate impressionando nella mente dell
hui poco inteligenti Uostri Seguaci, et à questo s'aggiunge er uostra magior inteligenza, che
il detto Madrigale non comincia, e non finisce in tno?
[Effrem, Censure, <49>, <54>; text: Tanto e Dolce il martire Donna bella è Crudel ch'io per Uoi
sento che languir mi da gioia e non tormento ah non cessate nò di darmi pene dolcissimo mio bene
Mà Uoj troppo nemica al mio desire Ui fingerete pia perch'io non goda della doglia mia]
[-<55>-], [-<56>-] [-<5>1-], [-<52>-] Decimo terzo Madrigale
Occhi miej che ridete) Questo Madrigale, e dell'Ottauo tuono et ancora a questo esce di tuono come
gli altri già detti perche fate passare il Soprano al Cfaut Sopracuto che non deue passare Elami e la
Seconda replica d'(Occhi miei piangete) quel basso che salta dalla Sesta alla quarta col tenore e Col
Soprano non Stà bene essendo più passo da Suono che da Comporre, perche nessuna dissonanza hà
da esser Saltando Sciolta, essendo che tutti li Salti Uogliono esser buoni quando Sono più d'Un
grado, e questo madrigale non è ben tirato perche in Un madrigale com'e questo ate Sempre Una
medesima Cadenza, et altri errori.
[Effrem, Censure, <55>, <60>; text: Occhi miej che ridete qual incerto gioire in Uoj Si Scorge e
ch'il riso ui porge S'ogn'or di lacrimar Caggion auete deh occhi miej piangete Scopra il pianto il
dolore e non il riso il Uaneggiar del Core]
[-<59>-], [-<60>-] [-55-], [-56-] Ohime tu piangi ò Filli) Questo Madrigale, e del Primo tuono nel
principio del quale comincia prima il Contralto, e poi il Tenore, Quinta parte che piglia poi in
Gsolreut non si sa d'onde Uiene, però la quinta Parte dita non può Stae in questa maniera, e la
presa del Basso che Uà decima decima col Soprano non Stà bene Messer Marco Uoi Auete Uoluto
fare questo Madrigale <à c>ompetenza col Madrigale del Signor Principe (Tu piangi Filli mia) ma
ui Siete ingannato perche Ual più Una minima nota di quello, che tul uostro madrigale, e poi
quel reditto che ate nella fine di questo madrigale non deue andare di questa maniera e se uolete
Sapere come Uà fatto non solo questo ma infiniti altri passi, che sono in queste Uostre Musichesse,
Uenite da me che Ue L'insegnerò Si com'ho fatto à molti di quei giouani i quali in trascirrere questi
Uostri madrigali, hanno notato questi Sopra detti errori, di quando in quando mostrandomegli, à
quali Se ben giouani non pareua che potessero Stare, Ond'io gli mostrai il Uero Modo, e gl'insegnai
in che maniera si douessero acomodare, si come farò ancora à Uoi poiche n'auete molto
bisogno, e cosi mi Ui farò conoscer per Musico.
[Effrem, Censure, <59>, <62>; text: Ohime tu piangi Filli et io del mio languir non ho dolore Sol
perch'io non ho Core anzi di Spirito riuo Senza la Uita io Uiuo]
[-<63>-], [-59-] 1622: 15 Ianuarij
Prò impressione
Augustinus Dulcius
Secretarius
1622 19 Zener
Registrato nel Libro all'Offitio contra la Biastema à carte 76
Ioannes Franciscus Cognouit
Title: Censure di Mutio Effrem sopra il Sesto Libro de Madrigali di Messere Marco da Gagliano Maestro di Cappella della Cattedrale di Fiorenza Editor: Massimo Redaelli
Source: Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, MS D 35, 2-<63>
[-i] [Primo in marg.] Muzio Effrem fu nativo di Bari, come ricavasi da una raccolta di canzonette a due voci di diversi autori di Bari rammentata da Fétis nella Seconda edizione della biografia e bibliografia universale all'articolo Antiquis (Giovanni de), tomo secondo pagina 115. m. rec.] CENSURE DI MVTIO EFFREM SOPRA IL SESTO LIBRO DE MADRIGALI DI MESSERE MARCO DA GAGLIAno MAESTRO DI CAPPELLA DELLA CATTEDRALE DI FIORENZA CON LICENZA DE' SUPERIORI [-2-] Copia d'una Lettera Stampata di Messere Marco da Gagliano Con l'occasione di pubblicare la presente Opera mi sono risoluto, Lettori benignissimi di liberarmi d'una fastidiosissima noia, manifestando le mie ragioni contro d'Alcuni, che, come forse ui sarà peruenuto all'orecchie, da molto tempo in quà si sono mossi a uilipendere l'Opere mie, e mormorando scopertamente. e benche per parere d'alcuno, io douessi prima che ora risoluermi à così fatta dimostrazione, con tutto ciò me ne sono uolsuto astenere, auendo sempre stimato, che chiunque senza necessità arà sentita la causa mia, non abbia auto bisogno d'alcuna giustificazione per la mia parte; Sperando che nel medesimo tempo, Siccome Spesso sono somiglianti cosi suole auuenire, che per la sua legierezza deu'esse tosto suanir del tutto cotal rumore. Ma auendo ueduto ormai esser la cosa, fuor del mio credere, scorse tant'oltre, che la mia riputazione correua qualche risico di patirne, non mi sono potuto più contenere, di non mouermi à difendere essa riputazione mia, come quella che dee stimarsi al par della Uita, e della più cara cosa che faccia graditi gli Uomini nel cospetto del mondo. Imperò sono costretto à pregar tutti quelli, che Uorranno onorarmi di trattenersi con queste Musiche, à dare una Scorsa à questa breue scrittura, doue se io non m'inganno potran Uedere, quanto fuor del dritto Sia trasportata la Uolontà di coloro ne quali preuaglia la passione, ed insieme potrà restare appagati, Se con raggione hò Sofferte Sin'ora, come di poca Stima l'accuse datemi. Quando dunque infin l'anno 1617 io diedi alle Stampe il modesto libro de Madrigali à Cinque Uoci, Muzio Effrem Musico, oggi stiendiato di queste Serenissime Altezze, per quanto mi fu poi rierito, douette biasmarli assaj largamente, e notare in essi diuersi errori. E perche magiorente si discoprisse l'animo suo uerso di me, ne formò Una piena Scrittura, che fu di non poco gusto ad alcuni che non amauan troppo le cose mie. Questa scrittura fu Subbito fatta uedere in diuersi luoghi, tanto frà professori di Musica, che fà Uari Gentiluomini della Città, e come che pochissimi sieno quelli che altro Uoglian Sapere di quest<'>arte che la prattica del Cantare, pochissimi erano anche quelli che potessero ben giudicare se rettamente, e fuor di raggione, auesse trattato l'Effrem in questa materia. Perciò trouarono i miei auuersari aperto campo di poter agrandire, di lodare, d'Esagerare, d'inalzarsi fino alle Stelle, come cosa diuina, e non più Sentita nel mondo, il Ualore, e l'esquisitezza di Muzio Effrem, Opprimendo all'incontro se da me nulla maj usse Uscito di buono, ma sol predicando à tutta lor possa la mia ignoranza, e difetti miej. Fu in processo di tempo fatto auuisato di trattamento cosi odioso, e particolarmente di questa Scrittura; Ond'io fortemente disgustato, e sdegnato più del modo col quale ell'era portata, che del fatto Stesso mi messi con ogni diligenza a cercar di Uederla. E facendo raggione, che siccome io ero certo, che coloro, che cosi trattauan di me, come poco miei amici, in altre occasioni S'eron lasciati trasportare, à scoprirmisi contro, cosi potessi essere che anche tale Scrittura Serbasse il costume medesimo, ebbi grande conidenza che auendola nelle mani, mi fosser er riuscire molto ageuole il [-3-] discolparmi di quanto per essa intorno all'opere mie osse stato creduto sinistramente. Ma Uano mi riuscì tal desiderio, ne per preguiera, diligeenza, ò artificio che io ci Usassi da me medesimo, e c'abbia fatto Usare da Amici mieie, mi e potuto mai riuscire d'auerne copia, anzi costor che l'aueuano nelle mani Scoperto ch'ebbero la mia Uolontà ristrinsero uia maggiormente il mostrarla, e perticolarmente in quei luoghi doue si trouassero miei confidenti che fosser loro à Sospetto di diuer farmi parte del contenuto per la qual cosa di gran Uantaggio mi si augumentò la Credenza, che Uane, ed in Un momento potessero esser quelle censure, ma solamente prodotte dal desiderio di Seminar concetto ò dà raggione ò à torto ch'io Sapessi poco. Imperochè qual proposito Sarebbe Stato questo di Mutio Efrem, e de Suoi Seguaci, l'auere Scoperto nelle mie Musiche errori ueri e manifesti, e fondati Sù le buone regole e poi uolere con tanta Seuerità tenermeli ascosi? quanto meglio qurebbero eglino conseguito lo intento loro di chiarirmi poc intendente dell'arte mia se mi auessero Squadernato Sul uiso Una gran mano d'Errori, da quali Uolendo difendermi, io fossi sforzato à difendere il falso, ò cedere Umile, ed inchinarmi alla lor tanta esaltata, et angrandita inteligenza? Mosso dunque da tal raggione, io mi persistetti nell'oppinion mia, siccome io son di presente, che Mutio si uantagiasse fuor del douero e i Suoj aderenti intrarendesser, per atterrarmi, in materia tale, che quando si uedesse, e S'esaminasse, non fosser lor per regger trà le mani. E nel Uero, ricercando più à dentro l'origine di questa Scrittura, come non e egli ancor uerisimile, che Uno come à Mutio Effrem, che per quel che si e Uisto, non si è maj cimentato à compor troppe Cose, e che non hà auto maj animo di far Ueder per le Stampe Se non Un Sol Madrigale, come non è egli uerisimile dico che si possa esser grandemente ingannato nel giudicare delle mie compositioni, e non ben sicuro della Uerità dell'Oppinion Sua, abbi cercato per tutti uersi ch'io non la Uedessi maj, temendo forse che io discoprissi le Sue allacie, e ne potessero lender buon Conto? La Musica, e Una di quelle Arti, che non fà l'uomini Eminenti senza l'p[erazioni, e siccome non sarà maj Stimato Un Gran Medico, senza l'Esperienza, e la prattica di auer medicato e guarito moltissimi inermi, cosi non deue Stimarsi gran musico chi con molti comonimenti, e perfetti non à dato Saggio di Se per le Scuole dell'intendenti. Nell'operare s'incontrano tali difficoltà che non S'immaginano maj, e tal cosa si stima talor perfetta, che pratticata poi non Ual nulla, siccome interuiene anche spesso per lo contrario. Interuiene ancora che tal uolta l'uscir di Regola cresce non poca bellezza all'opera siccome mi uien detto esserne molti esempli in architetture Eccellenti [-<4>-] e nelle Musiche di quei grand'homini che non più Stimiamo, son requentissimi, le quali Sregolate bellezze, à chi non S'auanza tropp'oltre nell'Esperienza possono esser tenute grossissime inauertenze, et errori da principianti. Potendo dunque l'Effrem come non ben prattico nel bel comporre benche per altro fosse esquisito, essersi in questi, e altri Somiglianti particolari ageuolmente ingannato ò Sempre tenuto, e con tutte L'altri raggioni tuttauia tengo com'ò già detto, che Senza alcun fondamento fosse formata questa Scrittura contro di me e siccome io la tenni per cosa Uana credetti sicuramente che da Se Stessa douesse tosto Suanire e fornir Seco tante mormorazioni. Mà poi che trouandomi ingannato nel mio parere, in cambio d'indebolirsi l'ho Uedute tutta uia prender forza e non solamente essersi contentati questi miei auuersarj di empierne Firenze Sola, ma auerne fatte Uscir fuori per molti luoghi d'Italia, ne quali luoghi peruenendo nò la Scrittura, mà la nouella di essa molto indistinta e confusa, non e mancato d'aprendersi in alcuno qualche dubbiezza de fatti miei. Il perche non potendo più soffrire, costretto à difendere la reputazion mia, l'onor mio, le fatiche mie, doppo tanto tacere, doppo comportar tanto, mi uengo à risentire con questa Scrittura. E mi Son risoluto con tanto Maggior animo, in quando che per l'auanti, io mi fidauo solamente sù le probabili congietture, nel che poteua forse toccare à me L'ingannarsi, e ora da qualche tempo in qua, ho Saputo per certo modo alcuni particolari d'esse censure, de quali Se cosi sono come mi e detto confermandomi più Sempre nell'oppinione mia, non ò da temere. Fo dunque Sapere à tutti quelli, che circa tal fatto Sentisser contro di me, et à Mutio Effrem in particolare che io non ho fatto fin ora risentimento di questa Scrittura perche non L'ho Ueduta e non L'hò Stimata, e non la Stimerò mai fino à tanto, che io non la Ueggo, e uedutala credo d'auer à esser del medesimo Umore. Però S'ei Uuol che io la Stimi S'ei crede d'auermi conuinto con le sue raggioni, e di farmi Stimare per l'auuenire, qual egli [-<5>-] à procurato di far ch'io sia Stimato insin ora, pubblichi la sua scrittura faccia in modo ch'io la possa Uedere, che altrimenti, contenendosi in questa maniera, la la raggione, e contro di lui, e se io non m'inganno, Scopertasi per questa mia dichiarazione la realtà del fatto, io presumo di rimanere discolpato à pieno, e di quer riuoltato gli addosso qualunque mala apprensione che auesser di me diulgata le Sue parole, ò de Sui Seguaci IL FINE [-<6>-] Molto Reuerendo Marco da Gagliano Se la Seruitù dell'Illustrissimo, et Eminentissimo Signor Principe di Uenosa per lo Spatio di uenti due anni, accompagnato dal fauore fattomi dall'Altezza Serenissima di Mantoua d'Auermi honorato del Carico di Maestro di Cappella della Sua Serenissima Cammera, et ultimamente L'esser io Stato fauorito dall'Altezza Serenissima di Toscana d'esser arrolato nel numero de Suoj Ualorosi Musici non ui anno ò Messer Marco mosso à credere ch'io Sia Musico Ui moueranno Senz'altro questi à pie notati errori, che da giouani desiderosi d'apprendere da me le uere Regole del Contrapunto, ne Uostri Madrigali Sono stati ritrouati, e da me approuati missi da giusto sdegno preso contro di Uoi, perche palesemente laceraui, il Quinto, e Sesto Libro de Madrigali di detto Eccellentissimo Signor Principe tanto Celebrato, et ammirato e che me non temeui er Musico; De i quali Errori, se in quasta Uostra lettera dite che si ormasse Scrittura, e Se ne desse copia non Solo alla città di Fiorenza, ma à tutta l'Italia ancora, come Uoi Solo, che in quel tempo ui moriui di Uoglia d'auerla, non ue la potesti Cauare; e perche non Soggiungete, che essendoui oferta da Un Gentilhuomo, e Caualiere amico commune con molti Madrigali mottetti, Messe, et altre mie fatiche con la Sua Casa insieme, mentre di ciò Seco grandemente Ui doleui, affine che Uenendo meco à Uirtuoso cimento, ui liberasti da queste Censure, non uolesti accettarla? questo non potete Negare, Si perche e noto à tutta la Città, Si perche mi Uien detto che Sete ersona di buina Conscienza; Mi ricordo bene, perche non ho del tutto perduta la memoria, che alcuni mesi doppo tale oferta L'andaui cercando con grandissima ansietà; Mà questo fù, e sia detto in uostra pace, all'hora, che à Uostri preghi fu commandato con grandissimo rigore da chi poteua, che ne meno si mostrasse, non che se ne dasse copia. Mà Se deue chiamarsi Uero Musico colui, che con molti, e perfetti componimenti (per Seruirmi delle Uostre parole) ha dato di Se buon Saggio, come dunque per L'opere Uostre molte in uero, mà imperfette per essere piene d'errori ardite attribuirmi il nome di Musico, e per le mie benche di minor quantità, mà perfette, e buone Uolete ch'io ne sia del tutto indegno? bisogna darsi [-<7>-] ad intendere Messer Marco da Gagliano che Ual più Un buon madrigale che Cento Madrigalesse: Non consiste l'esser eccellente nella Medicina nell'auer quantità d'Infermi, e per l'ignoranza e mala Cura Storpiarli ò arli morire, Ma nel Sapere bene applicare i rimedij, e con essi ridarli alla pristina Sanità, il che non si può fare con la Sola prattica, e Senza Teorica, perche la Sola prattica Spesse uolte e Caggione, che si faccino grauissimi errori, Si come e interuenuto à Uoj che Sete alquanto prattico, e niente Teorico. Non escono similmente delle Regole, e misure I buoni architettori, e però nell'Opere loro, non trouerete mai capricci, quani uoi chiamate Sregolate bellezze: Guardate Messer Marco che non ui siate Stato dato ad intendere, come à poco esperto in tale proessione, che sia intentione di buono architetto quella, che e di Semplice muratore. Orsù fate capitale di questo mio auuertimento, acciò non incorriate di nuouo in cosi fatti mancamenti, e camminate, per l'auuenire per la Strada Commune delle Regole, e crediatemi che farete assai, Se per quella non inciamperete; e non ui curate di metter alla Stampa, perche L'opere uostre (come ognuno da questo Spartito può giudicare) meritano più tosto di Star Sepolte nelle tenebre, che di goder la luce. E perche conosciate che queste censure non sono cose Uane, e che sieno per mancarui frà le mani le Stampo à Uostra requisitione, e pria harej sodisfatto al uostro desiderio in questa maniera, se prime me L'auessi accennato, Quali manterrò à Uoj et à Uostri Seguaci in Eterno che sono uere e reali e in mia assenza Suppliranno per me i miei adherenti, qual ancora con la Scorta delle buone regole ui faranno conoscere quanto Siate trauiato dal dritto Sentiero, e [-<8>-] [-4-]ui indrizzeranno con i Loro ammaestramenti alla perfezzione. Spero, che L'hauerete bene esaminate muterete pensiero, e non Sarete del medesimo humore come troppo arrogantemente ui Uantate, E con esse ancora Stamo questo mio Madrigale acciò Studiandolo possiate uenire in cognitione, quali Sieno le regolate bellezze, e imparare la tela, L'intrecciatura, e il buon Uso delle corde orastiere: cosi facendo ui chiarirete esser io più meriteuole del nome di Uero Musicco che non e la Reuerenza Uostra alla quale Nostro Signore conceda ler L'auuenire maggior profitto nella Musica, che non ha fatto per il Passato. Uiuete felice. Mutio Effrem. [-<9>-] [-5-] Madrigale di Mutio Effrem [Effrem, Censure, <9>; text: Tu miri ò Uago et amoroso fiore con la bell'alba nato à [al in Soprano] par del giorno quel Crine onde n'ha L'oro inuidia e Scorno tu godi Sei beato et io sospiro tu fiorisci io languisco al mio martiro tu rendi adorno Un cosi bel tesoro lasso non miro e moro] [-<13>-], [-<14>-] [-9-], [-10-] Messer Marco da Gagliano; tutti i tuoni tanto Autentici quanto Placali, sono formati d'una quinta, e Una quarta, quelli che sono autentici hanno la quinta in sù, e la quarta in sù, i Placali hanno la quinta in giù e la quarta in giù, e per mostrarui che nessuno di questi Tuoni hà due quinte e due quarte, tanto gl'Autentici, quanto i Placali, dico che il uostro primo Madrigale della Sesta muta (La bella Pargoletta) non è in tuono, perche tutte le parti Uanno di quarta men doueuano andareUna alla quinta, e l'altra alla quarta; Uoi cominciate il Primo Soprano che dice (sol, sol, la, mi, fà, sol) et il Secondo Soprano, (fa, fa, la, mi, fa, Sol) come sosterrete Uoi maj, che questa sia figura reale? poi che assolutamente, non Uà cosi; Ma per insegnarui come Uà fatta; si piglia prima la parte più bassa che comincia (fà, fà, la, mi, fa, sol) e poi il Primo Soprano (sol, sol, la, mi, fa, sol) E questo ui serua per Esempio acciò non facciate più simili Errori: nel principio poi di detto Madrigale doppo che sono entrati i due Soprani, Uoi ate entrare il Contralto il quale à un cattiuo contrapunto col primo Soprano, perche andate dall'Ottaua alla Sesta, e Scenedete insieme con quel Soprano all'Ottaua; Si può ben andare dalla Sesta all'Ottaua scendendo insieme, ma non nel modo che ate Uoi; et il medesimo passo fate al contralto, e Basso, e de i molti punti ch'auete atti in questa Uostra Sesta muta in particolare, Uoi non Sa
ete quali anno da essere i buoni, e quali li Cattiui; Quanto poi alla tessitura di tutte le Uostre sei mute di Madrigali, Ui manterrò che non Uagliono cosa alcuna, essendo
iene di Spropositi, Sempre con Un medesimo Concetto, e Senza Conclusione doue il Nanino, il Soriano, Pietro Uinci Morales il Caualiere del Turco, il Ciera, L'Agaari, Teofilo, Filippo Uitali il Giouannelli, il monteuerde, il Frescobaldi, e molti altri Uirtuosi della Scuola di Roma, di Napoli e di tutta Italia S'auertiscono tutti i Signori Uirtuosi quali si degneranno Uedere la presente Opera che doue troueranno Segnate le Crocette Sono tutti punti Cattiui, malissime tessiture, e pessimi Contrapunti, e falsi. [Effrem, Censure, <13>, <14>; text: La bella pargoletta ch'ancor non Sente Amore ne pur noto hà per fama il Suo Ualore co' begl'occhi saette e col leggiadro Uiso ne S'accorge che L'armi ha nel bel Uiso] [-<15>-], [-<16>-] [-11-], [-12-] Seconda Parte Qual colpa hà del Morire) Ancora questo non comincia in tuono, perche tutt'a Cinque parti cominciano allo Sproposito, e di questi due Madrigali che Sono del Duodecimo tuono, non può andare il Soprano all'Effe faut Sopracuto perch' il Cantore, per una Uolta tanto ui si comorterebbe mà per esserui tanto familiare non hò uoluto tacere perche in Uoi e Uitio; Et quel passo (della trafitta gente) alla Second replica del Secondo Soprano, auertite Messer Marco che d'Ogni nota potendosi fare, Ut, re, mi, fa, Sol, la, non è à proposito quel b molle, in Alamire perche qual Ualent Uomini scriuono il b. molle, diesis in queste corde, e tutte l'altre, si seruono d'altri mezzi, come potrete Uedere nel Signor Principe, e altri, e on se ne sno come Uoi che, li uedete Segnati, e non Sapete come s'anno da are che però li fate senza proprietà, E per questo si sono Spartiti i Uostri Madrigali <...>ta alcuni giouani, e postillati infiniti Errori, acciò non dirò i Ualent huomini perche troppo mi parrebbe d'offenderli, ma i Principianti Uegghino quanto U'inganate; Perche tutti quelli che compongono Madrigali, Mottetti, Messe, Ricercari, Canoni, et Oblighi Sopra Canti fermi deuono comporre queste Sorti di Muche con ogni Squisitezza di Contrapunto, e politia, e osseruanza di Regole, e non come Uoi che dandoui ad intendere di are un bel passo, Uscite di tuo fate infiniti punti alsi, e legature che non possono Stare pessime tessiture, Cattiui termini et in Somma Madrigali ch'anno più della Car<...>a ch'altro; Auertendoui ch'e differenza da Comporre le Cose Sopra dette dall'Arie Canzonette, e Balletti, doue in simili cose L'uomo si pu<ò> pigliare qualche licenzia auendo tutte queste Sorte di cose ogn'Una i Suoi termini. [Effrem, Censure, <15>, <16>; text: Qual colpa hà del morire della trafitta gente se non sà di ferire ò bellezza homicida et innocente temp'è ch'omaj di mostri amor nelle tue piaghe i dolor nostri] [-<19>-], [-<20>-] [-15-], [-16-] Terzo Madrigale Ò dolc'Anima mia) quel passo (per altrui m'abbandoni) che nel Secondo Soprano, Se Stuidiaui bene lo poteui far molto meglio tirando à fine il Uostro pensiero, e Senza errori, Siccome più Uirtuosi hanno uisto, in quel primo Soprano che dice (che più t'adori et ami) doue ate quel passo per modo d'ornamento, e Un malissimo ornamento, perche la Sustanti è Cattiua; E quel passo ( non mirar me) alla Seconda replica del Primo Soprano, doue fate cominciarlo in Settima col Basso, e tenoe non può Stare perche Si può fare in altro modo, Si com'hauete fatto nella terza replica che Stà bene in oltre quasi sempre in tutt i Uostri Madrigali ate Una Medesima Cadenza. [Effrem, Censure, <19>, <20>; text: Ò dolc'anima mia dunq'e pur Uero che Candiango pensiero per altruj m'abbandoni Se Cerchi Un cor che più t'adori et ami ingiustamente brami Se cerchi lealtà mira che fede amar quand'altruj doni la Sua Cara mercede e la Sperata tua dolce pietade mà Se cerchi beltade non mirar me Cor mio mira te Stessa in questo Uolto in questo Cor impressa] [-<23>-], [-<24>-] [-19-], [-20-] Quarto Madrigale Che non mi date aita) conosco, che Uoi intendete I Segni del Binario, o Medo; Perche quel passo (Ancidetemi poi) non comporta in questo Segno Binario, alcuna alsa Scoperta in positione di battuta essendo che in questo Segno la positione di battuta uol esser pbuona, per esser in questo luogo, Contrapunto, e non ornamento; poiche e differenza da legatura contrapunto, et oramento. E poi Seguite accanto con Un altra falsa Saltando di quinta doue Uogliono essere tutti li Salti buoni quando sono Sciolti perche quelli per uia di Legatura Sono d'Un altra Sorta; El passo che Segue (O me felice ancora) Uoi fate al primo Soprano col Basso Una Settima, e poi Una Nona, e
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