Author: Landi, Santo
Title: Introduttione harmonica
Editor: Massimo Redaelli
Source: Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, MS D.84, f.<ir>-<38r>
[-<i>-] [344 add. m. sec.] [Numero 1 add. m. sec.] Introduttione harmonica Nella quale si dimostra breuemente l’ ordine per introdursi alla compositione [compotitione ante corr.] della Musica à più Voci doppo che possederà lo scolaro un' buon' Contrapunto: con uarie demostrationj, acciò si possa conseguire la buona et osseruata pratica. Il tutto in modo di Dialogo tra il Maestro et il Discepolo, per maggior intelligenza [Quattuor uerba erasa] Da Santo Landi da Pisa dedicata [-f.1r-] Al Benigno Lettore È cosa certa che li nostri sentimenti (benigno lettore) sono instromenti [instromento ante corr.] ordinati dal sommo Creatore per gouernare l’ Intelletto. poi che tutto quello che si uede, ode, gusti odori, et toccasi [tocca ante corr.] è referito, et amministrato da uno di questi sensi communj respettiuamente; ne in alcun modo puote hauere intelligenza e capacità di cosa che sia senza il mezzo d’ uno di questi, secondo la qualità dell’ esser loro. Che però senza dubbio il senso dell’ udito alla Musica è il più necessario d’ ogn’ altro, dal quale ella ha uso e ragione. Et si uede che la Musica è honorate et nobilissima, si per la sua antica origine comeanco per il suo ualore. Et se noi uogliamo uedere la sua antichità; poniamo cura à quello che dice Plinio, che ella fù inuentata dallo Dio Pane, poscia che fù trouata la sua zampognia nel lido appresso l’ Acqua del Fiume. Ladone in Arcadia, la doue il gran Poeta Mantouano disse Pan primus calamos cera coniungere plures, Instituit....... Et il dottissimo Giouanni Boccaccio nella sua Genealogia degli Dei descriue che ella deriua da una uoce Caldea, o uero Egittia cioè [mou] et la [khyos] uoce greca che una suona acqua et l’ altra uetno quasi che ella sia nata del vento et suon' dell’ acque. Et il Diuin' Platone; mostra nel suo Timeo che ella deriui da questa uoce [moda] cioè da cercare, o uero inuestigare; Ma uagliami più ueridica, et autentica scrittura poscia che Beroso, Gioseffe hebreo, et il gran Mosè descriueno che auanti all' [-f.1v-] uniuersal Diluuio fosse di questa inuentor' Iubal della stirpe di Caino. et ancora inuentor' dell’ Organo. Laonde meritamente fù con questo nobil titolo dalla sacra scrittura, chiamata Pater canentium. Et ben che tutte queste autorità di si graui et antichi Autori possano esser basteuoli i proua della sua antichità. nulla dimeno più auanti ancor' trouar; si puote poscia che se noi porgiamo oreccchia alla signification del nome Musica non considera altro, ne uol dire che Harmonia (se ben; alcuni uogliano che il nome uenga da Musa) non uoglia mouer disputa in questo che poco importa, stanche che la Musa et Musica hanno fra di loro [[hanno]] strettissima simpatia che l’ una e l’ altra si [Harmonia l’ unione di arie cose add. in marg.] abbracciano d’ Harmonia: per che Harmonia altro non è se non unione di uarie cose, insieme unite con ragione. Et chi fù inuentore dell’ unione di tutte le cose, se non il grande Dio? poscia che quando diuiso il Caos, et che pose gli elementi à luoghi loro, li circondò dalle sfere, et pose in quelle un’ Harmonia [Musica mondana qual sia add. in marg.] si merauigliosa, che l’ Intelletto non la puol comprendere per mezzo del senso; questa considerata dal Philosofo la nomina Musica mondana, perche ella nasce dalli moti et riuolgimenti di esse sfere, le quali uengono à congiungere la diuersità degli Elementi; che fanno partorire uarietà di tempi et frutti, facendo di essi quattro, un' Corpo solo. Di più si puol [Musica humana qual sia add. in marg.] prouare la sua origine sino quando fù creato l’ huomo, perche in esso è cosa certa che si tiene una perfettissima Musica la quale è detta humana. et è quella che li Corpi nostri hano dagli elementi concordanti et bene uniti, li quali, congiungono la ragione uiuace con le parti dell’ Anima: È ben uero che da questa scaturiscono dua altre sorte di Musica. che l’ una è detta propria, et l’altra non propria: Della propria. Lattantio firmiano dice che è prodotta o, da Corde, o da Voci consonanti [Qual sia il concento add. in marg.] senza offender’ l’udito, chiamandola Concento; quella delle uoci è detta Harmonica et l’altra Instrumentale o, uero artificiale; perche nasce da Instrumenti di qual si uoglia sorte fatti dall’huomo: il Concento poi nascendo (si come è uero) da mistura di suoni graui et acuti tramezzati et non tramezzati, o, dà uoci o, da suoni percotendo soauemente l’ udito congiunto con le [Che cosa è melodia add. in marg.] parole, o uero, Rithmo, il gran Platone Melodia la nomina: la non propria è quella che non contiene in sè altro; se non una pura et semplice consonanza. Il tutto dico per breuità per non esser prolisso. che solo accenno. quello, che è necessario per intelligenza lassando ancor da parte che differenza sia tra suono et Voce poscia che ogni semplice Intelletto lo comprende. Ma tornando all’ antichità della Musica. Chi non sà che in questo, è nobilissima [La musica è stata la prima à comparire nel Teatro del Mondo add. in marg.] poiche dalla creatione del mondo comparse per la prima nel Teatro dell’ Vniuerso; come si uedrà à suo luogo. Et quanto [la musica tiene il primo luogo tra tutte l’Arti liberali. add. in marg.] poi al suo gran ualore: dice Platone et afferma che trà tutte le professioni. et Arti liberali. tiene il primo luogo et li dona titolo d’ esser Circolo di tutte le discipline, et questo lo caua dalla uoce greca ciò è [enkykle pideia] da [kyklos] che circolo uol significare [padeia] disciplina quasi Circulo di scienza. Et se ciò uogliamo uedere, si cominci dal Grammatico, et uedase per gratia. se questo non userà una ben concertata et elegante frase. con buono et proportionato ordine di parole significanti, et propie, non è dubbio alcuno che renderà à chiunque l’ascolta eccessiua noia. Hor questa [-f.2v-] eleganza questa frase artifitiosa è egli altro forsi che Harmonia? Poscia che peruenendo al senso dell’ Vdito et parimente all' Intelletto quelle parole ben tessute, et rettamente ordinate se ne riceue gusto et contento. Ma se noi arriuiamo alla Dialettica. Certa cosa è che se ben ella non è Scienza (secondo alcuni) nulla dimeno ella è modo et uia di far acquistar ogni scienza, et hà forza tale che ella communemente serue à tutte; et quali siano poi gl' Instrumenti suoi et fondamenti per fabricarli, antro non è che Sillogismo et Induttione. Il Sillogismo, hà forza di mostrar' il uero dal falso, et il buon' dal reo; et si diuide in tre distintionj. cioè dialettico, Demostratiuo, et Soffistico. Hor per quello che tocca al mio proposito, non importa à me, ne mi accade far' le sue demostrationi. Basta che non uolendo un Logico imitare quel' ingegnosa Arte de Sillogismi, et mostrar' gli effetti suoi, che sarebbe di lei altro che confusione? L’ arte della Rettorica, è il secondo punto della logica. questa è instrumento più accommodato all' orecchie degl' Ignoranti perche ordina di bene et acconciatamente parlare mostrando con accenti, hor' alti hor' bassi, hor humili hor mesti, et tal' hor pieni di supremo giubilo et contento uiene à scoprire et mostrare quanto nel petto dell' Oratore desia d' hauere. Tutti questi effetti sono altro forsi che terminj musicali? Et chi non sà che la Musica abbraccia l’ Arithmetica per esser' ella composta di uarij numeri sonori? et parimente è congiunta con stretto modo con la Geometria? poscia che non si puol fabbricare Instrumento harmonico di qualsiuoglia sorte, che no ui concorra ogni retta et ben compartita misura: et in quelle mesure [-f.3r-] non si contiene altro che Harmonica Geometria. Dico di più che non meno alla Astrologia conuiene perche se un' Astrologo uolesse [[uolesse]] ritrouare et uedere l’ unione, ocongiuntione de Pianeti senza questa. come sarebbe mai possibile trouare la lunghezza, o, grandezza del Giorno et Notte artificiale? L’ Arco diurno et seminotturno ne segni settentrionali et medidionalj? Le riuolutionj degl' Astrj nel entrata del primo punto d’ Ariete del Cancro di libra et Capricorno? et come douesse supputare gl' Aspetti di essi Pianeti co' le stelle fisse? trouar la lunghezza, larghezza, et grandezza, natura declinatione, ascentione retta, la mediatione del Cielo delle Stelle fisse, orto et occaso loro? Le esaltationj, la triplicità, termini, faccia, dignità, detrimento, raccoglimento, troncamento; gaudio, translation’ del lume, contrarietà, uelocità, tardità, ugualità, qual stationario, qual retrogrado, qual diretto, qual peregrino et qual contrario all' Horizonte? L' esser discendente dall’ Auge come si fà la congiuntione con il Capo te Coda del Dragone et quali siano le radiationj nel Cielo, che son dette Antisce? et tant' altre appartenenze ch’ à questa bellissima professione si conuengono? Et pur tutte queste cose non sono altro che Harmonia. Quanto importa poi alla Medicina, è cosa euidentissima, poscia che se un' Medico non hà cognittione della tardità et frequeza del polso, inuano sarà l’ Infermo giudicato; et ciò sia il uero uedasi quello che dice il Capodivaccia philosofo et medico celeberrimo de tempi nostri nell' opere sue di Medicina al Capitolo de pulsibus in questo modo Est enim cognictio e tende la ragione quia per pulsum functiones uitales an fortes an debiles sint cognoscimus [-f.3v-] liber de curandi ratione per sanguinem missum Capitolo vi: Preterea uariae morborum differentie cognoscuntur, tandem non paruam futurorum presumimus indicationem. Quarto de differentia pulsuum Capitolo V. Ma che dico io? Auicenna uno de Principi della Medicina non dice egli al Capitolo primo de pulsu in questa forma? Debes scire quod in pulsu reperitur natura musicae. quoniam quemadmodum Ars musice completur per adiunctionem sonorum secundum proportionem [comitantem add. supra lin.] eos inter acuitatem et grauitatem per circulos casuum et temporum qui sunt inter eorum percussiones, sic est dispositio pulsus quia proportio suorum temporum in uelocitate et spissitudine est sicut proportio sonorum eius: La onde se il Medico non hà quella uera ragion' del polso nel cognoscere la sua eleuatione et positione; di che tempo egli percuote non essendo altro il batter' del polso, che eleuatione et porre a guisa della Battuta della musica, difficilmente anzi che nò potrà all' Infermo far aiuto uero? Dico dunque questa eleuatione et positione che cosa è? Senon termine musicale? Et quale è quello tanto priuo di giuditio et di ragione, che considerando strettamente la bella Poesia, non discerni in quella una dolcissima Musica et Harmonia? perche mancando ella di qualche particella al suo ordine, priuandola di sonorità diuerse et di, uaghezza, sarà forsi altro all’ hora, che un parlar' semplice et ordinario in tutto priuo di Harmonia Poetica? poi che si uede che ella non è altro che numero di sillabe con terminata mensura di piedi, secondo la qualità del Verso che ella è composta: Et si ponga cura per gratia ad uno che uole raccontar un suo concetto, et quello non habbia in se, se non quella [-f.4r-] pura et semplice frase datoli dalla Natura assai mal composta non hauendo per alcun acquisto di Rettorica altra dottrina, ch’ appena s’ intende per discettione non rende questa un fastidio intollerabile à chiunque stà ad udirla da che deriua? à me pare ch’ auuenga dall’ Harmonia che nel parlar di quello è del tutto priuo. Ma più auanti et entriamo, in altre professioni. Non si troua egli nella nobilissima Architettura ogni esquisita Harmonia poscia che abbraccia tante et tante diuerse mensure et ordinj che è una merauiglia; che se un' Architetto non possederà (si come ben dice Vitruuio) una certa sobrietà di Lettere, Disegno, Arihmetica, Geometria, Astrologia, Musica, Prospettiua li generi della buona regola del Dorico, Ionico, Corinto. Toscano et composto con ogni retta distintione, et che cosa siano Interualli Latitudini Longitudinj, pararelli, Circonferenze, Proporzione quadrata Diagonea, Sexquialtera superpartiente terza. Dupla Quadrupla. Punti, Centri, Linee rette et oblique, Circuli semicirculi, Ouati, Pentagonj, Exagoni, octagoni, Trigonj Angoli retti et ottusi, superficie, Pilastri Colonne, Base Zocco, Bastone quadretto, Carcento Tondino, Capitelli Foglie basse, foglie alte, Caulicoli, Abaco, Architraui fascie , fregio, Cimatio, sgocciolatoio, Plinto Frontespitio, Denti o X. Loggie, lunette, Orchestra, sporti Nocchi, lumache et tant' altri requisiti che appartengono a questa Arte nobilissima, che è un’ numero grandissimo al sicuro che non potrà far cosa ch’ habbia del uago et del buono. Et non è dubbio che tutte queste cose insieme unite, altro non sono che Harmonia poiche è compositione [-f.4v-] di uarie cose fra loro diuerse con ragione ben composte, ne meno son differenti termini alla uaga Pittura, anzi sono necessarij, tanto in uoler formare una bella Prospettiua. quanto anco in disegnare un Corpo humano, o, uero di qualche Animale in qual si uoglia gesto o, scorcio, si come ben si uedono nel Camposanto della antichissima Città di Pisa di mano del gran Benozzo fiorentino, uno de’ restauratori della Pittura al suo tempo, et parimente come si uedono et di Michelangelo di Raffaello, di Mecherino da Siena de Mossi; nel Palazzo Ducale di Ferrara del Barroccio da Vrbino; et d’altri ingegni rari et miracolosi d’ogni parte d’Italia. Ma se per auuentura [per qual ragione la musica è stata introdotta add. in marg.] qualche eleuato spirto desiderasse sapere, a che fine et per qual ragione questa Eccellentissima professione della Musica sia stata introdotta; riccorri alla politica dell’ Illusstrissimo et Reuerendissimo Monsignor Enea piccolhominj: che quiui trouerà diuerse ragioni. et parmi che dica molte oppinioni d otti Autori: Alcuni uogliono che fusse per causa d’ hauer la facoltà di considerare la differenza tra il graue et l’acuto. Altri per fin’ di ben cantare. Altri che ciò sia stato per causa di far più perfetto l’Vdito per esser la Musical proportione da quello compresa con gran diletto. Altri più eleuati ingegni hanno affermato che sia introdotta acciò che non il Senso ma l’Intelletto accresca di perfettione nel cognoscere l’Harmonia delle uoci musicali in quella proportione adunate. Veramente tutte nobilissime ragioni. Ma concorrendo io con Aristotile, si come mostra nella Politica [-f.5r-] all’ ottauo, dico che ella fù introdotta perche ritenendo in sè una certa Honesta et moderata recreatione, congiunta con speculatiua douette esser' mezzo quando l’ huomo cessa dalle quotidiane cure de negotij familiari si del Corpo come dell’ Animo potesse pascere l’ Intelletto con qualche honesto et uirtuoso Magistero, acciò desse bando all’ iniquo et fraudolento Otio, padre di tutti i Vitij et adornarsi d’ un habito buono, et uirtuoso per condursi nella uia degl’ honorati costtummi e scienze. Et secondo il diuin' Platone l’ huomo non puote esser' ben disposto et ben' ordinato senza na Musica: et è di si ammirabil forza che uolendo acquistar' questo habito buono per meglio disporto alli bei costumj, et anco poter inalsar l’ Intelletto [La Musica si deue dar' opera sino dalla fanciullezza Platone add. in marg.] alla contemplatione delle Scenze, si deue imparar' [impar ante corr.] et darli opera sin' dalla fanciullezza. Et li Romani in quelli loro fioritissimi tempi, uietauano che nessuno hauesse ardire di esercitarla sotto graui pene, se non persone nobili et Illustri. Ma per uoltar la mia uela in più nobil parte. Che più nobil' Musica si puol considerare di quella che si ritroua nella bella fabrica dell’ Huomo? che dal philosofo è detto Microcosmo, quasi picciol mondo per esser' egli composto de quattro Elementi si come istesso Mondo materale? [La Musica si ritroua nell’ huomo add. in marg.] Che bella et Harmoniosa Musica si troua in lui per le forze dell’ Anima, che sono Memoria Intelletto et Volontà? che scioglier non si possono in alcun modo da si nobil Concento<.> Ò quanto dolce Melodia insieme fanno, mentre s’ innalsano à contemplar' la Bontà del sommo Creatore, con laudarla et ringratiarla di tanti doni et gratie riceute? O, che Musica soauissima si fà nel Alma, che lingua humana [-f.5v-] non la puole narrare. Più in alto appoggiamo l’ Ali, et con profondissima humiltà prostrati in Terra consideriamo quella Incomprehensibile sedia te Maestà delle tre indiuisibili persone. Che sacrosanta et inesplicabile Melodia d’ Amore è quella? O, sacro Concento, o Musica diuina ch’ à te s’ inchin’ il Ciel la Terr’ e il Centro? Ò Harmonia sacratissima di uoi immaculata sempre Vergine Maria Madre Figliol’ et sposa del grande Dio, che con si dolci accenti rasserenasi il Volto scacciando l’ Ira dell’ Eterno Figlio, et diuertite le maledittionj, che sopra stanno alle nostre colpe. Qual Harmonia fia mai di quell’ Anime belle et gloriose, accompagnate dalle Ierarchie de Chori Angelici? che mai cessano di cantare Sanctus Sanctus Sanctus dominus Deus Sabaoth? Dicalo San Bernardo poscia che mentre scriueua, sopra la sacra Scritura dauidica, considerando quella dolce Melodia del Paradiso proruppe in queste parole, si come appare nel suo Sermone 68. super cantica: ex illo psalmo 8. ex ore infantium disse Tollebam et ipsa sanctorum Angelorum procul perfectione sui numeri gloria claudicabit nec Dei Ciuitas de sua integritate gaudebit. Dunque posso ben dire che la Musica di nobiltà et eccellenza merita seggio nel più eminente luogo et d’ esser' coronata di sette Corone d’ oro. Poi che è d’ ogn’ Arte liberal’ dominatrice, adornata di Rithmi et Poesia, et di Suoni et di Voci [la musica si ritroua in tutte le cose da me date] et in ogni cosa alberga et ne Venti, et nell’ Acque, nelle Piante et Viventi, et si ritroua in Cielo, à girar con le Sfere in compagnia di quei già luminati et delle Stelle, et il grande Dio dal principio del Mondo la compose; et collocolla in quella Patria bella et gloriosa, oue non è per mancare la sua dolce Harmonia e suoi Concenti [signum] [-f.6r-] Proemio. Il Maestro al Discepolo Hò più uolte tra me stesso considerato et molto bene osseruato, quanto la Musica sia solleuamento dell’ Animo nostro, et quanto renda all’ Intelletto, una certa delettatione, et proportionata quiete; et questo secondo il parer' de più intendenti, auuenga, che ella habbia in sè Natura di mouere gl’ Animi nostri: et se alcun osseruerà attentamente, che uenendo all’ Vdito nostro qualche concento musicale, o, di uoci, o, di Instrumenti di qual si uoglia sorte, pare che in un subbito l’ huomo dia bando ad ogni suo pensiero che per la mente uadi trauagliandola: ladoue uedendo io che molti infastiditi dagl’ affari et cure familiari, pigliando qual che honesta recreatione di questa honoratissima professione, pareua che in un subbito quietassero l’ Animo, et merauigliosamente dessero bando et facessero repulsa ad ogni intrinseca passione et tanto più mi pareua uedere (sicome molte uolte io hò osseruato) che questo auuenisse felicemente quando il Concento o, Musica dependesse da mano di buono et dotto Autore. Di qui è che mi uenne nel pensiero trattar' intorno al modo che si deue tenere da quelli che poco intendono per uoler ascendere alla compositione di più Voci doppo che possederanno un buon Contrapunto. Et se bene da molti Autori sian stato fatto diuerse dichiarationi, si come da Pietro Aron fiorentino dal Zarlino dal Vicentino dall’ Illuminato, dal Franchino dal Zanchi et altri, nulladimeno perche quelli et questi (al parer mio) sono molti prolissi et in gran parte dell’ oscuro. che non ponno esser' intesi cosi da ogni persona. Hò uoluto dico trattarne, con questo poco ragionamento in [[ogni]] breuità et parimente facilità acciò tù et tutti li tuoi Coetanei, possiate intendere quanto è di necessità, chhe ui sarà il tutto facilissimo [-f.6v-] et uederò mostrare solo quello che realmente deue esser inteso à quell’ osseruanza secondo l’ intenzione de buoni Autorj, tanto de gl’ Antichi quanto de moderni. et spero con questo poco di [[ragionamento]] [discorso corr. supra lin.] tù debba esser' capace di quanto sarà necessario, per possedere rettamente l’ Arte; Et quello che da altri sarà stato detto cercherò non replicarlo. Ma prima che entriamo nel Prologo di questa scienza o, Arte, è necessario ch’ io ti notifichi alcune cose le quali non si deuono prezzare: anzi sono mezzo d’ arriuare [non si deue la musica imparare sola add. in marg.] ad ogni buon fine. Et prima deui sapere che la Musica non si deue imparare semplicemente sola, et ritrarsi dall’ altre scientie abbandonando il più di quelle per questa (che non è bene) Ma la deui cercare à quel fine che ella è stata introdotta et ritrouata. che è per fuggir l’ otio (si come altroue hò detto) et per far' all’ honorati costumi un’ habito buono il qual sia mezzo à solleuare l’ Intelletto all’ alte speculationj, ladoue per impararla si deue con ogni studio intendere molto bene le sue uere et cetr regole. et quelle ben osseruarle. ne deui pigliar’ ardire come molti fanno in comporla alcuna licenza degna di biasmo, contro de suoi precetti et osseruazioni Ma seguire l’ ordine et il modo degl’ Autorj più dotti in questa Professione. Et prima io dico che doppo l’ acquisto d’ essa (il che il Signor di conceda) non andassi facendo il contrario, cioè che incambio d’ adornarti di buoni e laudabili costumj, facessi quello come d’ alcuni ch’ io hò ueduto con mio gran cordoglio. Et nota bene, che quanto dico non è per tacciar nessuno ne hò intention tale et il Santo Dio mi sia tesimonio, che più presto uorrei perder la lingua che incorrere in simil [- f.7r-] fatto. Ma il tutto per tuo auuiso et Charità paterna. Dico che hò ueduto alcuni (benche nella professione si ritrouauano di buona intelligenza) erano cosi ripieni d’ ogni vitio ch’ io mi arrossiuo per loro di uergogna. Erano molti effemminati impostorj loquaci, superbi, arroganti, uonolenti arbitrarij et d’ una sì fatta maniera dispiaceuoli che puzzauano al Mondo et à tutti li Virtuosi: et si stimauano si eccellenti, che pareua che tutti gl’ huominj li hauessero à esser seruitorj, et hauer' per gratia poter parlarli. et ne meno alcuno della professione potesse arriuarli. Altri di diuerso umore: che si andauano gloriando. Exaltandosi sopra la Zona de segni Celesti: con dire io feci io dissi, al tal tempo son stato Musico del tal Principe, et per bene merito mi diede questa Gioia questa Collana; et tante mensogne con si dispettoso modo che era cosa incredibile. Et quel che era disorbitante. Il uoler sempre hauer per scopo in dispregio, senza alcun riguardo l’ opera altrui; et quella uilipendere pubblicamente et carichi d’ una certa arrabbiata ambittione sfrenatamente sbeffeggiauano hor questo et hor quello caminando per le strade gonfi come tanti Palloni da Vento, non se li poteua accostar' nessuno. Et se alcuno li adomandaua qualche sua compositione; con eccessiua fatica, se li poteua cauar' di mano tant' opera quanto un foglio di Carta. et se pur si daua, con tante Chiacchiere uoleua far apparir' che quella Ciauetteria fosse delle più egregie opere che al Mondo si trouasse. Esaminando poi l’ opera si trouauano in essa diuersi errorj. o uero era tolta parte da un’ Autore et parte da un’ altro. O Dio immortale. Che si uedono di quelli [- f.7v-] (et pur è uero) che appena sanno componere à due ò a tre uoci al più, che subito si dispongono di stampare et metter in luce le più insipide et sciocche cose che si possa fare al mondo. Et entrati in ambittione d’ hauer stampato con tutte le licenze che à loro è paruto fare contro d’ ogni buona disciplina, et quasi potendo far bene li sia lor lecito più de iure congruo il farla male, che far la cosa bene per uera et osseruata regola, ributtano indrieto qualsiuoglia salda ragione di Autori dottissimi et graui, quasi tenendoli per insensati, et che non habbiano hauto l’ occhio à merauiglisi secreti, et effetti di questa nobilissima Scienza e, Arte. Ne si immagini alcuno di questi Sapienti che non sia stato uigilato da quell’ huomini Illustri et osseruato tutto quello che nelle professione sia di uono et di bello. Et mi pare che il gran Poeta Oratio in questo proposito nella Poetica dica molto bene. Nil intentatum nostri liquere poetae. et non sò come sia possibile che si uadino questi inuentando d’ esser’ Inuentorj di nuoui accenti musicali. ueramente è uero che fanno compositioni di si strani modi, da far uenir' meno una statua che non hà senso. Et resto fuor di me stesso [che add. supra lin.] questi innamorati delle cose loro: che quando sentono cantar qualche opera (ancor che sia di buono Autore) uanno rimirando hor questo et hor quello con un’ occhio porcino. con un Ghigno cagnesco. Storcendo la Boccha et il Volto che paiano spiritati: ladoue con questo si fatto modo indegno cercano di far apparir agl’ Ascoltanti che quell’ opera non uaglia niente. O sciocchi o, insensati che sono con ogni malignità. È egli forsi creanza d’ Animo uirtuoso? non già al' parer' d’ ogni spirto generoso. Si deue sempre esaltar l’ opere altrui. Et poi negano le buone osseruationi, [-f.8r-] non considerando ch’ ogni Scienza o, Arte hà li suoi debiti terminj. À me pare non solamente mal fatto, ma anco saggio di poco sapere, che quello che gl’ huomini molto intendenti et dotti in questa facoltà con sano et maturo discorso hanno ponderato qual sia il buono ordine, tale et quale uoglia destruggere et dare à terra per suo capriccio ogni buona dottrina. Et chi non sà per esempio. se un Grammatico uolesse fare che il Nominatiuo fusse Verbo il Verbo aduerbio, il plurale singolare, et altri si fatti disordinj. et mettesse sottosopra tutta la Grammatica non si direbbe che questo tale fusse un pazzo et totalmente uscito d' Ceruello? ò che sarà dunque della Musica? forsi che non hà li suoi ordinj ben ordinati? Hora sento uno che mi risponde. et dice. Che dici tù scempiato. La Musica è differente ne li militano simili accidenti. tù non cognosci che la Musica è ordinata per dilettare; et questo modo oggi diletta et piace, ne ogn’ uno è dell’ humor tuo, o, di quelli che uogliono esser tanto stitichi che pigliano ogni minima nota in peccato di regola. Io rispondo che non intendo che ogni nota possa cadere in peccato o, disordine di regola. Ma solo intendo delle cose essentiali. Et per gratia ueniamo senza passione al douere. Dimmi osserui tù le cose ben ordinate et essensiali? Tù dirai di si. et io prouerò il contrario. Et dico è egli ben fatto è buon' metodo di Dottrina, il far' una Compositione si piena di indiscreta modulatione? cioè far' caminar le parti con tal estremità, che dall’ ultimo della parte graue all’ aultimo della parte acuta ui [si ante corr.] sarà ben spesso la distanza non solo di uentidue uentitre et uentiquattro interualli che malamente si comporta, ma dico che ui saranno uentisei et uensette et anco più interualli? ne mi si rende altra ragione se non dire. La Cantilena rende più uaghezza [-f.8v-] questo lo lasso considerare a chi si troua nel fatto in sentire simil compositione. Ma lasciamo questo da parte et uediamo quest'altro punto. È egli bella cosa et di buona osseruatione et d’ ingegno eleuato, far' una Compositione si difficile con passaggi si bestiali, con diastemati si sconci ch’ appena si trouerà uno che la possa modulare? Prosupponendo che con il far una opera difficilissima et quasi incantabile sia il miglior modo. ed esser tenuti per li maggior ualent’ huominj del Mondo? [non dico il comporre una parte sola, o sopra o Tenore o basso, o, uero altra parte passeggiata e sentire qualche bel cantante, non dico delle compositionj à più uoci. add. in marg.] Io dirò in torna a questo quello che dice il [[gran]] Poeta Oratio. Non fumus ex fulgure sed ex fumo dare lucem. et anco come recita il gran Dottore Gregorio santo nelle sue Homeie, che l’ opera non deue esser tanto difficile che quelli che sono di poca intelligenza non habbiano à poter' cauarne gusto, ne meno tanto facile et bassa che li dotti non possino pascer' l’ Intelletto di quell’ opera et dottrina. Ma si deue tenere una uia di mezzo. Et per l’ Amor di Dio, uuedasi quello ch’ hanno fatto gl’ Autori nostri buoni et dotti non dico Ochechem, Iapert, Iosquino, Ioan mouton. Et altri di quei primi tempi. che se pur le compositioni di questi, si riducessero all’ odierna modulatione si uederebbe ch’ hanno scritto concerti mirabili, Ma de più moderni come d’ Adriano Wuillaert. di Cipriano rore. Di Morales di Costanzo porta d’ Alessandro strigio di Giouanni Maria nanino et del non mai à bastanza laudato Giouanni pier luigi prenestino, lume della buona Musica de tempi nostri. che non hanno preterito un minimo punto della buona dottrina, che si uedeno tuttauia esser opere dottissime et quasi diuine. Hora mi par di sentire uno, [-f.9r-] [[et]] con tanta rabbia che par, che mi uoglia mangiar uiuo. Et dice. Che Adriano che Cipriano ce Palestrina: tù sei uno scemonito un Balordo tù non sai niente. non uedi tù che Facile est inuentis addere? se ogn’ un facesse questo ch’ hanno fatto gl’ altri, non si inuenterebbe alcuna cosa di nuouo: et oggi di si usa così et questa sorte di Musica diletta et piace, ne cognosco alcuno che habbia à metter legge in questo. Et se quelli che dici tù hanno uoluto esser come leggizlatori in questa professione quasi che non si possa far' altrimenti di quello che hanno fatto loro; si sono ingannati come si proua per esperienza che pur ancora noi altri possiamo essere inuentori: et tener' altri modi; e poi a me pare di far così et sento che fà buon effetto; che importa tante et tante regole strette. le quali non seruono ad altro che far tener' oppinione, che sia mal fatto andar contro di quelle, poi che non per questo la Musica uiene a mancar del suo Concento e uariatione. Io rispondo che Nullum dictum quod dictum non sit prius. mi piacerebbe che [et poi diciamo quello che dice il gran Seneca quod optimum est maiorum uestigia sequi add. in marg.] s’ augumentassi nuoui Rithmi et Concenti, quando si potesse fare senza offender li detti terminj, che ne meno oggi non si trouano. perche non è Musica senza Concenti e uariatione in qual si uoglia genere, ne si immagini alcuno di far augumento poscia che oggi si ritroua cosi ben ordinata da gl’ huomini passati, che ne tù con tutto il tuo Intelleto ne meno sia qualsiuoglia, che possa dar' più Concenti alla musica di quella che egli si ritroua (se però non è qualche Angelo disceso interra et che ci dimostri altri accenti diuini non più da noi intesi ne considerati) che all' hora io mi rimetterò: Ma intanto uorrei esser capace di questo [-f.9v-] se egli è augumento all’ Arte, et se egl’ è ben fatto e di bell’ Ingegno il far' nella Compositione [cose che siano contra alla ragion dell’ Arte? perche niuno effetto è primo della causa sua all’ Arte percioche saria un confonder l’ effetti ueri mentre non si osserua il sincero metodo dell’ Arte, et il sapere consiste nella uera cognittione delle cose poiche niuna cosa si troua senzo che non sia posta sotto alla mescolanza del suo principio<.> di qui è che uolendo introdursi al uero è necessario buttarsi al buono dell’ Arte osseruato, da quelli che hanno inuentato et ritrouato i termini ueri dell’ arte doue che facendo add. in marg.] più et più dissone di una o, più spetie insieme una doppo l’ altra nelli medesmi Interualli o, uero contigui sensa alcuna osseruatione de suoi numeri saluatiui, et farle passare tutte per consone. come dire la settima deue esser saluata con la sesta o maggiore o minore, o uero con la terza; si come si potra prouare et mostrare al luogo suo. [dico ch’ e cosa degna di buon cesso è ben fatto. et domando add. supra lin.] È egli forsi augumento il non poner cura al mal effetto del tritono? è degna cosa il far salti falsissimi della Diapente? Et uoler far il bianco negro? dice il philosofo. che Natura non facit saltum. se alcun' s’ immaginasse che gl’ huominj dotti in questa professione; non habbino pensato à quello che in tutto è di buono, certo si inganna: altro ci uole, che dire mi piace cosi, la uoglio cosi; è ben uero che gl’ Autori passati si faceuano scrupolo di comporre una Minima doppo una Breue, parendo loro che fosse deformità di distanza. Perche uoleuano che doppo la longa ne uenisse la breue, et doppo questa uenisse la semibreue et cosi sussequentemente l’ altre per la ragion detta di sopra ma questo non era contro regola di Harmonia o per dir meglio contro di Concento, ma era solo per buona osseruatione di buona Ortografia Musicale. che oggi si è lecintiata. perche tal cosa si puol concedere, e pigliar' licenza fuor di regola, che no si puol fare contro delle regole assolutamente che questo non si ammette mai dagli huomini di giuditio: Ne meno dico che il uoler passare dalla sexta maggiore si habbia andare [-f.10r-] sempre alla Diapente. poscia che il uoler imitare le parole taluolta astringerà il Compositore fuggir la Cadenza: e per qualche altro effetto spiritoso, si risoluerà ad una legatura, o ad altro buon pensiero, non per questo hà fatto contro regola, perche non è sempre nnecessario. et si come non è sempre in questo sottoposto alla necessità, cosi il Compositore, può con ragione trasferirsi ad altra Consosonanza (hò detto che non è sempre necessario) io intendo nell’ osseruatione del' essacordo [eptacordo ante corr.] per andare alla Diapason si come intendo ancora, non esser graue errore et, tanto necessario il far' o, poner' una mezza battuta fra le due perfette dello istesso genere. che li passati non concedeuano àpena la battuta integra. Queste non sono tante essentiali all’ Arte, che siano assolutamente contro regole di buona Melodia. Ma parlo delle cose che sono errori speciali; come è il caminare senza alcun riguardo per più et più dissone [com’ hò già detto add. supra lin.]; et altre si fatte materie, che troppo sarei longo à raccontarle, già che di sopra l’ hò accennate in gran parte. [[<.l>]] et dagl’ huomini di giuditio saranno stimate sempre mal fatte, et dichino ciò che uogliono; che pur’ è uero che ogni Scienza et Arte hà li suoi debiti terminj, osseruate regole et fini, ladoue distruggendo quelle, è destrutto il tutto d’ ogni buona disciplina et diuenta totalmente diuersa; o almeno si priua del suo bello et buono. Et come dice il dottissimo Monsignor Daniello Barbaro nel suo trattato d’ Architettura. che l’ Arte è habito posto nella mente dell’ huomo, come uero suggetto che uiene à far’ quell’ opera dell’ Arte per regola uera et certa. Et ben si uede, che l’ opere de buoni Autorj sempre son tenute in pregio, et l’ altre mal' intese [-f.10v-] per il contrario che si lassano riportare all’ oscuro. Et in questo è come il paragonare le Gioie false alle naturali: che non hanno quella bontà di Natura, et benche queste in prima uista mostrino una certa splendezza, non per questo restino al Tempo; et che non sieno cognosciute per Gioie false et à qualche età non si abbandonino come cosa uile et abbietta: et per il contrario quelle uere et buone restino perpetuamente appresso gl’ huominj intendenti et desiderosi d’ hauer' cose nobili et Illustri. Ma per seguire auanti, in torno alli abusi della Musica, nella quale si ritrouano di seguire alcuni per capriccio. Io come quello per desio d’ intendere; sono andato per diuerse parti di Italia; mi è occorso hauer ueduto in Città principalissime alcune Musiche à più et più Chori. et hò trouato, che la Compositione non, era composta più che à quattro uoci, cioè quando però cantano unitamente tutti li Chori. di modo che non si sentiuano altro che Vnisonj; restai tutto attonito, et perche non poteuo udire tal sciocchezza mi fù forza uscir di Chiesa, et andar ad altri negotij. Hora io uolsi trattarne con dessi Autori: et nel progresso de nostri ragionamenti; fù forza uenire alle brutte. di modo tale che più tosto restarammo più nemici che amoreuoli Amici: et racconterò tutto quello che mi fù risposto in difesa. Principalmente io dissi è cosa certa et uera che non è lecito far dua Diapente una doppo l’ altra, ouero dua Diapason et Vnisoni ascnendondo o, discendendo. Et omninamente è contro d’ ogni legge di buona et Harmoniosa Musica. non è egli uero? mi fù risposto è uero che uoi dir' per questo? Et io risposi. Hor se tù fai cantare insieme [-f.ijr-] tutti li Chori, all’ Vnisono; non senti non uedi che è errore grauissimo, et degno di reprensione? stante che se non è lecito [[di]] di far dua quenite dua ottaue fra dua o tre o, quattro parti; tanto maggiormente non si puole ne si deue far caminare, dua o, trè, o quattro Chori tutti unitamente per Vnisono. [Se cantando le parti, come se add. supra lin.] [à quattro add. in marg.] hor bene e tanto ponerà la musica che non habbia più che quattro Consonanze? mi fù risposto in questa guisa. Che importa esser' composte le Musiche di Chori doppi con moltiplicità di Consonanze? si uede che tù non consideri, che ogni Consonanza posta in qual si uoglia interuallo, o, più alto o, più basso sempre è, o, quasi è la medesma. che tutte sono terze quinte ottaue o seste secondo che pare più approposito? Che resulta che li Chori facciano tanti numeri composti fra di loro, poi che in ogni modo ui sono tutte le consonanze? Risposi. Do Dio buono è pssibile che tù non senta tal diformità? Dice il philosofo Sensus non accipit formam nisi praesente re. io odo [et tocco con mano add. supra lin.] che il primo Choro canta il medesimo del secondo il terzo del primo il quarto uà modulando nel modo del primo del secondo et del terzo. ladoue non posso dire che questa sia Musica ripiena d’ ogni buona Harmonia. et che habbia tutte quelle circostanze che deue hauere la musica doppia. è necessario dire o, tù non sai che cosa sia Musica buona, o uero in tutto sia priuo di intelletto. et che in tutta l’ Arte tù non sai trouar' più che quattro Consonanze. altro ci uole che far l’ Ariette à una o, due uoci et spacciar' del saccente. Rispose. mi piace di far' cosi, et la uoglio à mio modo. quando toccherà a te farai come ti pare. Hora tù senti figliol mio quello che mi interuenne: mà à questo [-f.ijv-] suggetto (ch’ io non nomino ne lui ne altri, che incorrono in simili disordini) non se li puol dir niente perche è troppo appoggiato et, chi li potria tener publicamente conclusione, et farli toccar con mano quanto egli sia lontano dal uero. teme et altri parimente temno, di non incorrere nell’ Indignatione di chi più puote. Basta, à me poco importa. non puol essere, che in qualche tempo non li habbia da interuenza quello che suole alle Ciauatte. che leuatoli le fettuccie o, nastri che stringono il piedi; si buttano in un cantone; Ò quanto dice bene à questo proposito il Zarlino nelle sue Institutioni, che à questi tali sarebbe stato meglio che hauessero imparato qualche altro esercitio che forsi hauerebbero acquistato meglior' costumi et sapere, nè sarebbe questa si honorata professione dà, tale et quale alle uolte cosi strapazzata. Quanto hò detto sino ad hora il tutto sia per tuo aiuto, acciò non abbi ad incorrere il simile et altri disordini contro al buon Metodo della buona Musica. Et auuertisci che questa professione fù ritrouata et instituita solo per fuggir l’ otio et per adornarci di buoni et uirtuosi costumi, sicome hò mostrato altroue. Vorrei che tù fosi humile; modesto et amoreuole: humile in ceder' d ogn’ uno ancor che tù cognosca che quello si sia inferiore di dottrina; modesto nel conuersare et amoreuole nel insegnare. Et se à sorte tù fossi ricercato et incitato à mostrar il tuo ualore, mostralo sì, ma con termine ciuile affabile con benignità et decoro, con parole affettuose et con una certa osseruanza et reuerenza d'ogn’ uno accetterai l’ inuito. Ma non mai ti proferirai à nessuno, ne già mai andarai, [-f.12r-] uantandoti di sapere più degl’ altri, perche io ti sò dire per sicuro, che il più delle uolte anderai disotto, anchor che tù sia dotto, perche particularmente in questa professione il Signore Dio capo; et inuentore d’ ogni Harmonia, non uol superbia, et hò ueduto huomini ualenti et dotti per uoler' far del saccente et d’ esser sopra tutti singolari. hanno riceuuto delli affronti nel fatto della loro arroganza, et si sono dati nella Rete delle uergogna, rimanendo [[come una cosa disprezzata]] [publicamente di poca riputatione corr. supra lin.]; si che fuggirai questo uitio come la Peste. Ma se tù unirai la Scienza con la Ginnastica, che è una disciplina di adoperarsi all’ attioni generose, la quale è considerata dal philosofo Habito ben disposto alla fatica. tù uerrai ad imitare gl’ Antichi Autori. quali erano ripieni d’ ogne laude et bontà: et ti ricordo questo in particolare, che tù lassi andare tutte le male qualità di comporre, et non metterla in abuso adoprandola in cose brutte e sciocche. ma solo te ne seruirai peropere diuine et sante, facendo partecioe al tuo Prossimo, con insegnarla con quell’ Amore et Charità che à te è stata insegnata, et cercand’ imitare li nostri Antecessori, che con questa honoratissima profezzione hanno lasciato opere quasi diuine dalle quali ogni eleuato ingegno può facilmente da quelle esser instruito d’ ogni buona et exquisita dottrina: Ne io son per partirmi dalli loro ueri precetti et ossseruationj, et cosi son per mostrartela con quella facilità ch’ al mio poco ingegno sarà possibile ne mancherò con uarie demostrationj et diligenza a fartela cognoscere. [-f.12v-] Capitolo primo Qual sia la pratica della Musica Maestro et discepolo Discepolo: Resto obligatissimo alla benignità di Vostra signoria delli buoni auuertimenti datomj nel passato ragionamento; cercherò con ogni mio potere metterli in essecutione. Intanto desidero di sapere et esser' instruito, che terminj deuo tenere per conseguire il fine: che se bene io intendo che cosa sia Contrapunto, à me non basta, ch’ io uorrei pur passar auanti et arriuare alla buona Compositione laonde la prego à consolarmi di tanta Charità. Maestro: Principalmente si deue trattare della Pratica, quella che da tutti li Autori è chiamata Musica organica o uero Instrumentale quella realmente è Harmonia che depende o, nasce da Voci, o uero da Suoni, et è nobile et certissima Arte; per esser membro della Mathematica; la qual dimostra con ragioni al senso dell’ Vdito gli effetti suoi. et auuerti che questa Pratica si considera altrimenti di quello che considera la Speculatiua. la quale giudica numeri proportionati et le loro differenze per astratto et la Pratica ordina uoci graui et acute con terminj giusti et proportionati alli loro debiti luoghi per concreto. Et il nome uero di Musico non conuiene senon à chi è esperto et hà facoltà di giudicare non per il suono o uoce ma per ragion d’ Intelletto ch’ à tal Scienza si conuiene; Di modo che ad ogni Compositore senze dice. Musico pratico. poiche compone per giuditio d’ orecchio et non per Scenza. et sicome dice il Zerlino che tanto è differenza fra lo Speculatiuo al Pratico quanto che è dall’ Instrumento all’ Artefice, o, per dir meglio dall’ Artefice all’ Instrumento. Et se uno possederà la speculatiua con la pratica unitamente questo potrà portar la Corona di Musico perfetto. Ma perche [-f.13r-] uoglio che noi per hora trattiamo della Pratica: che ad altro tempo si tratterà della Teorica. È necessario che facciamo alcune distintionj acciò andiamo regolatamente. Questa si diuide in piana e figurata, la piana è il canto fermo, et la figurata è quella che si fà con uoci diuerse, et con diuerse modulationj; et è necessario (perche abbraccia molte particelle et molti membri) che si uenga alle demostrationj, per be comporla. Et il Compositore le deue possedere in mente con ogni uiuacità d’ Intelletto acciò nel formarla non uadi mendicando le sue appartenenze. Quindi è, che per più facilitare hò fatto le sotto scritte Tauole, dalle quali tù potrai esser' instruito senza molta tua fatica. Nella [nella ante corr.] prima Tauola si mostra l’ origine et inuentorj della musica. Nella [nella ante corr.] seconda. che cosa ella significhi. Nella [nella ante corr.] terza. si uede le sue differenze. Nella [nella ante corr.] quarta, che cosa siano Consonanza Dissoananza et Modulatione. Nella [nella ante corr.] quinta quali siano li suoi Interualli. nella sesta. la sua diuisione. nella settima quali siano li suoi elementi ett qualità. nella ottaua. si descriue li suoi generi. Doue che in breue spatio d’ hora tu puoi esser capace del tutto. Discepolo: Questa sarà una fatica Signor Maestro (al parer' mio) di non poca lode, per esser' cosi raccolto tuto quello che è più necessario per intelligenza dell’ Arte. Perche io hò ueduto molti Autori che hanno scritto sopra di questo con tanta prolissità, che troppo bisogni tempo à poter esser capace di quanto scriuono. [-f.13v-] [Landi, Introduttione harmonica, 13v; text: Tauola prima. Dell’ origine, et Inuentori della Musica, Platone, Vol che deriui, si come dice nel Thimeo da questa uoce [modai] cioè da cercare o, inuestigare. Giouanni Boccaccio, Nella Genologia degli Dei, uol che deriui da questa uoce Egittia o, Caldea cioè [mou], e da [Ykhos] uoce Greca che una significa acnqua et l’ altra uento, quasi che ella sia nata dal' uento e dal suon dell’ acqua. Plinio, Che ella fù trouata appresso al Fiume lodone in Arcadia et che ne fusse lo Dio Pan' Inuentore. per esser stata trouata la sua zampogna in quel Lito appresso l’ acque ma non che deriui dal suon' dell’ Acque. Et come dice il Poeta mantouano Pan primus calamos [cera add. supra lin.] coniungere plura, Instituit....... Mosè, Ioseffo, Beroso, Che auanti al Diluuio la trouasse Iubal. Questo Iubal fù della stirpe di Caino, et di questo dice la Scrittura sacra. fuit pater Canentium. et parimente fù Inuentor dell’ organo. Boetio, Macrobio, Che doppo il Diluuio, la ritrouasse al suon de Martelli ad una fabbrica Pittagora ma questo non si crede] [-f.14r-] [Landi, Introduttione harmonica, 14r; text: Tauola seconda. Della signification del nome e sua diuisione, Musica, Significa Armonia et questa è unione di uarie uoci trà di loro diuerse ben composte, si diuide in, Mondana, quella che partecipano i Celi nel loro riuolgimento, l’ Elementi, le cose composte di qualità, si trouano nelli Corpi celesti, loro Moti. Platone. Instrumentale, nostri hanno dalli, cioè Terra, Acqua, Aria et Fuoco, concordanti, et bene insieme uniti. Harmonica, naturale, prodotta da uoci humane, Organica, nasce da Instrumenti artifitiali fatti dall’ huomo in qual si uoglia modo. ò da fiato, o, da Corde, ica hmica, si sente nel uerso della Poesia. per la quantità delle sillabe, o per il suon delle parole quando bene insieme si accompagnano acconciatamente. Zerlino al Capitolo quarto della prima parte.] [-f.14v-] [Landi, Introduttione harmonica, 14v; text: Tauola terza, Delle diferenze che sono fra Harmonia, Concento, Suono e Voce, et loro deriuationj. Armonia, Propria, È quella che prodotta da Corde, assai consonanti senza offender' l’ Vdito, questa, detta Concento, questo, mistura di suoni graui, acuti tramezzati non, la qual percuote soauemente il senso. Lattanti Firmiano, dalle Modulationj, queste poi unite con le parole o, Rithmo, uero Metro da Platone, detto Melodia. Non, contiene in sè alcuna modulatione, ma una semplice consonanza, Suono, ripercussione d’ Aria non sciolta, prodotta da percussione di moto uiolento, tardo, mouendosi ingiro, peruenendo all', rapresenta cosa distinta, Intelletto. Il, come genere, specie per che ogni, ma, già, Boetio, respirata all’ Arteria Vocale, si manda fuori dall’ huomo con qualche significatione. si diuide in Continua, Discreta, usiamo nelli nostr' continui ragionamenti, li Greci chiamano [synekha phona], si usa in cantare le cantilene ordinate per interualli proportionatj quali si muouono nelle modulationj, [diasema phona] [-f.15r-] [Landi, Introduttione harmonica, 15r; text: Tauola quarta Della Consonanza Dissonanza et Modulatione, È quella che nasce da mistura di suono graue et acuto, peruiene alle nostre orecchie soauemente et hà forza di alterare il senso nostro ouero secondo Aristotele, da ragion di numeri acuti e graui. Et si puol ancora comprendere. che ella, quando due suoni frà loro differenti, che non ui sia alcun mezzano suono, contenuta da una sola proportione. Dissonanza, la quale peruiene all’ udito con asprezza, qual, possiamo sopportare, perche hà forza d’ alterare il nostro senso sendo l’ una con l’ altra contraria per, loro disproportione, ciascuna di loro si sforza rimanere integra, cosi offendonsi l’ un', pongono aspro al nostro: Modulatione, altro, un mouimento fatto da, per diuersi interualli, quale, ogni Arte d’ Harmonia e Melodia, due modi cioè Propia, Impropia. Canto figurato, perche toccando uarie consonanze, con tardi e ueloci mouimenti da un’ Interuallo all’ , si uiene à uariare il Canto con uarij accenti, ne uien formata, sorte d’ Armonia, contiene nel, fermo, si moue senza uariatione di Tempi con, facendo alcuna, modulatione, Altri modi, puole hauere ancora, tre secondo il Zarlino al Capitolo primo, prima, note nominate ut, re, mi, fa, sol, la; uoce humana secondo, l’ Instrumenti artifitiali, Terzo quando, applicano parole alle, cantabili, del Cantore] [-f.15v-] [Landi, Introduttione harmonica, 15v; text: Delle qualità dell’ Interualli, Musica, Interuallo, Propio, È quello che dal Musico è considerato per la distanza, fra il graue et l’ acuto; di dodici sorte, Maggiore, Diapason, Minore, Diapente, Equale, equalità della proportione o uero un numero, all’ altro. Consonanza, quella della, e, Dissonante, del Tuono, semplice, non, tramezzato da altri suonj, Diatonico, Tuon, Cromatico, semituon, Enharmonico, Diesis. Rationale, che si puol descriuere con numeri come, Irrationale, Non se ne, far capace l’ Intelletto con demostratione alcuna. Comune, Questo considera ogni grandezza terminata da certi finj, detto considerando lo spatio, si troua, frà l’ uno, l’ altro estremo.] [-f.16r-] [Landi, Introduttione harmonica, 16r; text: Tauola sesta De la diuisione della Musica, si diuide, Theorica, È quella che il Musico considera per le proportioni numeri, e loro diferenze, e dà giuditio al tutto. Nasce dall’ Esercitio et lungo uso o, di suonare, o, Cantare o, Comporre e considera tutti li accidenti, cadeno nelle Compositionj di qual si uoglia sorte; questo cognosce, elementi, essa, che cosa, [signum] [cioè add. in marg.] compongono, come si diuideno, in semplici, replicati, qual sia Ditono, Semiditono, Tuon maggiore, Tuon minore, l’ utile dell’ Interualli dissonj gli effetti che fanno, segni, [sqb]. b., # distingue che cosa sia, fuga, camina per, medesime note et Interualli, Imitatione, medesmi, ma non, medesme. fuga doppia, scambieuolmente uanno le parti caminando frà, loro con replicar' quello, hanno detto l’ un, l’ altro, fuga contraria, seguita contrariamente la parte, come dire ut, re, mi fa, sol, contrario, la. Mouimento separato, parti cantano disgiuntamente, simili, o poco dissimili, interualli disgiunti, si incontrano. Sincopa, trasportatione; o Riduttione di alcuna [un ante corr.] figura di Nota cantabile minore, oltra una o, più maggiori alla sua simile, oue conuenientemente si possa applicare, numerare per finire la misura, suo tempo] [-f.16v-] [Landi, Introduttione harmonica, 16v; text: Tauola settima. Dell’ elementi della musica, lor distintioni gradi et qualità, 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. ij. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 2i. 22. Perfetti, Imperfetti, Dissoni, Meno, Più, e, uaghi, Men’,Tritono et Esacordo maggiori cioè, et, Questo sono di natura allegri, qualità, Semiditono, minori, minore, queste, alquanto languide, Del tutto sempre si intende con le replicate] [-f.17r-] [Landi, Introduttione harmonica, 17r; text: Tauola ottaua Delli Generi della musica, et Inuentori di questa. Generi, Diatonico. Questo è antichissimo, usato et nominato da tutti li Scrittori, si come attesta il Zerlino al Capitolo 9. della seconda parte, anco Pietro aron, Vicentino, di, puol credere che Iubal pater canentium fusse, primo, lo mettesse in uso doppo, Diluuio, poiche la sacra scrittura attesta, fosse l’ Inuntor del Organo. Cromatico, ne fù Inuentore Thimotheo Milesio, Leueo figliolo, Tessandro al tempo del grand’ Alessandro. Come, uede, Suida, Boetio. Enharmonico. Dopò un tempo che fù ritrouato, Genere, (secondo, parer di Aristosseno), ritrouato da Olimpo aggiungendo ad ogni seconda Corda, Tetrachordo, due Comme, Plutarco, tutti questi se ne parlerà, dimostreranno distintamente con esempio à suo luogo.] [-f.17v-] Quanto deue osseruare il Compositore per far unna Compositione ben ordinata. Capitolo secondo Io credo che tù puoi considerare dalle Tauole quanto si aspetta à questa honorata professione. Ma perceh è necessario. oltre a quello che si è ueduto sapere et intendere molti terminj spettanti all’ ordine che si deue tenere alla buona compositione, dirò con ogni breuità quel tanto che mi pare esser più di bisogno. Et per procedere con qualche ordine. acciò non te ne segua confusione anderò distinguendo quindici cose principali. le quali si deueno tenere dal Compositore molto bene à memoria con ogni uiuacità d’ Intelletto et prima. Si deue hauer molto cura al soggetto delle parole et quelle ben ponderarle di che qualità elle siano, cioè, se sono meste ouero allegre, acciò non si incorra in qualche sproposito, nel’ inuentione; che quello che s’ aspetta all’ allegrezza, non si faccia mesto, et il mesto allegro saria errore grauissimo Secondo auuertire di far la sua Compositione prima di consonanze, et poi accidentalmente di dissonanze si coem uole tutta la scola de buoni Autori, a ciò habbia del uariato et del' elegante co quei debiti termini et regole che si ricercano, et non fare come alcuni ch’ arditamente senza alcun fondamento fanno caminar le parti prima per quarta o, seconda o settima assolutamente senza alcuna uera osseruatione; presupponendo forsi d’ esser' Inuentori di cose noue. Et credo certo che lo facciano più per distruggere li ueri ordinj dei dotti Padri di questa professione; non curandosi di ragione alcuna, non ostante che cognoschio la uerità. cosa ueramente degna di reprensione. Terzo che le parti caminino per legittimi Interualli, con uaghe, [-f.18r-] o, meste Modulationj, secondo il senso, delle parole, con quei concenti Armonici, che si ricercono al proposito loro. et con ogni osseruatione del proprio Tuono; et se pur' l’ huomo fusse astretto ad uscir' del Tuono. si deue procedere in modo tale che il Cantore non si accorga come la Cantilena sia entrata, et uscita del suo Tuono; perche il far' uscir d' Tuono una Cantilena, con un certo repentino modo non hà ne del Dotto. ne del ingegnoso: et è cosa di biasmo, appresso gli intendenti. quia natura non facit saltum. come hò già detto Quarto deue il Compositore cercr sempre d' andar con uari concenti poi che l’ Armonia non nasce d’ altroue che dalla uarietà delle Modulationj. Quinto che la Cantilena habbia bel ordine di quelle fughe et altri requisiti che si aspettano al Tuono Sesto che sia suagliato nelle Compositioni, et le arrichisca d’ inuentionj di buoni e dotti Contrapunti; con quelle maggiori osseruationi che sia possibile con ferma e salda ragione più presto sia rigido nell’ osseruare, che licentioso. ne li saria nocumento alcuno, (si come dice il dottissimo Zerlino) hauer cognittione almeno mediocremente del Arpicordo e saperlo sonar tanto che li sia in parte aiuto alli suoi pensieri Musicali acciò possa sentire in atto le sue Compositioni Settimo grand’ auuertimento deue hauere nel por le parole, acciò siano poste con il senso loro, non rompendo le sillabe et spezzarle, e facciano sentire contrario senso di quello che hanno in sè et con diligenza quella sillaba che è breue non sia longa nel proferir' il canto, et cosi per il contrario la logna sillaba, sia breue che saria gran disordine et mancamento. Et finalmente deue il [-f.18v-] Compositore accommodare le parole dell’ oratione alle figure cantabili, con quella diligenza che sia possibile, acciò non s’ abbia a sentire qualche barbarismo. L’ ottauo è di molta consideratione. perche quando si fanno caminare le parti, se deueno far caminare con leggiadro modo, et in particolare la parte graue, la quale habbia una certa grauità nel andare che non faccia certi Diastemati si sconci si come hò ueduto in alcuni Autori, li quali non solo erano difficili, ma di più passaggiati in si fatta maniera, che con difficoltà poteua cantarle qual si uoglia gran Cantore. Ne si immagini alcun Compositore; di far cantare passaggi scritti ad un Cantore; il quale si ritroui di dispositione naturale che non li faccia meglio di quello che saranno scritti. e quelli che dal Compositore saranno demostrati; io l’ assicuro, che non saranno cantati; se già quel Cantore, non sarà instruito à passaggi scritti; et i passaggi con lungo studio, osseruati; ma sempre saranno megglio quelli fatti dalla Natura. che dall’ Arte [signum] la doue concludo. che sarà meglio lassarli di scriuerli; et darli in preda a chi hà dalla Natura simil' dote et [signum] Nono. si auuertisca che quanto più con l’ imperferfette l’ huom si auuicina alle loro più uicine perfette, tanto più si auuicinano alla perfezione. et questa è oppinione di tutti l’ Autori et Theorici et pratici. perche uengono a participare di quella perfettione, et si rendono all’ udito più soaui et dolci. Et si deue auuertire che la sesta minore è più uicina alla quinta. et la sesta maggiore all’ ottaua. et sempre si deue accompagnare le maggiori imperfette [-f.19r-] con le maggiori perfette et cosi l'altre per il contrario, et chi uol sapere àppieno la ragione ueda alla terza parte al Capitolo 38. dell' Institutioni Armoniche dl Zerlino. che quiui trouerà, che [e ante corr.] se u uolessid escriuere il tutto, sarei troppo lungo et ueramente quelle cose che si pongono in essecutione contro la loro natura non ponno far buono effetto,per eser loro leuate dal proprio fine: È ben uero che molte uolte (si come hò detto altroue) per dar' effetto alle parole con la Musica, non è commodo, ne torna à proposito al Compositore passare alla consonanza più uicina. come per esempio dalla sesta maggiore all' ottaua, ne dalla minore alla quinta, ne dalla terza minore all'Vnisono, o, altre simili che per cause dell' effetto o, mesto, o, allegro, in ciò è scusato tanto ppiù che non è direttamente contro la buona Harmonia ne però haurà fatto il Compositore errore degno di castigo et d'esser abborrito, et messo ne numero degl' arbitrarij. Decimo. deue sapere quali siano le Consonanze più piene e quali più uaghe, et che differenza sia trà le Consonanze imperfette e loro qualità [signum] Vndecimo, si deue molto ben considerare et auuertire, che quella Compositione di può chiamar' perfetta. la quale in ogni mutatione di corda o, interuallo che uogliamo dire tanto uerso il graue, quanto uerso l'acuto, sempre si odono quelle consonanze che fanno uarietà di suono nelli loro estremi [signum] Duodecimo è necessario intendere et sapere in qual maniera più consonanze perfette, o, uero imperfette contenute sotto la forma istessa, si possino porre immediatamente una doppo l'altra e come si concedino. [[f.19v-] et [-f.20r-] desunt] [-f.20v-] questa professione, quanto hà fatto egli con li suoi scritti, et io non hò mancato giusto al mio potere, seguire ogni suo documento. Hor se con questo [[paro]] discorso pare ch’ io uoglia argumentare alla sua oppinione, il tutto facci à guisa d un Discepolo uerso il suo Maestro per esser meglio instruito laonde io con quella reuerenza che mi s aspetta adurrò alcune ragioni in contrario, le quali se elle ti piaceranno, con bene se non terrai quell’ oppinione ch’ à te sarà più grata. Non sò se tù hai mai letto nelle sue Institutionj Harmoniche al Capitolo 5. della terza parte, o, uero l’ haurai forsi sentido dire che lui hà per oppinione ferma che la Diatesseron sia perfetta Discepolo: Più et più uolte mi è stato detto, ma non sò già la ragione et, taluolta hauendola io uoluto accommodarla in Contrapunto sola aguisa o della Diapente, o della Diapason assolutamente come consonanza perfetta, trouauo che era dissona, ne poteua stare se non appogiata ad un’ altra, o imperfetta con la sua resolutione della terza maggiore e minore si come da ogn’ uno è osseruata. Maestro: Prima è necessario che tù sia informato delle ragioni che adduce il Zerlino per prouar che ella sia perfetta. che se ciò non sai; tu non puoi intendere questa disputa. Principalmente referisce chhe Tolomeo. Boetio, Macrobio Gaudentio filosofo. Vitruuio. Censorino, et altri che per breuità tralascio. che la Diateseron la tengono per consonanza perfetta, per alcune loro ragionj le quali, à me non pare che calzino. Ma lui proua la sua oppinione in queso modo et dice. Quell’ interualli. che in una compositione [-f.21r-] harmonica. si ode consonare perfettamente posta da per sè, non puol essere à patto alcuno dissonante, et essendo la Diatesseron accompagnata con la Diapente in una harmonica compositione rende soaue concento. e che l’ assuto di questo sia manifesto per il suo contrario; cioè per dissonanza, che è la seconda et la settima con le loro replicate, le quali non essendo nella Composizione per alcun modo consonanti, uengono à esser fuora della stesa natura della Diatesseron. La seconda ragione che adduce, è che mette per autorità l’ esempio d'acordar il Liuto o Violone perfettamente imperò che accordando la Corda che si chiama Basso et quella noi nominiamo ordone, e ueramente questa, è quella che si chiama Tenore e tra quell’ altre tre corde che sono più acute si udirà che la Diatesseron farà merauiglioso concento. Terzo che in Venetia li Greci la cantano nelle loro Salmodie perfetta assolutamente [signum] Quarto che Iosquino la usata; (ma però una sol uolta) in un suo Mottetto. Quinto che la Diapason sia più perfetta della Diapente et la Diapente più della Diatesseron. Sesto. che la Diatesseron et la Diapente siano mezane fra le consonanze perfette et imperfette. et che le perfette non possano esser altro che le ottaue. Settimo, uole che tutte naschino dall’ Unità. che è l’ Unisono, et che quelle che sono più uicine al suo principio habbiano maggior perfetione [signum] [-f.21v-] Hora con sua buona gratia rispondo al primo capo, et dico che quel Interuallo. che in una compositione harmonica si ode consonante perfettamente posta da per sè non puole essere dissonante. questo non si nega et questo stesso affermo. Poiche ponendo la Diapente, o, altra perfetta à lei simile, posta che sia in qual si uoglia modo da per sè sempre è consonante. ne mai è dissonante. Doue che non trouo che ponendo la Diatesseron per sè sola come base et fondamento, come se fusse la Diapente o, Diapason, si troua per esperienza che rende aspro concento: laonde se ella fusse perfetta, come egli afferma, non lo faria. Et se la seconda et settima, non fanno il medesimo effetto uenga ad esser soluta dal numero delle dissonanti. questo non è ragione bastante per prouare la sua perfettione stante che ogni numero è differente dall’ altro, et ogni un' di loro fanno uariato effetto per lor propria natura. et considerando l’ ordine posto successiuamente un' doppo l’ altro, come sono in questa guisa i. 2. 3. 4. 5. 6. 7. non trouiamo che la Diatesseron è posta frà due consonanti una imperfetta et l’ altra perfetta. et ella è numero medio frà tutti. e la seconda et settima se ben parimente si ritrouano fra due consonanze una perfetta et l’ altra imperfetta; nulla di meno per ritrouarsi tanto uicino alli loro estremi, uengono à essere più aspre che non è la Diatesseron. che per [- f.22r-] esser ella più lontana dall’ estremi che è l’ Vnisono et la Diapason uiene à sentirsi meno dissona. Ma che ella sia perfetta assolutamente questo si uede per contrario con il proprio senso. Ne meno trouo che la ragione d’ accordare un' Liuto o, Uiolone mi quieti l’ Animo et il senso e che mi riempi l’ udito di merauigloso concento come lui referisce. Poiche quando sarà ben accordato con ogni diligenza tutto, et toccando unitamente tutte le Corde senza alcuna tastatura. trouo che rende (al mio puro giuditio) fastidio non poco. et quindi poi sitoccherà per tastatura con la Diapente o la Diapason all’ hora la Diatesseron, non essendo più base et fondamento rende sonorità ma non altrimenti Et anco al terzo capo, che in Venetia li Greci la cantano nelle loro Salmodie questo non è da merauigliarsi. poiche cercano di sostentare questa oppinione la uale depende dalli Autori Greci. che uogliono che la sia perfetta Et se Iosquino si troua che lui l’ hà usata una sol uolta in un suo Mottetto à dua uoci. questo puol esser’ anco per error di stampa come suol auuenire nel opere ben spesso che non hà del uerisimile. che hauendola usata una uolta sendo ben fatto l’ uso suo. non l’ hauesse usata più et più uolte nelle sue compositioni, la qual cosa non si troua [signum] Ma ritorniamo alle qualità che sono fra di loro numeri. noi troueremo che hanno frà se stessi (come di già hò detto) una deriuatione, et è impossibile, che le dissonanze non habbino ad unirsi alli loro principij, o, ad altro appoggio che le sostentino, per dare grato concento. Et se il Compositore non unirà (come per esempio) la seconda [-f.22v-] alla terza o uero ad altra, et la settima detta eptacordo, essacordo, o maggiore ò uer minore, o, uero ad altra che la assodi al concento. et parimente la Diatesseron alla sua resolutione al sicure che il nostro senso, non potrà sopportare d’ udire tal asprezza di suono. Hò detto che tra di loro si ritroua deriuatione; intendo che la seconda nasce dall’ unisono la terza dalla seconda la quarta dalla terza. Et cosi successiuamente dependino una dall’ altra, si come di sopra hò detto. Di modo che mettendo la Diatessaron asslutamente per base et fondamento della Cantilena come per questo esempio [Landi, Introduttione harmonica, 22v,1] non mai si sente che renda all’ udito se non fastidio. Et per il contrario posta la Diateseron in questa forma [Landi, Introduttione harmonica, 22v,2] uiene a rendere concento Merauiglioso; et questo auuiene perche la Diatesseron è formata dalla Diapente et dalla Diapason. et però non sarà mai perfetta, et non intendo questa sua oppinione. poscia che si uede chesola in modo alcuno non puole hauer perfettione senza il suo principio che è il Ditono, o uero il semiditono. Non niego, che ella non è simile alla seconda et alla settima poi che si uede manifestamente che altro è il numero secondo altro il terzo et altro il quarto poi che tutti sono differenti benche habbiano l’ origgine da un solo principio; la one la uariatione nasce da questo. et l’ Harmonia. Referisce al Capitolo 7, della terza parte chhe la Diapason sia più perfetta che non è la Diapente e la Diapente più della Diatesseron. Rispondo che e uero che la Diapason è più perfetta della Diapente, ma la Diatesseron non hà alcuna perfettione uicina à questa. per le già dette ragioni, ma perche [-f.23r-] ritrouandosi di numero medio, douria più presto participare dell’ imperfetta che altro, mentre ella è congiunta. Ma sola assolutamente ella è dissona, se ben meno della seconda et settima; et si uede et si sente che ella ancora cerca di unirsi come l’ altre dissone al suo principio et radice, , uero ad altra imperfetta [signum] Di più al detto Capitolo dice che la Diatesseron et la Diapente siano mezzane fra le consonanze perfette et imperfette et che le perfettte non possono esser’ altro che le ottaue, poscia che à queste non si puole aggiunger' ne sminuire. Dico dunque se cosi è: la Diapente essendo mezzana fra le Consonanze perfette et imperfette ella non sarà perfetta et non essendo questa perfetta tanto meno sarà la Diatessaron. Et se quelle che sono più uicine (come lui referisce) alla sua origine, o alla sua ragione habiano da ritenere la natura di quelle, adunque la Diatessaron essendo più uicina alla terza deue ritenere dell’ esser più di quell poiche è la sua origine, et se lui uole chhe tutte naschino dall’ Unisono, et che questo sia il principio di tutte, ne segueria che la Diapente essendo più lontana da detto principio, ella fosse meno perfetta della Diatesseron et cosi parimente la Seconda saria ancor più perfetta della Diatesseron et della Diapente per esser più uicina al suo principio di tutte l’ altre cioè all’ Unisono; la qual cosa si uede che è tutto il contrario. È ben uero che l’ Unisono è principio di numeri, ma è ben anco uero che uolendo noi formare il numero terzo, si uede che procede dal secondo et il quarto dal terzo ne si può dire terzo che si presuppone [-f.23v-] che sia stato il secondo, et cosi [[si]] [tutti corr. supra lin.] gli altri successiuamente. et se uole che la Diapente et la Diatesseron siano mezzane, è necessario che la Diapente non sia nominata per perfetta tanto più per esser lontana dal suo principio cioe l’ Unisono principio di tutte le consonanze. Et non essendo questa perfetta. come sarà perfetta la Diatesseron? Adunque di necessità bisogna dire che ella sia dissona, o, al più imperfetta quando questo ancora se li possa concedere. Dico di più che se la Diatesseron fusse perfetta ne succederebbe che si potesse usare per corda finale assolutamente come la Diapason ò altre simili, la qual cosa non si troua, si come hò bene osseruato in grauissimj Autori come Adriano Cipriano, Clemens non papa Gombert, Andrea de silua, Morales, et il non mai à bastanza laudato Giouanni pier luigi prenesino lume d’ ogni buona Musica Discepolo: Mi dica per gratia. hà il Zerlino mai usato la Diatesseron nelle sue Compositioni assolutamente per base et fondamento, come consonanza perfetta? Maestro: Con tutto ch’ io habbia con ogni esquisita diligenza cercato nelle sue Musiche se ciò andaua componendo. mai hò possuto rintracciar' questa sua oppinione esser messa in essecutione. Discepolo: Mi par gran' cosa che laudando lui tanto questa Diatesseron perfetta. non sia stato prima da esso usata in quel modo che egli dice. Maestro: Molte uolte si dicano delle cose, che poi non si fanno. che solo lodauano per mostrar il bell’ Ingegno. [-f.24r-] Ma tornando al nostro proposito. Io concorro bene nell’ oppinione di molti ualenti huomini in questa professione, come molte uolte m’ è occorso ragionarne. che la Diatesseron partecipi dell’ imperfetta, ma non assolutamente et che ella sia meno dissona di tutte l’ altre dissone. et che ritenga in sè una certa quantità d’ harmonico concento, la qual cosa non l’ hanno l’ altre et si come si troua il più et il meno nelle perfette et imperfette consonanze, cosi parimente sia nelle dissone, poiche il più et il meno si troua in ogni cosa. Tuttauia io mi rimetto ad ogni miglior giuditio. De membri e Parti della Musica Capitolo quarto. Ma per sodisfare à pieno alla ragione, et al senso comune acciò si possa giudicare, se la tua Compositione è ben ordinata; è necessario che si ricorra alla Tauola sesta, et quella metter in essecutione con qualche esempio formato. acciò che tù possa hauer quell’ intelligenza che si ricerca. Et poiche sò il buon Contrapunto che tù possiedi, non mi occorrerà uenire à molte dichiarationi per trasferirti alla Compositione; laonde andarò domandandoti capo per capo di detta Tauola. per uedere la tua capacità et la uiuezza del tuo ingegno. et prima io ti domando se tù sai che cosa sia fuga. et che differenza è tra fuga et Imitatione. Discepolo: Per quanto io mi ricordo. hò sentito dire più et più uolte da Vostra Signoria che la Fuga è quella,quando le parti caminano per le medesme note et per li medesmi interualli. Et l’ imitatione è quella che le parti caminano per li medesmi Interualli ma [-f.24v-] non per le medesme note. Maestro: Mi piace che tù ti ricordi di questo termine, perche è principalissimo suggetto della musica ben ordinata. Ti basteria l’ animo farmene qualche esempio del modo della fuga? Discepolo: Difficilmente potrò dar sodisfattione a Vostra Signoria poiche non essendo io introdotto à più uoci non saprei come tesserla. Maestro: piglierai per hora questo esempio semplicemente à tre uoci ch’ io ti metto auanti; acciò tù possa intendere con ogni facilità. [Landi, Introduttione harmonica, 24v,1] O uero altri simili secondo l’ Inuenzione del Compositore perche intorno à questo termine della fuga, si puol fare quasi in inffiniti modi: l’ Imitatione poi non è molto differente si come tù hai detto et tene dò l’ esempio [signum] [Landi, Introduttione harmonica, 24v,2] [-f.25r-] Questo si puol fare in diuersi et quasi infiniti modi secondo che è l’ ingegno del Compositore, et il dottissimo Zerlino al Capitolo 52 della terza parte mostra l’ imitatione in questo modo. [Landi, Introduttione harmonica, 25r,1] Tu hai notato la differenza e uarietà che è fra di loro. Discepolo: Signor si et parmi d’ intendere assai bene il tutto. Ma la fuga doppia, si come mostra la Tauola. come s’ intende? Maestro: Veramente è una compositione di molto giuditio et ingegno. et è quella che scambieuolmente uanno le parti caminando, con replicare quello che hanno detto una con l’ altra. si per fuga come anco per imitatione. Et il dotto Zerlino nota questa nella terza parte al Capitolo 56. che lui chiama Contrapunti doppi, et lo porge in questa guisa à due uoci. [Landi, Introduttione harmonica, 25r,2] [-f.25v-] Ma hauendo tù da esser introdotto à comporre a tre et à più uoci non ostante. che tù habbia da uedere quello che si fà da buoni Autori à due uoci, è necessario li sappia anco a più uoci Perche il fare una cantilena; la quale non sia obbligata alle parole la puoi fare di luno periodo quanto à te piace et pare. si come per il passato esempio. Ma se sarai oligato alle parole tù non ti puoi estendere in lungo. ma succintamente raddoppiar le parti secondo l’ opportunità delle parole come per l’ esempio qui disotto, o uero in altri simili modi secondo il tuo suegliato ingegno. [Landi, Introduttione harmonica, 25v,1; text: Gaudete omnes semper gaudete] Ma se tù il uoi à più uoci, ecco che ti metto questo auanti à quattro, pur dell’ istesso pensiero [Landi, Introduttione harmonica, 25v,2] [-f.26r-] Discepolo: Veramente à me pare che ella sia una delle parti più difficili che si contengano nella Compositione, et quando questa si ritroua tessuta, à quattro o, cinque compiuta, sia di grand’ ingegno; Ma secondo che à me pare di uedere al giorno di oggi da che si è cominciato à far questi concenti à una et dua uoci si a lassato andare questa bella dottrina [signum] Maestro: Tu dici il uero; in quanto in generale, ma non per questo restano alcuni buoni e dotti Autori, di non porre nelle loro Compositionj ogni buono, e ben ordinato modo di simili cose, se ben ueramente componendo come dici tù à poche uoci non si puol fare gran dottrina. Et se uoi ch’ io ti dica il quero questo modo d’ oggi à me non piace molto; et la ragione è che ogni semplice scolaro basta che sappia mettere insieme quattro noti à due o, tre uoci, che subbito fà del Compositore, et questo nasce dalla facilità dello stile. che [[basta]] hauendo del recitatiuo presuppongono che sia il meglior ordine. et se alcuno dice che questo,è il uero modo. et che la Musica conseguisce l’ intento suo, è in grande errore. et si come à la logica se li leua i membri de sillogismi, et alla Rettorica, si togliesse quelli spunti di quelle frasi si uerriano a priuare dell’ esser loro; cosi primenti togliendo alla Musica le sue parti, et di fughe et d;atri requisiti spiritosi, si uiene à priuarla del suo bello et buono: che per dir il uero insino à Gatti et Cani Cornacchie et altri Animali d‘ ogni spetie nel esser loro cantano in modo recitatiuo. Ma si risponde che già per li tempi passati, per causa delle fughe si ueniua à romper le parole cioè il senso loro, per il lungo periodo [-f.26v-] di esse fughe. Et io dico, che se è necessario che non si rompa il senso delle parole, e bene anco il douere che la Musica habbi il suo luogo et dottrina di fughe semplici et doppie et altri requisiti che se li appartiene: et se non si segue l’ humor loro dicono, che si compone all’ Antica, non accorgendosi ual più una Messa del dottissimo Palestina et una Musica di Morales che non ual quanto possino far loro in tempo di lor uita. E ti giuro che hauendo io praticato per tutta l’ Italia, hormai uicino à 50 anni, mi son trouato alle uolte in Città principali nelle Chiese, à sentire di queste loro Musiche. che pareua di hauerse a ballare una Gagliarda, o saltarello tanto ridicole e schiocche et con si poca dottrina et osseruatione: che io ne rimaneuo attonito, poi che in cambio che hauessero à render' deuotione e maestà, rendeuano più presto un certo che di sprezzo al culto Diuino che altro, mouendo à riso gl’ ascoltanti. come se fussero à commedie, o ad altri spettacoli cosa ueramente indegna. Non dico che non si facciano l’ opere con qualche uaghezza; ma che siano accompagnate anco con qualche dottrina soda e decoro del rito Ecclesiastico. che habbiano più del Cattolico; che per dir il uero non stà bene che nelle Chiese oue si hà da fare oratione e ringratiare la Diuina maestà; ui si habbia à far sentire le ballate, sciocchezza grande di noi stessi che facciamo simil compositionj. Discepolo: Tuttauia mi pare che Vostra Signoria habbia fatto di queste sorte di musiche allegre, che pur ne hò cantate qualche uolta Maestro: È uero che le hò fatte. et solo è stato causa perche mi [-f.27r-] ueniua referito, che per esser io dell’ antica scola del Palestina, non poteuo mai usar' lo stile che oggi uà à torno anzi spero con il diuino aiuto metter in luce molte opere le quali intitolo fasciculi de Modulationi, nelle quali si contengono diuerse Musiche a dua a tre a quattro a cinque et à più uoci cioè Mottetti Messe Uespri. et altre Compositioni, et saranno diuersi stili; dimodo che si uedrano. quelli che tal cosa andauano dicendo quanto si siao ingannati; et si hanno da inmaginare che chi esce dalla scuona Romana. non è tanto balordo quanto si prosuppongono questi Sapienti. che non cedono se non alli loro appetiti. Ma per sonar al nostro proposito che è di sapere le parti della buona Musica, uorrei che tù mi dicessi che cosa sia fuga contraria Discepolo: Mi pare che sia quella che seguita per contrario la parte come saria à dire ut, re, mi, fa, sol, che il suo contrario sia la, sol, fa, mi, re, si come si uede nella Sesta Tauola Maestro: Tu dici bene ma uorrei che me ne dessi l’ esempio. [signum] Discepolo: à questo non mi basta l’ animo cosi. all’ improuiso far la demostratione. [signum] Maestro: Poi che non ti dà l’ animo il farlo ti darò qui sotto una poca di nota nel suggetto che tù hai detto, ut, re, mi, fa, sol la. Auuertendo che quanto io ti mostro, si puol fare in diuersi modi, et à te solo basta intendere et uedere sino ad un termine. che ti illumini l’ intelletto. Che con lo studio che farai, forsi lo potrai far meglio et più dottamente che non ti si rappresenta. [signum] [-f.27v-] [Landi, Introduttione harmonica, 27v,1] Si ritroua come hai ueduto nella Tauola sesta il mouimento separato et parimenti il mouimento contrario. le quali particelle nella Musica fanno ll’ un et l’ altro gratiosi affetti, et per che tu non habbia da mendicare all’ occasione quello che è di bisogno per comporre la Compositione con ogni buono studio: mettero qui di sotto l’ un et l’ altro, acciò lo possi intendere. per atto pratico. [Landi, Introduttione harmonica, 27v,2; text: Mouimento separato, contrario] [-f.28r-] Resta uedere che cosa sia Sincopa. Et si come dimostra il Teorico Zerlino alla terza parte al Capitolo 49 nelle sue Harmoniche Institutionj, et parimenti il pratico Pietro Aron nel suo Toascanello, che non uogliono ella sia cognosciuta dal Musico senza hauere cognittione della Battuta; laonde per questo effetto, prima d’ ogn’ altra cosa di questa trattar doueuamo, acciò più facilmente si potesse intender l’ effetti suoi. Il sopra detto Zerlino dà un auuertimento: che ella non è simile à quella che è considerata dal Grammatico o dal Poeta. che per commodità del uerso toglie qualche lettera, o sillaba dalla parola per accommodarsi alla consonanza, acciò il uerso faccia il suo corso giusto. Ma è considerata dal Musico in questo modo cioè. Sincopa è riduttione di alcune figure di nota minore cantabile oltre ad una e più maggiori, tanto che pssa arriuare à finire il numero della misura, et questo puol' auuenire in ogni sorete di Cantilena in ogni tempo e prolatione. Discepolo: Mi perdoni Vostra Signoria s’ io l’ interrompo. perche l’ hauer nominato la Battuta, mi hà fatto redurre alla Memoria che io hò ueduto un Trattato d’ un certo Agostino Pisa, qual uol' che il principio della Battuta sia in cima della eleuazione. et finisca nell’ istesso luogo, dicendo che il battere d’ oggi come si usa non è il uero modo di batter la musica et uol come hò detto sia intesa in questa maniera. Se Vostra Signoria mi potrà intendere con questa figura [Landi, Introduttione harmonica, 28r; text: A, B, C] cioè ch’ il principio sia la lettera A. il mezzo B. et il fine la lettera C. tal che finisce in aria, et à me pare che doueria esser' il contrario. poi che il fin' della Battuta è per ragione [-f.28v-] il battere che perciò si chiama battuta, et hò ueduto un’ altro Autore chiamato il Diruta che fà un trattato sopra del modo di sonare Organo che lo nomina il Transiluano et riferisce à questo proposito, che la Battuta non è altro che un’ alsare et un’ abbassare, m non dichiara altro. Maestro: à questo rispondo che in dua modi è il battere. una si chiama eleuatione et l’ altra si chiama positione. et è da considerare che ui sono dua moti; uno è detto uiolento et l’ altro naturale; ne puol esser (in questo però) il moto naturale che prima non sia il uiolento. Qui non uoglio entrar’ in disputa con il Filosofo o, con il Matematico del moto tardo, o ueloce, o, perpetuo. che non è al nostro proposito, ne uoglio entrar' in simil materia, ch’ à me non tocca. Ma dico bene che il principio della Battuta nasce dal uiolento che è detto eleuatione, et il fine è il modo naturale che è la positione, ne puole stare l’ uno senza l’ altro. Et se ben' il detto Autore. uol sostentare tal cosa. non per questo li è dato credito. Ma di questo per hora non mi uoglio metter in lungo discorso poi che spero trattarne particolarmente ad altro tempo. Attenderemo all’ ordine nostro della Sincopa acciò quando tù uoi tesserla nelle Compositioni; non habbia da mendicare la sua osseruatione auuertendo, che ella si puol fare ancora con le pause, che si pongono auanti alle Note come ben dottamente dimostra il sopracitato Zerlino al Capitolo 49. della terza parte che lo intenderai qui di sotto, che lo mostra solo in una parte di Tenore. et da me si è aggiunto le altre tre parti cioè soprano Alto et Basso. [-f.29r-] [Landi, Introduttione harmonica, 29r,1] Et perche questo puol mostrarsi nel tutto della Compositione per l’ interuento delle pause, uengo à darti questo Esempio [Landi, Introduttione harmonica, 29r,2] Tutto questo che si è ueduto et discorso sino ad hora, sono cose necessarie d’ hauerle bene in memoria, maneggiandole con uiuacità [[d’ Ingegno]] et con ogni prontezza mettendole [metterle ante corr.] in essecutione acciò la Compositione sia adornata di uaghe et belle Modulationj. In quanti modi si posson saluar' le dissone Capitolo quinto. Se noi lassiamo indrieto l’ ordine di saluar le dissone. ueramente saria error grandissimo. perche se tutto quello che [-f.29v-] si è detto di sopra [[e]] [[sia ante corr.]] [è corr. supra lin.] per l’ Arte necessario. questo è necessarissimo poiche se in una Musica o, Compositione che uogliamo dire, non ui interuengono le dissone. sarà al sicuro di poco, o niun ualore stante che queste sono quelle che fanno Harmonia merauigliosa; Ma è da auuertire come si deuono ponere nella Compositione, acciò faccino buon Concento. La commune oppinione è che la quarta si salua con la terza. la settima con la sesta la seconda con l’ unisono o, uero con la terza. [[ma]] io dico che oltre à questo ordine detto. è necessario sapere che la quarta si salua con la sesta la settima con la terza la seconda con la sesta, et di più la quinta falsa come si deue farla passare senza offender l’ Udito. Discepolo: Ueramente questo di saluar' la quarta con la sesta e parimente l’ altre dissone in quella maniera che Vostra Signoria dice, io non l’ intendo mi faccia gratia darmene un poco d’ esempio. [Landi, Introduttione harmonica, 29v; text: Esempio della quarta con la sesta. Et la settima con, terza. Seconda] Per questi dua esempi tù puoi uedere come è la resolutione prima della quarta con la sesta et la settima con la terza, secondo esempio poi è la resolutione della seconda con la sesta et settima con la terza pure nel quasi medemo modo. Et per hauer ueduto io in alcuni Madrigali di Autori moderni li sotto scritti esempio. cioè che uno salua la setima con la quinta et l’ altro con l’ ottaua, hò uoluto mostrarteli et metterli nella forma come propio sono stati dati in luce dalli loro Autori ne uoglio nominarti chi siano. ancorche si pretendono da questi d’ esser huomini d’ autorità nella professione. [-f.30r-] [Landi, Introduttione harmonica, 30r; text: Esempio della settima con la quinta, ottaua] Questo primo esempio che è saluato la settima con la quinta. ancor che non sia in uso, nulla di meno puol passare per non deuiarsi et allontanarsi dalla buona Teorica molto. Ma il secondo esempio che uol saluare la setttima con l’ ottaua mi perdoni l’ Autore che si allontana troppo dalla buona regola del buon Contra punto et della Teorica, et al parer mio fà un brutto effetto; et non è da usarla. Ma per tornar' alli primi esempi che è il saluar la quarta con la sesta che si uede la quarta esser toccata dal Tenore la corda di G. sol re ut, formandola assolutamente e poi ascende et forma la sesta, et la parte del basso tocca la corda di A. la mi, re, facendo settima con il Tenore detta settima si uiene à saluare con la terza et nel secondo esempio la seconda fatta dal Tenore con il Basso si salua con la sesta et poi la settima con la terza. tutti passaggi che fanno marauigliosi effetti d’ Harmonia. et ben che il Zarlino et anco altri scrittori habbiano fatto e dette queste cose simili, non per questo hò trouato da loro particolari esempi formati in maniera tale che si possino intendere se non con lungo et faticoso studio. Hora ci resta che noi uediamo come la quinta falsa si possa passare nella Compositione con modo facile. et che non renda alteratione all’ Udito. et è passo di molto giuditio. Il dottissimo Zerlino lo dimostra al Capitolo 43. della terza parte con referire. che l’ esempio lo toglie da un’ opera di Adriano Willaert, et lo pone in questa guisa [-f.30v-] con un soprano et Tenore à dua Uoci [Landi, Introduttione harmonica, 30v,1] Un’ altro esempio à quattro uoci [Landi, Introduttione harmonica, 30v,2] Et questo è quanto deuo dire in torno alle particelle che si appartiene alla buona Musica, le quali si deueno (come hò già detto) hauerle et possederle con ogni sicurezza et uiuacità d’ ingegno et più strettamente le deueno possedere quelli che fanno professione di suonare Organo. o altro Instrumento perfetto di sua fantasia, et toccando detti Instrumenti con tal Dottrina et leggiadria, al sicuro acquistano nome d’ huomini Illustri con esser tenuti in tanto preggio. che uia più non si puol dire. Et tali suggetti, son ricercati riceuti et tenuti molto bene à cuore da gran' Principi, con stimarli con si fatta maniera. che alle uolte; io mi sarei contentato più presto d’ esser' uno di questi Virtuosi che esser l’ istesso Principe; et ben uedeuo che erano tanto più pregiati quanto maggiormente erano adornati di qualità honorate costumi uirtuosi et nobili. Et chi poteua [-f.31r-] esser stimato più al suo tempo di Iaches Buus. Dalli serenissimi Principi Estensi in Ferrara che era (secondo ch’ io hò udito raccontar da gli huomini uecchi) il più stimato in questa professione di suonare Organo che fusse per tutta Italia. quanto fù stimato Annibale padouano. Claudio da Correggio Giuseppe guami da luccha dalla Serenissima Signoria di Venetia? Et parimente Andrea Gabrielli? [[che dirò di Christofano maluezzj]] d’ un Luzzasco Luzzaschi, del Caualier dell’ organo detto il fuligatto d’ un Bientina da Pisa. questi hauer hauuto tratenimenti da maggiori Principi d’ Italia, che da me son stati molto ben conosciuti, et sò quanto erano degli di qualsiuoglia Corona di uirtuoso merito; Et oggi al presente non mancano huomini Illustri in questa professione del suono che non cedeno à questi, come era l’ Organista passato di San Marco del quale non mi ricordo il nome suo ma sò molto bene per realazione dell’ Illustrissimo Luigi Cà, de Pesaro, che per benemerito delle sue rare uirtù la Serenissima Signoria come quella che è stata sempre rimuneratrice de Virtuosi, fù [[hanno dato]] [prouuisto corr. Supra lin.] d’ un Vescouifico di entrata quattro milia scudi. Et appresso allo serenissimo Gran Duca di Toscana Principe mio naturale, in posto [[troua al seruitio]] [di Cristofano corr. supra lin.] [maluezzi add. in marg.] Girolamo Frescobaldi con stipendio honoratissimo? E teuto con quel decoro che meritauano [merita ante corr.] [[un]] [un lor corr. supra lin.] pari [[suo]]? che ueramente (per quanto posso comprendere dall’ opere sue) è Intelletto merauiglioso; che non lo cognosco altrimenti per presenza Ma trapassiamo alli Compositori, che [chio ante corr.] s’ io uolessi esprimere li meriti d’ Adriano Vuillaert di Cipriano rore di morales, di Filippo di Monte, d’ Orlando Lasso di Costanzo Porta d’ Alessandro Strigio. Di Luca Marentio, di Giouanni maria Nanino del Soriano [di Morales add. in marg.] et finalmente di quel diuino spirto di Giouanni pierluigi Prenestino lume della buona musica et specchio dell’ honorati costumi [-f.31v-] io son sicuro che non trouerej il fine, et più presto anderei deteriorando la forma della loro Virtù che per mia lingua fussero magnificati poscia che le opere loro possan portare la Corona delle merauiglie della Musica. Et oggi pure si ritrouano Ingegni rari di molta stima, che per esser questi à tutti noti non farò nominatione ad uno ad uno per non esser prolisso. Però lasserò da parte questo ragionamento et tornerò [al add. supra lin.] primiero discorso, per esserti un poco più necessario. Et prima uorrei sapere, se tù hai cognitione de Tuoni, che da alcuni scrittori son chiamati modi, et quanti sono. Discepolo: Hò sentito dire più uolte à Vostra Signoria che li Tuoni sono otto secondo questo uerso, che mi fece imparare à mente già una uolta Primus cum sexto fa, sol, la semper habeto Tertius et octauus, ut, re, fa, atque secundus La, sol, la quartus ut, mi sol, sit tibi quintus septimus fa, mi,fa, sol sic omnes esse recordor. Maestro: Il tutto dici bene, ma cotesto è il modo d’ intonarli quando tù uolessi intonare qualche Salmo. Ma quello ch’ io uoglio dire è il cognoscere nella Musica figurata di che tuono è un' mottetto, una Messa, un' Madrigale, o uero altra Cantilena, non solo questo, ma ancora come tù ti deui gouernare con li debiti terminj del Tuono e ricercar le sue debite corde et interualli [signum] Discepolo: questo ueramente in non so intendere. Vostra Signoria mi faccia gratia di farmene un' poco d’ esempio, acciò possa io comporli con quella ragione che si ricerca [signum] Maestro: Prima deui auuertire che oltra àcotesti otto Tuoni li Musici moderni ne hannoa giunti quattr’ altri, che li dicono Nono, Decimo, Vndecimo, e Duodecimo Tuono. Ma come [- f.32r-] tù maneggerai bene li otto Tuoni, non ti sarà fatica à seguire gli altri quattro: et per che tù intenda l' ordine metterò qui sotto l’ esempio dell’ otto Tuoni, tutti distinti che [[li]] facilmente li intenderai. secondo però la dottrina del Zerlino che cosi li mostra nelle sue Institutioni Harmoniche [Landi, Introduttione harmonica, 32r,1; text: primo, secondo, terzo, quarto, quinto, sesto, settimo, ottauo] Oggi li moderni li formano in un’ altro modo. è uero che sono trasportati ma sono ben anco più commodi et sono in questa forma. [Landi, Introduttione harmonica, 32r,2; text: Primo Tuono, o uero in questo modo] Et questo è quano ricerca il primo Tuono con le sue distanze et interualli della Diapente e diatesseron et [signum] Il secondo Tuono lo forlmano altrimenti di quello che l’ ha dimostrato il Zarlino et è in questo modo [Landi, Introduttione harmonica, 32r,3; text: Secondo Tuono] Et il terzo uien' formato dalli più, come tù puooi uedere per il presente esempio non uariando niente dal Zarlino [signum] mostrato da lui per il secondo [Landi, Introduttione harmonica, 32r,4; text: terzo] Il quarto è formato come stà l’ infrascritto esempio [Landi, Introduttione harmonica, 32r,5; text: quarto] Et il quinto Tuono al presente lo formano in uarij modi, cioè facendolo finire in C. fa, ut. come tu puoi uedere qui di sotto. [-f.32v-] [Landi, Introduttione harmonica, 32v,1; text: quinto] et sono molti che lo trasportano in D. sol. re facendo la sua intonatione in questo modo [Landi, Introduttione harmonica, 32v,2; text: Intonatione, finale] et in questa forma alle uolte hò fatto alcuni salmi. et hò trouato che torna commodissimo per concertare Sono alcuni altri che questo quinto Tuono lo compongono in questo presente modo, non uariando molto dal’ intentione del Zerli8no; ma per concertare è troppo estremo. Se però non si trasporta [Landi, Introduttione harmonica, 32v,3; text: quinto] il sesto Tuono li moderni lo trasportano in fa. ut [Landi, Introduttione harmonica, 32v,4] Il settimo hà diuersi fini, et oggi che si usa di cantare con questi concenti lo pongono per più commodità in questo modo facendolo finire in G. sol, re, ut. et altri in [D add. supra lin.] [[la mi corr. supra lin.]] sol re per b molle [Landi, Introduttione harmonica, 32v,5; text: settimo, ottauo] et cosi parimente l’ ottauo Tuono Et questo è quanto con breuità son per dirti intorno alli Modi o Tuoni. Quanto alli quattro aggiunti, credo che come tù intenderai bene li detti otto, senz’ altro intenderai li quattro, se però sarai studioso come credo. Hora tralascerò il trattar' più di questo, ma con breuità cerchero mostrarti la qualità de Generi della musica per non lasciare in dietro cosa alcuna appartenente à questa professione acciò tù possa hauere lume (se non in tutto) almeno in parte di quanto si ricerca al buon Compositore. per far maggior studio poi, potrai leggere et studiare altri Autori che più di me hanno scritto; come il Zerlino l’ Inluminato, il Vicentino. Pietro Aron, et altri che non mancano molti che [-f.33r-] si sono dilatati nello scriuere della Pratica Delli Generi che appartengono alla Musica cioè Diatonico Chromatico et Enharmonico In generale Capitolo sesto. Non uoglio lassar indietro cosa alcuna che sia d’ utile acciò l’ Intelletto tuo possa hauere cognittione di quanto sia necessario, Laone non [[uoglio]] passerò sotto silentio la qualità de Generi della Musica. Perche tutto quelo che hò detto di sopra et dimostrato con quella facilità à me possibile. sempre hò inteso del Genere Diatonico, tanto del puro, quanto del composto. Hor di quest’ altri che sono il Chromatico e l’ Enharmonico non mi ci uoglio estendere inlungo, ma cosi breuemente io ti darò ad' intendere le cose più necessarie, senza alcuna prolissità. Et prima io ti farò la scala di tutti li tre Generi. che facilmente l’ intenderai. Queste tre scale come tù uedi la prima è Diatonica. la seconda è Chromatica la terza poi è Enharmonica [Landi, Introduttione harmonica, 33r; text: prima, Thetracordo. Hÿpaton, meson, diezeugmenon, hyperboleon, Synemenon, Ordine Chromatico, Enharmonico, Meson, Diezeugmenon, Hÿperbileon, Sÿnemenon, Enharmonico, prima, seconda, terza] [-f.33v-] Discepolo: Io non intendo che uogliano dire quelle parole Hÿpaton Meson. Diezeugmenon, Hÿperbileon et Sinemenon. per gratia mele dichiari. Maestro: Quelle son uoci greche. le quali significano in questo modo: la prima uol dire, Grauissimo, seconda Mezzano il seguente Disgiunto; l’ altro Eccellente e l’ ultimo Congiunto. Et auuertisci che ogni terza Corda d’ ogni Thetracordo del primo ordine procedendo dal graue all’ acuto è particolar diatonica, et parimente la terza corda d’ ogni Thetracordo del secondo ordine segnata con la Cifra # cosi: è particolar Chromatica. Et cosi ancora ogni seconda corda del terzo ordine, d’ ogni suo Thetracordo, segnata per la Cifra [signum] cosi. è particolar Enharmonica. Le altre corde che non hanno segno alcuno di questi Caratteri, sono commuj à tutti li Generi. Et questa cifra che tù uedi segnata in questa forma [signum] al Genere Enharmonico; ne fù inuentore il Zerlino. Et ueramente non poteua mostrare miglior segno e forma. Et benche il Vicentino habbia mostrato nel suo Trattato l’ ordine di comporre il detto Genere assolutamente. Tuttauia, quando non sia fatto à posta un’ Instrumento con tutte quelle Corde, che egli dimostra. Mai sarà possibile poter farlo sentire il detto Genere assolutamente. Discepolo: Per dire uero à me pare il secondo ordine assai difficile, et che astenendosi il Compositore, di por mano [-f.34r-] alle corde particolari d’ altri Generi, credo che non si potrà di quello farne compositione che habbia perfettamente il senso suo. Maestro: Tù dici il uero, et se bene alcuni hanno presupposto di potersi fare, non è però stato uero e si son’ ingannati, et hanno fatto una compositione d’ alcune oro modulationi tanto strane et cosi lontane dalle forme Chromatiche, che era impossibile ad udirle tanto rendeuano fastidio. Et quello che è peggio hanno di più uolsuto metter mano al terzo Ordine, con dire che si poteua comporre qualsiuoglia Cantilena d’ ogni genere, senza hauer aiuto alcuno dall’ altre corde particolari d’ altri Generj, ne potendo far senza quelle, e pur ostinatamente persistendo in uolerle fare. faceuano una Compositione si fastidiosa, et di suono si strano all’ Udito, che non si poteua sentir la peggior cosa. Et dico che si tratta del’ impossibile, potere assolutamente usare gl’ ultimi Generi senza adoperare altre particolari corde d’ altro Genere et ordine. Et quando pur' si facesse qualche Compositione per mezzo di queste, non uiene per questo ella sia giustamente del Genere Chromatico o, Enharmonico come si uanno immaginando. Et io già ero del medesmo parere, et uolendolo io seguire mi sono trouato ingannato, et hò ueduto per esperienza quanto ero lontano dal uero, ne su puol fare et usare altro Genere che il Diatonico, o, asssoluto o, uero misto, Et gli altri Generi non possono rendere all’ Udito diletto alcuno senza esser accompagnati dal Diatonico, con quelli debiti termini et osseruationi che si ricercono. all’ hora rendono dolcezza et diletto merauiglioso. Et questo è quanto io hò uolsuto dirti intorno alli Generi in generale. perche se tù uorrai intendere più profondamente uedi il dottissimo Zerlino et [-f.34v-] il Vicentino che quiui trouerai quanto desiderj [signum] Discepolo: Il tutto cercarò con ogni diligenza metter’ in essecutione, et piaccia al Signor Dio che doppò ch’ io haurò acquistato questa nobilissima professione possa mostrare al mondo il fruttodelle honorate fatiche. che Vostra Signoria hà per sua gratia usate per me [signum] Maestro Hora mi resta a dirti quattro parole per tuo auuertimento, ne son per dire altro che la pura uerità; Per la lunga pratica che ho fatto per diuerse parti dell’ Italia. son uenuto in cognittione per uera esperienza che se l’ huomo non haurà il Mondo un pocò fauoreuole. durerà fatica che le sue opere siano portate et abbracciate ancor che elle siano ripiene d’ ogni dottrina, et ben spesso tù uedrai che qualcheduno ti sarà inferiore. e che à te non si potrà uguagliare, tuttauia quello per esser fauorito, e portato auanti o, da qualche Principe o, da qualche mezzo (che Dio lo sà) uerrà à esser' tenuto in oppinione del più gran uanent’ huomo del Mondo. Et il uolgo ignorante l’ applauderà, e celebrerà che questo sia li stessa sapienza; non parlo solo di questa professione ma ancora intendo d’ ogn’ altra,. Et come dice il Zerlino à questo proposito, che alle uolte un publico grido, et una fama publica non sono solamente à presso il uolgo ma ancora [à add. supra lin.] presso gl’ huominj intendenti e, di giuditio è di tal forza, che niuno osa parlar contro la commune oppinione, quantunque, la comprendino e cognoschino falsissima. anzi bisogna tacere e starsi Mutolo. Perche se à sorte tù o, altri hauesste ordine, di parlare in contrario, ancorche ne parlassi con fondatissima ragione tù ne saresti da ogn’ uno gridato e publicato per bugiardo e maligno, anzi dico di più, che se à sorte dù haurai il Mondo contrario, tale oggi regna in alcunj la Malignità che [-f.35r-] incominciando à perseguitarti, non solo con il dir male dette tue opere, et biasimarle in ogni parte, che ancora cercheranno con ogni infame modo di radunarle da qual si uoglia luogo per estirparle, et quelle per maggior uitupero, uenderle à Pizzicaroli acciò siano uedute publicamente seruire per [[Zacchetta]] [coperta corr.supra lin.] all’ Arenghe et alle Sardelle. Ò Diabolico pensiero, ò Malignità d’ huomini infami. Il tor l’ honor et la fama è pur peccato mortale. Giouar al prossimo è pur di precetto diuino; che giouamento ne caua quel iniquo, à soffocar' quelle uigilie e quelle fatiche tante di quel uirtuoso? Insomma non si troua cosa più contraria alla creatura rationale, che uiuere contra la ragione; questo come persone quasi inrationali, si assicurino che ne pagheranno il fio à tempo et luogo che saranno forsi esempio agl’ altri pari loro, si come più uolte hò ueduto, che son capitati male con segnalato lor' uituperio; Ma lassiamoli andare, e dichino et sputino pur male quanto uogliono cerchiamo noi con ogni nostro potere giouare al prossimo per esser' huominj e gl’ altri huomini et non lupi rapaci [signum] Et perche fino ad hora si è trattato delle parti della Musica per acquistar' la pratica, con quelle demostrationi, et diuisionj che mi è parso più necessario per habito alli buoni principij. Nulla accio l’Intelletto habbia a formare un abito ben disposto et ben ordinato alla Scienza o, Arte. Quindi è che se l’huomo doppo che possederà perfettamente quelle parti che s’appartengono all’ Arte. pigliando un bello uago et dotto stile, all’ hora potrà comparire et mostrarsi al Mondo con l’ opere sue; et se altrimenti [-f.35v-] fossi, sarai tenuto per un' di quelli Musici di dottrina<.> Hor perche di questo non se ne uerria mai al fine. poscia che ogni Compositore hà il suo Capriccio e fantasia; ladoue non si puol arriuare all’ honore di tuti. Et oggi ui sono tanti et tanti diuersi stili et ordinj di comporre che è una merauiglia grande. Dico che tù potrai pigliar’ qual più ti piace et ti sia grato; o ueramente seguire quello che ti si porge dalla natura; purche tù faccia buona et dotta compositione, et sopra tutto fuggi sempre le harbitrarie licenze et più presto sia tù osseruante che licentioso, nè ti curare di far le tue compositioni scabrose, et ripiene d’ ogni difficultà, si con segni contro segni, come anco con inuuentioni di passaggi strauaganti per far metter il Ceruello à partito alli Cantorj, perche ne haurai poco honore, ne ti saranno messe in essecutione più d’ una uolta, di modo che le dette tue opere sarà facil cosa che habbiano à dormire quasi perpetuamente in un Cantone. Et usa ogni diligenza di fuggire la tediosa prolissità, et in particulare non entrare in quelle tante et tante repliche fuor di proposito, le quali diano nel medesimo. perche rendono all’ Intendenti gran’ satietà et fastidio, et facendole siano uarie nel ordine del soggetto,ma non molte, ne ti posso in questo dar’ un tema fermo et resoluto appieno. Poiche puol succedere tal uaghezza nelle parole che ricercherà farsi molte repliche per dilettare gl’ ascoltanti; Ma [-f.36r-] in ogni cosa intendo che tù habbi l’ occhio alla uia di mezzo non lassandoti trasportare da un’ appetito uano di scriuere assai, il qual sia senza un ben fondato proposito [signum] Et auanti che l’ esser uago nello stile è cosa buona, et l’ esser uago senza alcuna dottrina è cosa scioccha. Non ogni uaghezza conuiene ad ogni Musica; ma ogni soda dottrina conuiene ad ogni Musica. L’ Inuentionj peregrine senza scabrosità hanno del Diuino, et l’ Inuentioni scabrose son di dottrina ma non dilettano [diletta ante corr.] l’ Udito. Il far' le compositioni secondo l’ opportunità del Tempo con modo ben ordinato s’ acquista honore et reputatione Il far' le compositioni in cose meno che honeste sono di biasmo et di grande reprensione, poscia che la Musica non si deue applicarla ad altro che in quelle cose che alla timorata ciuiltà si conuiene. Il far il Capriccioso per acquistar nome d’ esser ualent’ huomo. perche il uolgo ignorante par che dica ogni uirtuoso è capriccioso et fondarsi sù questa propositione, è marcia pazzia ne creder mai tal cosa; perche per esperienza, non hò trouato mai huomo che ueramente sia uirtuoso che non l’ habbia ueduto ripieno d’ ogni ciuil conuersatione et abbondantissimo di tute quelle belle parti che si ricerca ad huomo che faccia professione di uirtù et costumi honorati, et di benignità; ne puol esser mai uirtuoso senza queste parti. è uero che hò trouati di molti che faceuano il Capriccioso; ma è ben anco uero che erano più ignoranti che sapienti. perche come si ueniua alla proua, non corrispondeuano à quello che si prosupponeuano; laonde presto si chiariua il Mondo [-f.36v-] del esser loro. Questo è quanto io son per dirti intorno allo stile che deui pigliare; crederò con questo poco et con l’ esperienza che tù potrai accompodarti, et parimenti con il sentire hor questo et hor quello Autore uenire in maggior cognittione qual sia il meglior modo; Et auuerti tù che il tutto hò sempre inteso. per le Musiche Ecclesiastiche. che circa à Madrigali ò Canzonette et Ariette, io non ne uoglio trattare, che il mio Genio non mi corrisponde à simil cose; attendi pur tù dunque con ogni studio. ad acquistar' la buona pratica. Che il Signore Dio te la conceda insieme con la sua santa gratia [signum] Haueuo pernsiero per mia satisfattione trattare dei Modi Maggiori modi minori Tempi et Prolattioni tanto delli perfetti quanto dell’ imperfetti: et parimente delle proportioni. Duple Triple quatruple sesquiatere Miolie maggiori et minori et d’ altre si fatte cose. Ma cognoscendo che saria necessario ch’ io ne facessi un libbro integro: la doue mi estenderei troppo in lungo et farei maggior uolume di quello che si troua, essendo la mia intenzione di attendere alla breuità; tanto più che questo studio si puol fare con ogni esquisitezza dall’ opere del Zerlino da Pietro Aron nel suo Toascanello dall’ Illuminato nel suo Trattato, doue si uede uarie inuention noue di simili materie et ultimamente. se tù rimirerai in quel opera nouamente [signum add. in marg.] uenuta in luce del Zanchi maestro di Cappella del Serenissimo Duca di bauiera trouerai con ogni dottrina con ragioni [-f.37r-] et esempi di uarij Autori eccellentisimi ogni compito desiderio [signum] Et per questo non hò uoluto dilaratmi in simil Materie Del sonar' la parte continuata Capitolo settimo Benche non sia mia professione di suonar' Organo, se non quanto basta in aiuto mio per sentir alle uolte qualche mia Compositione. Tuttauia uoglio trattarne un poco cosi succintamente in torno al modo che si deue tenere per ben suonarlo<.> Non dico per suonar' di fantasia che in questo non mancano altri che ne scriuono nobilmente come è il Diruta nel suo Transiluano. che uà mostrando il modo per far l’ habito buono con ogni termine; descriuendo la differenza del Dito buono et del Dito falso per poter' far' ben; disposta la Mano alli passaggi et all’ altre uaghezze che nel suonar' conuengono, dando et mostrando de belli esempi di uarij eccellentissimi Autori, ch’ hanno messo in luce molte loro fantasie da suonare. Di modo tale, che l’ huomo puol facilemente accomodarsi et indirizzarsi à buona dispositione di mano. Ma uoglio dire del suonare sopra la parte. Et benche il Viadana sopra questo nelli suoi cento Concerti habbia scritto molti auuertimenti li quali uearamente tutti à me sono di gran satisfattione eccetto che nel nono auuertimento, nel quale dice che l’ Organista non sarà mai obligato alla partitura nel guardarsi da dua quinte o, dua ottaue. che questo s’ aspetta solo alle parti frà loro. Laonde à me pare che sia necessario grandissimo il guardarsene. et per mio consiglio uoglio che più presto tù ti appigli all’ oppinione [di francesco Biancardi et add. in marg.] dell’ Agazzari, li [il ante corr.] quali [quale ante corr.] riferiscono [riferisce ante corr.] in [[un suo]] [certo corr. supra lin.] [loro add. in marg.] discorso che nel suonare si auuerti d’ andar' con le Mani per contrario moto. cioè che quando la Mano destra [-f.37v-] ascende la sinistra descenda et cosi per il contrario, quando la sinistra ascende la destra descenda, con questo termine però che se tù farai un’ ottaua con la man sinistra, l’ altra uolta non farai ottaua, ma quinta o, altra consonanza secondo l’ opportunità della parte del Basso continuato. che del resto delli auuertimenti del detto Viadana sono buoni et da esser osseruati et in particolare ch’ habbia l’ occhio. al quarto documento del detto Autore che l’ organista non faccia la cadenza, doue non tocca. cioè se la fà il soprano non la faccia nel Tenore ne quella del Tenore la faccia nel soprano. L’ osseruare gli accidenti cioè del £ del [sqb]. et b. sono necessarissimi. Le legature altretanto necessarie: di qui è che chi uol suonare è necessario che habbia buon Contrapunto, et sappia molto bene la natura di quello, et habbia buona cognittione della resolutione delle dette legature: perche sono delle uolte alquanto difficili. et un' semplice che suona l’ organo solamente per quattro sonate che hà imparato à mente, uuol spacciar’ dell’ organista, et mettendosi a suonare sopra la parte e, non hauendo fondamento alcuno, uiene à fare di brutte Zuppe; e farà un bagordo che l’ huomo sarà forzato à partirsi per non sentirla. Laonde concludo et dico che nessuno si metta à suonare Organo sopra la parte se non è ben fondato d’ buona compositione, o uero se non è Compositore sia al meno buon Contrapuntista o, che sia tanto prouetto et di tanta pratica che non li sia cosa alcuna difficile alla resolutione. et di legature. et di accidenti. Et d’ agilità di mano et quanto basti per suo auuiso [signum] Deo gratias [-f.38r-] Tauola de Capitoli Qual sia la Pratica della Musica i2 Dell’ organo et Inuentori della Musica 13 Della significatione del nome et sua diuisione 14 Delle diferenze che sono tra Harmonia Melodia Concento Suono et Voce Della Consonanza Dissonanza et modulatione i5 Della qualità dell’ Interualli della Musica Della diuision della Musica 16 Delli Elementi della Musica lor distintioni, Gradi et qualità Delli Generi della Musica 17 Quanto deue osseruare il Compositore per far’ una Compositione ben’ ordinata Se la Diatesseron è perfetta o, uero il contrario 20 De membri et parti della Musica 24 In quanti modi si posson saluare le Dissone 29 Del Genere Diatonico Chromatico, et Enharmonico 33 Del suonar la Parte continuata. 37
Title: Introduttione harmonica
Editor: Massimo Redaelli
Source: Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, MS D.84, f.<ir>-<38r>
[-<i>-] [344 add. m. sec.] [Numero 1 add. m. sec.] Introduttione harmonica Nella quale si dimostra breuemente l’ ordine per introdursi alla compositione [compotitione ante corr.] della Musica à più Voci doppo che possederà lo scolaro un' buon' Contrapunto: con uarie demostrationj, acciò si possa conseguire la buona et osseruata pratica. Il tutto in modo di Dialogo tra il Maestro et il Discepolo, per maggior intelligenza [Quattuor uerba erasa] Da Santo Landi da Pisa dedicata [-f.1r-] Al Benigno Lettore È cosa certa che li nostri sentimenti (benigno lettore) sono instromenti [instromento ante corr.] ordinati dal sommo Creatore per gouernare l’ Intelletto. poi che tutto quello che si uede, ode, gusti odori, et toccasi [tocca ante corr.] è referito, et amministrato da uno di questi sensi communj respettiuamente; ne in alcun modo puote hauere intelligenza e capacità di cosa che sia senza il mezzo d’ uno di questi, secondo la qualità dell’ esser loro. Che però senza dubbio il senso dell’ udito alla Musica è il più necessario d’ ogn’ altro, dal quale ella ha uso e ragione. Et si uede che la Musica è honorate et nobilissima, si per la sua antica origine comeanco per il suo ualore. Et se noi uogliamo uedere la sua antichità; poniamo cura à quello che dice Plinio, che ella fù inuentata dallo Dio Pane, poscia che fù trouata la sua zampognia nel lido appresso l’ Acqua del Fiume. Ladone in Arcadia, la doue il gran Poeta Mantouano disse Pan primus calamos cera coniungere plures, Instituit....... Et il dottissimo Giouanni Boccaccio nella sua Genealogia degli Dei descriue che ella deriua da una uoce Caldea, o uero Egittia cioè [mou] et la [khyos] uoce greca che una suona acqua et l’ altra uetno quasi che ella sia nata del vento et suon' dell’ acque. Et il Diuin' Platone; mostra nel suo Timeo che ella deriui da questa uoce [moda] cioè da cercare, o uero inuestigare; Ma uagliami più ueridica, et autentica scrittura poscia che Beroso, Gioseffe hebreo, et il gran Mosè descriueno che auanti all' [-f.1v-] uniuersal Diluuio fosse di questa inuentor' Iubal della stirpe di Caino. et ancora inuentor' dell’ Organo. Laonde meritamente fù con questo nobil titolo dalla sacra scrittura, chiamata Pater canentium. Et ben che tutte queste autorità di si graui et antichi Autori possano esser basteuoli i proua della sua antichità. nulla dimeno più auanti ancor' trouar; si puote poscia che se noi porgiamo oreccchia alla signification del nome Musica non considera altro, ne uol dire che Harmonia (se ben; alcuni uogliano che il nome uenga da Musa) non uoglia mouer disputa in questo che poco importa, stanche che la Musa et Musica hanno fra di loro [[hanno]] strettissima simpatia che l’ una e l’ altra si [Harmonia l’ unione di arie cose add. in marg.] abbracciano d’ Harmonia: per che Harmonia altro non è se non unione di uarie cose, insieme unite con ragione. Et chi fù inuentore dell’ unione di tutte le cose, se non il grande Dio? poscia che quando diuiso il Caos, et che pose gli elementi à luoghi loro, li circondò dalle sfere, et pose in quelle un’ Harmonia [Musica mondana qual sia add. in marg.] si merauigliosa, che l’ Intelletto non la puol comprendere per mezzo del senso; questa considerata dal Philosofo la nomina Musica mondana, perche ella nasce dalli moti et riuolgimenti di esse sfere, le quali uengono à congiungere la diuersità degli Elementi; che fanno partorire uarietà di tempi et frutti, facendo di essi quattro, un' Corpo solo. Di più si puol [Musica humana qual sia add. in marg.] prouare la sua origine sino quando fù creato l’ huomo, perche in esso è cosa certa che si tiene una perfettissima Musica la quale è detta humana. et è quella che li Corpi nostri hano dagli elementi concordanti et bene uniti, li quali, congiungono la ragione uiuace con le parti dell’ Anima: È ben uero che da questa scaturiscono dua altre sorte di Musica. che l’ una è detta propria, et l’altra non propria: Della propria. Lattantio firmiano dice che è prodotta o, da Corde, o da Voci consonanti [Qual sia il concento add. in marg.] senza offender’ l’udito, chiamandola Concento; quella delle uoci è detta Harmonica et l’altra Instrumentale o, uero artificiale; perche nasce da Instrumenti di qual si uoglia sorte fatti dall’huomo: il Concento poi nascendo (si come è uero) da mistura di suoni graui et acuti tramezzati et non tramezzati, o, dà uoci o, da suoni percotendo soauemente l’ udito congiunto con le [Che cosa è melodia add. in marg.] parole, o uero, Rithmo, il gran Platone Melodia la nomina: la non propria è quella che non contiene in sè altro; se non una pura et semplice consonanza. Il tutto dico per breuità per non esser prolisso. che solo accenno. quello, che è necessario per intelligenza lassando ancor da parte che differenza sia tra suono et Voce poscia che ogni semplice Intelletto lo comprende. Ma tornando all’ antichità della Musica. Chi non sà che in questo, è nobilissima [La musica è stata la prima à comparire nel Teatro del Mondo add. in marg.] poiche dalla creatione del mondo comparse per la prima nel Teatro dell’ Vniuerso; come si uedrà à suo luogo. Et quanto [la musica tiene il primo luogo tra tutte l’Arti liberali. add. in marg.] poi al suo gran ualore: dice Platone et afferma che trà tutte le professioni. et Arti liberali. tiene il primo luogo et li dona titolo d’ esser Circolo di tutte le discipline, et questo lo caua dalla uoce greca ciò è [enkykle pideia] da [kyklos] che circolo uol significare [padeia] disciplina quasi Circulo di scienza. Et se ciò uogliamo uedere, si cominci dal Grammatico, et uedase per gratia. se questo non userà una ben concertata et elegante frase. con buono et proportionato ordine di parole significanti, et propie, non è dubbio alcuno che renderà à chiunque l’ascolta eccessiua noia. Hor questa [-f.2v-] eleganza questa frase artifitiosa è egli altro forsi che Harmonia? Poscia che peruenendo al senso dell’ Vdito et parimente all' Intelletto quelle parole ben tessute, et rettamente ordinate se ne riceue gusto et contento. Ma se noi arriuiamo alla Dialettica. Certa cosa è che se ben ella non è Scienza (secondo alcuni) nulla dimeno ella è modo et uia di far acquistar ogni scienza, et hà forza tale che ella communemente serue à tutte; et quali siano poi gl' Instrumenti suoi et fondamenti per fabricarli, antro non è che Sillogismo et Induttione. Il Sillogismo, hà forza di mostrar' il uero dal falso, et il buon' dal reo; et si diuide in tre distintionj. cioè dialettico, Demostratiuo, et Soffistico. Hor per quello che tocca al mio proposito, non importa à me, ne mi accade far' le sue demostrationi. Basta che non uolendo un Logico imitare quel' ingegnosa Arte de Sillogismi, et mostrar' gli effetti suoi, che sarebbe di lei altro che confusione? L’ arte della Rettorica, è il secondo punto della logica. questa è instrumento più accommodato all' orecchie degl' Ignoranti perche ordina di bene et acconciatamente parlare mostrando con accenti, hor' alti hor' bassi, hor humili hor mesti, et tal' hor pieni di supremo giubilo et contento uiene à scoprire et mostrare quanto nel petto dell' Oratore desia d' hauere. Tutti questi effetti sono altro forsi che terminj musicali? Et chi non sà che la Musica abbraccia l’ Arithmetica per esser' ella composta di uarij numeri sonori? et parimente è congiunta con stretto modo con la Geometria? poscia che non si puol fabbricare Instrumento harmonico di qualsiuoglia sorte, che no ui concorra ogni retta et ben compartita misura: et in quelle mesure [-f.3r-] non si contiene altro che Harmonica Geometria. Dico di più che non meno alla Astrologia conuiene perche se un' Astrologo uolesse [[uolesse]] ritrouare et uedere l’ unione, ocongiuntione de Pianeti senza questa. come sarebbe mai possibile trouare la lunghezza, o, grandezza del Giorno et Notte artificiale? L’ Arco diurno et seminotturno ne segni settentrionali et medidionalj? Le riuolutionj degl' Astrj nel entrata del primo punto d’ Ariete del Cancro di libra et Capricorno? et come douesse supputare gl' Aspetti di essi Pianeti co' le stelle fisse? trouar la lunghezza, larghezza, et grandezza, natura declinatione, ascentione retta, la mediatione del Cielo delle Stelle fisse, orto et occaso loro? Le esaltationj, la triplicità, termini, faccia, dignità, detrimento, raccoglimento, troncamento; gaudio, translation’ del lume, contrarietà, uelocità, tardità, ugualità, qual stationario, qual retrogrado, qual diretto, qual peregrino et qual contrario all' Horizonte? L' esser discendente dall’ Auge come si fà la congiuntione con il Capo te Coda del Dragone et quali siano le radiationj nel Cielo, che son dette Antisce? et tant' altre appartenenze ch’ à questa bellissima professione si conuengono? Et pur tutte queste cose non sono altro che Harmonia. Quanto importa poi alla Medicina, è cosa euidentissima, poscia che se un' Medico non hà cognittione della tardità et frequeza del polso, inuano sarà l’ Infermo giudicato; et ciò sia il uero uedasi quello che dice il Capodivaccia philosofo et medico celeberrimo de tempi nostri nell' opere sue di Medicina al Capitolo de pulsibus in questo modo Est enim cognictio e tende la ragione quia per pulsum functiones uitales an fortes an debiles sint cognoscimus [-f.3v-] liber de curandi ratione per sanguinem missum Capitolo vi: Preterea uariae morborum differentie cognoscuntur, tandem non paruam futurorum presumimus indicationem. Quarto de differentia pulsuum Capitolo V. Ma che dico io? Auicenna uno de Principi della Medicina non dice egli al Capitolo primo de pulsu in questa forma? Debes scire quod in pulsu reperitur natura musicae. quoniam quemadmodum Ars musice completur per adiunctionem sonorum secundum proportionem [comitantem add. supra lin.] eos inter acuitatem et grauitatem per circulos casuum et temporum qui sunt inter eorum percussiones, sic est dispositio pulsus quia proportio suorum temporum in uelocitate et spissitudine est sicut proportio sonorum eius: La onde se il Medico non hà quella uera ragion' del polso nel cognoscere la sua eleuatione et positione; di che tempo egli percuote non essendo altro il batter' del polso, che eleuatione et porre a guisa della Battuta della musica, difficilmente anzi che nò potrà all' Infermo far aiuto uero? Dico dunque questa eleuatione et positione che cosa è? Senon termine musicale? Et quale è quello tanto priuo di giuditio et di ragione, che considerando strettamente la bella Poesia, non discerni in quella una dolcissima Musica et Harmonia? perche mancando ella di qualche particella al suo ordine, priuandola di sonorità diuerse et di, uaghezza, sarà forsi altro all’ hora, che un parlar' semplice et ordinario in tutto priuo di Harmonia Poetica? poi che si uede che ella non è altro che numero di sillabe con terminata mensura di piedi, secondo la qualità del Verso che ella è composta: Et si ponga cura per gratia ad uno che uole raccontar un suo concetto, et quello non habbia in se, se non quella [-f.4r-] pura et semplice frase datoli dalla Natura assai mal composta non hauendo per alcun acquisto di Rettorica altra dottrina, ch’ appena s’ intende per discettione non rende questa un fastidio intollerabile à chiunque stà ad udirla da che deriua? à me pare ch’ auuenga dall’ Harmonia che nel parlar di quello è del tutto priuo. Ma più auanti et entriamo, in altre professioni. Non si troua egli nella nobilissima Architettura ogni esquisita Harmonia poscia che abbraccia tante et tante diuerse mensure et ordinj che è una merauiglia; che se un' Architetto non possederà (si come ben dice Vitruuio) una certa sobrietà di Lettere, Disegno, Arihmetica, Geometria, Astrologia, Musica, Prospettiua li generi della buona regola del Dorico, Ionico, Corinto. Toscano et composto con ogni retta distintione, et che cosa siano Interualli Latitudini Longitudinj, pararelli, Circonferenze, Proporzione quadrata Diagonea, Sexquialtera superpartiente terza. Dupla Quadrupla. Punti, Centri, Linee rette et oblique, Circuli semicirculi, Ouati, Pentagonj, Exagoni, octagoni, Trigonj Angoli retti et ottusi, superficie, Pilastri Colonne, Base Zocco, Bastone quadretto, Carcento Tondino, Capitelli Foglie basse, foglie alte, Caulicoli, Abaco, Architraui fascie , fregio, Cimatio, sgocciolatoio, Plinto Frontespitio, Denti o X. Loggie, lunette, Orchestra, sporti Nocchi, lumache et tant' altri requisiti che appartengono a questa Arte nobilissima, che è un’ numero grandissimo al sicuro che non potrà far cosa ch’ habbia del uago et del buono. Et non è dubbio che tutte queste cose insieme unite, altro non sono che Harmonia poiche è compositione [-f.4v-] di uarie cose fra loro diuerse con ragione ben composte, ne meno son differenti termini alla uaga Pittura, anzi sono necessarij, tanto in uoler formare una bella Prospettiua. quanto anco in disegnare un Corpo humano, o, uero di qualche Animale in qual si uoglia gesto o, scorcio, si come ben si uedono nel Camposanto della antichissima Città di Pisa di mano del gran Benozzo fiorentino, uno de’ restauratori della Pittura al suo tempo, et parimente come si uedono et di Michelangelo di Raffaello, di Mecherino da Siena de Mossi; nel Palazzo Ducale di Ferrara del Barroccio da Vrbino; et d’altri ingegni rari et miracolosi d’ogni parte d’Italia. Ma se per auuentura [per qual ragione la musica è stata introdotta add. in marg.] qualche eleuato spirto desiderasse sapere, a che fine et per qual ragione questa Eccellentissima professione della Musica sia stata introdotta; riccorri alla politica dell’ Illusstrissimo et Reuerendissimo Monsignor Enea piccolhominj: che quiui trouerà diuerse ragioni. et parmi che dica molte oppinioni d otti Autori: Alcuni uogliono che fusse per causa d’ hauer la facoltà di considerare la differenza tra il graue et l’acuto. Altri per fin’ di ben cantare. Altri che ciò sia stato per causa di far più perfetto l’Vdito per esser la Musical proportione da quello compresa con gran diletto. Altri più eleuati ingegni hanno affermato che sia introdotta acciò che non il Senso ma l’Intelletto accresca di perfettione nel cognoscere l’Harmonia delle uoci musicali in quella proportione adunate. Veramente tutte nobilissime ragioni. Ma concorrendo io con Aristotile, si come mostra nella Politica [-f.5r-] all’ ottauo, dico che ella fù introdotta perche ritenendo in sè una certa Honesta et moderata recreatione, congiunta con speculatiua douette esser' mezzo quando l’ huomo cessa dalle quotidiane cure de negotij familiari si del Corpo come dell’ Animo potesse pascere l’ Intelletto con qualche honesto et uirtuoso Magistero, acciò desse bando all’ iniquo et fraudolento Otio, padre di tutti i Vitij et adornarsi d’ un habito buono, et uirtuoso per condursi nella uia degl’ honorati costtummi e scienze. Et secondo il diuin' Platone l’ huomo non puote esser' ben disposto et ben' ordinato senza na Musica: et è di si ammirabil forza che uolendo acquistar' questo habito buono per meglio disporto alli bei costumj, et anco poter inalsar l’ Intelletto [La Musica si deue dar' opera sino dalla fanciullezza Platone add. in marg.] alla contemplatione delle Scenze, si deue imparar' [impar ante corr.] et darli opera sin' dalla fanciullezza. Et li Romani in quelli loro fioritissimi tempi, uietauano che nessuno hauesse ardire di esercitarla sotto graui pene, se non persone nobili et Illustri. Ma per uoltar la mia uela in più nobil parte. Che più nobil' Musica si puol considerare di quella che si ritroua nella bella fabrica dell’ Huomo? che dal philosofo è detto Microcosmo, quasi picciol mondo per esser' egli composto de quattro Elementi si come istesso Mondo materale? [La Musica si ritroua nell’ huomo add. in marg.] Che bella et Harmoniosa Musica si troua in lui per le forze dell’ Anima, che sono Memoria Intelletto et Volontà? che scioglier non si possono in alcun modo da si nobil Concento<.> Ò quanto dolce Melodia insieme fanno, mentre s’ innalsano à contemplar' la Bontà del sommo Creatore, con laudarla et ringratiarla di tanti doni et gratie riceute? O, che Musica soauissima si fà nel Alma, che lingua humana [-f.5v-] non la puole narrare. Più in alto appoggiamo l’ Ali, et con profondissima humiltà prostrati in Terra consideriamo quella Incomprehensibile sedia te Maestà delle tre indiuisibili persone. Che sacrosanta et inesplicabile Melodia d’ Amore è quella? O, sacro Concento, o Musica diuina ch’ à te s’ inchin’ il Ciel la Terr’ e il Centro? Ò Harmonia sacratissima di uoi immaculata sempre Vergine Maria Madre Figliol’ et sposa del grande Dio, che con si dolci accenti rasserenasi il Volto scacciando l’ Ira dell’ Eterno Figlio, et diuertite le maledittionj, che sopra stanno alle nostre colpe. Qual Harmonia fia mai di quell’ Anime belle et gloriose, accompagnate dalle Ierarchie de Chori Angelici? che mai cessano di cantare Sanctus Sanctus Sanctus dominus Deus Sabaoth? Dicalo San Bernardo poscia che mentre scriueua, sopra la sacra Scritura dauidica, considerando quella dolce Melodia del Paradiso proruppe in queste parole, si come appare nel suo Sermone 68. super cantica: ex illo psalmo 8. ex ore infantium disse Tollebam et ipsa sanctorum Angelorum procul perfectione sui numeri gloria claudicabit nec Dei Ciuitas de sua integritate gaudebit. Dunque posso ben dire che la Musica di nobiltà et eccellenza merita seggio nel più eminente luogo et d’ esser' coronata di sette Corone d’ oro. Poi che è d’ ogn’ Arte liberal’ dominatrice, adornata di Rithmi et Poesia, et di Suoni et di Voci [la musica si ritroua in tutte le cose da me date] et in ogni cosa alberga et ne Venti, et nell’ Acque, nelle Piante et Viventi, et si ritroua in Cielo, à girar con le Sfere in compagnia di quei già luminati et delle Stelle, et il grande Dio dal principio del Mondo la compose; et collocolla in quella Patria bella et gloriosa, oue non è per mancare la sua dolce Harmonia e suoi Concenti [signum] [-f.6r-] Proemio. Il Maestro al Discepolo Hò più uolte tra me stesso considerato et molto bene osseruato, quanto la Musica sia solleuamento dell’ Animo nostro, et quanto renda all’ Intelletto, una certa delettatione, et proportionata quiete; et questo secondo il parer' de più intendenti, auuenga, che ella habbia in sè Natura di mouere gl’ Animi nostri: et se alcun osseruerà attentamente, che uenendo all’ Vdito nostro qualche concento musicale, o, di uoci, o, di Instrumenti di qual si uoglia sorte, pare che in un subbito l’ huomo dia bando ad ogni suo pensiero che per la mente uadi trauagliandola: ladoue uedendo io che molti infastiditi dagl’ affari et cure familiari, pigliando qual che honesta recreatione di questa honoratissima professione, pareua che in un subbito quietassero l’ Animo, et merauigliosamente dessero bando et facessero repulsa ad ogni intrinseca passione et tanto più mi pareua uedere (sicome molte uolte io hò osseruato) che questo auuenisse felicemente quando il Concento o, Musica dependesse da mano di buono et dotto Autore. Di qui è che mi uenne nel pensiero trattar' intorno al modo che si deue tenere da quelli che poco intendono per uoler ascendere alla compositione di più Voci doppo che possederanno un buon Contrapunto. Et se bene da molti Autori sian stato fatto diuerse dichiarationi, si come da Pietro Aron fiorentino dal Zarlino dal Vicentino dall’ Illuminato, dal Franchino dal Zanchi et altri, nulladimeno perche quelli et questi (al parer mio) sono molti prolissi et in gran parte dell’ oscuro. che non ponno esser' intesi cosi da ogni persona. Hò uoluto dico trattarne, con questo poco ragionamento in [[ogni]] breuità et parimente facilità acciò tù et tutti li tuoi Coetanei, possiate intendere quanto è di necessità, chhe ui sarà il tutto facilissimo [-f.6v-] et uederò mostrare solo quello che realmente deue esser inteso à quell’ osseruanza secondo l’ intenzione de buoni Autorj, tanto de gl’ Antichi quanto de moderni. et spero con questo poco di [[ragionamento]] [discorso corr. supra lin.] tù debba esser' capace di quanto sarà necessario, per possedere rettamente l’ Arte; Et quello che da altri sarà stato detto cercherò non replicarlo. Ma prima che entriamo nel Prologo di questa scienza o, Arte, è necessario ch’ io ti notifichi alcune cose le quali non si deuono prezzare: anzi sono mezzo d’ arriuare [non si deue la musica imparare sola add. in marg.] ad ogni buon fine. Et prima deui sapere che la Musica non si deue imparare semplicemente sola, et ritrarsi dall’ altre scientie abbandonando il più di quelle per questa (che non è bene) Ma la deui cercare à quel fine che ella è stata introdotta et ritrouata. che è per fuggir l’ otio (si come altroue hò detto) et per far' all’ honorati costumi un’ habito buono il qual sia mezzo à solleuare l’ Intelletto all’ alte speculationj, ladoue per impararla si deue con ogni studio intendere molto bene le sue uere et cetr regole. et quelle ben osseruarle. ne deui pigliar’ ardire come molti fanno in comporla alcuna licenza degna di biasmo, contro de suoi precetti et osseruazioni Ma seguire l’ ordine et il modo degl’ Autorj più dotti in questa Professione. Et prima io dico che doppo l’ acquisto d’ essa (il che il Signor di conceda) non andassi facendo il contrario, cioè che incambio d’ adornarti di buoni e laudabili costumj, facessi quello come d’ alcuni ch’ io hò ueduto con mio gran cordoglio. Et nota bene, che quanto dico non è per tacciar nessuno ne hò intention tale et il Santo Dio mi sia tesimonio, che più presto uorrei perder la lingua che incorrere in simil [- f.7r-] fatto. Ma il tutto per tuo auuiso et Charità paterna. Dico che hò ueduto alcuni (benche nella professione si ritrouauano di buona intelligenza) erano cosi ripieni d’ ogni vitio ch’ io mi arrossiuo per loro di uergogna. Erano molti effemminati impostorj loquaci, superbi, arroganti, uonolenti arbitrarij et d’ una sì fatta maniera dispiaceuoli che puzzauano al Mondo et à tutti li Virtuosi: et si stimauano si eccellenti, che pareua che tutti gl’ huominj li hauessero à esser seruitorj, et hauer' per gratia poter parlarli. et ne meno alcuno della professione potesse arriuarli. Altri di diuerso umore: che si andauano gloriando. Exaltandosi sopra la Zona de segni Celesti: con dire io feci io dissi, al tal tempo son stato Musico del tal Principe, et per bene merito mi diede questa Gioia questa Collana; et tante mensogne con si dispettoso modo che era cosa incredibile. Et quel che era disorbitante. Il uoler sempre hauer per scopo in dispregio, senza alcun riguardo l’ opera altrui; et quella uilipendere pubblicamente et carichi d’ una certa arrabbiata ambittione sfrenatamente sbeffeggiauano hor questo et hor quello caminando per le strade gonfi come tanti Palloni da Vento, non se li poteua accostar' nessuno. Et se alcuno li adomandaua qualche sua compositione; con eccessiua fatica, se li poteua cauar' di mano tant' opera quanto un foglio di Carta. et se pur si daua, con tante Chiacchiere uoleua far apparir' che quella Ciauetteria fosse delle più egregie opere che al Mondo si trouasse. Esaminando poi l’ opera si trouauano in essa diuersi errorj. o uero era tolta parte da un’ Autore et parte da un’ altro. O Dio immortale. Che si uedono di quelli [- f.7v-] (et pur è uero) che appena sanno componere à due ò a tre uoci al più, che subito si dispongono di stampare et metter in luce le più insipide et sciocche cose che si possa fare al mondo. Et entrati in ambittione d’ hauer stampato con tutte le licenze che à loro è paruto fare contro d’ ogni buona disciplina, et quasi potendo far bene li sia lor lecito più de iure congruo il farla male, che far la cosa bene per uera et osseruata regola, ributtano indrieto qualsiuoglia salda ragione di Autori dottissimi et graui, quasi tenendoli per insensati, et che non habbiano hauto l’ occhio à merauiglisi secreti, et effetti di questa nobilissima Scienza e, Arte. Ne si immagini alcuno di questi Sapienti che non sia stato uigilato da quell’ huomini Illustri et osseruato tutto quello che nelle professione sia di uono et di bello. Et mi pare che il gran Poeta Oratio in questo proposito nella Poetica dica molto bene. Nil intentatum nostri liquere poetae. et non sò come sia possibile che si uadino questi inuentando d’ esser’ Inuentorj di nuoui accenti musicali. ueramente è uero che fanno compositioni di si strani modi, da far uenir' meno una statua che non hà senso. Et resto fuor di me stesso [che add. supra lin.] questi innamorati delle cose loro: che quando sentono cantar qualche opera (ancor che sia di buono Autore) uanno rimirando hor questo et hor quello con un’ occhio porcino. con un Ghigno cagnesco. Storcendo la Boccha et il Volto che paiano spiritati: ladoue con questo si fatto modo indegno cercano di far apparir agl’ Ascoltanti che quell’ opera non uaglia niente. O sciocchi o, insensati che sono con ogni malignità. È egli forsi creanza d’ Animo uirtuoso? non già al' parer' d’ ogni spirto generoso. Si deue sempre esaltar l’ opere altrui. Et poi negano le buone osseruationi, [-f.8r-] non considerando ch’ ogni Scienza o, Arte hà li suoi debiti terminj. À me pare non solamente mal fatto, ma anco saggio di poco sapere, che quello che gl’ huomini molto intendenti et dotti in questa facoltà con sano et maturo discorso hanno ponderato qual sia il buono ordine, tale et quale uoglia destruggere et dare à terra per suo capriccio ogni buona dottrina. Et chi non sà per esempio. se un Grammatico uolesse fare che il Nominatiuo fusse Verbo il Verbo aduerbio, il plurale singolare, et altri si fatti disordinj. et mettesse sottosopra tutta la Grammatica non si direbbe che questo tale fusse un pazzo et totalmente uscito d' Ceruello? ò che sarà dunque della Musica? forsi che non hà li suoi ordinj ben ordinati? Hora sento uno che mi risponde. et dice. Che dici tù scempiato. La Musica è differente ne li militano simili accidenti. tù non cognosci che la Musica è ordinata per dilettare; et questo modo oggi diletta et piace, ne ogn’ uno è dell’ humor tuo, o, di quelli che uogliono esser tanto stitichi che pigliano ogni minima nota in peccato di regola. Io rispondo che non intendo che ogni nota possa cadere in peccato o, disordine di regola. Ma solo intendo delle cose essentiali. Et per gratia ueniamo senza passione al douere. Dimmi osserui tù le cose ben ordinate et essensiali? Tù dirai di si. et io prouerò il contrario. Et dico è egli ben fatto è buon' metodo di Dottrina, il far' una Compositione si piena di indiscreta modulatione? cioè far' caminar le parti con tal estremità, che dall’ ultimo della parte graue all’ aultimo della parte acuta ui [si ante corr.] sarà ben spesso la distanza non solo di uentidue uentitre et uentiquattro interualli che malamente si comporta, ma dico che ui saranno uentisei et uensette et anco più interualli? ne mi si rende altra ragione se non dire. La Cantilena rende più uaghezza [-f.8v-] questo lo lasso considerare a chi si troua nel fatto in sentire simil compositione. Ma lasciamo questo da parte et uediamo quest'altro punto. È egli bella cosa et di buona osseruatione et d’ ingegno eleuato, far' una Compositione si difficile con passaggi si bestiali, con diastemati si sconci ch’ appena si trouerà uno che la possa modulare? Prosupponendo che con il far una opera difficilissima et quasi incantabile sia il miglior modo. ed esser tenuti per li maggior ualent’ huominj del Mondo? [non dico il comporre una parte sola, o sopra o Tenore o basso, o, uero altra parte passeggiata e sentire qualche bel cantante, non dico delle compositionj à più uoci. add. in marg.] Io dirò in torna a questo quello che dice il [[gran]] Poeta Oratio. Non fumus ex fulgure sed ex fumo dare lucem. et anco come recita il gran Dottore Gregorio santo nelle sue Homeie, che l’ opera non deue esser tanto difficile che quelli che sono di poca intelligenza non habbiano à poter' cauarne gusto, ne meno tanto facile et bassa che li dotti non possino pascer' l’ Intelletto di quell’ opera et dottrina. Ma si deue tenere una uia di mezzo. Et per l’ Amor di Dio, uuedasi quello ch’ hanno fatto gl’ Autori nostri buoni et dotti non dico Ochechem, Iapert, Iosquino, Ioan mouton. Et altri di quei primi tempi. che se pur le compositioni di questi, si riducessero all’ odierna modulatione si uederebbe ch’ hanno scritto concerti mirabili, Ma de più moderni come d’ Adriano Wuillaert. di Cipriano rore. Di Morales di Costanzo porta d’ Alessandro strigio di Giouanni Maria nanino et del non mai à bastanza laudato Giouanni pier luigi prenestino, lume della buona Musica de tempi nostri. che non hanno preterito un minimo punto della buona dottrina, che si uedeno tuttauia esser opere dottissime et quasi diuine. Hora mi par di sentire uno, [-f.9r-] [[et]] con tanta rabbia che par, che mi uoglia mangiar uiuo. Et dice. Che Adriano che Cipriano ce Palestrina: tù sei uno scemonito un Balordo tù non sai niente. non uedi tù che Facile est inuentis addere? se ogn’ un facesse questo ch’ hanno fatto gl’ altri, non si inuenterebbe alcuna cosa di nuouo: et oggi di si usa così et questa sorte di Musica diletta et piace, ne cognosco alcuno che habbia à metter legge in questo. Et se quelli che dici tù hanno uoluto esser come leggizlatori in questa professione quasi che non si possa far' altrimenti di quello che hanno fatto loro; si sono ingannati come si proua per esperienza che pur ancora noi altri possiamo essere inuentori: et tener' altri modi; e poi a me pare di far così et sento che fà buon effetto; che importa tante et tante regole strette. le quali non seruono ad altro che far tener' oppinione, che sia mal fatto andar contro di quelle, poi che non per questo la Musica uiene a mancar del suo Concento e uariatione. Io rispondo che Nullum dictum quod dictum non sit prius. mi piacerebbe che [et poi diciamo quello che dice il gran Seneca quod optimum est maiorum uestigia sequi add. in marg.] s’ augumentassi nuoui Rithmi et Concenti, quando si potesse fare senza offender li detti terminj, che ne meno oggi non si trouano. perche non è Musica senza Concenti e uariatione in qual si uoglia genere, ne si immagini alcuno di far augumento poscia che oggi si ritroua cosi ben ordinata da gl’ huomini passati, che ne tù con tutto il tuo Intelleto ne meno sia qualsiuoglia, che possa dar' più Concenti alla musica di quella che egli si ritroua (se però non è qualche Angelo disceso interra et che ci dimostri altri accenti diuini non più da noi intesi ne considerati) che all' hora io mi rimetterò: Ma intanto uorrei esser capace di questo [-f.9v-] se egli è augumento all’ Arte, et se egl’ è ben fatto e di bell’ Ingegno il far' nella Compositione [cose che siano contra alla ragion dell’ Arte? perche niuno effetto è primo della causa sua all’ Arte percioche saria un confonder l’ effetti ueri mentre non si osserua il sincero metodo dell’ Arte, et il sapere consiste nella uera cognittione delle cose poiche niuna cosa si troua senzo che non sia posta sotto alla mescolanza del suo principio<.> di qui è che uolendo introdursi al uero è necessario buttarsi al buono dell’ Arte osseruato, da quelli che hanno inuentato et ritrouato i termini ueri dell’ arte doue che facendo add. in marg.] più et più dissone di una o, più spetie insieme una doppo l’ altra nelli medesmi Interualli o, uero contigui sensa alcuna osseruatione de suoi numeri saluatiui, et farle passare tutte per consone. come dire la settima deue esser saluata con la sesta o maggiore o minore, o uero con la terza; si come si potra prouare et mostrare al luogo suo. [dico ch’ e cosa degna di buon cesso è ben fatto. et domando add. supra lin.] È egli forsi augumento il non poner cura al mal effetto del tritono? è degna cosa il far salti falsissimi della Diapente? Et uoler far il bianco negro? dice il philosofo. che Natura non facit saltum. se alcun' s’ immaginasse che gl’ huominj dotti in questa professione; non habbino pensato à quello che in tutto è di buono, certo si inganna: altro ci uole, che dire mi piace cosi, la uoglio cosi; è ben uero che gl’ Autori passati si faceuano scrupolo di comporre una Minima doppo una Breue, parendo loro che fosse deformità di distanza. Perche uoleuano che doppo la longa ne uenisse la breue, et doppo questa uenisse la semibreue et cosi sussequentemente l’ altre per la ragion detta di sopra ma questo non era contro regola di Harmonia o per dir meglio contro di Concento, ma era solo per buona osseruatione di buona Ortografia Musicale. che oggi si è lecintiata. perche tal cosa si puol concedere, e pigliar' licenza fuor di regola, che no si puol fare contro delle regole assolutamente che questo non si ammette mai dagli huomini di giuditio: Ne meno dico che il uoler passare dalla sexta maggiore si habbia andare [-f.10r-] sempre alla Diapente. poscia che il uoler imitare le parole taluolta astringerà il Compositore fuggir la Cadenza: e per qualche altro effetto spiritoso, si risoluerà ad una legatura, o ad altro buon pensiero, non per questo hà fatto contro regola, perche non è sempre nnecessario. et si come non è sempre in questo sottoposto alla necessità, cosi il Compositore, può con ragione trasferirsi ad altra Consosonanza (hò detto che non è sempre necessario) io intendo nell’ osseruatione del' essacordo [eptacordo ante corr.] per andare alla Diapason si come intendo ancora, non esser graue errore et, tanto necessario il far' o, poner' una mezza battuta fra le due perfette dello istesso genere. che li passati non concedeuano àpena la battuta integra. Queste non sono tante essentiali all’ Arte, che siano assolutamente contro regole di buona Melodia. Ma parlo delle cose che sono errori speciali; come è il caminare senza alcun riguardo per più et più dissone [com’ hò già detto add. supra lin.]; et altre si fatte materie, che troppo sarei longo à raccontarle, già che di sopra l’ hò accennate in gran parte. [[<.l>]] et dagl’ huomini di giuditio saranno stimate sempre mal fatte, et dichino ciò che uogliono; che pur’ è uero che ogni Scienza et Arte hà li suoi debiti terminj, osseruate regole et fini, ladoue distruggendo quelle, è destrutto il tutto d’ ogni buona disciplina et diuenta totalmente diuersa; o almeno si priua del suo bello et buono. Et come dice il dottissimo Monsignor Daniello Barbaro nel suo trattato d’ Architettura. che l’ Arte è habito posto nella mente dell’ huomo, come uero suggetto che uiene à far’ quell’ opera dell’ Arte per regola uera et certa. Et ben si uede, che l’ opere de buoni Autorj sempre son tenute in pregio, et l’ altre mal' intese [-f.10v-] per il contrario che si lassano riportare all’ oscuro. Et in questo è come il paragonare le Gioie false alle naturali: che non hanno quella bontà di Natura, et benche queste in prima uista mostrino una certa splendezza, non per questo restino al Tempo; et che non sieno cognosciute per Gioie false et à qualche età non si abbandonino come cosa uile et abbietta: et per il contrario quelle uere et buone restino perpetuamente appresso gl’ huominj intendenti et desiderosi d’ hauer' cose nobili et Illustri. Ma per seguire auanti, in torno alli abusi della Musica, nella quale si ritrouano di seguire alcuni per capriccio. Io come quello per desio d’ intendere; sono andato per diuerse parti di Italia; mi è occorso hauer ueduto in Città principalissime alcune Musiche à più et più Chori. et hò trouato, che la Compositione non, era composta più che à quattro uoci, cioè quando però cantano unitamente tutti li Chori. di modo che non si sentiuano altro che Vnisonj; restai tutto attonito, et perche non poteuo udire tal sciocchezza mi fù forza uscir di Chiesa, et andar ad altri negotij. Hora io uolsi trattarne con dessi Autori: et nel progresso de nostri ragionamenti; fù forza uenire alle brutte. di modo tale che più tosto restarammo più nemici che amoreuoli Amici: et racconterò tutto quello che mi fù risposto in difesa. Principalmente io dissi è cosa certa et uera che non è lecito far dua Diapente una doppo l’ altra, ouero dua Diapason et Vnisoni ascnendondo o, discendendo. Et omninamente è contro d’ ogni legge di buona et Harmoniosa Musica. non è egli uero? mi fù risposto è uero che uoi dir' per questo? Et io risposi. Hor se tù fai cantare insieme [-f.ijr-] tutti li Chori, all’ Vnisono; non senti non uedi che è errore grauissimo, et degno di reprensione? stante che se non è lecito [[di]] di far dua quenite dua ottaue fra dua o tre o, quattro parti; tanto maggiormente non si puole ne si deue far caminare, dua o, trè, o quattro Chori tutti unitamente per Vnisono. [Se cantando le parti, come se add. supra lin.] [à quattro add. in marg.] hor bene e tanto ponerà la musica che non habbia più che quattro Consonanze? mi fù risposto in questa guisa. Che importa esser' composte le Musiche di Chori doppi con moltiplicità di Consonanze? si uede che tù non consideri, che ogni Consonanza posta in qual si uoglia interuallo, o, più alto o, più basso sempre è, o, quasi è la medesma. che tutte sono terze quinte ottaue o seste secondo che pare più approposito? Che resulta che li Chori facciano tanti numeri composti fra di loro, poi che in ogni modo ui sono tutte le consonanze? Risposi. Do Dio buono è pssibile che tù non senta tal diformità? Dice il philosofo Sensus non accipit formam nisi praesente re. io odo [et tocco con mano add. supra lin.] che il primo Choro canta il medesimo del secondo il terzo del primo il quarto uà modulando nel modo del primo del secondo et del terzo. ladoue non posso dire che questa sia Musica ripiena d’ ogni buona Harmonia. et che habbia tutte quelle circostanze che deue hauere la musica doppia. è necessario dire o, tù non sai che cosa sia Musica buona, o uero in tutto sia priuo di intelletto. et che in tutta l’ Arte tù non sai trouar' più che quattro Consonanze. altro ci uole che far l’ Ariette à una o, due uoci et spacciar' del saccente. Rispose. mi piace di far' cosi, et la uoglio à mio modo. quando toccherà a te farai come ti pare. Hora tù senti figliol mio quello che mi interuenne: mà à questo [-f.ijv-] suggetto (ch’ io non nomino ne lui ne altri, che incorrono in simili disordini) non se li puol dir niente perche è troppo appoggiato et, chi li potria tener publicamente conclusione, et farli toccar con mano quanto egli sia lontano dal uero. teme et altri parimente temno, di non incorrere nell’ Indignatione di chi più puote. Basta, à me poco importa. non puol essere, che in qualche tempo non li habbia da interuenza quello che suole alle Ciauatte. che leuatoli le fettuccie o, nastri che stringono il piedi; si buttano in un cantone; Ò quanto dice bene à questo proposito il Zarlino nelle sue Institutioni, che à questi tali sarebbe stato meglio che hauessero imparato qualche altro esercitio che forsi hauerebbero acquistato meglior' costumi et sapere, nè sarebbe questa si honorata professione dà, tale et quale alle uolte cosi strapazzata. Quanto hò detto sino ad hora il tutto sia per tuo aiuto, acciò non abbi ad incorrere il simile et altri disordini contro al buon Metodo della buona Musica. Et auuertisci che questa professione fù ritrouata et instituita solo per fuggir l’ otio et per adornarci di buoni et uirtuosi costumi, sicome hò mostrato altroue. Vorrei che tù fosi humile; modesto et amoreuole: humile in ceder' d ogn’ uno ancor che tù cognosca che quello si sia inferiore di dottrina; modesto nel conuersare et amoreuole nel insegnare. Et se à sorte tù fossi ricercato et incitato à mostrar il tuo ualore, mostralo sì, ma con termine ciuile affabile con benignità et decoro, con parole affettuose et con una certa osseruanza et reuerenza d'ogn’ uno accetterai l’ inuito. Ma non mai ti proferirai à nessuno, ne già mai andarai, [-f.12r-] uantandoti di sapere più degl’ altri, perche io ti sò dire per sicuro, che il più delle uolte anderai disotto, anchor che tù sia dotto, perche particularmente in questa professione il Signore Dio capo; et inuentore d’ ogni Harmonia, non uol superbia, et hò ueduto huomini ualenti et dotti per uoler' far del saccente et d’ esser sopra tutti singolari. hanno riceuuto delli affronti nel fatto della loro arroganza, et si sono dati nella Rete delle uergogna, rimanendo [[come una cosa disprezzata]] [publicamente di poca riputatione corr. supra lin.]; si che fuggirai questo uitio come la Peste. Ma se tù unirai la Scienza con la Ginnastica, che è una disciplina di adoperarsi all’ attioni generose, la quale è considerata dal philosofo Habito ben disposto alla fatica. tù uerrai ad imitare gl’ Antichi Autori. quali erano ripieni d’ ogne laude et bontà: et ti ricordo questo in particolare, che tù lassi andare tutte le male qualità di comporre, et non metterla in abuso adoprandola in cose brutte e sciocche. ma solo te ne seruirai peropere diuine et sante, facendo partecioe al tuo Prossimo, con insegnarla con quell’ Amore et Charità che à te è stata insegnata, et cercand’ imitare li nostri Antecessori, che con questa honoratissima profezzione hanno lasciato opere quasi diuine dalle quali ogni eleuato ingegno può facilmente da quelle esser instruito d’ ogni buona et exquisita dottrina: Ne io son per partirmi dalli loro ueri precetti et ossseruationj, et cosi son per mostrartela con quella facilità ch’ al mio poco ingegno sarà possibile ne mancherò con uarie demostrationj et diligenza a fartela cognoscere. [-f.12v-] Capitolo primo Qual sia la pratica della Musica Maestro et discepolo Discepolo: Resto obligatissimo alla benignità di Vostra signoria delli buoni auuertimenti datomj nel passato ragionamento; cercherò con ogni mio potere metterli in essecutione. Intanto desidero di sapere et esser' instruito, che terminj deuo tenere per conseguire il fine: che se bene io intendo che cosa sia Contrapunto, à me non basta, ch’ io uorrei pur passar auanti et arriuare alla buona Compositione laonde la prego à consolarmi di tanta Charità. Maestro: Principalmente si deue trattare della Pratica, quella che da tutti li Autori è chiamata Musica organica o uero Instrumentale quella realmente è Harmonia che depende o, nasce da Voci, o uero da Suoni, et è nobile et certissima Arte; per esser membro della Mathematica; la qual dimostra con ragioni al senso dell’ Vdito gli effetti suoi. et auuerti che questa Pratica si considera altrimenti di quello che considera la Speculatiua. la quale giudica numeri proportionati et le loro differenze per astratto et la Pratica ordina uoci graui et acute con terminj giusti et proportionati alli loro debiti luoghi per concreto. Et il nome uero di Musico non conuiene senon à chi è esperto et hà facoltà di giudicare non per il suono o uoce ma per ragion d’ Intelletto ch’ à tal Scienza si conuiene; Di modo che ad ogni Compositore senze dice. Musico pratico. poiche compone per giuditio d’ orecchio et non per Scenza. et sicome dice il Zerlino che tanto è differenza fra lo Speculatiuo al Pratico quanto che è dall’ Instrumento all’ Artefice, o, per dir meglio dall’ Artefice all’ Instrumento. Et se uno possederà la speculatiua con la pratica unitamente questo potrà portar la Corona di Musico perfetto. Ma perche [-f.13r-] uoglio che noi per hora trattiamo della Pratica: che ad altro tempo si tratterà della Teorica. È necessario che facciamo alcune distintionj acciò andiamo regolatamente. Questa si diuide in piana e figurata, la piana è il canto fermo, et la figurata è quella che si fà con uoci diuerse, et con diuerse modulationj; et è necessario (perche abbraccia molte particelle et molti membri) che si uenga alle demostrationj, per be comporla. Et il Compositore le deue possedere in mente con ogni uiuacità d’ Intelletto acciò nel formarla non uadi mendicando le sue appartenenze. Quindi è, che per più facilitare hò fatto le sotto scritte Tauole, dalle quali tù potrai esser' instruito senza molta tua fatica. Nella [nella ante corr.] prima Tauola si mostra l’ origine et inuentorj della musica. Nella [nella ante corr.] seconda. che cosa ella significhi. Nella [nella ante corr.] terza. si uede le sue differenze. Nella [nella ante corr.] quarta, che cosa siano Consonanza Dissoananza et Modulatione. Nella [nella ante corr.] quinta quali siano li suoi Interualli. nella sesta. la sua diuisione. nella settima quali siano li suoi elementi ett qualità. nella ottaua. si descriue li suoi generi. Doue che in breue spatio d’ hora tu puoi esser capace del tutto. Discepolo: Questa sarà una fatica Signor Maestro (al parer' mio) di non poca lode, per esser' cosi raccolto tuto quello che è più necessario per intelligenza dell’ Arte. Perche io hò ueduto molti Autori che hanno scritto sopra di questo con tanta prolissità, che troppo bisogni tempo à poter esser capace di quanto scriuono. [-f.13v-] [Landi, Introduttione harmonica, 13v; text: Tauola prima. Dell’ origine, et Inuentori della Musica, Platone, Vol che deriui, si come dice nel Thimeo da questa uoce [modai] cioè da cercare o, inuestigare. Giouanni Boccaccio, Nella Genologia degli Dei, uol che deriui da questa uoce Egittia o, Caldea cioè [mou], e da [Ykhos] uoce Greca che una significa acnqua et l’ altra uento, quasi che ella sia nata dal' uento e dal suon dell’ acqua. Plinio, Che ella fù trouata appresso al Fiume lodone in Arcadia et che ne fusse lo Dio Pan' Inuentore. per esser stata trouata la sua zampogna in quel Lito appresso l’ acque ma non che deriui dal suon' dell’ Acque. Et come dice il Poeta mantouano Pan primus calamos [cera add. supra lin.] coniungere plura, Instituit....... Mosè, Ioseffo, Beroso, Che auanti al Diluuio la trouasse Iubal. Questo Iubal fù della stirpe di Caino, et di questo dice la Scrittura sacra. fuit pater Canentium. et parimente fù Inuentor dell’ organo. Boetio, Macrobio, Che doppo il Diluuio, la ritrouasse al suon de Martelli ad una fabbrica Pittagora ma questo non si crede] [-f.14r-] [Landi, Introduttione harmonica, 14r; text: Tauola seconda. Della signification del nome e sua diuisione, Musica, Significa Armonia et questa è unione di uarie uoci trà di loro diuerse ben composte, si diuide in, Mondana, quella che partecipano i Celi nel loro riuolgimento, l’ Elementi, le cose composte di qualità, si trouano nelli Corpi celesti, loro Moti. Platone. Instrumentale, nostri hanno dalli, cioè Terra, Acqua, Aria et Fuoco, concordanti, et bene insieme uniti. Harmonica, naturale, prodotta da uoci humane, Organica, nasce da Instrumenti artifitiali fatti dall’ huomo in qual si uoglia modo. ò da fiato, o, da Corde, ica hmica, si sente nel uerso della Poesia. per la quantità delle sillabe, o per il suon delle parole quando bene insieme si accompagnano acconciatamente. Zerlino al Capitolo quarto della prima parte.] [-f.14v-] [Landi, Introduttione harmonica, 14v; text: Tauola terza, Delle diferenze che sono fra Harmonia, Concento, Suono e Voce, et loro deriuationj. Armonia, Propria, È quella che prodotta da Corde, assai consonanti senza offender' l’ Vdito, questa, detta Concento, questo, mistura di suoni graui, acuti tramezzati non, la qual percuote soauemente il senso. Lattanti Firmiano, dalle Modulationj, queste poi unite con le parole o, Rithmo, uero Metro da Platone, detto Melodia. Non, contiene in sè alcuna modulatione, ma una semplice consonanza, Suono, ripercussione d’ Aria non sciolta, prodotta da percussione di moto uiolento, tardo, mouendosi ingiro, peruenendo all', rapresenta cosa distinta, Intelletto. Il, come genere, specie per che ogni, ma, già, Boetio, respirata all’ Arteria Vocale, si manda fuori dall’ huomo con qualche significatione. si diuide in Continua, Discreta, usiamo nelli nostr' continui ragionamenti, li Greci chiamano [synekha phona], si usa in cantare le cantilene ordinate per interualli proportionatj quali si muouono nelle modulationj, [diasema phona] [-f.15r-] [Landi, Introduttione harmonica, 15r; text: Tauola quarta Della Consonanza Dissonanza et Modulatione, È quella che nasce da mistura di suono graue et acuto, peruiene alle nostre orecchie soauemente et hà forza di alterare il senso nostro ouero secondo Aristotele, da ragion di numeri acuti e graui. Et si puol ancora comprendere. che ella, quando due suoni frà loro differenti, che non ui sia alcun mezzano suono, contenuta da una sola proportione. Dissonanza, la quale peruiene all’ udito con asprezza, qual, possiamo sopportare, perche hà forza d’ alterare il nostro senso sendo l’ una con l’ altra contraria per, loro disproportione, ciascuna di loro si sforza rimanere integra, cosi offendonsi l’ un', pongono aspro al nostro: Modulatione, altro, un mouimento fatto da, per diuersi interualli, quale, ogni Arte d’ Harmonia e Melodia, due modi cioè Propia, Impropia. Canto figurato, perche toccando uarie consonanze, con tardi e ueloci mouimenti da un’ Interuallo all’ , si uiene à uariare il Canto con uarij accenti, ne uien formata, sorte d’ Armonia, contiene nel, fermo, si moue senza uariatione di Tempi con, facendo alcuna, modulatione, Altri modi, puole hauere ancora, tre secondo il Zarlino al Capitolo primo, prima, note nominate ut, re, mi, fa, sol, la; uoce humana secondo, l’ Instrumenti artifitiali, Terzo quando, applicano parole alle, cantabili, del Cantore] [-f.15v-] [Landi, Introduttione harmonica, 15v; text: Delle qualità dell’ Interualli, Musica, Interuallo, Propio, È quello che dal Musico è considerato per la distanza, fra il graue et l’ acuto; di dodici sorte, Maggiore, Diapason, Minore, Diapente, Equale, equalità della proportione o uero un numero, all’ altro. Consonanza, quella della, e, Dissonante, del Tuono, semplice, non, tramezzato da altri suonj, Diatonico, Tuon, Cromatico, semituon, Enharmonico, Diesis. Rationale, che si puol descriuere con numeri come, Irrationale, Non se ne, far capace l’ Intelletto con demostratione alcuna. Comune, Questo considera ogni grandezza terminata da certi finj, detto considerando lo spatio, si troua, frà l’ uno, l’ altro estremo.] [-f.16r-] [Landi, Introduttione harmonica, 16r; text: Tauola sesta De la diuisione della Musica, si diuide, Theorica, È quella che il Musico considera per le proportioni numeri, e loro diferenze, e dà giuditio al tutto. Nasce dall’ Esercitio et lungo uso o, di suonare, o, Cantare o, Comporre e considera tutti li accidenti, cadeno nelle Compositionj di qual si uoglia sorte; questo cognosce, elementi, essa, che cosa, [signum] [cioè add. in marg.] compongono, come si diuideno, in semplici, replicati, qual sia Ditono, Semiditono, Tuon maggiore, Tuon minore, l’ utile dell’ Interualli dissonj gli effetti che fanno, segni, [sqb]. b., # distingue che cosa sia, fuga, camina per, medesime note et Interualli, Imitatione, medesmi, ma non, medesme. fuga doppia, scambieuolmente uanno le parti caminando frà, loro con replicar' quello, hanno detto l’ un, l’ altro, fuga contraria, seguita contrariamente la parte, come dire ut, re, mi fa, sol, contrario, la. Mouimento separato, parti cantano disgiuntamente, simili, o poco dissimili, interualli disgiunti, si incontrano. Sincopa, trasportatione; o Riduttione di alcuna [un ante corr.] figura di Nota cantabile minore, oltra una o, più maggiori alla sua simile, oue conuenientemente si possa applicare, numerare per finire la misura, suo tempo] [-f.16v-] [Landi, Introduttione harmonica, 16v; text: Tauola settima. Dell’ elementi della musica, lor distintioni gradi et qualità, 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. ij. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 2i. 22. Perfetti, Imperfetti, Dissoni, Meno, Più, e, uaghi, Men’,Tritono et Esacordo maggiori cioè, et, Questo sono di natura allegri, qualità, Semiditono, minori, minore, queste, alquanto languide, Del tutto sempre si intende con le replicate] [-f.17r-] [Landi, Introduttione harmonica, 17r; text: Tauola ottaua Delli Generi della musica, et Inuentori di questa. Generi, Diatonico. Questo è antichissimo, usato et nominato da tutti li Scrittori, si come attesta il Zerlino al Capitolo 9. della seconda parte, anco Pietro aron, Vicentino, di, puol credere che Iubal pater canentium fusse, primo, lo mettesse in uso doppo, Diluuio, poiche la sacra scrittura attesta, fosse l’ Inuntor del Organo. Cromatico, ne fù Inuentore Thimotheo Milesio, Leueo figliolo, Tessandro al tempo del grand’ Alessandro. Come, uede, Suida, Boetio. Enharmonico. Dopò un tempo che fù ritrouato, Genere, (secondo, parer di Aristosseno), ritrouato da Olimpo aggiungendo ad ogni seconda Corda, Tetrachordo, due Comme, Plutarco, tutti questi se ne parlerà, dimostreranno distintamente con esempio à suo luogo.] [-f.17v-] Quanto deue osseruare il Compositore per far unna Compositione ben ordinata. Capitolo secondo Io credo che tù puoi considerare dalle Tauole quanto si aspetta à questa honorata professione. Ma perceh è necessario. oltre a quello che si è ueduto sapere et intendere molti terminj spettanti all’ ordine che si deue tenere alla buona compositione, dirò con ogni breuità quel tanto che mi pare esser più di bisogno. Et per procedere con qualche ordine. acciò non te ne segua confusione anderò distinguendo quindici cose principali. le quali si deueno tenere dal Compositore molto bene à memoria con ogni uiuacità d’ Intelletto et prima. Si deue hauer molto cura al soggetto delle parole et quelle ben ponderarle di che qualità elle siano, cioè, se sono meste ouero allegre, acciò non si incorra in qualche sproposito, nel’ inuentione; che quello che s’ aspetta all’ allegrezza, non si faccia mesto, et il mesto allegro saria errore grauissimo Secondo auuertire di far la sua Compositione prima di consonanze, et poi accidentalmente di dissonanze si coem uole tutta la scola de buoni Autori, a ciò habbia del uariato et del' elegante co quei debiti termini et regole che si ricercano, et non fare come alcuni ch’ arditamente senza alcun fondamento fanno caminar le parti prima per quarta o, seconda o settima assolutamente senza alcuna uera osseruatione; presupponendo forsi d’ esser' Inuentori di cose noue. Et credo certo che lo facciano più per distruggere li ueri ordinj dei dotti Padri di questa professione; non curandosi di ragione alcuna, non ostante che cognoschio la uerità. cosa ueramente degna di reprensione. Terzo che le parti caminino per legittimi Interualli, con uaghe, [-f.18r-] o, meste Modulationj, secondo il senso, delle parole, con quei concenti Armonici, che si ricercono al proposito loro. et con ogni osseruatione del proprio Tuono; et se pur' l’ huomo fusse astretto ad uscir' del Tuono. si deue procedere in modo tale che il Cantore non si accorga come la Cantilena sia entrata, et uscita del suo Tuono; perche il far' uscir d' Tuono una Cantilena, con un certo repentino modo non hà ne del Dotto. ne del ingegnoso: et è cosa di biasmo, appresso gli intendenti. quia natura non facit saltum. come hò già detto Quarto deue il Compositore cercr sempre d' andar con uari concenti poi che l’ Armonia non nasce d’ altroue che dalla uarietà delle Modulationj. Quinto che la Cantilena habbia bel ordine di quelle fughe et altri requisiti che si aspettano al Tuono Sesto che sia suagliato nelle Compositioni, et le arrichisca d’ inuentionj di buoni e dotti Contrapunti; con quelle maggiori osseruationi che sia possibile con ferma e salda ragione più presto sia rigido nell’ osseruare, che licentioso. ne li saria nocumento alcuno, (si come dice il dottissimo Zerlino) hauer cognittione almeno mediocremente del Arpicordo e saperlo sonar tanto che li sia in parte aiuto alli suoi pensieri Musicali acciò possa sentire in atto le sue Compositioni Settimo grand’ auuertimento deue hauere nel por le parole, acciò siano poste con il senso loro, non rompendo le sillabe et spezzarle, e facciano sentire contrario senso di quello che hanno in sè et con diligenza quella sillaba che è breue non sia longa nel proferir' il canto, et cosi per il contrario la logna sillaba, sia breue che saria gran disordine et mancamento. Et finalmente deue il [-f.18v-] Compositore accommodare le parole dell’ oratione alle figure cantabili, con quella diligenza che sia possibile, acciò non s’ abbia a sentire qualche barbarismo. L’ ottauo è di molta consideratione. perche quando si fanno caminare le parti, se deueno far caminare con leggiadro modo, et in particolare la parte graue, la quale habbia una certa grauità nel andare che non faccia certi Diastemati si sconci si come hò ueduto in alcuni Autori, li quali non solo erano difficili, ma di più passaggiati in si fatta maniera, che con difficoltà poteua cantarle qual si uoglia gran Cantore. Ne si immagini alcun Compositore; di far cantare passaggi scritti ad un Cantore; il quale si ritroui di dispositione naturale che non li faccia meglio di quello che saranno scritti. e quelli che dal Compositore saranno demostrati; io l’ assicuro, che non saranno cantati; se già quel Cantore, non sarà instruito à passaggi scritti; et i passaggi con lungo studio, osseruati; ma sempre saranno megglio quelli fatti dalla Natura. che dall’ Arte [signum] la doue concludo. che sarà meglio lassarli di scriuerli; et darli in preda a chi hà dalla Natura simil' dote et [signum] Nono. si auuertisca che quanto più con l’ imperferfette l’ huom si auuicina alle loro più uicine perfette, tanto più si auuicinano alla perfezione. et questa è oppinione di tutti l’ Autori et Theorici et pratici. perche uengono a participare di quella perfettione, et si rendono all’ udito più soaui et dolci. Et si deue auuertire che la sesta minore è più uicina alla quinta. et la sesta maggiore all’ ottaua. et sempre si deue accompagnare le maggiori imperfette [-f.19r-] con le maggiori perfette et cosi l'altre per il contrario, et chi uol sapere àppieno la ragione ueda alla terza parte al Capitolo 38. dell' Institutioni Armoniche dl Zerlino. che quiui trouerà, che [e ante corr.] se u uolessid escriuere il tutto, sarei troppo lungo et ueramente quelle cose che si pongono in essecutione contro la loro natura non ponno far buono effetto,per eser loro leuate dal proprio fine: È ben uero che molte uolte (si come hò detto altroue) per dar' effetto alle parole con la Musica, non è commodo, ne torna à proposito al Compositore passare alla consonanza più uicina. come per esempio dalla sesta maggiore all' ottaua, ne dalla minore alla quinta, ne dalla terza minore all'Vnisono, o, altre simili che per cause dell' effetto o, mesto, o, allegro, in ciò è scusato tanto ppiù che non è direttamente contro la buona Harmonia ne però haurà fatto il Compositore errore degno di castigo et d'esser abborrito, et messo ne numero degl' arbitrarij. Decimo. deue sapere quali siano le Consonanze più piene e quali più uaghe, et che differenza sia trà le Consonanze imperfette e loro qualità [signum] Vndecimo, si deue molto ben considerare et auuertire, che quella Compositione di può chiamar' perfetta. la quale in ogni mutatione di corda o, interuallo che uogliamo dire tanto uerso il graue, quanto uerso l'acuto, sempre si odono quelle consonanze che fanno uarietà di suono nelli loro estremi [signum] Duodecimo è necessario intendere et sapere in qual maniera più consonanze perfette, o, uero imperfette contenute sotto la forma istessa, si possino porre immediatamente una doppo l'altra e come si concedino. [[f.19v-] et [-f.20r-] desunt] [-f.20v-] questa professione, quanto hà fatto egli con li suoi scritti, et io non hò mancato giusto al mio potere, seguire ogni suo documento. Hor se con questo [[paro]] discorso pare ch’ io uoglia argumentare alla sua oppinione, il tutto facci à guisa d un Discepolo uerso il suo Maestro per esser meglio instruito laonde io con quella reuerenza che mi s aspetta adurrò alcune ragioni in contrario, le quali se elle ti piaceranno, con bene se non terrai quell’ oppinione ch’ à te sarà più grata. Non sò se tù hai mai letto nelle sue Institutionj Harmoniche al Capitolo 5. della terza parte, o, uero l’ haurai forsi sentido dire che lui hà per oppinione ferma che la Diatesseron sia perfetta Discepolo: Più et più uolte mi è stato detto, ma non sò già la ragione et, taluolta hauendola io uoluto accommodarla in Contrapunto sola aguisa o della Diapente, o della Diapason assolutamente come consonanza perfetta, trouauo che era dissona, ne poteua stare se non appogiata ad un’ altra, o imperfetta con la sua resolutione della terza maggiore e minore si come da ogn’ uno è osseruata. Maestro: Prima è necessario che tù sia informato delle ragioni che adduce il Zerlino per prouar che ella sia perfetta. che se ciò non sai; tu non puoi intendere questa disputa. Principalmente referisce chhe Tolomeo. Boetio, Macrobio Gaudentio filosofo. Vitruuio. Censorino, et altri che per breuità tralascio. che la Diateseron la tengono per consonanza perfetta, per alcune loro ragionj le quali, à me non pare che calzino. Ma lui proua la sua oppinione in queso modo et dice. Quell’ interualli. che in una compositione [-f.21r-] harmonica. si ode consonare perfettamente posta da per sè, non puol essere à patto alcuno dissonante, et essendo la Diatesseron accompagnata con la Diapente in una harmonica compositione rende soaue concento. e che l’ assuto di questo sia manifesto per il suo contrario; cioè per dissonanza, che è la seconda et la settima con le loro replicate, le quali non essendo nella Composizione per alcun modo consonanti, uengono à esser fuora della stesa natura della Diatesseron. La seconda ragione che adduce, è che mette per autorità l’ esempio d'acordar il Liuto o Violone perfettamente imperò che accordando la Corda che si chiama Basso et quella noi nominiamo ordone, e ueramente questa, è quella che si chiama Tenore e tra quell’ altre tre corde che sono più acute si udirà che la Diatesseron farà merauiglioso concento. Terzo che in Venetia li Greci la cantano nelle loro Salmodie perfetta assolutamente [signum] Quarto che Iosquino la usata; (ma però una sol uolta) in un suo Mottetto. Quinto che la Diapason sia più perfetta della Diapente et la Diapente più della Diatesseron. Sesto. che la Diatesseron et la Diapente siano mezane fra le consonanze perfette et imperfette. et che le perfette non possano esser altro che le ottaue. Settimo, uole che tutte naschino dall’ Unità. che è l’ Unisono, et che quelle che sono più uicine al suo principio habbiano maggior perfetione [signum] [-f.21v-] Hora con sua buona gratia rispondo al primo capo, et dico che quel Interuallo. che in una compositione harmonica si ode consonante perfettamente posta da per sè non puole essere dissonante. questo non si nega et questo stesso affermo. Poiche ponendo la Diapente, o, altra perfetta à lei simile, posta che sia in qual si uoglia modo da per sè sempre è consonante. ne mai è dissonante. Doue che non trouo che ponendo la Diatesseron per sè sola come base et fondamento, come se fusse la Diapente o, Diapason, si troua per esperienza che rende aspro concento: laonde se ella fusse perfetta, come egli afferma, non lo faria. Et se la seconda et settima, non fanno il medesimo effetto uenga ad esser soluta dal numero delle dissonanti. questo non è ragione bastante per prouare la sua perfettione stante che ogni numero è differente dall’ altro, et ogni un' di loro fanno uariato effetto per lor propria natura. et considerando l’ ordine posto successiuamente un' doppo l’ altro, come sono in questa guisa i. 2. 3. 4. 5. 6. 7. non trouiamo che la Diatesseron è posta frà due consonanti una imperfetta et l’ altra perfetta. et ella è numero medio frà tutti. e la seconda et settima se ben parimente si ritrouano fra due consonanze una perfetta et l’ altra imperfetta; nulla di meno per ritrouarsi tanto uicino alli loro estremi, uengono à essere più aspre che non è la Diatesseron. che per [- f.22r-] esser ella più lontana dall’ estremi che è l’ Vnisono et la Diapason uiene à sentirsi meno dissona. Ma che ella sia perfetta assolutamente questo si uede per contrario con il proprio senso. Ne meno trouo che la ragione d’ accordare un' Liuto o, Uiolone mi quieti l’ Animo et il senso e che mi riempi l’ udito di merauigloso concento come lui referisce. Poiche quando sarà ben accordato con ogni diligenza tutto, et toccando unitamente tutte le Corde senza alcuna tastatura. trouo che rende (al mio puro giuditio) fastidio non poco. et quindi poi sitoccherà per tastatura con la Diapente o la Diapason all’ hora la Diatesseron, non essendo più base et fondamento rende sonorità ma non altrimenti Et anco al terzo capo, che in Venetia li Greci la cantano nelle loro Salmodie questo non è da merauigliarsi. poiche cercano di sostentare questa oppinione la uale depende dalli Autori Greci. che uogliono che la sia perfetta Et se Iosquino si troua che lui l’ hà usata una sol uolta in un suo Mottetto à dua uoci. questo puol esser’ anco per error di stampa come suol auuenire nel opere ben spesso che non hà del uerisimile. che hauendola usata una uolta sendo ben fatto l’ uso suo. non l’ hauesse usata più et più uolte nelle sue compositioni, la qual cosa non si troua [signum] Ma ritorniamo alle qualità che sono fra di loro numeri. noi troueremo che hanno frà se stessi (come di già hò detto) una deriuatione, et è impossibile, che le dissonanze non habbino ad unirsi alli loro principij, o, ad altro appoggio che le sostentino, per dare grato concento. Et se il Compositore non unirà (come per esempio) la seconda [-f.22v-] alla terza o uero ad altra, et la settima detta eptacordo, essacordo, o maggiore ò uer minore, o, uero ad altra che la assodi al concento. et parimente la Diatesseron alla sua resolutione al sicure che il nostro senso, non potrà sopportare d’ udire tal asprezza di suono. Hò detto che tra di loro si ritroua deriuatione; intendo che la seconda nasce dall’ unisono la terza dalla seconda la quarta dalla terza. Et cosi successiuamente dependino una dall’ altra, si come di sopra hò detto. Di modo che mettendo la Diatessaron asslutamente per base et fondamento della Cantilena come per questo esempio [Landi, Introduttione harmonica, 22v,1] non mai si sente che renda all’ udito se non fastidio. Et per il contrario posta la Diateseron in questa forma [Landi, Introduttione harmonica, 22v,2] uiene a rendere concento Merauiglioso; et questo auuiene perche la Diatesseron è formata dalla Diapente et dalla Diapason. et però non sarà mai perfetta, et non intendo questa sua oppinione. poscia che si uede chesola in modo alcuno non puole hauer perfettione senza il suo principio che è il Ditono, o uero il semiditono. Non niego, che ella non è simile alla seconda et alla settima poi che si uede manifestamente che altro è il numero secondo altro il terzo et altro il quarto poi che tutti sono differenti benche habbiano l’ origgine da un solo principio; la one la uariatione nasce da questo. et l’ Harmonia. Referisce al Capitolo 7, della terza parte chhe la Diapason sia più perfetta che non è la Diapente e la Diapente più della Diatesseron. Rispondo che e uero che la Diapason è più perfetta della Diapente, ma la Diatesseron non hà alcuna perfettione uicina à questa. per le già dette ragioni, ma perche [-f.23r-] ritrouandosi di numero medio, douria più presto participare dell’ imperfetta che altro, mentre ella è congiunta. Ma sola assolutamente ella è dissona, se ben meno della seconda et settima; et si uede et si sente che ella ancora cerca di unirsi come l’ altre dissone al suo principio et radice, , uero ad altra imperfetta [signum] Di più al detto Capitolo dice che la Diatesseron et la Diapente siano mezzane fra le consonanze perfette et imperfette et che le perfettte non possono esser’ altro che le ottaue, poscia che à queste non si puole aggiunger' ne sminuire. Dico dunque se cosi è: la Diapente essendo mezzana fra le Consonanze perfette et imperfette ella non sarà perfetta et non essendo questa perfetta tanto meno sarà la Diatessaron. Et se quelle che sono più uicine (come lui referisce) alla sua origine, o alla sua ragione habiano da ritenere la natura di quelle, adunque la Diatessaron essendo più uicina alla terza deue ritenere dell’ esser più di quell poiche è la sua origine, et se lui uole chhe tutte naschino dall’ Unisono, et che questo sia il principio di tutte, ne segueria che la Diapente essendo più lontana da detto principio, ella fosse meno perfetta della Diatesseron et cosi parimente la Seconda saria ancor più perfetta della Diatesseron et della Diapente per esser più uicina al suo principio di tutte l’ altre cioè all’ Unisono; la qual cosa si uede che è tutto il contrario. È ben uero che l’ Unisono è principio di numeri, ma è ben anco uero che uolendo noi formare il numero terzo, si uede che procede dal secondo et il quarto dal terzo ne si può dire terzo che si presuppone [-f.23v-] che sia stato il secondo, et cosi [[si]] [tutti corr. supra lin.] gli altri successiuamente. et se uole che la Diapente et la Diatesseron siano mezzane, è necessario che la Diapente non sia nominata per perfetta tanto più per esser lontana dal suo principio cioe l’ Unisono principio di tutte le consonanze. Et non essendo questa perfetta. come sarà perfetta la Diatesseron? Adunque di necessità bisogna dire che ella sia dissona, o, al più imperfetta quando questo ancora se li possa concedere. Dico di più che se la Diatesseron fusse perfetta ne succederebbe che si potesse usare per corda finale assolutamente come la Diapason ò altre simili, la qual cosa non si troua, si come hò bene osseruato in grauissimj Autori come Adriano Cipriano, Clemens non papa Gombert, Andrea de silua, Morales, et il non mai à bastanza laudato Giouanni pier luigi prenesino lume d’ ogni buona Musica Discepolo: Mi dica per gratia. hà il Zerlino mai usato la Diatesseron nelle sue Compositioni assolutamente per base et fondamento, come consonanza perfetta? Maestro: Con tutto ch’ io habbia con ogni esquisita diligenza cercato nelle sue Musiche se ciò andaua componendo. mai hò possuto rintracciar' questa sua oppinione esser messa in essecutione. Discepolo: Mi par gran' cosa che laudando lui tanto questa Diatesseron perfetta. non sia stato prima da esso usata in quel modo che egli dice. Maestro: Molte uolte si dicano delle cose, che poi non si fanno. che solo lodauano per mostrar il bell’ Ingegno. [-f.24r-] Ma tornando al nostro proposito. Io concorro bene nell’ oppinione di molti ualenti huomini in questa professione, come molte uolte m’ è occorso ragionarne. che la Diatesseron partecipi dell’ imperfetta, ma non assolutamente et che ella sia meno dissona di tutte l’ altre dissone. et che ritenga in sè una certa quantità d’ harmonico concento, la qual cosa non l’ hanno l’ altre et si come si troua il più et il meno nelle perfette et imperfette consonanze, cosi parimente sia nelle dissone, poiche il più et il meno si troua in ogni cosa. Tuttauia io mi rimetto ad ogni miglior giuditio. De membri e Parti della Musica Capitolo quarto. Ma per sodisfare à pieno alla ragione, et al senso comune acciò si possa giudicare, se la tua Compositione è ben ordinata; è necessario che si ricorra alla Tauola sesta, et quella metter in essecutione con qualche esempio formato. acciò che tù possa hauer quell’ intelligenza che si ricerca. Et poiche sò il buon Contrapunto che tù possiedi, non mi occorrerà uenire à molte dichiarationi per trasferirti alla Compositione; laonde andarò domandandoti capo per capo di detta Tauola. per uedere la tua capacità et la uiuezza del tuo ingegno. et prima io ti domando se tù sai che cosa sia fuga. et che differenza è tra fuga et Imitatione. Discepolo: Per quanto io mi ricordo. hò sentito dire più et più uolte da Vostra Signoria che la Fuga è quella,quando le parti caminano per le medesme note et per li medesmi interualli. Et l’ imitatione è quella che le parti caminano per li medesmi Interualli ma [-f.24v-] non per le medesme note. Maestro: Mi piace che tù ti ricordi di questo termine, perche è principalissimo suggetto della musica ben ordinata. Ti basteria l’ animo farmene qualche esempio del modo della fuga? Discepolo: Difficilmente potrò dar sodisfattione a Vostra Signoria poiche non essendo io introdotto à più uoci non saprei come tesserla. Maestro: piglierai per hora questo esempio semplicemente à tre uoci ch’ io ti metto auanti; acciò tù possa intendere con ogni facilità. [Landi, Introduttione harmonica, 24v,1] O uero altri simili secondo l’ Inuenzione del Compositore perche intorno à questo termine della fuga, si puol fare quasi in inffiniti modi: l’ Imitatione poi non è molto differente si come tù hai detto et tene dò l’ esempio [signum] [Landi, Introduttione harmonica, 24v,2] [-f.25r-] Questo si puol fare in diuersi et quasi infiniti modi secondo che è l’ ingegno del Compositore, et il dottissimo Zerlino al Capitolo 52 della terza parte mostra l’ imitatione in questo modo. [Landi, Introduttione harmonica, 25r,1] Tu hai notato la differenza e uarietà che è fra di loro. Discepolo: Signor si et parmi d’ intendere assai bene il tutto. Ma la fuga doppia, si come mostra la Tauola. come s’ intende? Maestro: Veramente è una compositione di molto giuditio et ingegno. et è quella che scambieuolmente uanno le parti caminando, con replicare quello che hanno detto una con l’ altra. si per fuga come anco per imitatione. Et il dotto Zerlino nota questa nella terza parte al Capitolo 56. che lui chiama Contrapunti doppi, et lo porge in questa guisa à due uoci. [Landi, Introduttione harmonica, 25r,2] [-f.25v-] Ma hauendo tù da esser introdotto à comporre a tre et à più uoci non ostante. che tù habbia da uedere quello che si fà da buoni Autori à due uoci, è necessario li sappia anco a più uoci Perche il fare una cantilena; la quale non sia obbligata alle parole la puoi fare di luno periodo quanto à te piace et pare. si come per il passato esempio. Ma se sarai oligato alle parole tù non ti puoi estendere in lungo. ma succintamente raddoppiar le parti secondo l’ opportunità delle parole come per l’ esempio qui disotto, o uero in altri simili modi secondo il tuo suegliato ingegno. [Landi, Introduttione harmonica, 25v,1; text: Gaudete omnes semper gaudete] Ma se tù il uoi à più uoci, ecco che ti metto questo auanti à quattro, pur dell’ istesso pensiero [Landi, Introduttione harmonica, 25v,2] [-f.26r-] Discepolo: Veramente à me pare che ella sia una delle parti più difficili che si contengano nella Compositione, et quando questa si ritroua tessuta, à quattro o, cinque compiuta, sia di grand’ ingegno; Ma secondo che à me pare di uedere al giorno di oggi da che si è cominciato à far questi concenti à una et dua uoci si a lassato andare questa bella dottrina [signum] Maestro: Tu dici il uero; in quanto in generale, ma non per questo restano alcuni buoni e dotti Autori, di non porre nelle loro Compositionj ogni buono, e ben ordinato modo di simili cose, se ben ueramente componendo come dici tù à poche uoci non si puol fare gran dottrina. Et se uoi ch’ io ti dica il quero questo modo d’ oggi à me non piace molto; et la ragione è che ogni semplice scolaro basta che sappia mettere insieme quattro noti à due o, tre uoci, che subbito fà del Compositore, et questo nasce dalla facilità dello stile. che [[basta]] hauendo del recitatiuo presuppongono che sia il meglior ordine. et se alcuno dice che questo,è il uero modo. et che la Musica conseguisce l’ intento suo, è in grande errore. et si come à la logica se li leua i membri de sillogismi, et alla Rettorica, si togliesse quelli spunti di quelle frasi si uerriano a priuare dell’ esser loro; cosi primenti togliendo alla Musica le sue parti, et di fughe et d;atri requisiti spiritosi, si uiene à priuarla del suo bello et buono: che per dir il uero insino à Gatti et Cani Cornacchie et altri Animali d‘ ogni spetie nel esser loro cantano in modo recitatiuo. Ma si risponde che già per li tempi passati, per causa delle fughe si ueniua à romper le parole cioè il senso loro, per il lungo periodo [-f.26v-] di esse fughe. Et io dico, che se è necessario che non si rompa il senso delle parole, e bene anco il douere che la Musica habbi il suo luogo et dottrina di fughe semplici et doppie et altri requisiti che se li appartiene: et se non si segue l’ humor loro dicono, che si compone all’ Antica, non accorgendosi ual più una Messa del dottissimo Palestina et una Musica di Morales che non ual quanto possino far loro in tempo di lor uita. E ti giuro che hauendo io praticato per tutta l’ Italia, hormai uicino à 50 anni, mi son trouato alle uolte in Città principali nelle Chiese, à sentire di queste loro Musiche. che pareua di hauerse a ballare una Gagliarda, o saltarello tanto ridicole e schiocche et con si poca dottrina et osseruatione: che io ne rimaneuo attonito, poi che in cambio che hauessero à render' deuotione e maestà, rendeuano più presto un certo che di sprezzo al culto Diuino che altro, mouendo à riso gl’ ascoltanti. come se fussero à commedie, o ad altri spettacoli cosa ueramente indegna. Non dico che non si facciano l’ opere con qualche uaghezza; ma che siano accompagnate anco con qualche dottrina soda e decoro del rito Ecclesiastico. che habbiano più del Cattolico; che per dir il uero non stà bene che nelle Chiese oue si hà da fare oratione e ringratiare la Diuina maestà; ui si habbia à far sentire le ballate, sciocchezza grande di noi stessi che facciamo simil compositionj. Discepolo: Tuttauia mi pare che Vostra Signoria habbia fatto di queste sorte di musiche allegre, che pur ne hò cantate qualche uolta Maestro: È uero che le hò fatte. et solo è stato causa perche mi [-f.27r-] ueniua referito, che per esser io dell’ antica scola del Palestina, non poteuo mai usar' lo stile che oggi uà à torno anzi spero con il diuino aiuto metter in luce molte opere le quali intitolo fasciculi de Modulationi, nelle quali si contengono diuerse Musiche a dua a tre a quattro a cinque et à più uoci cioè Mottetti Messe Uespri. et altre Compositioni, et saranno diuersi stili; dimodo che si uedrano. quelli che tal cosa andauano dicendo quanto si siao ingannati; et si hanno da inmaginare che chi esce dalla scuona Romana. non è tanto balordo quanto si prosuppongono questi Sapienti. che non cedono se non alli loro appetiti. Ma per sonar al nostro proposito che è di sapere le parti della buona Musica, uorrei che tù mi dicessi che cosa sia fuga contraria Discepolo: Mi pare che sia quella che seguita per contrario la parte come saria à dire ut, re, mi, fa, sol, che il suo contrario sia la, sol, fa, mi, re, si come si uede nella Sesta Tauola Maestro: Tu dici bene ma uorrei che me ne dessi l’ esempio. [signum] Discepolo: à questo non mi basta l’ animo cosi. all’ improuiso far la demostratione. [signum] Maestro: Poi che non ti dà l’ animo il farlo ti darò qui sotto una poca di nota nel suggetto che tù hai detto, ut, re, mi, fa, sol la. Auuertendo che quanto io ti mostro, si puol fare in diuersi modi, et à te solo basta intendere et uedere sino ad un termine. che ti illumini l’ intelletto. Che con lo studio che farai, forsi lo potrai far meglio et più dottamente che non ti si rappresenta. [signum] [-f.27v-] [Landi, Introduttione harmonica, 27v,1] Si ritroua come hai ueduto nella Tauola sesta il mouimento separato et parimenti il mouimento contrario. le quali particelle nella Musica fanno ll’ un et l’ altro gratiosi affetti, et per che tu non habbia da mendicare all’ occasione quello che è di bisogno per comporre la Compositione con ogni buono studio: mettero qui di sotto l’ un et l’ altro, acciò lo possi intendere. per atto pratico. [Landi, Introduttione harmonica, 27v,2; text: Mouimento separato, contrario] [-f.28r-] Resta uedere che cosa sia Sincopa. Et si come dimostra il Teorico Zerlino alla terza parte al Capitolo 49 nelle sue Harmoniche Institutionj, et parimenti il pratico Pietro Aron nel suo Toascanello, che non uogliono ella sia cognosciuta dal Musico senza hauere cognittione della Battuta; laonde per questo effetto, prima d’ ogn’ altra cosa di questa trattar doueuamo, acciò più facilmente si potesse intender l’ effetti suoi. Il sopra detto Zerlino dà un auuertimento: che ella non è simile à quella che è considerata dal Grammatico o dal Poeta. che per commodità del uerso toglie qualche lettera, o sillaba dalla parola per accommodarsi alla consonanza, acciò il uerso faccia il suo corso giusto. Ma è considerata dal Musico in questo modo cioè. Sincopa è riduttione di alcune figure di nota minore cantabile oltre ad una e più maggiori, tanto che pssa arriuare à finire il numero della misura, et questo puol' auuenire in ogni sorete di Cantilena in ogni tempo e prolatione. Discepolo: Mi perdoni Vostra Signoria s’ io l’ interrompo. perche l’ hauer nominato la Battuta, mi hà fatto redurre alla Memoria che io hò ueduto un Trattato d’ un certo Agostino Pisa, qual uol' che il principio della Battuta sia in cima della eleuazione. et finisca nell’ istesso luogo, dicendo che il battere d’ oggi come si usa non è il uero modo di batter la musica et uol come hò detto sia intesa in questa maniera. Se Vostra Signoria mi potrà intendere con questa figura [Landi, Introduttione harmonica, 28r; text: A, B, C] cioè ch’ il principio sia la lettera A. il mezzo B. et il fine la lettera C. tal che finisce in aria, et à me pare che doueria esser' il contrario. poi che il fin' della Battuta è per ragione [-f.28v-] il battere che perciò si chiama battuta, et hò ueduto un’ altro Autore chiamato il Diruta che fà un trattato sopra del modo di sonare Organo che lo nomina il Transiluano et riferisce à questo proposito, che la Battuta non è altro che un’ alsare et un’ abbassare, m non dichiara altro. Maestro: à questo rispondo che in dua modi è il battere. una si chiama eleuatione et l’ altra si chiama positione. et è da considerare che ui sono dua moti; uno è detto uiolento et l’ altro naturale; ne puol esser (in questo però) il moto naturale che prima non sia il uiolento. Qui non uoglio entrar’ in disputa con il Filosofo o, con il Matematico del moto tardo, o ueloce, o, perpetuo. che non è al nostro proposito, ne uoglio entrar' in simil materia, ch’ à me non tocca. Ma dico bene che il principio della Battuta nasce dal uiolento che è detto eleuatione, et il fine è il modo naturale che è la positione, ne puole stare l’ uno senza l’ altro. Et se ben' il detto Autore. uol sostentare tal cosa. non per questo li è dato credito. Ma di questo per hora non mi uoglio metter in lungo discorso poi che spero trattarne particolarmente ad altro tempo. Attenderemo all’ ordine nostro della Sincopa acciò quando tù uoi tesserla nelle Compositioni; non habbia da mendicare la sua osseruatione auuertendo, che ella si puol fare ancora con le pause, che si pongono auanti alle Note come ben dottamente dimostra il sopracitato Zerlino al Capitolo 49. della terza parte che lo intenderai qui di sotto, che lo mostra solo in una parte di Tenore. et da me si è aggiunto le altre tre parti cioè soprano Alto et Basso. [-f.29r-] [Landi, Introduttione harmonica, 29r,1] Et perche questo puol mostrarsi nel tutto della Compositione per l’ interuento delle pause, uengo à darti questo Esempio [Landi, Introduttione harmonica, 29r,2] Tutto questo che si è ueduto et discorso sino ad hora, sono cose necessarie d’ hauerle bene in memoria, maneggiandole con uiuacità [[d’ Ingegno]] et con ogni prontezza mettendole [metterle ante corr.] in essecutione acciò la Compositione sia adornata di uaghe et belle Modulationj. In quanti modi si posson saluar' le dissone Capitolo quinto. Se noi lassiamo indrieto l’ ordine di saluar le dissone. ueramente saria error grandissimo. perche se tutto quello che [-f.29v-] si è detto di sopra [[e]] [[sia ante corr.]] [è corr. supra lin.] per l’ Arte necessario. questo è necessarissimo poiche se in una Musica o, Compositione che uogliamo dire, non ui interuengono le dissone. sarà al sicuro di poco, o niun ualore stante che queste sono quelle che fanno Harmonia merauigliosa; Ma è da auuertire come si deuono ponere nella Compositione, acciò faccino buon Concento. La commune oppinione è che la quarta si salua con la terza. la settima con la sesta la seconda con l’ unisono o, uero con la terza. [[ma]] io dico che oltre à questo ordine detto. è necessario sapere che la quarta si salua con la sesta la settima con la terza la seconda con la sesta, et di più la quinta falsa come si deue farla passare senza offender l’ Udito. Discepolo: Ueramente questo di saluar' la quarta con la sesta e parimente l’ altre dissone in quella maniera che Vostra Signoria dice, io non l’ intendo mi faccia gratia darmene un poco d’ esempio. [Landi, Introduttione harmonica, 29v; text: Esempio della quarta con la sesta. Et la settima con, terza. Seconda] Per questi dua esempi tù puoi uedere come è la resolutione prima della quarta con la sesta et la settima con la terza, secondo esempio poi è la resolutione della seconda con la sesta et settima con la terza pure nel quasi medemo modo. Et per hauer ueduto io in alcuni Madrigali di Autori moderni li sotto scritti esempio. cioè che uno salua la setima con la quinta et l’ altro con l’ ottaua, hò uoluto mostrarteli et metterli nella forma come propio sono stati dati in luce dalli loro Autori ne uoglio nominarti chi siano. ancorche si pretendono da questi d’ esser huomini d’ autorità nella professione. [-f.30r-] [Landi, Introduttione harmonica, 30r; text: Esempio della settima con la quinta, ottaua] Questo primo esempio che è saluato la settima con la quinta. ancor che non sia in uso, nulla di meno puol passare per non deuiarsi et allontanarsi dalla buona Teorica molto. Ma il secondo esempio che uol saluare la setttima con l’ ottaua mi perdoni l’ Autore che si allontana troppo dalla buona regola del buon Contra punto et della Teorica, et al parer mio fà un brutto effetto; et non è da usarla. Ma per tornar' alli primi esempi che è il saluar la quarta con la sesta che si uede la quarta esser toccata dal Tenore la corda di G. sol re ut, formandola assolutamente e poi ascende et forma la sesta, et la parte del basso tocca la corda di A. la mi, re, facendo settima con il Tenore detta settima si uiene à saluare con la terza et nel secondo esempio la seconda fatta dal Tenore con il Basso si salua con la sesta et poi la settima con la terza. tutti passaggi che fanno marauigliosi effetti d’ Harmonia. et ben che il Zarlino et anco altri scrittori habbiano fatto e dette queste cose simili, non per questo hò trouato da loro particolari esempi formati in maniera tale che si possino intendere se non con lungo et faticoso studio. Hora ci resta che noi uediamo come la quinta falsa si possa passare nella Compositione con modo facile. et che non renda alteratione all’ Udito. et è passo di molto giuditio. Il dottissimo Zerlino lo dimostra al Capitolo 43. della terza parte con referire. che l’ esempio lo toglie da un’ opera di Adriano Willaert, et lo pone in questa guisa [-f.30v-] con un soprano et Tenore à dua Uoci [Landi, Introduttione harmonica, 30v,1] Un’ altro esempio à quattro uoci [Landi, Introduttione harmonica, 30v,2] Et questo è quanto deuo dire in torno alle particelle che si appartiene alla buona Musica, le quali si deueno (come hò già detto) hauerle et possederle con ogni sicurezza et uiuacità d’ ingegno et più strettamente le deueno possedere quelli che fanno professione di suonare Organo. o altro Instrumento perfetto di sua fantasia, et toccando detti Instrumenti con tal Dottrina et leggiadria, al sicuro acquistano nome d’ huomini Illustri con esser tenuti in tanto preggio. che uia più non si puol dire. Et tali suggetti, son ricercati riceuti et tenuti molto bene à cuore da gran' Principi, con stimarli con si fatta maniera. che alle uolte; io mi sarei contentato più presto d’ esser' uno di questi Virtuosi che esser l’ istesso Principe; et ben uedeuo che erano tanto più pregiati quanto maggiormente erano adornati di qualità honorate costumi uirtuosi et nobili. Et chi poteua [-f.31r-] esser stimato più al suo tempo di Iaches Buus. Dalli serenissimi Principi Estensi in Ferrara che era (secondo ch’ io hò udito raccontar da gli huomini uecchi) il più stimato in questa professione di suonare Organo che fusse per tutta Italia. quanto fù stimato Annibale padouano. Claudio da Correggio Giuseppe guami da luccha dalla Serenissima Signoria di Venetia? Et parimente Andrea Gabrielli? [[che dirò di Christofano maluezzj]] d’ un Luzzasco Luzzaschi, del Caualier dell’ organo detto il fuligatto d’ un Bientina da Pisa. questi hauer hauuto tratenimenti da maggiori Principi d’ Italia, che da me son stati molto ben conosciuti, et sò quanto erano degli di qualsiuoglia Corona di uirtuoso merito; Et oggi al presente non mancano huomini Illustri in questa professione del suono che non cedeno à questi, come era l’ Organista passato di San Marco del quale non mi ricordo il nome suo ma sò molto bene per realazione dell’ Illustrissimo Luigi Cà, de Pesaro, che per benemerito delle sue rare uirtù la Serenissima Signoria come quella che è stata sempre rimuneratrice de Virtuosi, fù [[hanno dato]] [prouuisto corr. Supra lin.] d’ un Vescouifico di entrata quattro milia scudi. Et appresso allo serenissimo Gran Duca di Toscana Principe mio naturale, in posto [[troua al seruitio]] [di Cristofano corr. supra lin.] [maluezzi add. in marg.] Girolamo Frescobaldi con stipendio honoratissimo? E teuto con quel decoro che meritauano [merita ante corr.] [[un]] [un lor corr. supra lin.] pari [[suo]]? che ueramente (per quanto posso comprendere dall’ opere sue) è Intelletto merauiglioso; che non lo cognosco altrimenti per presenza Ma trapassiamo alli Compositori, che [chio ante corr.] s’ io uolessi esprimere li meriti d’ Adriano Vuillaert di Cipriano rore di morales, di Filippo di Monte, d’ Orlando Lasso di Costanzo Porta d’ Alessandro Strigio. Di Luca Marentio, di Giouanni maria Nanino del Soriano [di Morales add. in marg.] et finalmente di quel diuino spirto di Giouanni pierluigi Prenestino lume della buona musica et specchio dell’ honorati costumi [-f.31v-] io son sicuro che non trouerej il fine, et più presto anderei deteriorando la forma della loro Virtù che per mia lingua fussero magnificati poscia che le opere loro possan portare la Corona delle merauiglie della Musica. Et oggi pure si ritrouano Ingegni rari di molta stima, che per esser questi à tutti noti non farò nominatione ad uno ad uno per non esser prolisso. Però lasserò da parte questo ragionamento et tornerò [al add. supra lin.] primiero discorso, per esserti un poco più necessario. Et prima uorrei sapere, se tù hai cognitione de Tuoni, che da alcuni scrittori son chiamati modi, et quanti sono. Discepolo: Hò sentito dire più uolte à Vostra Signoria che li Tuoni sono otto secondo questo uerso, che mi fece imparare à mente già una uolta Primus cum sexto fa, sol, la semper habeto Tertius et octauus, ut, re, fa, atque secundus La, sol, la quartus ut, mi sol, sit tibi quintus septimus fa, mi,fa, sol sic omnes esse recordor. Maestro: Il tutto dici bene, ma cotesto è il modo d’ intonarli quando tù uolessi intonare qualche Salmo. Ma quello ch’ io uoglio dire è il cognoscere nella Musica figurata di che tuono è un' mottetto, una Messa, un' Madrigale, o uero altra Cantilena, non solo questo, ma ancora come tù ti deui gouernare con li debiti terminj del Tuono e ricercar le sue debite corde et interualli [signum] Discepolo: questo ueramente in non so intendere. Vostra Signoria mi faccia gratia di farmene un' poco d’ esempio, acciò possa io comporli con quella ragione che si ricerca [signum] Maestro: Prima deui auuertire che oltra àcotesti otto Tuoni li Musici moderni ne hannoa giunti quattr’ altri, che li dicono Nono, Decimo, Vndecimo, e Duodecimo Tuono. Ma come [- f.32r-] tù maneggerai bene li otto Tuoni, non ti sarà fatica à seguire gli altri quattro: et per che tù intenda l' ordine metterò qui sotto l’ esempio dell’ otto Tuoni, tutti distinti che [[li]] facilmente li intenderai. secondo però la dottrina del Zerlino che cosi li mostra nelle sue Institutioni Harmoniche [Landi, Introduttione harmonica, 32r,1; text: primo, secondo, terzo, quarto, quinto, sesto, settimo, ottauo] Oggi li moderni li formano in un’ altro modo. è uero che sono trasportati ma sono ben anco più commodi et sono in questa forma. [Landi, Introduttione harmonica, 32r,2; text: Primo Tuono, o uero in questo modo] Et questo è quano ricerca il primo Tuono con le sue distanze et interualli della Diapente e diatesseron et [signum] Il secondo Tuono lo forlmano altrimenti di quello che l’ ha dimostrato il Zarlino et è in questo modo [Landi, Introduttione harmonica, 32r,3; text: Secondo Tuono] Et il terzo uien' formato dalli più, come tù puooi uedere per il presente esempio non uariando niente dal Zarlino [signum] mostrato da lui per il secondo [Landi, Introduttione harmonica, 32r,4; text: terzo] Il quarto è formato come stà l’ infrascritto esempio [Landi, Introduttione harmonica, 32r,5; text: quarto] Et il quinto Tuono al presente lo formano in uarij modi, cioè facendolo finire in C. fa, ut. come tu puoi uedere qui di sotto. [-f.32v-] [Landi, Introduttione harmonica, 32v,1; text: quinto] et sono molti che lo trasportano in D. sol. re facendo la sua intonatione in questo modo [Landi, Introduttione harmonica, 32v,2; text: Intonatione, finale] et in questa forma alle uolte hò fatto alcuni salmi. et hò trouato che torna commodissimo per concertare Sono alcuni altri che questo quinto Tuono lo compongono in questo presente modo, non uariando molto dal’ intentione del Zerli8no; ma per concertare è troppo estremo. Se però non si trasporta [Landi, Introduttione harmonica, 32v,3; text: quinto] il sesto Tuono li moderni lo trasportano in fa. ut [Landi, Introduttione harmonica, 32v,4] Il settimo hà diuersi fini, et oggi che si usa di cantare con questi concenti lo pongono per più commodità in questo modo facendolo finire in G. sol, re, ut. et altri in [D add. supra lin.] [[la mi corr. supra lin.]] sol re per b molle [Landi, Introduttione harmonica, 32v,5; text: settimo, ottauo] et cosi parimente l’ ottauo Tuono Et questo è quanto con breuità son per dirti intorno alli Modi o Tuoni. Quanto alli quattro aggiunti, credo che come tù intenderai bene li detti otto, senz’ altro intenderai li quattro, se però sarai studioso come credo. Hora tralascerò il trattar' più di questo, ma con breuità cerchero mostrarti la qualità de Generi della musica per non lasciare in dietro cosa alcuna appartenente à questa professione acciò tù possa hauere lume (se non in tutto) almeno in parte di quanto si ricerca al buon Compositore. per far maggior studio poi, potrai leggere et studiare altri Autori che più di me hanno scritto; come il Zerlino l’ Inluminato, il Vicentino. Pietro Aron, et altri che non mancano molti che [-f.33r-] si sono dilatati nello scriuere della Pratica Delli Generi che appartengono alla Musica cioè Diatonico Chromatico et Enharmonico In generale Capitolo sesto. Non uoglio lassar indietro cosa alcuna che sia d’ utile acciò l’ Intelletto tuo possa hauere cognittione di quanto sia necessario, Laone non [[uoglio]] passerò sotto silentio la qualità de Generi della Musica. Perche tutto quelo che hò detto di sopra et dimostrato con quella facilità à me possibile. sempre hò inteso del Genere Diatonico, tanto del puro, quanto del composto. Hor di quest’ altri che sono il Chromatico e l’ Enharmonico non mi ci uoglio estendere inlungo, ma cosi breuemente io ti darò ad' intendere le cose più necessarie, senza alcuna prolissità. Et prima io ti farò la scala di tutti li tre Generi. che facilmente l’ intenderai. Queste tre scale come tù uedi la prima è Diatonica. la seconda è Chromatica la terza poi è Enharmonica [Landi, Introduttione harmonica, 33r; text: prima, Thetracordo. Hÿpaton, meson, diezeugmenon, hyperboleon, Synemenon, Ordine Chromatico, Enharmonico, Meson, Diezeugmenon, Hÿperbileon, Sÿnemenon, Enharmonico, prima, seconda, terza] [-f.33v-] Discepolo: Io non intendo che uogliano dire quelle parole Hÿpaton Meson. Diezeugmenon, Hÿperbileon et Sinemenon. per gratia mele dichiari. Maestro: Quelle son uoci greche. le quali significano in questo modo: la prima uol dire, Grauissimo, seconda Mezzano il seguente Disgiunto; l’ altro Eccellente e l’ ultimo Congiunto. Et auuertisci che ogni terza Corda d’ ogni Thetracordo del primo ordine procedendo dal graue all’ acuto è particolar diatonica, et parimente la terza corda d’ ogni Thetracordo del secondo ordine segnata con la Cifra # cosi: è particolar Chromatica. Et cosi ancora ogni seconda corda del terzo ordine, d’ ogni suo Thetracordo, segnata per la Cifra [signum] cosi. è particolar Enharmonica. Le altre corde che non hanno segno alcuno di questi Caratteri, sono commuj à tutti li Generi. Et questa cifra che tù uedi segnata in questa forma [signum] al Genere Enharmonico; ne fù inuentore il Zerlino. Et ueramente non poteua mostrare miglior segno e forma. Et benche il Vicentino habbia mostrato nel suo Trattato l’ ordine di comporre il detto Genere assolutamente. Tuttauia, quando non sia fatto à posta un’ Instrumento con tutte quelle Corde, che egli dimostra. Mai sarà possibile poter farlo sentire il detto Genere assolutamente. Discepolo: Per dire uero à me pare il secondo ordine assai difficile, et che astenendosi il Compositore, di por mano [-f.34r-] alle corde particolari d’ altri Generi, credo che non si potrà di quello farne compositione che habbia perfettamente il senso suo. Maestro: Tù dici il uero, et se bene alcuni hanno presupposto di potersi fare, non è però stato uero e si son’ ingannati, et hanno fatto una compositione d’ alcune oro modulationi tanto strane et cosi lontane dalle forme Chromatiche, che era impossibile ad udirle tanto rendeuano fastidio. Et quello che è peggio hanno di più uolsuto metter mano al terzo Ordine, con dire che si poteua comporre qualsiuoglia Cantilena d’ ogni genere, senza hauer aiuto alcuno dall’ altre corde particolari d’ altri Generj, ne potendo far senza quelle, e pur ostinatamente persistendo in uolerle fare. faceuano una Compositione si fastidiosa, et di suono si strano all’ Udito, che non si poteua sentir la peggior cosa. Et dico che si tratta del’ impossibile, potere assolutamente usare gl’ ultimi Generi senza adoperare altre particolari corde d’ altro Genere et ordine. Et quando pur' si facesse qualche Compositione per mezzo di queste, non uiene per questo ella sia giustamente del Genere Chromatico o, Enharmonico come si uanno immaginando. Et io già ero del medesmo parere, et uolendolo io seguire mi sono trouato ingannato, et hò ueduto per esperienza quanto ero lontano dal uero, ne su puol fare et usare altro Genere che il Diatonico, o, asssoluto o, uero misto, Et gli altri Generi non possono rendere all’ Udito diletto alcuno senza esser accompagnati dal Diatonico, con quelli debiti termini et osseruationi che si ricercono. all’ hora rendono dolcezza et diletto merauiglioso. Et questo è quanto io hò uolsuto dirti intorno alli Generi in generale. perche se tù uorrai intendere più profondamente uedi il dottissimo Zerlino et [-f.34v-] il Vicentino che quiui trouerai quanto desiderj [signum] Discepolo: Il tutto cercarò con ogni diligenza metter’ in essecutione, et piaccia al Signor Dio che doppò ch’ io haurò acquistato questa nobilissima professione possa mostrare al mondo il fruttodelle honorate fatiche. che Vostra Signoria hà per sua gratia usate per me [signum] Maestro Hora mi resta a dirti quattro parole per tuo auuertimento, ne son per dire altro che la pura uerità; Per la lunga pratica che ho fatto per diuerse parti dell’ Italia. son uenuto in cognittione per uera esperienza che se l’ huomo non haurà il Mondo un pocò fauoreuole. durerà fatica che le sue opere siano portate et abbracciate ancor che elle siano ripiene d’ ogni dottrina, et ben spesso tù uedrai che qualcheduno ti sarà inferiore. e che à te non si potrà uguagliare, tuttauia quello per esser fauorito, e portato auanti o, da qualche Principe o, da qualche mezzo (che Dio lo sà) uerrà à esser' tenuto in oppinione del più gran uanent’ huomo del Mondo. Et il uolgo ignorante l’ applauderà, e celebrerà che questo sia li stessa sapienza; non parlo solo di questa professione ma ancora intendo d’ ogn’ altra,. Et come dice il Zerlino à questo proposito, che alle uolte un publico grido, et una fama publica non sono solamente à presso il uolgo ma ancora [à add. supra lin.] presso gl’ huominj intendenti e, di giuditio è di tal forza, che niuno osa parlar contro la commune oppinione, quantunque, la comprendino e cognoschino falsissima. anzi bisogna tacere e starsi Mutolo. Perche se à sorte tù o, altri hauesste ordine, di parlare in contrario, ancorche ne parlassi con fondatissima ragione tù ne saresti da ogn’ uno gridato e publicato per bugiardo e maligno, anzi dico di più, che se à sorte dù haurai il Mondo contrario, tale oggi regna in alcunj la Malignità che [-f.35r-] incominciando à perseguitarti, non solo con il dir male dette tue opere, et biasimarle in ogni parte, che ancora cercheranno con ogni infame modo di radunarle da qual si uoglia luogo per estirparle, et quelle per maggior uitupero, uenderle à Pizzicaroli acciò siano uedute publicamente seruire per [[Zacchetta]] [coperta corr.supra lin.] all’ Arenghe et alle Sardelle. Ò Diabolico pensiero, ò Malignità d’ huomini infami. Il tor l’ honor et la fama è pur peccato mortale. Giouar al prossimo è pur di precetto diuino; che giouamento ne caua quel iniquo, à soffocar' quelle uigilie e quelle fatiche tante di quel uirtuoso? Insomma non si troua cosa più contraria alla creatura rationale, che uiuere contra la ragione; questo come persone quasi inrationali, si assicurino che ne pagheranno il fio à tempo et luogo che saranno forsi esempio agl’ altri pari loro, si come più uolte hò ueduto, che son capitati male con segnalato lor' uituperio; Ma lassiamoli andare, e dichino et sputino pur male quanto uogliono cerchiamo noi con ogni nostro potere giouare al prossimo per esser' huominj e gl’ altri huomini et non lupi rapaci [signum] Et perche fino ad hora si è trattato delle parti della Musica per acquistar' la pratica, con quelle demostrationi, et diuisionj che mi è parso più necessario per habito alli buoni principij. Nulla accio l’Intelletto habbia a formare un abito ben disposto et ben ordinato alla Scienza o, Arte. Quindi è che se l’huomo doppo che possederà perfettamente quelle parti che s’appartengono all’ Arte. pigliando un bello uago et dotto stile, all’ hora potrà comparire et mostrarsi al Mondo con l’ opere sue; et se altrimenti [-f.35v-] fossi, sarai tenuto per un' di quelli Musici di dottrina<.> Hor perche di questo non se ne uerria mai al fine. poscia che ogni Compositore hà il suo Capriccio e fantasia; ladoue non si puol arriuare all’ honore di tuti. Et oggi ui sono tanti et tanti diuersi stili et ordinj di comporre che è una merauiglia grande. Dico che tù potrai pigliar’ qual più ti piace et ti sia grato; o ueramente seguire quello che ti si porge dalla natura; purche tù faccia buona et dotta compositione, et sopra tutto fuggi sempre le harbitrarie licenze et più presto sia tù osseruante che licentioso, nè ti curare di far le tue compositioni scabrose, et ripiene d’ ogni difficultà, si con segni contro segni, come anco con inuuentioni di passaggi strauaganti per far metter il Ceruello à partito alli Cantorj, perche ne haurai poco honore, ne ti saranno messe in essecutione più d’ una uolta, di modo che le dette tue opere sarà facil cosa che habbiano à dormire quasi perpetuamente in un Cantone. Et usa ogni diligenza di fuggire la tediosa prolissità, et in particulare non entrare in quelle tante et tante repliche fuor di proposito, le quali diano nel medesimo. perche rendono all’ Intendenti gran’ satietà et fastidio, et facendole siano uarie nel ordine del soggetto,ma non molte, ne ti posso in questo dar’ un tema fermo et resoluto appieno. Poiche puol succedere tal uaghezza nelle parole che ricercherà farsi molte repliche per dilettare gl’ ascoltanti; Ma [-f.36r-] in ogni cosa intendo che tù habbi l’ occhio alla uia di mezzo non lassandoti trasportare da un’ appetito uano di scriuere assai, il qual sia senza un ben fondato proposito [signum] Et auanti che l’ esser uago nello stile è cosa buona, et l’ esser uago senza alcuna dottrina è cosa scioccha. Non ogni uaghezza conuiene ad ogni Musica; ma ogni soda dottrina conuiene ad ogni Musica. L’ Inuentionj peregrine senza scabrosità hanno del Diuino, et l’ Inuentioni scabrose son di dottrina ma non dilettano [diletta ante corr.] l’ Udito. Il far' le compositioni secondo l’ opportunità del Tempo con modo ben ordinato s’ acquista honore et reputatione Il far' le compositioni in cose meno che honeste sono di biasmo et di grande reprensione, poscia che la Musica non si deue applicarla ad altro che in quelle cose che alla timorata ciuiltà si conuiene. Il far il Capriccioso per acquistar nome d’ esser ualent’ huomo. perche il uolgo ignorante par che dica ogni uirtuoso è capriccioso et fondarsi sù questa propositione, è marcia pazzia ne creder mai tal cosa; perche per esperienza, non hò trouato mai huomo che ueramente sia uirtuoso che non l’ habbia ueduto ripieno d’ ogni ciuil conuersatione et abbondantissimo di tute quelle belle parti che si ricerca ad huomo che faccia professione di uirtù et costumi honorati, et di benignità; ne puol esser mai uirtuoso senza queste parti. è uero che hò trouati di molti che faceuano il Capriccioso; ma è ben anco uero che erano più ignoranti che sapienti. perche come si ueniua alla proua, non corrispondeuano à quello che si prosupponeuano; laonde presto si chiariua il Mondo [-f.36v-] del esser loro. Questo è quanto io son per dirti intorno allo stile che deui pigliare; crederò con questo poco et con l’ esperienza che tù potrai accompodarti, et parimenti con il sentire hor questo et hor quello Autore uenire in maggior cognittione qual sia il meglior modo; Et auuerti tù che il tutto hò sempre inteso. per le Musiche Ecclesiastiche. che circa à Madrigali ò Canzonette et Ariette, io non ne uoglio trattare, che il mio Genio non mi corrisponde à simil cose; attendi pur tù dunque con ogni studio. ad acquistar' la buona pratica. Che il Signore Dio te la conceda insieme con la sua santa gratia [signum] Haueuo pernsiero per mia satisfattione trattare dei Modi Maggiori modi minori Tempi et Prolattioni tanto delli perfetti quanto dell’ imperfetti: et parimente delle proportioni. Duple Triple quatruple sesquiatere Miolie maggiori et minori et d’ altre si fatte cose. Ma cognoscendo che saria necessario ch’ io ne facessi un libbro integro: la doue mi estenderei troppo in lungo et farei maggior uolume di quello che si troua, essendo la mia intenzione di attendere alla breuità; tanto più che questo studio si puol fare con ogni esquisitezza dall’ opere del Zerlino da Pietro Aron nel suo Toascanello dall’ Illuminato nel suo Trattato, doue si uede uarie inuention noue di simili materie et ultimamente. se tù rimirerai in quel opera nouamente [signum add. in marg.] uenuta in luce del Zanchi maestro di Cappella del Serenissimo Duca di bauiera trouerai con ogni dottrina con ragioni [-f.37r-] et esempi di uarij Autori eccellentisimi ogni compito desiderio [signum] Et per questo non hò uoluto dilaratmi in simil Materie Del sonar' la parte continuata Capitolo settimo Benche non sia mia professione di suonar' Organo, se non quanto basta in aiuto mio per sentir alle uolte qualche mia Compositione. Tuttauia uoglio trattarne un poco cosi succintamente in torno al modo che si deue tenere per ben suonarlo<.> Non dico per suonar' di fantasia che in questo non mancano altri che ne scriuono nobilmente come è il Diruta nel suo Transiluano. che uà mostrando il modo per far l’ habito buono con ogni termine; descriuendo la differenza del Dito buono et del Dito falso per poter' far' ben; disposta la Mano alli passaggi et all’ altre uaghezze che nel suonar' conuengono, dando et mostrando de belli esempi di uarij eccellentissimi Autori, ch’ hanno messo in luce molte loro fantasie da suonare. Di modo tale, che l’ huomo puol facilemente accomodarsi et indirizzarsi à buona dispositione di mano. Ma uoglio dire del suonare sopra la parte. Et benche il Viadana sopra questo nelli suoi cento Concerti habbia scritto molti auuertimenti li quali uearamente tutti à me sono di gran satisfattione eccetto che nel nono auuertimento, nel quale dice che l’ Organista non sarà mai obligato alla partitura nel guardarsi da dua quinte o, dua ottaue. che questo s’ aspetta solo alle parti frà loro. Laonde à me pare che sia necessario grandissimo il guardarsene. et per mio consiglio uoglio che più presto tù ti appigli all’ oppinione [di francesco Biancardi et add. in marg.] dell’ Agazzari, li [il ante corr.] quali [quale ante corr.] riferiscono [riferisce ante corr.] in [[un suo]] [certo corr. supra lin.] [loro add. in marg.] discorso che nel suonare si auuerti d’ andar' con le Mani per contrario moto. cioè che quando la Mano destra [-f.37v-] ascende la sinistra descenda et cosi per il contrario, quando la sinistra ascende la destra descenda, con questo termine però che se tù farai un’ ottaua con la man sinistra, l’ altra uolta non farai ottaua, ma quinta o, altra consonanza secondo l’ opportunità della parte del Basso continuato. che del resto delli auuertimenti del detto Viadana sono buoni et da esser osseruati et in particolare ch’ habbia l’ occhio. al quarto documento del detto Autore che l’ organista non faccia la cadenza, doue non tocca. cioè se la fà il soprano non la faccia nel Tenore ne quella del Tenore la faccia nel soprano. L’ osseruare gli accidenti cioè del £ del [sqb]. et b. sono necessarissimi. Le legature altretanto necessarie: di qui è che chi uol suonare è necessario che habbia buon Contrapunto, et sappia molto bene la natura di quello, et habbia buona cognittione della resolutione delle dette legature: perche sono delle uolte alquanto difficili. et un' semplice che suona l’ organo solamente per quattro sonate che hà imparato à mente, uuol spacciar’ dell’ organista, et mettendosi a suonare sopra la parte e, non hauendo fondamento alcuno, uiene à fare di brutte Zuppe; e farà un bagordo che l’ huomo sarà forzato à partirsi per non sentirla. Laonde concludo et dico che nessuno si metta à suonare Organo sopra la parte se non è ben fondato d’ buona compositione, o uero se non è Compositore sia al meno buon Contrapuntista o, che sia tanto prouetto et di tanta pratica che non li sia cosa alcuna difficile alla resolutione. et di legature. et di accidenti. Et d’ agilità di mano et quanto basti per suo auuiso [signum] Deo gratias [-f.38r-] Tauola de Capitoli Qual sia la Pratica della Musica i2 Dell’ organo et Inuentori della Musica 13 Della significatione del nome et sua diuisione 14 Delle diferenze che sono tra Harmonia Melodia Concento Suono et Voce Della Consonanza Dissonanza et modulatione i5 Della qualità dell’ Interualli della Musica Della diuision della Musica 16 Delli Elementi della Musica lor distintioni, Gradi et qualità Delli Generi della Musica 17 Quanto deue osseruare il Compositore per far’ una Compositione ben’ ordinata Se la Diatesseron è perfetta o, uero il contrario 20 De membri et parti della Musica 24 In quanti modi si posson saluare le Dissone 29 Del Genere Diatonico Chromatico, et Enharmonico 33 Del suonar la Parte continuata. 37
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