Author: Menini, Don Andrea
Title: Trattato in genere Teorico di Canto fermo
Editor: Massimo Redaelli
Source: Bologna, Museo Internazionale e Biblioteca della musica, MS I.43, f.29r-37v

[-f.29r-] Trattato in genere Teorico (1) di Canto fermo del Signor Don Andrea Menini d’Udine rassegnato alla Correzione De Filarmonici Accademicii di Bologna oue coi altri generi anche tal canto fiorisce a dì 23. Marzo 1761 Fatto in Bologna per Attestato di cognitione Speculatiua (2) necessaria ad ottenere l' admissione Frà' l Numero dei Accademici sudetti à cui aspirando le mie brame faccio umile Instanza Perciò [-f.30r-] Prefazione. Nel frà tempo, chè io risolsi trattenermi in Bologna unicamente per udire le Armoniose composizioni de' Uirtuosi Maestri di cotesta Città, mi uenne desiderio ancora di procurarmi l’ascrizione frà questa Onoreuole Accademia de’ Filarmonici: perciò stimando necessario douermi presentar con qualche tessitura di contrapunto prodotto dalla mia debbole capacità, cosi cominciai applicare sopra il presente Chirie qual mentre perseguitauo per ridurlo à fine piu meglio informato, che per spuntar à tal ricerca, richiedessi una perfetta informazione del canto fermo per darne saggio all’Accademia propria con l’orditura di buon contrapunto sopra la cantilena del medesimo canto. portatomi però dà uarij soggetti per osseruar le lor composizioni sopra detto canto praticate, e per rilleuar se i sentimenti (per lo dietro da me apresi sopra tal canto) si uniformauano ai loro dotrinali, così nonauendo nè questi, ne quelle trouate uniformi; perciò prima di cercar esperimento presentiale in pratica, e operar con mio pregiudizio forse ciecamente in tal genere di contrapunto, aueuo destinato col mezzo del Signor Principe Accademico Mazzoni esponer al giudizio della propria Accademia i teorici sentimenti sopra tal canto dà ualenti Maestri appresi [(1) add. supra lin.], aciò dalla corresione, o admissione de’ medesimi io rileuar potessi la determinata forma del mio [douer add. supra lin.] operare in pratica presentiale colla speranza di bon esito alle mie ricerche. [-f.30v-] Sopragiuntami però la presente inaspettata Lettera, quale m’obbliga douermi imediatamente partire senza poter attendere ne tentare la reduzion dè Signori Accademici Filarmonici, perciò risoluer deuo di lasciar in mano del Signor Principe Accademico Mazzoni l’istesso chirie sudetto, e l’Adoramus del Perti da me Arbitrato, qual sostentarò per una conserua di spropositi à chiunque uoglia prendersi l’assundo di diffenderlo. (1) Ciò solamente lasciar posso perche altro meco non mi trouo auere, nè il passato tempo di mia dimora in Bologna hammi permesso altro produrre prima perche io non credeuo douer partir si presto, poi perche la curiosità mi hà occupato nella lezione dell’Istoria Musica del tanto nominato Padre Maestro Martini, della qual lezzione poi gran tempo non passerà, sicuro che io non dia all’Accademia medesima qualche segno di partocolar profitto al che mi obbligo sotto pena d’esser scancellato dal ordine o numero de’ Filarmonici Accademici di Bologna nel quale desidero, e ricerco esser ascritto, e poscia onorato della Patente [(2) add. supra lin.] con cui sogliono accompagnar il proprio personale. Se però La Uirtuosa Accademia segno maggiore di pratica ancora ricercasse mi onorico ciaschedun de suoi particolari cotanto in Pratica, che in Teorica à proposito della quale dò principio alla seguente. [-f.31r-] Indice della Disertazione demonstratiua I Sette esser le corde del Canto dalle quali nascono le ottaue graui grauissime, acute, ed accutissime. II Perche sopra sdette sette code, e tre deriuate sia stato formato il canto fermo in Unissono. III Perche sopra dette corde, e sue replicate siano praticati nel canto fermo otto soli toni, in tempo che se ne potrebbero formar 12. anche omettendo la corda Be mi per la cattiua rellazione della quinta falsa, e tritono uerbi grazia [Menini, Trattato, 31r,1] IV. Sotto a qual riflesso sopra u’istessa corda verbi grazia [Menini, Trattato, 31r,2; text: D] siano stati formati due toni diuersi V. Perche mottiui, e quali di detti otto toni siano chiamati Autentici, Plagali, Perfetti, Imperfetti, più che Perfetti, Misti, Composti o Partecipanti, Comisti o decomposti VI Perche il primo tono sia stato formato in [Menini, Trattato, 31r, 3; text: D] e non in [Menini, Trattato, 31r,4; text: A] stante che A fù determinata corda più graue de’ tuoni diatonici naturali VII La uera raggione per cui i tuoni Autentici ammettano una corda sotto la fondamentale del tono, et anche di più cioè tutti i gradi dell’Ottaua se possibili fossero alla comune organizzazione delle uoci [-f.31v-] VIII [Menini, Trattato, 31v; text: la, re, fa, mi, do, sol] Altro non dennota, che la nota uocale dogni tono qual’è la superiore per antener la quale bisogna seruirsi del trasporto nelle intonazioni Segue la disertazione [-f.32r-] Dissertazione Omettendo dunque come indeterminato se Jubal, Pitagora, Mercurio, Platone, o Altri siano stati inuentori delle note, e del canto; Comincierò col dire che li Greci antichi institutori della scienza Armonica ritrouato che ebbero sette esser le corde differendi del canto sù le quali pensarono stabilire il canto fermo contemplando tutte l’altre corde come loro deriuate dalle quali nascano le ottaue graui grauissime, acute ed accutissimi, cosi preuedendo anche che la instituzione di detto canto doueua darsi aciò col medemo ne’ tempij douessero cantarsi le diuine lodi dà molti uniti assieme benche uarij alla qualità di uoce (uniti assieme dico) per spiegar apunto l’unione che dobiamo auere nel lodare Iddio e perciò seriamente pensarono determinar tal canto anche frà le corde naturali, e comode ad eseguirsi dalla capacità abbilità, e naturalezza di ciascheduno o della maggior parte almeno nella sua natural Organizione di uoce, quali corde poi comode al Organizazione di ciascheduno stabilirono segnarle nelli spazii, e righe seguenti dandoli per nome (on uece d’altri) le istesse lettere dell’Alfabetto cominciando regolatamente come segue [Menini, Trattato, 32r; text: a la mi re, b, fa, c sol, ut, d, e, f, g,] et cetera intromettendo nelle medesime tutti i nomi differenti, che possono aver dette corde n tutte le sue mutazioni de’ tuoni. [-f.32v-] Così frà le dette corde studiarono a formar tanti uoni o Modi quanti [quanto ante corr.] potessero istessamente riuscir comodi alla comune Organizazione perciò otto solamente considerarono potersi comodamente praticare de quali il primo, e secondo fondarono sopra la corda [Menini, Trattato, 32v,1; text: D. primo, 2.] il 3. e 4. sopra la corda [Menini, Trattato, 32v,2; text: E. terzo, 4.] il quinto, e sesto sopra la corda di [Menini, Trattato, 32v,3] il settimo e l' ottauo sopra la corda di [Menini, Trattato, 32v,4; text: settimo, ottauo] e di questi il 1. 3. 5. 7. chiamarono Autentici, e il 2. 4. 6. e 8. dissero Plagali aggiongendoli il cognome di Perfetti, Imperfetti, più che Perfetti, Misti Composti o Partecipati, Comisti o decomposti secondo le circostanze delle quali si dirà soppo dimostratto come in una istessa corda habbino considerato due tuoni o modi di cantare? Per saper la qual cosa basta riflettere che un istesso tuono puol modular tanto uerso l' ottaua acuta, che uerso l' ottaua graue per li suoi membri senza punto uariar l' esser suo uerbi gratia [Menini, Trattato, 32v,5; text: ouero] il che già uediamo uerificarsi nelle istesse Antifone Ecclesiastiche del canto fermo: segue per esempio un' Antifona [-f.33r-] Antifona qual modula alla quinta sopra e quarta sotto la nota fondamentale quali 4. e 5. sono le parti constitutiue delle due ottaue cioè acuta e graue dal che si uede chiaro che ogni tono hà 2. ottaue [Antifona del tono 8. add. in marg.] [Menini, Trattato, 33r,1; text: In festa Sancti Petri ad Uincula, Erodes Rex aposuit ut aprehenderet et petrum quem cum aprendisset misit in carcerem uoles post Pasca producere [pr<..> ante corr.] pro populo, Dominus regnauit, Tono 8.] Si che da ciò si deduce che ogni tuono sia composto di due ottaue una ascendente, e l' altra descendente però sicome l' ascendere, e descendere (benche praticato in un istesso genere di tono) sono due cose differenti, così gli Antichi in tutto regolati, e misteriosi le cantilene che modulano alla quinta sopra fra l' ottaua acuta dissero esser di tono o modo Autentico, cioè principale uerbi gratia [Menini, Trattato, 33r,2] e quelle che modulano alla quarta sotto frà l' ottaua graue dissero esser di modo Plagale cioe Deriuato uerbi gratia [Menini, Trattato, 33r,3; text: Tono 2. et in psalmis et cetera] [-f.33v-] e cosi distinsero due tuoni sopra un' istessa corda dal solo modular della cantilena alla quinta sopra, o quarta sotto frà le due ottaue acuta, e graue di cui sono parti essenziali, e constitutiue. Quando però detta cantilena giunge in fatti alla quinta fra l' ottaua acuta, ò alla quarta fra l' ottaua graue a l' uno e all' altro dissero dissero Perfetto saluando la sua particolar denominazione di Autentico e Plagale; cosi quando non giunge a detta quinta sopra, o quarta sotto dissero Perfetto saluando la sua particolar denominazione di Autentico e Plagale; cosi quando non giunge a detta quinta sopra, o quarta sotto disser imperfetto, e quando oltrepassa o eccede detta quinta frà l' ottaua acuta, o frà l' ottaua graue disero più che perfetto [Antifona del Primo Tono add. in marg.] [Menini, Trattato, exempli gratia, 33v,1; text: ecce nomen domini uenit de lon] Quando in un' istessa cantilena di qualche tono trouauano esser la quinta frà l' 8. acuta, e 4. frà l' ottaua graue dissero esser di tono misto composto o partecipante cioe partecipante di Autentico e Plagale exempli gratia [Menini, Trattato, 33v,2; text: Uenite in confessione et cetera] Quando finalmente trouauano fra l' ottaue di qualche tono uariato il propio sito de' semitoni dal che nasce anche la uariazione del tono principale allora dissero tuono comisto o decomposto uerbi gratia [Salmo uenite dell' ottauo tono add. in marg.] [Menini, Trattato, 33v,3; text: Uenite exultemus jubilemus ei] cosi poi li nominarono loro secondo la detta circostanza, e cosi nominarli douremo noi, che siamo rileui suoi. ed ecco spiegato ogni cosa e l' etimologia d' ogni pronome apropriato al canto fermo. [-34r-] La ragione poi per cui gli Antichi (in tutto regolati) abbino formato il primo tono in D. [Menini, Trattato, 34r,1] e non abbino cominciato più regolatamente in A. [Menini, Trattato, 34r,2] stante che è prima lettera Uero è che Hoc Opus Magnum, e difficile frà le altre cose dà tutti è considerato, e pur a dimostrar ancor questo uale il sol riflesso che hanno auto in tutto, e per tutto di contener detto conto frà le determinate corde comode alla comune alla comune Organizazione delle uoci; Imperoche [Iperoche ante corr.] si come abbiam detto che A. [Menini, Trattato, 34r,3] considerato, e determinato fù da essi per corda più graue che comodamente potesse esseguirsi nella comune Organizazione (come in fatti) e sicome abbiamo ancor detto, che ogni tono in se amette due ottaue, cioè una acuta, l' altra graue quindi si uede che e auessero instituito il primo tono in A. [Menini, Trattato, 34r,4] o che non aurebbero mai potuto modular per le corde del suo Plagale, ed ecco un disordine. oppure che uolendo modular per dette corde del suo plagale uerbi gratia [Menini, Trattato, 34r,5] subito auerebero ecceduta la corda considerata, e determinata più graue nella comune Organizasione per conseguenza introdotte corde non comode ma impossibili alla sudetta comune Organizazione dell' umana uoce, che però considerata la corda determinata più graue A. [Menini, Trattato, 34r,6] esser appunto il membro constitutiuo [-34v-] del tono Plagale D [Menini, Trattato, 34v,1] perciò in Di determinarono potersi instituire il primo tono Autentico perche in esso D. osseruarono [osseruarono ante corr.], che douendo ò uolendo modular per le corde del suo plagale [Menini, Trattato, 34v,2] ueniuano ad impiegar appunto nella parte graue la corda [Menini, Trattato, 34,3] dà loro considerata e determinata più graue nella commune Organizazione dell' umana uoce ed ecco spiegato quel Opus magnum et cetera Dalli primi sudetti riflessi poi ricauasi anche le uere raggioni per le quali i Toni Autentici possono andar una e anche più note sotto la corda fondamentale; Imperoche come che in ogni cosa deue essere un' ordine detterminato, e fisso, per cui tal cosa si pone all' essere, così in questo; siccome dunque abbiamo detto e cogli esempi dimostrato, che ogni tono in se amette due otttaue una assendente l' altra descendente per la qual cosa nè seguita che i toni Plagali possano partecipar dè Autentici tanto nelle corde imperfette, che nelle perfette. Il che chiaramente si uede neelle medesime Antifone praticato [esempio Antifona del Tuono ottauo qual hà la quinta e sesta sopra e la quarta sotto la corda del tono add. in marg.] [Menini, Trattato, 34v,4; text: Ecce ego mitto Angelum meum qui preparabit tibi uiam meam ante faciem tuam] La sudetta Antifona si troua nel proprio Antiffonario frà la 2. setimana di Auento della Feria 4. al Benedictus. [-f.35r-] Quel Antifona di ton plagale già chiaro si uede che partecipa dele corde dell' Autentico tanto perfettecome imperfette mentre oltre la quinta ha ancora la sesta sopra la corda del tono. Cosi istessamente li toni Autentici possono partecipar anzi partecipano in fatti delle corde imperfette, e perfette de' loro Plagali una e più notte sotto la fondamentale ed anche tutte le notte dell' ottaua graue se tali corde fossero [[corde]] comode, e possibili alla comune Organizazione della uoce ecco più d' un esempio dell' Antifonario medesimo con Antifone di ton Autentico [Salmo ottauo dell Antifona del 5. Tono add. in marg.] [Menini, Trattato, 35r,1; text: Uenite in confessione et in et cetera] Qual Salmo trouasi auere la quinta sopra e quarta sotto come uedesi [del settimo Tono add. in marg.] [Menini, Trattato, 35r,2; text: dominica secunda Aduentus tertia Antifona ad Laudes, ecce apparebit dominus et non mentietur si mora fecerit expecta eum et cetera dabit Alleluia] Qual Antifona istessamente trouasi auere la quinta e sesta sopra ed la quarta sotto ancora [Del Tono primo add. in marg.] [Menini Trattato, 35r, 3; text: Non uos relinquam orphanos Alleluia uado et uenio et cetera] [-f.35v-] Ecco dunque ridotto in fauola, e in falso suposto il pensar che li toni Autentici 1. 3. 5. 7. amettano una sola corda sotto la fondamentale (e questa per Priuilegio) qual dire è giusto un dire per non saper altro che dire, e che denota apunto tanto intendimento quanto ritrouasi in un Papagallo, che proferisse le parole per auerle dà altri udite, ma non perche esso sapia il suo uero significato. Si [[come]] [che add. supra lin.] diremo [dire anto corr.] che sicome ogni Tono può modular tutte le corde dell' ottaua acuta, e graue (come chiaramente si è dimostrato) senza pregiudicar l' esser suo, così anche l' istesso riflesso spiega che li toni Autentici possono ametter sotto la lor corda fondamentale non solamente una, ma anche tutte le corde dell' ottaua graue se possibile, e comode fossero alla comune Organizazione per cui et cetera. Siche à compir il trattato di tutte le principali operazioni necessarie per ben intender il canto fermo resta quasi solamente a dichiararsi il significato delle modulazioni seguenti: cioè [Menini, Trattato, 35v; text: la, re, mi, fa, do, sol] quali furono uirtuosamente introdotte diesi al tempo i San Gregorio per le intonazioni de' Salmi, cioè per conseruar con la direzione di esser sempre uguale la uoce Corale prosseguendo le Antifone d' ogni tono Sopra la uoce corale della prima Antifona. Il che per ben intendere bisogna prima saper che ogni tono hà una notta detta Corale qual è la seconda di [-f.36r-] tutte le seguenti Intonazioni [Menini, Trattato, 36r,1; text: 1. 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8] e questa sudetta notta Corale uol dire, che la sua intonazione di uoce deue esser presa frà quel accuto, e graue che anche l' altre notte del progresso dell' Antifona riescono comode a tutto il Coro tanto rispetto alle più acute, che alle più graui; perciò per ben diriger un Coro dopo intonata la prima Antifona in uoce Corale, cioè comoda à tutto il Coro, deue intuonarsi poi anche la notta Corale dell' Antifona seguente (abbenche di tono diuerso) sù l' istessa accutezza di uoce, che era la Notta Corale dell' Antifona Antecedente dal che necessariamente seguir dèe il trasporto delle Notte douendole supponer in sito diuerso dal suo priprio assegnato; come dal fatto si uede mentre che Douendo l' Organo risponder a una Antifona del primo tono Delasolre giustamente preso; detto Organo corrisponder deue in D. al primo tono susseguendo poi altra Antifona del secondo Tono già D [Menini, Trattato, 36r,2] à quale Antifona (quando sia ben direttta secondo l' ordine sudetto) douendo l' Organo rispondere, trouerà douer rispondere in F. [Menini, Trattato, 3] il che rende abbastanza uerificato praticarsi il sudetto trasporto nel diriger le Intonazioni delle Antifone nelle quali douendo anche conseruar il Solfeggio della propria modulazione del Tono; perciò rendesi necessaria anche la cognizione, e l' uso degli Accidenti # e [sqb]. [-f.36v-] Quali cose tutte si oppongono all' Istoria Musica del Reuerendo Padre Maestro martini Filarmonico Accademico di Bologna doue alla disertazione 3. pagina 370 dice il canto fermo, ed Le Intonazioni esser quali erano apresso li Ebrei. poi Alla Carta 424 dell' istessa terza disertazione dice il canto fermo presente sia quell' istesso che cantauano li Ebrei nel tempio con musicali stromenti. il che conferma anche Alle carte 409 della terza disertazione dicendo il canto deggli Ebrei era accompagnato dà musicali stromenti. poi Alla carta 411 della stessa disertazione terza dice: Accidenti di # o [sqb] niun uestiggio d' essi ritrouarsi ne' libri Ecclesiastici di canto fermo ne' secoli passati. Quali suposizioni sono tanto frà di loro contrarie quanto l' aqua è contraria al foco; Imperoche O che il canto degli Ebrei era differente dà quello che cantiamo noi, O che noi il cantiamo differentemente, e per consequenza la Chiesa non hà conseruato l' istesso canto della psalmodìa Oppure Se il canto delli Ebrei era, qual' è il nostro presente O che li Ebrei non accompagnauano il canto cogli Instromenti. O che se l' accompagnauano si seruiuano del trasporto, e per consequenza doueuano esser in uso li accidenti di # e [sqb]. [-f.37r-] Alle quali sudette proposizioni indeterminate e indeterminabili assieme, ricercho sentir la resoluzione dal medesimo Padre Martini per poter ancor io col uolgo decantar il suo ualore senza scrupolo. La opinione mia frà tanto è, che gli Ebrei non abbino auto l' uso delle intonazioni; Qual abbiamo noi ma che esseguissero il canto Ecclesiastico nelle proprie corde graui, ed acute de' Toni Plagali ed Autentici senza praticar il trasporto, che pratichiamo noi mediante lle sudette intonazioni, e quindi falso che il presente canto anche rispetto alle intonazioni sia simile a quello che gli Ebrei cantauano nel Tempio. In tal suposto dunque è facile che potessero accompagnar il canto cogli istromenti senza alcun uestiggio di # accidentale, aliter non comparendo et cetera Ed ecco sin quì dimostrato il più considerabile al comune essercizio del canto fermo: Uolendo poi passar à produr l' armonica tessitura a 2. 3. 4. e più parti sopra le cantilene del medesimo canto fermo bisogna prima sapere che Tal canto non per altro si dice fermo, se non perche debbasi star fermi nelle proprie corde del tono semplice; perciò non si dee uariarlo nei accompagnamenti quando uariata non sia la cantilena medesima quando non uogliasi mutare laa natura del tono uerbi gratia mesto in aliegro, di semplice in composto e decomposto o peggio di canto fermo in canto moderno ordinatamente non consistente [-f.37v-] in altro, che in una continoa uarazione di modulare pe toni diuersi con arbitrarie armonie perfette imperfette, dissonanti, maggiori, minori, superflue, e diminute a beneplacito; per sfogar a punto il solo caprizio, e la fantasia ma non il sentimento, ed espression delle parole, che dourebbe esser appunto una delle principali applicazioni. Perciò sul suposto di tale aplicazione all' espressione delle paole, una Composizione concepita con terza minore io penso non poterla concludere, o terminare in terza magiore per la raggione istessa che Un discorso non può dirsi perfetto se non si abbia uduta una perfetta conclusione à proposito del principio; Imperoche si come direbbesi imperfetto il discorso se si udisse in fine una conclusione differente dalla proposta: cosi apunto dee chiamarsi una composizione di terza minore terminata con la maggiore stanteche si mutta l' espressione d' affetto mesto che ha la terza minore in affetto alliegro, e spiritoso che hà la terza maggiore; cosa assolutamente contraria, perciò da non praticarsi se non che in incontri che le stesse parole del fine della composizione ricerchino tal terza maggiore alla sua buona, e natural espressione come necessaria. e con queste, ed altre simili sarò seruitor di chi mi uol à dozena senza Quatrini Don Andrea Menini d' Udine.

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