Author: Vallotti, Francescantonio
Title: Raggionamenti del Padre Francescantonio Calegari che seruono per sostenere il di lui sistema del Tuono minore musicale armoniale nella corda, ed Ottaua di D. la sol re contro il Padre Uallotti che lo uuole fondato nella corda, ed ottaua di A la mi re per le raggioni che si uedranno in risposta alle obbiezioni del sudetto Padre
Editor: Massimo Redaelli
Source: Padua, Pontificia Biblioteca Antoniana, MS A.VI.537, f. 1r-<15v>

[-f.1r-] Raggionamenti del Padre Francescantonio Calegari che seruono per sostenere il di lui sistema del Tuono minore musicale armoniale nella corda, ed Ottaua di D. la sol re contro il Padre Uallotti che lo uuole fondato nella corda, ed ottaua di A la mi re per le raggioni che si uedranno in risposta alle obbiezioni del sudetto Padre; senza considerare di presente gli altri [[casi]] ualidissimi fondamenti, che mirabilmente accordando in teorica, non meno che in prattica lasciano la mente libera da qualunque, benche menoma confusione con grande sensibilissimo uantaggio di chiunque si accinge alla pratica. Padoua 24 Nouembre 1731 [-f.2r-] Padre Calegari. Leuandosi il Tuono minore naturale dalla ottaua e corda di D. la sol re si distrugge il principio [[delle] di esso con totale disordine della lettura, modulazione, trasporti, e di tutto il giusto intendere di esso, [[con]] apportando conseguentemente orrida confusione nella prattica et cetera dunque et cetera Padre Uallotti. Io certamente mutando la sede al Tuono minore naturale non ho preteso conseruare ne la lettura, ne la stessa modulazione, ne lo stesso ordine de trasporti, anzi ho inteso precisamente di tutto ciò mutare per ridurre ogni cosa ad un giusto principio che appunto togliendo ogni confusione lasci libera la mente al giusto intendere, ed al retto operare. Padre Calegari. Il Tuono minore deue legger mi nella sesta corda, onde trasportandolo in A la mi re ui si deue porre il diesis alla chiaue nella posizione di F. fa ut, ed in tal caso sarà il primo trasporto del tuono minore in figura di diesis, e non mai tuono minore naturale, poiche ogn’ un sà che i tuoni naturali non ammettono accidentale figura alla chiaue. [-f.2v-] Padre Uallotti. Appunto perche ogn’ un sà, che i Tuoni naturali non ammettono accidentale figura alla chiaue di sorte alcuna, perciò [[stabilisco]] uolendo io stabilire il tuono minore naturale in A la mi re non u’ appongo ne Diesis, ne B molle, onde ne segue che siccome collocato in D. la sol re leggeua Re, mi, fa, sol, re, mi, fa, sol; ora collocato in A. la mi re legge: Re, mi, fa, re, mi, fa, sol, la, e laddoue contro la natura del tuono minore si leggeua mi nella sesta corda, ora seguendo la natura dello stesso mi si legge fa, la qual cosa più chiaramente apparirà in appresso; soggiongo [ora add. supra lin.] solamente che la supposta obbiezione è fallace per mottiuo di petizione di principio, come parlano i Logici, poiche et cetera e potrebbesi anche negare il supposto, mentre suppone ciò che è in controuersia. Padre Calegari. La corda ed ottaua di A la mi re, colla sua naturale lettura è destinata, ed è propria del terzo tuono Corale, perciò non può mai essere tuono minore armoniale, [[p]] attesa la discrepanza che uerte fra i tuoni corali, ed i tuoni armoniali, auuegnacche quegli sieno fondati in [-f.3r-] una ottaua di pura sonorità adorna e di armonia priua, questi all’ opposto in una ottaua per se stessa di armonia ricolma: quella di sole sonore consonanti e dissonanti intonazioni [[composta]]; questa di sette accompagnamenti consonanti composta. Padre Uallotti. La corda ed ottaua di D [A ante corr.] la sol re colla sua naturale lettura è destinata ed è propria del primo tuono Corale, dunque non può mai essere tuono minore armoniale, attesa la discrepanza et cetera come sopra. Padre Calegari. Posto che si stabilisca il Tuono minore naturale nella corda ed ottaua di A la mi re, che s’ a à fare della corda ed ottaua di D. la sol re colla sua naturale lettura? Padre Uallotti. Resta intatta, e si lascia ad uso degl’ Ecclesiastici, i quali conseruano in essa il di loro primo tuono corale, siccome lasciamo la corda ed ottaua di G. sol re ut [[per]] colla sua naturale lettura per l’ ottaua, e quella di E la mi per il quarto, cosi potendosi discernere dagli altri. Padre Calegari. Ecco com’ è pur uero che un errore ne chiama un altro. Gli tuoni corali, come sopra diceuasi, sono fondati in una ottaua di sole sonore unità composta, laddoue i tuoni armoniali sono [[fonda]] [-f.3v-] fondati in una ottaua composta di accompagnamenti consonanti; come dunque la corda ed ottaua di D. la sol re, che era destinata al tuono minore armoniale uedesi ora e può lasciarsi al primo tuono Corale? Certamente io non ho mai inteso che la stessa Ottaua di D. la sol re, [per la stessa raggione, e sotto la stessa considerazione add. supra lin.] sij nello stesso tempo sede del tuono minore armoniale, ed anche del primo tuono Corale, abbenche in una sentenza l’ uno é l’ altro sieno fondati in quella corda ed ottaua; ma bensi distinguo una dall’ altra cosa, e considerata tale ottaua[[,]] come di pura sonorità adorna dico [[ella esser]] [esser ella corr. supra lin.] base del [[tuono]] primo tuono Corale, ma considerata come di sette accompagnamenti consonanti composta essere allora base del tuono minore armoniale, ne mai in modo alcuno primo tuono corale. Padre Uallotti. Tutto è uero, ma neppur io ho inteso mai di lasciare al primo tuono Corale quella stessa corda ed ottaua di D. la sol re composta di sette accompagnamenti consonanti, ma bensi quella sola, che di sonore consonanti e dissonanti intonazioni è formata ed è [[contenuta]] [realmente corr. supra lin.] contenuta in quella stessa, che di sette accompagnamenti consonanti è composta. [-f.4r-] Oltre di che è noto che oltre gli tuoni Corali semplici, li quali sono ad uso del solo canto Gregoriano, ui sono anche gli tuoni corali resi armoniali [[, come i quali sono stati praticati]] [per mezzo delli sette accompagnamenti corr. supra lin.] consonanti nelle sette ottaue di lettura é specie diuersa contenuti, li quali con somma lode e felicità sono stati praticati da Pier Luigi Palestina, ed altri del suo secolo e scuola, ora di tale primo Tuono corale io intendo di parlare, il quale tuttauia è molto diuerso dal tuono minore armoniale per la diuersa modulazione che portano l’ uno e l’ altro, ed è anche diuerso dallo stesso primo tuono Corale semplice, mentre questo non contiene se non sonorità, e quello armonia e sonorità insieme. Padre Calegari. Si confonde con questa nouità il bell’ ordine de trasporti con tanta fatica e sudore disposti, cosicche dieci ne ha il tuono maggiore trasportato in figura di Diesis #, [[ed otto]] [e sei corr. supra lin.] in figura di B molle b; Il tuono minore poi otto ne ha qualora è trasportato in figura di Diesis #, ed altri otto in figura di B molle b, cosicche sedici trasporti ha il tuono maggiore, ed altri sedici ne ha il tuono minore, che sono [- f.4v-] tutti insieme trentadue, e tutti questi uniti alli due tuoni naturali formano trentaquattro corde, dalle quali tutte resta interamente, e con merauiglioso ordine diuiso tutto lo Strumento da [di ante corr.] tasto. Ora con quale coraggio puossi metter mano in cose si ben disposte? Padre Uallotti. Queste nouità siccome sono [[parti]] [nobili corr. supra lin.] parti della pura uerità uariano bensì l’ ordine antidetto, ma affatto non lo distruggono, e che ne sij la uerità osseruisi che siccome nel tuono maggiore non è disordine alcuno, si lascia intatta egualmente la sua principal corda naturale, che li suoi trasporti tanto in figura di Diesis # [e ante corr.], quanto in figura di B molle b, ma nel tuono minore per rimediare al graue disordine si muta la principal corda naturale, ed in uece di D. la sol re si dispone in A la mi re, onde ne segue che laddoue erano i [[tr]] [di corr. supra lin.] lui trasporti otto in figura di Diesis #, e otto i figura di B molle b, [ora add. supra lin.] [[,]] per mezzo di questa mutazione noue [[diuenghino]] se ne abbino in figura di B molle, e [[re]] sette rimangano quelli in figura di Diesis, cosicche sedici sono i trasporti del [-f.5r-] tuono maggiore, e sedici ancora quelli del tuono minore, come chiaramente apparisce dalla seguente figura, e giusto ordine. [Uallotti, Raggionamenti, f.5r; text: Tuono maggiore, minore, e suoi trasporti in figura di Diesis #. A. B. C. D. E. F. G. molle b.] [-f.5v-] Osseruabile rendesi nella supposta figura, che il Tuono maggiore ne suoi trasporti in figura di Diesis # supera il tuono minore di tre trasporti, auuegnacche quello ne [[h]] abbia dieci, e questo sette solamente. Per lo contrario poi trattandosi de trasporti in figura di B molle b il tuono minore supera il maggiore di tre trasporti, attesocche quegli ne ha noue, e questi sei solamente: della qual' [quale ante corr.] cosa ui sono le giuste, uere, e ben fondate raggioni, delle quali discorreremo in appresso, bastando ora osseruare il bell’ ordine che fra l’ uno e l’ altro armonial tuono trouasi essere. Padre Calegari. Tutto ciò da se si distrugge, qualora si considera che (attesa la totale dipendenza del tuono minore dal maggiore, [[dell’ uno e dell’ altro deue]] cosicche se questi non si dasse neppur quegli aurebbe mai auuto l’ essere) le stesse lettere, e corde dell’ uno debbon essere quelle dell’ altro, la qual cosa succede qualora si stabilisca il tuono minore naturale in D. la sol re, e non mai se si stabilisca in A la mi re. [-f.6r-] Padre Uallotti. Deue certamente tenersi per massima irrefragabile che il tuono minore talmente dipenda dal maggiore che se questi non esistesse neppur quegli si darebbe in modo alcuno, ed in seguito di tale dipendenza debbono esser dell’ uno e dell’ altro le stesse lettere e corde, ma soggiungo che debbon esser le stesse non solo nella prima pratica, ma ancora nella seconda. È uero che nella prima pratica il tuono minore ha le stesse lettere corde che ha il maggiore, con questa sola differenza che laddoue il maggiore comincia nella lettere e corda di C. sol fa ut, il minore comincia in quella di D. la sol re: quello legge do re mi fa sol re mi fa; questi legge Re mi fa sol re mi fa sol , ma poi nella seconda prattica osseruo che per mezzo del B molle b alla sesta corda si [[legge]] [uaria corr. supra lin.] sempre la supposta lettura, qual lettura è naturale della lettera e corda di A la mi re. Padre Calegari. Alle cose mal’ intese peggio si risponde. È mai sempre immutabile la naturale lettura del tuono [minore add. supra lin.] contenuta nelle naturali posizioni di esso; ma se poi [ella add. supra lin.] uedesi [[ella add. supra lin.]] mutare nella seconda prattica, [-f.6v-] ciò succede per mottiuo di euitare il trittono che trouasi frà F fa ut, e B fa [sqb] mi, [[la]] a cui si rimedia per mezzo del B molle alla corda di B. fa [sqb] mi, e qui è da sapersi che il tuono minore oltre li due fa naturali contenuti nelle lettere, e corde di F fa ut, e C. sol fa ut ammette [[ancora]] dippiù un terzo fa accidentale nella supposta lettera di B fa [sqb] mi per mezzo del B molle b non già disposto alla chiaue, ma sol tanto accidentalmente usato qualora ne occorre il bisogno. Padre Uallotti. Qualora la seconda prattica non si uniformi alla prima precipita in orridissimo disordine qualunque [[musicale]] scolastica musicale materia, [[onde non ueggo per quale motiuo debba concedersi l’ uso del fa accidentale,]] e tanto ueggo succedere all’ armonial tuono minore concedendogli l’ uso del fa accidentale oltre li [di ante corr.] due naturali souraccennati, poiche oltre il disordine che nasce nella lettura delle di lui cantilene, siamo sempre in pericolo di errare nelle proposte, e molto più facilmente nelle risposte delle fughe, e metodici sugetti, principalmente scriuendo con nota bianca, [-f.7r-] ed in istile da Cappella, in cui non u’ ha dubbio che maggior rigore richiedesi, e questo è pure un essenziale disordine che ha potuto pregiudicare in tale proposito anche qualche molto eccellente Proffessore; laddoue collocando il tuono minore naturale nella lettera e corda di A la mi re mediante la debita osseruazione ed uso delli due fa, e mi naturali giuste uengano le proposte, [[e]] [e corr. supra lin.] giustissime le risposte: si facilita al sommo la lettura di qualsiuoglia cantilena, e dippiù uiene ad uniformarsi interamente il tuono minore col maggiore non solo nelle lettere e corde, ma in oltre anche nella qualità e numero delle subordinate corde di cadenza. Padre Calegari. Le corde di cadenza nel tuono maggiore sono sei, e quelle del tuono minore sono cinque, e cinque sole esser debbono appunto, perche è tuono minore, e la raggione si è perche il tuono maggiore deue auerne una più del minore. Padre Ualloti. Ogni qual uolta il solo arbitrio senza raggione alcuna debba esser regola infallibile per stabilire qualunque musicale materia, e principalmente [-f.7v-] nell’ importantissimo affare de tuoni modali sarà l' [[imp]] armonica nostra Proffessione mai sempre inuiluppata in dense orridissime tenebre, attesocche l’ arbitrio d’ un Uomo equiuale, ed è libero egualmentecche quello di [[un altro]] [qualunque corr. supra lin.] altro; Laonde conuiene assegnare qualche raggione, se non per determinare il numero delle cadenze, almeno onde si comprenda douer esser piuttosto queste che quelle. Padre Calegari. Delle sei cadenze assegnate al tuono maggiore trè, che sono le [[principali]] [[essenziali corr. supra lin.]] [principali corr. infra lin.] sono fondate nella principale, quarta, e quinta corda, cioè in C. sol fa ut, in F. fa ut, ed in G. sol re ut; [[le altre tre sono]] [[e queste sono quelle che stabiliscono il tuono nella]] che sono le trè corde costitutiue del tuono; a queste poi aggiongonsi le altre tre, che sono accessorie, le quali sono fondate nella sesta, seconda, e terza corda, cioè in A la mi re, D. la sol re, ed E la mi: quella di A la mi re ui si pone come corda corrispondente di C. sol fa ut, quella di D. sol re come corrispondente di F fa ut, e quella di [-f.8r-] E la mi come corrispondente di G. sol re ut. Padre Uallotti. L’ ordine è bellissimo, giustissimo [e chiarissimo add. supra lin.], e poiche non contiene se non pura uerità e chiarezza perciò si lascia intatto, e si risguarda egualmente con rispetto ed ammirazione: ma la difficoltà si è [[del]] nel tuono minore, onde in questo si desidera maggior chiarezza di quella che si troua. Padre Calegari. Il tuono minore, come sopra diceuasi, non ha se non cinque corde di cadenza; le prime tre che sono le principali, sono fondate nella principale, quarta, e quinta corda, cioè in D. la sol re, G. sol re ut, e A la mi re che sono le tre corde costitutiue del tuono, auuertendosi che la corda di G. sol re ut deue praticarsi con la terza minore, attesocche le tre principali corde di cadenza ne' tuoni armoniali debbon essere uniformi, onde siccome nel tuono maggiore sono maggiori cosi nel tuono minore debbon esser minori, e perciò la terza di G. sol re ut, che è naturalmente maggiore si farà minore per mezzo del B molle b: le altre due cadenze sono fondate nella terza, e settima corda, cioè in F. fa ut, ed in C. sol fa ut, le quali si aggiongono all' [-f.8v-] altre tre per essere i due fa naturali della principale ottaua, uietandosi onninamente il far cadenza in B fa b, abbenche in essa lettera e corda contengasi il fa accidentale. Ecco come ogni cosa è posta nel suo chiaro lume, e resta annichilata qualunque difficoltà, che possa mai nascere in tale proposito. Padre Uallotti. Se al tuono minore concedonsi [[sol tanto]] [le due corr. supra lin.] souraccennate cadenze sol tanto, perche sono li di lui due fa naturali, dunque ui si [[douran]] [douranno corr. supra lin.] anche concedere quelle di E la mi, e B fa [sqb] mi, che sono i di lui due mi naturali, ouuero se non quella di B fa [sqb] mi attesoche ha naturalmente la quinta minore [incapace di formar cadenza add. supra lin.] almeno certamente quella di E la mi [che non soggiace a tale opposizione add. supra lin.], la qual cosa è totalmente impropria, ed affatto lontana dal giusto, come ogn’ uno può intendere. Ma per rispondere direttamente appigliandomi all’ ottima irrefragabil massima souraccennata, che i tuoni armoniali debbon essere uniformi nelle tre principali corde di cadenza, cioè nella principale, quarta, e quinta corda, soggiongo che trattandosi di tuono naturale debbono [[le]] tali corde essere uniformi naturalmente, e non mai per mezzo di alcuna [-f.9r-] accidentale figura, e quando ciò non sia uero potrebbe taluno stabilire [[per corda principale]] il [del ante corr.] tuono maggiore naturale nella corda ed ottaua di G. sol re ut con la sua naturale lettura, abbenche in tal caso per uniformare la di lui[[à]] quinta corda alla principale bisognasse ualersi del Diesis # auuentizio alla posizione di F. fa ut, che potrebbesi denominare il di lui mi accidentale, siccome si ammette il [in ante corr.] fa accidentale oltre li due naturali nel tuono minore. Le quali cose ogn’ uno può ageuolmente conoscere che sono erronee in ogni sua parte: conuiene dunque stabilir massima, e regola infallibile, onde senza timore d’ ingannarsi possa ciascheduno conoscere quali e quante sieno, e debban essere le proprie cadenze di qualunque tuono. Padre Calegari. Ne altra regola, ne migliore può assegnarsi, se non che le tre principali cadenze del tuono armoniale debbon esser fondate nelle tre principali corde di esso, cioè principale, quarta, e quinta; le altre poi, che accessorie si dimandano debbono stabilirsi per uia di corrispondenza, come sopra diceuasi, e principalmente parlando del tuono maggiore, [[il]] [dal corr. supra lin.] quale il minore in tal modo dipende che se quegli non si dasse, neppur questi aurebbe esistenza alcuna. [-f.9v-] Padre Uallotti. Si dà benissimo altra, e miglior regola, anzi questa trouasi infallibile, perpetua ed uniuersale, ed è: che quelle sole corde, le quali naturalmente esistono colla sua terza e quinta nella principale ottaua del tuono, quelle dico solamente sono capaci di formar cadenza nello stesso, e con tal regola, che piuttosto inalterabil massa denominarsi deue, siccome ueggo, anzi tocco con le mani che sei sono le corde del tuono maggiore, cioè le souraccennate, cosi intendo che l’ ottauo tuono corale fondato nella corda ed ottaua di G. sol re ut colla sua naturale lettura non [[per]] ammette cadenza in B fa [sqb] mi attesoche tale corda non ha in quella ottaua la quinta maggiore, cosi pure non [[p]] ammette cadenza in D. la sol re, se non con terza minore per la stessa raggione; siccome il primo tuono corale non ammette in modo alcuno cadenza in B fa b, attesoche tale corda uien esclusa dalla di lui principale ottaua di D. la sol re, e cosi non ammette cadenza in G. sol re ut, se non con terza maggiore per la stessa sudetta ragione, così potendosi discorrere di ciaschedun tuono corale. Ora dunque in uigore di tal massima escludesi dal [dalla ante corr.] tuono minore armoniale [fondato in D. la sol re add. supra lin.] la cadenza di G. sol re ut con terza minore, e pure per l’ altra massima, [-f.10r-] che uuole debban essere uniformi la principale, quarta, e quinta corda ui si dourebbe concedere. [[Qua]] dalla quale opposizione chiaramente comprendesi che la corda, [[di D. la sol re]] ed ottaua di D. la sol re, colla sua naturale lettura non può mai esser base del tuono minore naturale, bensì tale può essere unicamente, ed è la corda ed ottaua di A la mi re, in cui osseruiamo la naturale uniformità delle [trè add. supra lin.] principali corde, nelle quali sono fondate le trè cadenze essenziali d’ esso tuono, restandoci tuttauia luogo di stabilire le [[altre]] cadenze di participazione, che sono altre tre; [[che sono]] [cioè corr. supra lin.] in C. sol fa ut, F fa ut, e G. sol re ut. le prime trè cioè quelle di A [D ante corr.] la mi re, D la sol re, ed E la mi si dicono essenziali perche queste sole sono costitutiue del tuono minore nell’ esser suo: le [[tre]] [[<.>p<.> ante corr.]] trè ultime si dicono di participazione, perche sono participate dal tuono maggiore; siccome uicendeuolemente nel tuono maggiore le trè cadenze in C. sol fa ut, F. fa ut. e G. sol re ut sono [[cost]] [essenziali corr. supra lin.], perche sono costitutiue di esso nel totale esser suo, e le altre trè di A la mi re, D. la sol re, ed E la mi [[sono]] [si dicono corr. supra lin.] di participazione, perche gli uengano participate dal tuono minore, ed [-f.10v-] ecco come si abbracciano l’ uno e l’ altro armonial tuono, poiche nell’ uno e nell’ altro ui si trouano le due naturali corde [[de]] con le altre quattro [[corde]] del primo trasporto di amendue tanto in figura di diesis #, quanto in figura di B molle b. Ma per rispondere, e stabilire il mio sistema con gli stessi sentimenti dell’ Auuersario torno addietro, e dico se nel tuono maggiore si amette la cadenza in A la mi re come corda corrispondente a quella di C. sol fa ut, [[in D. la sol re, come corrispondente ad F. fa ut, e in [[G]] E la mi, come corrispondente a G. sol re ut]], essendo questa corda naturale del tuono maggiore conuien che quella sij corda naturale del tuono minore, imperocche ad una corda naturale non può corrispondere se non un altra corda naturale, e non mai alcuna corda di trasporto: cosi per [[la st]] la stessa raggione, e [[con]] [col corr. supra lin.] giusto ordine se nel tuono maggiore si ammette la cadenza in D. la sol re come corrispondente a quella di F. fa ut, essendo questa corda del primo trasporto dello stesso tuono [in figura di B. molle b add. supra lin.] conuien che quella sij la corda del primo trasporto del tuono minore [[i]] nella stessa figura: per ultimo se nel tuono maggiore si ammette la cadenza in E la mi [[<.>]] come corda corrispondente a quella di [-f.11r-] G. sol re ut, essendo questa prima corda del primo trasporto dello stesso tuono in figura di Diesis #, conuien che quella sij la corda del primo trasporto del tuono minore nella stessa figura, ed ecco che con gli stessi sentimenti dell’ Auuersario abbiamo rinuenuta [[<..>]] [[la]] non solo la principal corda [ed ottaua add. supra lin.] del tuono minor naturale, ma anche le di lui trè essenziali cadenze, e per trouar quelle di participazione anche col solo lume della corrispondenza basta prendere a occhi chiusi le trè essenziali del tuono maggiore, impercche se A la mi re corrisponde a C. sol fa ut, D. la sol re a F. fa ut, E la mi a G. sol re ut, conuien necessariamente, poiche la corrispondenza deue esser uicendeuole, che C. sol fa ut corrisponda ad A. la mi re, F fa ut a D. la sol re, e G. sol re ut ad E la mi, onde stabilito ne resta il tuono minore naturale armoniale senza che rimanga confusione alcuna ne in teorica ne in pratica, anzi col più perfetto chiaro lume che bramar si possa. Padre Calegari. Io non sò come gl’ altri l’ intendano, ma io certamente non la capisco, attesoche per la dipendenza che ha il tuono minore dal maggiore le corde di quello debbon esser le stesse di questo, e ciò non succede qualora abbandonata la corda di D. la sol re si uoglia stabilire il tuono minore naturale in [-f.11v-] A la mi re, o in qualunque altra corda fuori di quella di D. la sol re. Padre Uallotti. Se à ciò non auessi abbastanza risposto, soggiongo che non si douesse attendere ad altro che alla massima per cui pretendesi che di amendue tuoni armoniali debban essere le stesse lettere e corde dico che il tuono minore armoniale potrebbe stabilirsi anche nella corda ed ottaua di E la mi, e nondimeno sarebbero di amendue i Tuoni armoniali le stesse lettere e corde, imperocche sette sole sono le Gregoriane lettere, e otto sono le corde del armonial tuono maggiore nelle sudette sette lettere contenute colla repplicazione [però add. supra lin.] di C. sol fa ut, che è la prima di esse, [[e siccome ciaschedun tuono modale è fondato onde originate]] [da tale Ottaua originate corr. supra lin.] ne restano non solo le sette ottaue di lettura e specie diuersa, ma inoltre i sette accompagnamenti consonanti; Or siccome ciaschedun tuono modale è fondato in una delle sette ottaue, e ciascheduna di esse contiene le sudette sette lettere e corde conuien neccessariamente che le [[cor]] lettere e corde dell’ uno sieno le stesse corde che quelle dell’ altro, e ciò si [--] uerifica tuoni armoniali, ma dippiù [[ancora]] ne Tuoni Corali fra se comparati, [[e ancora]] ed anche posti a fronte degli armoniali. Padre Calegari. Questo non è ciò, che io intendo, e perciò mi spiego meglio. [[Intendo]] Acciocche dell’ uno e dell’ altro armonial tuono sieno le [[<..>]] stesse lettere e corde conuien che la principal lettera e corda del tuono minore sij immediatamente contigua alla principale del tuono maggiore, onde ueggasi l’ uno dall’ altro, anzi [piuttosto add. supra lin.] nell’ altro nascere. Padre Uallotti. Certamente parmi che dal tuono maggiore [nasca add. supra lin.] il minore, e di amendue sieno le stesse lettere e corde, poiche è certissimo che amendue anno gli stessi mi, e fa ed in una parola [[in]] nell’ uno e nell’ altro sono le stesse maggiori, minori, e semplici intonazioni, ed anche gli stessi sette accompagnamenti consonanti. Che se poi si pretendesse che li due mi debbano esser disposti nella seconda e [[settima]] [sesta corr. supra lin.] corda, e li due fa nella terza e settima, rispondo che questa si dimanda pura petizione di principio, ed inoltre auuerto che posta la base del tuono minore naturale nella lettera , e corda di [[G.]] D. la sol re resta fondato [[tale supposto]] [il corr. supra lin.] detto tuono in una ottaua [egualmente add. supra lin.] di lettura, [--] e spezie diuersa [[dalla ottaua]] [[dalla ottaua]] [che quella corr. supra lin.] d’ A la mi re dalla ottaua del tuono maggiore, onde ne segue che siccome in ciò uanno del pari le due ottaue di D. la sol re, e di A la mi re, ad altre cose più essenziali debba riuolgersi la mente per chiaramente conoscere, e giustamente stabilire quale delle due [[corde]] sij la uera base del tuono minore naturale, armoniale. Ma di ciò abbastanza se n’ è raggionato di sopra, onde tralascio di dirne altro per dimostrare che arbitrariamente diceuasi che li due mi debbon essere disposti nella seconda e sesta corda, e li due fa nella terza e settima corda della principale ottaua del tuono minore, imperocche osseruo che uerte certa tale qual differenza [[fra l’ un]] non meno fra li due mi naturali [considerati nel tuono maggiore add. supra lin.] che fra l’ uno e l’ altro fa, ed è che siccome de i due mi uno è persistente ed immutabile, cioè quello di C. sol fa ut, e l’ altro soggiace all’ alterazione per mezzo del Diesis #, cioè quello di F. fa ut, onde possano [raggioneuolmente add. supra lin.] distinguersi col nome di primo e secondo, la qual cosa può [inoltre add. supra lin.] confermarsi anche [--] risguardando l’ ordine con cui si formano gli trasporti nell’ una e nell’ altra accidentale figura di Diesis #, e di B molle b, auuegnacche nel primo trasporto in figura [[di B molle b]] Diesis soggiace all’ alterazione il secondo fa e persiste immutabile il primo, cioè quello di C. sol fa ut, cosi pure nel primo trasporto in figura di B molle b soggiace alla diminuzione il secondo mi, e persiste immutabile il primo, cioè quello di E la mi: Ora ciò supposto soggiongo io, se de i due mi il primo [[, e principale]] [cioè quello di E la mi corr. supra lin.] forma la terza alla principal corda del tuono maggiore, [[raggioneuolmente il primo]] [raggioneuolmente il primo corr. supra lin.] fa, cioè quello di C. sol fa ut deue formare la terza alla principal corda del tuono minore, dunque [[non]] [non corr. supra lin.] la corda di D. la sol re, ma bensi quella di A la mi re deue stabilirsi per di lui corda principale. Inoltre osseruabile rendesi che siccome [[il tuono maggiore inclina]] la principal corda del tuono maggiore inclina immediatamente alla di lui quinta corda raggioneuolmente i due mi che sono costitutiui di esso tuono debbon esser disposti nella terza e settima corda, per cosi formare la terza maggiore alla [di lui add. supra lin.] principale, e quinta [[di lui]] corda; cosi pure siccome la principal corda del tuono minore inclina immediatamente alla [--] di lui quarta corda raggioneuolemente [i due fa add. supra lin.] che sono costitutiui di esso tuono debbono per così formare la terza minore alla di lui [[terza e sesta]] [principale e quarta add. supra lin.] corda: che poi il tuono maggiore inclini immediatamente alla quinta corda, ed il tuono minore alla quarta, oltre che il senso ce lo manifesta, rendesi euidente [ancora add. supra lin.] dalla osseruazione de trasporti nell’ una, e nell’ altra accidentale figura, imperocche il tuono maggiore [[supera]] [preuale corr. supra lin.] al [il ante corr.] minore ne trasporti in figura di Diesis #, i quali si formano ascendendo di quinta in quinta, e per l’ opposto il tuono minore preuale al maggiore ne trasporti in figura di B molle b, i quali si formano ascendendo di quarta in quarta; dunque [[li due mi non debbono esser disposti nella seco]] nella principale ottaua del tuono minore naturale armoniale i due fa non debbono esser disposti nella terza, e settima corda, ma bensi nella terza e sesta, ed in conseguenza li due mi non debbono esser disposti nella seconda e sesta corda, ma bensi nella seconda e [[sesta]] [quinta corr. supra lin.], dunque non mai D. la sol re, ma bensì A la mi re deue stabilirsi per corda principale [--] del tuono minore naturale armoniale. Padre Calegari. Non può in alcun modo sussistere tale sistema, poiche essendo il tuono minore musicale di sua natura di armonia [[p]] adorno, deue esser fondato in una ottaua di armonia ricolma, quale si è quella di D. la sol re; [[non]] laddoue l’ ottaua di A la mi re è di pura sonorità adorna, e di armonia priua, che perciò fù saggiamente da Latini musici scrittori attribuita al terzo tuono corale. Padre Uallotti. Anche a questa difficoltà parmi auer sufficientemente risposto altroue, nondimeno soggiongo che se la ottaua di A la mi re fosse assolutamente di armonia priua, e di pura sonorità adorna, in tal caso il tuono maggiore non sarebbe altrimenti fondato in una ottaua di sette accompagnamenti [consonanti add. supra lin.] di lettura, e specie diuersa composta, la qual cosa ogn’ uno può ageuolmente quanto sij non che dal uero, anche dal uerisimile lontana. Ui sono dunque le sette ottaue di lettura e spezie diuerza, ma di pura sonorità ricolme, le quali sono state destinate alla formazione de Tuoni corali semplici, ed inoltre si danno anche le sette ottaue di lettura e spezie diuersa [[ma dippiù]] di sette accompagnamenti [--] consonanti composte, le quali respettiuamente seruono per gli stessi tuoni Corali allorche per mezzo degli antidetti sette accompagnamenti consonanti si rendono armoniali, e due di esse Ottaue seruono per base de due tuoni modali, musicali, armoniali maggiore, e minore, cioè quella di C. sol fa ut pel tuono maggiore, e quella di A la mi re pel tuono minore, sendo queste le sole due Ottaue fra tutte le sette souraccennate, che sieno ueramente adattate respettiuamente alle cantilene di [del ante corr.] amendue [[armonial]] tuoni armoniali. Per ultimo poi dico che gli musici latini scrittori non si sono mai [neppur add. supra lin.] sognati di attribuire al terzo tuono Corale la corda ed ottaua di A la mi re, della qual cosa, poiche richiede lungo discorso, mi riseruo trattare in altra congiuntura con maggior comodo di tempo. Padre Calegari. Senz’ altro filastroccare dico che chi uuol sentire, ed operare a cappriccio lo può fare, poiche ciascheduno è Padrone della [[sua]] [propria corr. supra lin.] uolontà, ma chi è amante della uerità non deue dipartirsi da miei insegnamenti, e la raggione si è perche se in ciò ui fosse errore alcuno io l’ aurei ueduto, e da me stesso mi sarei rittrattato mutando [[<...>]] opinione, come ho fatto [--] in tante altre scolastiche musicali materie con tanta diligenza, studio, e fatica da me uentilate [pel corso di tanti anni add. supra lin.], senza che mai però abbi ueduto un tale disordine, [[qua]] ed errore, qual al presente mi uiene apposto, e per fine conchiudo che chi uuol seguire la mia scuola deue intenderla a modo mio in qualunque parte di essa, [[come per lo contrario chi uuol operare secondo i proprij pensieri e dettami]] essendo una uerità continuata dal principio sino alla fine; chi poi uuol fabricarsi, o seguire altri sistemi [principalmente trattandosi di simili importanti materie add. supra lin.] abbandoni anche gli rimanenti miei [[pensieri]] precetti, quindi faccia ciò che [[pare]] meglio gli pare e piace. Padre Uallotti. Non mai per operare a capriccio, ma bensi uinto dalla [[pura uerità]] [forza della corr. supra lin.] pura uerità [mi add. supra lin.] è conuenuto partire da suoi raggionamenti nella supposta materia, nulla merauigliandomi ch’ un grand’ Uomo abbi [[potu]] [errato corr. supra lin.], poiche tutti possono ingannarsi nelle proprie opinioni, e perciò non si è mai rittrattato perche non ha mai conosciuto l’ errore, che da altrui scoperto si uuol sostenere per uerità irrefragabile, sendoui alcuni docili [bensì add. supra lin.], e piegheuoli [[dalle sue]] qualora da se s’ accorgono d’ auer errato, ma altrettanto tenaci [poi add. supra lin.] de proprij errori, se da altrui [gli add. supra lin.] sieno fatti palesi. Per ultimo poi conchiudo che [[non professo se non la uerità, perciò]] [in qualunque scolastica musicale materia corr. supra lin.] non ho mai giurato in uerbo Magistri [magistri ante corr.], bensì mi protesto [[con costanza che: amicus Socrates, amicus [--] Plato, sed magis amica ueritas]] di uoler mai sempre proffessare e seguire [sol tanto add. supra lin.] la pura uerità, imperocche tengo per massima [principale add. supra lin.] e base [primaria add. supra lin.] de miei studj[[,]][[ed ogn’ uno]] che Amicus Socrates, amicus Plato, sed magis est amica Ueritas. Il fine et cetera

Comments

Popular posts from this blog